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Autore: MartinaSSpecial93    05/04/2012    5 recensioni
Lei è Ilaria, una ragazza di 15 anni italiana, che realizzerà il suo sogno più grande: andare a Londra. Con una piccola condizione però: quella di dover sopportare per cinque giorni Louis Tomlinson,il suo grande amore segreto, e sua mamma Joy la quale farà di tutto per farli stare insieme. Louis è di origine inglese,da parte di sua madre appunto, ma non era mai stato a Londra e si considerava italiano a tutti gli effetti. Tra Ilaria e Louis però non c'è mai stato un grande rapporto a causa della loro timidezza. Riuscirà questa magica città a separare la barriera che c'è tra loro due e a scioglierli il cuore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte le coraggiose che hanno avuto il coraggio di aprire questa nuova FF.
AHAHAH.
Allora ,visto che ho un vero e proprio 'blocco' per l'altra storia, me ne è venuta in mente un'altra, che penso sarà molto più carina. 
Perciò, non ho esitato a pubblicarla subito.
Che dire: eccola. Mi sono permessa di cambiare l'età a Louis, facendolo diventare diciassettene LOL, ma ci voleva per la storia. e.e
In questa FF Louis non è il solito estroverso e sfacciato del solito, ma è un ragazzo introverso e timido, così come la nostra protagionista: Ilaria.
Spero tanto che questo capitolo vi incuriosisca e vi faccia venire voglia di leggere il prossimo.
Recensite se vi piace, così saprò se continuarla o meno.
Grazie. :3

Buona lettura,
     Marti xx



Londra e l'Inghilterra erano il mio sogno sin da quando ero bambina. Mia nonna paterna, che aveva vissuto lì per sette anni, mi raccontava con amore i suoi ricordi di quella bellissima città, e io l'ascoltavo affascinata. Ogni cosa riguardante quella città e il Regno Unito mi faceva spuntare un sorriso sul viso, desideravo tanto appartenere a quel mondo e non a quello in cui vivevo: l'Italia. La patria delle belle arti,dell'amore,della pizza e del gelato. Tutte cazzate. Non mi sono mai sentita appartenere a questa realtà, così calda e calorosa: avevo un altro carattere, molto più compatibile con l'Inghilterra: fredda,chiusa,introversa,carnagione chiarissima,occhi di ghiaccio,capelli tendenti al rosso. Sono sempre stata così e l'Italia, così calorosa e raggiante non mi rappresentava per nulla.

E quel mio sogno stava per realizzarsi: tra soli due giorni sarei andata all'aereoporto e sarei volata dritta dritta in direzione Londra. Ero così ansiosa, così eccitata all'idea di poter finalmente toccare quello che sognavo da anni. Avevo preparato la valigia già due settimane prima della partenza, i giorni non passavano più, ogni volta facevo il conto alla rovescia persino delle ore. E finalmente quel giorno era arrivato.
Con una piccola complicazione, però.
A Londra sarei andata con mia madre, la donna che aveva realizzato il mio sogno e a cui le sarei stata grata per sempre e... Louis Tomlinson e sua madre. La madre di Louis era inglese, di Doncaster, ma non aveva mai portato il figlio nella sua terra madre: il ragazzo era infatti cresciuto in Italia con tutte le medesime tradizioni, e dell'Inghilterra non gliene era mai fregato nulla. Ma Jay,sua madre, aveva colto l'occasione quella volta per portare il suo figlio diciassettenne finalmente nella sua terra d'origine. Perchè? Perchè Jay e mia madre,Adriana, erano amiche dal tempo delle superiori, erano legatissime; quando mia madre la informò che saremo andate a Londra, Jay non perse l'occasione e ci propose di fare un viaggio a quattro: io e mia madre e lei e Louis. Mia mamma, ovviamente, accettò eccitata. Quelle due donne erano peggio di due bambine, seriamente.

Ma a me l'idea di dover stare cinque giorni con Louis, mi bloccava un poco. Per quel ragazzo avevo sempre provato un grande sentimento, mai rivelato a nessuno ovviamente, e ogni volta che gli stavo vicino il mio cuore iniziava a martellare e diventavo più impacciata del solito. Con Louis avevo spiaccicato massimo due o tre parole nei 15 anni della mia esistenza. Le nostre famiglie erano molto amiche, ogni sabato organizzavano qualcosa insieme e spendevamo molto tempo assieme, ma con lui non avevo mai avuto un rapporto vero e proprio. In più, avevo due anni in meno di lui, e sapevo che lui mi considerava ancora una bambina... Si era anche appena lasciato con una super figa chiamata Eleanor, che avevo sempre invidiato moltissimo. Perciò, con lui non avrei mai avuto possibilità, e non volevo neanche averne. Mi bastava semplicemente vederlo per essere felice, non avevo neanche bisogno di parlarci. E mi andava bene così.
Louis era anche lui un ragazzo piuttosto timido,introverso, molto simile a me, ed è proprio per questo che non eravamo mai riusciti a legare. Ma,diversamente da me, se ci stringevi amicizia,se ci prendevi confidenza, Louis diventava subito un giocherellone estroverso: era un po' strano,forse lunatico. Io invece anche con la mia migliore amica non ero del tutto me stessa,non ero del tutto naturale. Io e le persone non andavamo per nulla d'accordo, sarei vissuta benissimo anche da sola,nella mia solitudine.
In quel momento a me importava comunque solamente una cosa: Londra. Londra,Londra e Londra. In qualsiasi condizione e a qualsiasi costo sarei andata lì, davvero. E 'sopportare' Tomlinson per soli cinque giorni era una condizione ragionevole! Ero eccitata al massimo, non vedevo l'ora di salire su quell'aereo che in sole due ore mi avrebbe portato dove tutti i miei sogni si sarebbero realizzati.
Il volo partiva alle 13.35. Erano le 1O:3O. Bene, avevo un po' di tempo per prepararmi,visto che la valigia l'avevo già preparata due settimane prima ahah! Scelsi dall'armadio una t-shirt rigorosamente con la bandiera inglese,una felpona comoda e dei jeans a pinocchietto. Mi precipitai in bagno, bussai per controllare se era occupato, ed entrai chiudendomi la porta a chiave. Guardai la mia immagine riflessa nello specchio: ero orribile. O almeno, ero orribile per me stessa. I morbidi capelli rossicci boccolosi ricadevano sulle spalle troppo larghe, il mio viso rotondo era invaso da fastidiose lentiggini,i miei fianchi erano troppo larghi per i miei gusti e non ero alta. Cercai di sorridere a fatica, ma il risultato fu un sorrisetto forzato che mostrava i miei denti imperfetti. Odiavamo me stessa e il mio corpo, tanto che quando avevo 13 anni caddi in anoressia. Poi mi ripresi, ma ora il mio fisico era debole e il grasso era distribuito male per tutto il corpo. Mi rassegnai, tanto non ci potevo fare niente. Mi lavai velocemente i denti e il viso, mi misi un filo di matita negli occhi e un po' di mascara, poi mi vestii.
Mia madre bussò alla porta:
"Heey Ilaria! Sai che ore sono vero?! Dovrei prepararmi anche io!!" strillò.
No,non sapevo che ore erano. Guardai l'ora: erano già le 11.35. Possibile che non mi ero accorta del tempo che passava? Presi rapidamente il beauty-case contenente i trucchi e le creme che avrei dovuto portare in valigia 
ed uscii. Fuori dalla porta trovai mia madre incorrucciata e io le sorrisi appena. Lei ricambiò e mi abbracciò. Amavo profondamente quella donna. Da quando papà se ne era andato, due anni prima morto di cancro ai polmoni, io e lei abbiamo legato ancora di più e siamo uscite insieme dal profondo dolore che provavamo. Era forse la mia vera migliore amica, e le volevo un mondo di bene. Poi era grazie a lei se il mio sogno stava realizzando.
Finite di prepararci, uscimmo di corsa di casa e ci precipitammo in aereoporto. Davanti ai metal detector trovammo già Joy e Louis che si guardavano intorno preoccupati,chiedendosi dove eravamo, e non appena ci videro correre verso di loro sorrisero.
Joy abbracciò mia madre calorosamente: "Non cambi mai eh?Sai da quanto che vi aspettiamo?Tra poco l'aereo parte!"
Mia madre sorrise e l'abbracciò forte: "Tutta colpa di Ila!" mi canzonò,facendomi l'occhiolino. Io ricambiai fulminandola con lo sguardo.
Louis era davanti a me che mi scrutava timidamente. "Ciao.." mormorò avvicinandosi nella mia direzione.
Io gli sorrisi impacciata e mi allontanai ancora di più da lui. Non volevo fare ulteriori figure di merda,perciò l'unico modo per non farle era stando lontano da lui. Che codarda che sono, pensai.
Ci precipitammo dai metal detector che ci perquisirono da testa a piedi,poi passammo da tutti i controlli e finalmente arrivammo dentro l'aereo. Era un aereo low-coast, perciò piccolo,perciò scomodo e con i seggiolini troppo vicini. Sbuffai e mi accapparai il posto dal finestrino. Louis mi incenerì, forse lo voleva lui quel posto. Io feci spallucce e me ne infischiai, misi l'mp3 a palla nelle orecchie e mi scollegai dal mondo intero e dal ragazzo che mi creava molto imbarazzo seduto affianco a me,con il quale il mio gomito si scontrava. Cavolo di aerei low-coast! Cercai di calmare i battiti del mio cuore,cosa abbastanza impossibile,e scrutavo fuori dal finestrino le soffici nuvole...Che cosa meravigliosa.
Joy e mia madre stavano sedute nei due sedili dietro dei nostri. Ci avevano fatto sedere vicini forse perchè volevano che socializzassimo. Idea sbagliata, mie care. Io e la socializzazione non andavamo per nulla d'accordo. Non era una novità comunque, perchè Joy avrebbe sempre desiderato che tra me e Louis ci fosse del tenero: trovava sempre occasione per dirlo e per dire quanto fossimo fatti l'uno per l'altra. Io,naturalmente,arrossivo ogni volta e rispondevo con un sorriso forzato.
"Che ascolti?" mi domandò di botto Louis, sorprendendomi. La prima frase di senso compiuto che mi dice nei 16 anni che mi conosce.
Io non sapevo cosa rispondere,mi era andato il sangue al cervello e mi tramava la mascella.
Riuscii a balbettare qualcosa del tipo: "C-claire de l-lune..."
Alla mia risposta lui spalancò gli occhi sorpresi.
"Musica...classica?" domandò ridendo.
Si, ero una fottuta amante della musica classica ok? Problemi? Molto meglio di quella robaccia che gira in questi anni, molto meglio del rap o del pop vario.
Io annuii.
"Ah." fu la sua unica risposta,con un piccolo risolino. Trovava stupido ascoltare musica classica,evidentemente. Beh, come si voleva dimostrate,non siamo fatti assolutamente l'uno per l'altra.
"Sai..." iniziò,guardando in aria. "Anche io sono un patito della musica classica.." ammise imbarazzato.
Oh, cazzo.
Gli porsi una cuffietta senza dire nulla,forse era meglio se mi esprimevo senza parlare,avrei fatto più bella figura. Lui la prese e la infilò nel suo orecchio.

Louis Tomlinson ha una tua cuffietta nel suo orecchio,non è niente,ok,calma Ila,calma, cercavo di calmare il mio battito cardiaco tra me e me.
Dietro sentivo il risolino di Joy. Quella donna era una bambina non ancora cresciuta, ahah!
Non so come e in quale maniera, riuscii ad addormentarmi. Al mio risveglio, l'hostess informò che stavamo per atterrare e perciò dovevamo metterci le cinture di sicurezza.
Atterrammo nell'aereoporto di Stantsted. Atterrammo nell'immensa pista,nell'interminabile pista di Stantsted.

Ero in Inghilterra, a solo un'ora da Londra.
Ero nel mio sogno.

  
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