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Autore: stardream    04/04/2012    0 recensioni
Una sconosciuta bussa alla porta dell' "Agenzia Vattelapesca Wright", stà cercando il signor Wright... l'avvocato Phoenix Wright.
Un nuovo mistero è alle porte, qualcosa di assurdo e misterioso. Nuovi indizi, nuovi incontri, un nuovo caso da risolvere...
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Phoenix Wright, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quella ragazza, chi era! Era sparita nel nulla come se fosse stata risucchiata dal pavimento. Aveva lasciato dietro di se solo il cappotto e quella lettera indirizzata ad un avvocato che ormai non esisteva più. Aprendo la busta  una strana sensazione mi percosse dalla testa ai piedi, sino alla punta dei capelli. Era la stessa sensazione di quando stava per accadere qualcosa di estremamente spiacevole. La lettera era scritta in bella grafia, proveniva ovviamente dal villaggio Kurain ma il contenuto non prometteva niente di buono:



“Signor Nick, deve aiutarci; al villaggio stanno accadendo cose stranissime, molte accolite sono scomparse e la Mistica
Maya sembra diversa dal solito, non si preoccupa minimamente di ciò che le accade attorno. Ogni giorno resta ore chiusa
nella stanza della meditazione e, quando ne esce, il suo sguardo sembra diverso, non so dire di preciso in che senso. Parla
spesso di andare al tempio Hazakura  per una visita a sorella Iris. Ho paura signor Nick, la Mistica Maya non è più la
stessa da quando una settimana fa si è recata in ritiro spirituale al tempio, non la riconosco più. La prego signor Nick, venga a parlare con lei, sono sicura che la Mistica Maya le darà ascolto. Mi dispiace chiederle tanto, soprattutto perché sono anni che non ci vediamo, ma confido in lei.

La aspetto, Pearl.”


La lettera era chiara e sintetica, al villaggio Kurain stavano accadendo cose inspiegabili. Pearl era seriamente in pensiero per sua cugina, tuttavia non vedevo alcun motivo per preoccuparsi eccessivamente; Pearl era ancora una ragazzina, aveva solo qualche anno più di Trucy; non aveva ancora raggiunto l'età per capire che nella mente degli adulti, soprattutto di quegli adulti irresponsabili e tremendamente maldestri  cui era stato affidato improvvisamente un incarico importante,  si affollavano milioni di pensieri, ci si estraniava dalla realtà ripensando a ciò che piace fare, a ciò che si è perso. Probabilmente Maya era così strana e diversa dal solito non per qualche difficoltà ma perchè non aveva avuto ancora l'occasione di addentare uno di quegli hamburger che tanto le piacevano quando lavorava con me.

Quanti ricordi si stavano affollando nella mia mente, quante volte io Maya e Pearl ci fermavamo la sera a mangiare insieme; ogni volta discutevamo su cosa mangiare e puntualmente Maya finiva sempre per averla vinta. Andavamo avanti ad hamburger.
Avrei tanto voluto mantenere i rapporti con loro, le mie socie, le mie care amiche, le mie... donne speciali. Quando ci separammo per intraprendere percorsi diversi era evidente, però, che una scelta doveva essere presa da uno di noi e di certo quella persona non era Maya; lei era troppo debole, troppo sensibile, troppo legata al suo lavoro allo studio legale  per capire ciò che era meglio per entrambi. Separarmi da lei... da loro era stata dura anche per me, ma Maya e Pearl avevano un futuro davanti a loro, avrebbero dovuto imboccare una strada parallela alla mia, senza possibilità di incrociarsi sul cammino e legarle a me con la scusa dello studio legale non sarebbe stato corretto, non sarebbe stato da me... ma
dannazione, quante volte prima di dire addio alle due persone cui tenevo di più  il mio cuore  mi aveva suggerito di fermarmi, quante volte ero stato tentato dal non essere più me stesso, dall'essere un uomo sciocco, disonesto, egoista ma dannatamente felice?
Eppure il mio cuore e la mia mente ad un certo punto avevano smesso di lottare, la ragione e l'affetto per le due persone a me più care mi avevano spinto a prendere la decisione più giusta. A quel bivio, da cui si diramavano due strade parallele, l'ingrato compito di dire addio era spettato a me; era stata dura essere forti, rimanere integri quando il cuore ti andava in pezzi, sorridere al volto triste di Maya affermendo 'Hey, non starai piangendo? Non sto mica andando in guerra!' e sentire la sua voce che al chiudersi degli sportelli mi urlava 'Verrai a trovarmi, vero Nick?'.
Mentre il treno si allontanava velocemente dalla stazione, mentre la mia compagna di avventure si allontanava verso il suo futuro, sentii per la prima volta il peso della solitudine; solo quando il treno sparì oltre la curva potei finalmente voltarmi e tornare a casa, nello studio che fino a poche ore prima era così rumoroso e vivace ed ora sembrava grigio e cupo...

Assorto nei miei pensieri non mi ero reso conto di quanto tempo fosse trascorso. Involontariamente la mia mano si era stretta a pugno attorno alla lettera; la provai a stendere per ridarle una forma accettabile e solo allora mi resi conto che la lettera continuava, Pearl aveva appuntato qualcosa sul retro della pagina:


“Signor Nick, è troppo tardi, la situazione sta precipitando e la mistica Maya non è più se stessa. Signor Nick, faccia
attenzione, è in serio pericolo, la Mistica Maya...”


L'appunto terminava lì, le ultime parole erano state scritte con mano tremante e la frase non era conclusa. Pearl non stava scherzando, c'era davvero qualcosa di strano al villaggio Kurain. Quella sensazione di disagio sembrava non voler più lasciare il mio corpo. Corsi in camera e preparai un bagaglio a mano con lo stretto necessario per rimanere fuori un paio di giorni; presi il telefono e digitai il numero di Apollo; lasciai un messaggio in segreteria chiedendo al mio giovane apprendista di passare l'indomani mattina a controllare Trucy per conto mio. Lo informai che sarei stato via per qualche giorno chiedendogli di rimanere la notte a dormire a casa mia...per quanto giovane era di certo responsabile, forse più responsabile di me.
L'indomani sarei partito per il villaggio Kurain; le parole di Pearl e il tono spaventato delle ultime frasi mi avevano messo in agitazione. Poggiai la valigia accanto alla porta e voltandomi per tornare in camera vidi il cappotto della ragazza sul divano. Lo presi tra le mani e sentii il rumore di qualcosa che cadeva, un fazzoletto era scivolato dalla tasca del cappotto,
era pesante. Aprendolo non avrei mai pensato di trovare il Magatama di Pearl.
  
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