Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: meandmrjones    04/04/2012    7 recensioni
Esiste veramente l'amicizia tra maschio e femmina?
Non ci sono risposte bene precise, a volte si a volte no.
Spesso succedono cose che cambiano le persone e i loro comportamenti.
Questa è la storia di Ashley e Justin, due migliori amici, ma forse non troppo.
Si sono sempre piaciuti, inutile negarlo, ma è come se avessero cercato di riporre questi sentimenti in un piccolo cassetto e poi chiuderlo a chiave.
Ma si sa, tutto prima o poi viene a galla. E se in questo caso fossero dei sentimenti a venire a galla?
Cosa succederebbe, cosa cambierebbe?
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-allora hai deciso di dormire per il resto della tua vita?- urlò justin aprendo le tende. 
La stanza si riempì di luce.
I raggi del sole illuminavano quegli occhi miele e quei capelli oro. 
Farfugliai parole incomprensibili e mi misi una mano sugli occhi per coprire il sole.
-dai justin non rompere le palle! esclamai lanciandogli un cuscino.
lui lo schivò.
-no questo non dovevi farlo..- disse avvicinandosi al letto con una faccia vendicativa.
Saltò sul letto e cominciò a farmi il solletico.
-dai smettila, lo sai che odio il solletico- dissi ridendo. 
Era proprio un coglione quel ragazzo. 
-non me ne frega nulla- disse sedendosi sopra di me.
-justin dai mi fai male, cazzo non sei una piuma eh!
-prima dimmi che ti alzi da questo letto e che tra cinque minuti sei pronta per andare a scuola con me!- disse fissandomi negli occhi.
Scuola, cavolo! pensai assonnata. La mia mente era un vortice di pensieri, con capivo nulla.
-ok, basta che ti alzi!
-subito mon amour- disse sorridente
Mi alzai dal letto ancora in fase zombie e andai dritta verso il bagno.
Ovviamente dopo venti minuti ancora non ero pronta. 
-dai, hai fatto!- urlava justin
-mi devo solo vestire!
-mi stai prendendo in giro?!- chiese scioccato- sono tre ore che ti aspetto!
Mi infilai al volo un paio di jeans una canotta e una felpa.
Corsi in cucina afferrai la mano di justin e uscii di casa.
-sono quasi le 8,00 sei una cosa incredibile!- disse justin affogando in un cornetto che aveva rubato dalla mia cucina. 
-invece di lamentarti metti in moto la macchina!
Justin mise in moto la macchina e fece retromarcia nel vialetto di casa mia.
Scuola era vicina, dieci minuti di macchina ed eri arrivato.
Saremmo potuti anche a andare a piedi, ma eravamo entrambi troppo pigri.
Scesi dalla macchina e presi la borsa.
C'era un enorme tabellone giallo con scritto 'Benvenuti nella Stradforth high school!', wow.
Al suo interno potrete trovare troiette a volontà.' risi disgustata al pensiero.
-Justin ti prego portami a casa- gli sussurrai al'orecchio.
-dai ashley non fare la stupida, è solo una scuola!-disse rassicurandomi.
-justin ma le vedi, sono tutte 'ragazze con poco pudore', con un fisico mozzafiato e fidanzati fotomodelli.-dissi indicando con lo sguardo alcune 'barbie' che ci erano appena passate a fianco.
-hey, la vuoi smettere?! e poi non parlare male del tuo fisico che mi incazzo- disse ridendo
-fottiti drew- dissi tirandogli un pugno sulla spalla.
Varcai l'entrata e mi si gelò il sangue.
Ciao sono Ashley Collins e non ho la più pallida idea di cosa ci faccio io qui, sarà colpa di quel frocio del mio migliore amico (?)
E come in un film, appena entrammo, tutti si girarono. Bè stavo mano per mano con il ragazzo più bello del mondo, dovevo aspettarmelo.
-justin se mi lasci ora giuro che... - sillabai a denti stretti
-tranquilla, non ti lascierò mai andare.- disse lanciandomi uno sguardo rassicurante e serio.
Sorrise e continuò a farsi strada nel corridoio con una sorriso strafottente. 
Era così sexy, pensai. 
Io camminavo con lo sguardo fisso sulle mie Superga blu, troppo piccole e disperse in un enorme corridoio.
-cazzo, cammina a testa alta sei l'unica che se lo può permettere.- mi sussurrò justin.
No justin, sto aspettando che mi srotolano il tappeto rosso, ma fammi il favore.
-bieber devo fare come te? -le chiesi in tono di sfida.
mi sorrise -si.
Cominciai ad imitarlo in tutto e per tutto. Dal modo in cui faceva passi decisi al modo in cui guardava fisso in un punto, non guardava nessuno.
Sentivo le barbie stridolare su quanto fosse figo. 
-hai fatto colpo bieber- gli dissi aprendo il mio armadietto.
-ora vado a fare colpo anche con preside, magari la convinco a metterci vicini gli armadietti!
Mi prese la mano e la bacio - torno subito principessa- poi sorrise e sparì nella folla.
Posai i libri nell'armadietto. 
Chiusi l'armadietto.
Sentii bussare sulle mie spalle.
-justin già hai rimorchiato la preside?- mi girai e visi che non era justin- oh, scusa credevo fossi un mio amico.
-tranquilla- mi sorrise - comunque io sono josh.
'però carino il ragazzo' non era molto alto, era moro e aveva degli occhi neri intensi.
-piacere ashley- gli sorrisi
-sei una matricola?
Matricola. Odio le etichette, sono bionda bè allora sono stupida.  
-si- risposi infastidita
-ti va se ti faccio da guida?- disse avvicinandosi forse, troppo. Fatto sta che riuscii a vedere ogni dettaglio del suo viso dalle lentiggini alle sfumature marroni nei suoi occhi.
-guarda ora proprio ho da fare- dissi sgattagliolando via da quell'angolo- semmai facciamo un'altra volta.
-si ciao- rispose amareggiato.
Andai verso la presidenza e vidi justin uscire.
-piccola, l'ho convinta!- mi disse prendendomi in braccio poi mi rimise giù e mi guardo dritto negli occhi- hai visto nessuno resiste al fascino di justin bieber.
-tutti tranne la cogliona che vai a svegliare la mattina.- dissi io cercando di evitare quell'atmosfera strana.
Non capisco cosa ci stesse succedendo insomma lui era sempre stato il mio migliore amico, ma ora io provavo qualcosa di più. E lui era cambiato si comportava come per dimostrarmi qualcosa, era diverso.
-non per molto- mi prese il viso tra le mani e fece per avvicinarsi.
-ma cosa sta succedendo cazzo!- sbottai allontanandolo.
Il suo viso sii velo di tristezza.
-andiamo in classe- disse serio prendendomi per mano- non volevo, giuro non accadrà mai più,
Mi sentii morire a quelle parole. Avevo chiesto solo una spiegazione non una fine. 
Rimasi in silenzio avrei solo rovinato maggiormente le cose.
Entrammo in classe justin lasciò la mia mano. 
Eravamo seduti vicini, ma per tutta l'ora era stato freddo. Non mi aveva mai rivolto parola.
Suonò la campanella si alzò e finalmente si girò verso di me.
-dobbiamo parlare- mi disse a tono basso.
So di cosa voleva parlare.
  
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