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Autore: Kyoya Ootori    04/04/2012    1 recensioni
Dolores aveva passato tutta la sua infanzia a sognare un fratello che durante l’estate l’accompagnasse a prendere il gelato; era una bambina timida e modesta, non chiedeva nulla di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Panna.

Dolores aveva passato tutta la sua infanzia a sognare un fratello che durante l’estate l’accompagnasse a prendere il gelato; era una bambina timida e modesta, non chiedeva nulla di più. Il fratello maggiore, però, non esisteva, e nessuno, a parte la nonna, aveva trovato il tempo di accompagnarla al bar per prenderle un gelato. Non era come il bambino di  Benni, Dolores, non chiedeva gusti strani o gelati inesistenti,le sarebbe andato bene anche un semplicissimo cono alla fragola.

Col passare del tempo, Dolores era cresciuta e aveva dimenticato quel suo sogno infantile, da molti interpretato come un capriccio da non soddisfare. Il fratello, però, era arrivato lo stesso, e poiché da che mondo è mondo a tutti i bambini piace il gelato, e chiedono di mangiarne almeno uno al giorno durante l’estate, per Dolores arrivò il momento di accontentare la richiesta del bambino, nonostante nessuno avesse accontentato la sua. Era una ragazzina buona, Dolores, e voleva bene a quel fratellino arrivato cinque anni prima, che aveva reso un po’ più dolce l’atmosfera in casa. E poi, in quel modo, avrebbe potuto realizzare un desiderio che quando era stata piccola era il tormentone dei suoi familiari.

Scendevano sempre da casa alle quattro e mezza e impiegavano un quarto d’ora per andare, dieci minuti buoni per scegliere i gusti e un quarto d’ora per tornare. Era diventata una routine che  nessuno dei due fratelli avrebbe voluto abbandonare.
<< Sorellina, ma tu la panna non ce la metti mai nel gelato? A me piace tantissimo! >> chiedeva sempre il bambino, mentre tornavano dal bar, tenendo in una mano il cono gelato e nell’altra quella della sorella, che non la lasciava finché non erano arrivati a casa. Dolores a quel punto lo guardava sorridendo, perché la domanda era sempre la stessa ogni volta, detta sempre con la stessa intonazione e la stessa infantile ingenuità negli occhi, e scuoteva il capo. << No, nenné, a me la panna non piace sul gelato. E invece, tu, ogni volta ci metti dieci minuti buoni per scegliere e poi prendi sempre lo stesso gusto! Ti piace tanto la fragola, eh? >> e il bambino annuiva, pulendosi la boccuccia sporca di fragola con il tovagliolino, ogni volta sempre troppo sporco, che gli davano al bar insieme al cono. Alla fine, entrambi, si riducevano a prendere sempre gli stessi gusti.

I due fratelli, tre anni dopo, erano sempre lì, a prendere il gelato insieme, nonostante a separarli vi fossero dieci anni di esperienze, e anche se durante il giorno litigavano, strepitavano, urlavano e si lanciavano gli insulti peggiori, il pomeriggio scendevano insieme da casa, non si parlavano, e arrivavano al bar senza dirsi nulla, per riappacificarsi solo dopo, mentre tornavano.

Un giorno, un cinque di luglio disgraziato, il fratellino andò da solo a comprare il gelato, ché Dolores doveva studiare per recuperare una materia e non poteva uscire. Il gelato non fu mai preso, e il bambino non tornò mai a casa. A Dolores, passò la voglia di prendere gelati.

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Da quando il bambino era scomparso, l’amarezza era diventata la coinquilina dell’animo della ragazza, sedimentandosi nel suo sguardo color del cielo, che tutto avrebbe dovuto essere tranne che triste. Col passare del tempo le speranze di ritrovarlo si erano affievolite, e nonostante i genitori non si fossero mai arresi, nei ricordi della ragazza il bambino era diventato, pian piano, una piccola figurina senza nome che nei giorni d’estate l’accompagnava a prendere il gelato, in un tempo in cui era troppo  grande per farsi accompagnare ma troppo piccola per volerci andare da sola.

L’estate, quell’anno, aveva deciso di soffocare la città in una morsa strangolatrice, riversando sugli abitanti un’aria secca e nemmeno un angolo ombreggiato. In un bar, Dolores, che si trovava insieme ad una comitiva di amici, prese quasi inconsapevolmente la decisione di prendere un gelato; si avvicinò al bancone, porgendo al cameriere lo scontrino e ordinando: << Un cono alla fragola, per cortesia, con panna. >>


   
 
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