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Autore: MorgueHanami    05/04/2012    2 recensioni
Leggete, forse capirete.
Ma non riuscirete a piangere come ho fatto io..
perché quando si ama davvero, chi è dall'altra parte non capisce. Potrà emozionarsi ma non riuscirà a sentirsi come io vorrei che si sentisse ogni lettore.
L'amore è così.
Gioia e dolore hanno lo stesso sapore.
E rachele lo sa. Haku però non lo ricorda più.
Beato lui.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"

C'è un unico errore innato

ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici. "

( A. Schopenhauer )

 

 

La vasca è bianca, ma questo non importa. La stanza è buia, forse non importa neanche questo. Un groviglio scuro, i miei capelli, si confonde lentamente tra le molecole tiepide d'acqua, in contrasto con la mia pelle color cadavere, un cadavere snello, senza nessuna particolare forma. Tende scuore allontanano il sole.. è da un po' che il suo colore luminoso mi mette in difficoltà. Difficoltà? Quale difficoltà? Nessuna. Solo quella del ricordo. E' una cruda difficoltà, ricordare. Ti confonde, come l'acqua adesso fa con le mie orecchie. E' bello non poter sentire il frustrante silenzio che canta la fuori. E' bello perché la tua coscienza adesso si zittisce, lascia parlare te senza commentare. Adesso che l'acqua tappa ogni buco, adesso che il mio corpo è coperto da questo involucro quasi inesistente di H2O, mi sento protetta e non ho paura di ricordare. Quando sono la fuori provo a non pensare ai ricordi, anche se questo mi ricorda - dio, tautologia, ma non è colpa mia se tutto il discorso è improntato sul ricordo! - che sto sbagliando e che la mia promessa non è mantenuta; ma il tuo ricordo, amore, è così triste, più di ogni dramma cantato la fuori, che preferirei non ricordarti. E mi odio, se dico di non volerti ricordare, perché la promessa era questa: ricordiamoci di noi, di tutto quello che è stato, perché continueremo ad amarci così. E io, dio, ti amo ancora. Forse è per questo che ho paura di ricordarti. Ti vedo e ti amo, amore, ma vedo davanti a me la persona che non mi ama più: la persona cambiata che la sera prima mi disse di non dimenticarlo, anche se lui sapeva che l'avrebbe fatto. Odio questa situazione, ma me l'aspettavo. Cosa non potrei aspettarmi dalla mia vita scura? Di viverla in modo felice e sereno, ovvio. Sapevo che te ne saresti andato. Sei andato via tu, amore, è andato via mio fratello, amore, è andato via il mio punto di riferimento. La vita ama giocare così con me, e io le dedico la mia storia: al mondo, alla vita, perché con me sono sempre stati infami e forse mai abbastanza.. dopotutto, adesso sono qui, in questa vasca e sono ancora viva. In piedi. Forse aspetto il tempo che passa, morire annegata - mi hanno detto - è una bella sensazione. Vorrei provarla, ma ti ho promesso che avrei continuato ad amarti. Se mi suicidassi, non ti amerei più, perché la mia persona scomparirebbe. E' per questo che ho deciso che non diventerò come te: voglio continuare ad amarti, anche adesso che mi laceri la vita. Ci eravamo promessi che dopo il tuo cambiamento, io e te non ci saremmo più visti. Avevo promesso, quella sera al molo, eppure adesso la tua immagine è ancora sfocata nella mia mente.

Sento l'acqua trapassarmi il naso, perché sto sorridendo.
Il tuo ricordo, amore mio, è sempre così limpido, perché ogni giorno lo vado a sfogliare. Ogni giorno, sono là e lo guardo con così tanta amarezza.. lo guardo ed è sempre più limpido nonostante i giorni e mesi sono ormai passati e il tutto dovrebbe pian piano sbiadirsi. Ma io ho deciso di ricordarti, di ricordarci, di ricordare l'ultima notte passata insieme. Perché l'ultima notte al mondo io la passerei con te, dissi. E così fu. La ricordo, amore, è così vera ai miei occhi, anche adesso che è ricordo. E' qui. Posso sentire il profumo del mare che mi riempiva i polmoni mentre guidavo il cavallo; Nayena ci aveva detto di arrivare al Lazzaretto, ma non sapevo il perché tu avessi scelto la strada più lunga da fare. Guardavo in silenzio le redini, senza fare nessuna domanda perché non è avevo il diritto. Dovevo tacere, davanti a te, e lo facevo volentieri quella volta. Non ti ho mai più sfidato, amore, perché risultava inutile: ti avrei fatto vincere, avresti vinto perché eri tu. Ti avrei dato tutte le ragioni del mondo, perché eri tu. Perché in te vedevo ciò che avevo perso fino a quando non sono entrata in questa stramaledetta setta! Ma avevo trovato te, tra quell'ammasso di spiriti e sottomissione, avevo trovato la parte che mi era mancata in diciassette anni di vita. E non volevo, giuro, non volevo andassi via Haku. Eppure quella sera, durante il crepuscolo, capii che qualcosa non andava. Osservavo davanti a me la schiera di alberi che ci incorniciavano e sentivo il tuo respiro debole tra i miei capelli. Sentivo il tuo cuore battere, incollato alla mia schiena mentre le tue mani mi accarezzavano i fianchi. Ecco, adesso sento i tuoi polpastrelli tastarmi la pelle, nonostante tu non ci sia. E anche immersa qua sotto, sotto quest'acqua ormai fredda, sento il tuo profumo dolce ed accattivante. Sento il tuo calore, quello che tanto ci accomunava allora, tastarmi il collo, il seno, il ventre. E' come se fossi qui, quando ripenso a quella sera. Come se non fosse mai finita, come se continuassi a viverla perché ho pregato tanto che tu non andassi via. Non so a chi ho pregato, amore mio, ma imprecavo e basta, speravo che tu saresti tornato.. ma com'eri prima, come quella sera, quando calmo e triste com'eri, mentre tallonasti il cavallo che deviò verso la spiaggia, che pian piano si vedeva spuntare tra i rami secchi degli alberi. E il tuo sussurro, adesso amore, riecheggia tra le molecole di questo ammasso soffocante; - questo è il mio ultimo raggio di sole - mi dicesti, sussurrando e sentii il tuo volto confondersi maggiormente tra i miei capelli e il tuo alito bisbigliare ancora. - Domani si spegnerà in me ogni cosa d'umano. Ciò che avrete accanto sarà una bestia. - e ancora, quelle dita che percorrevano i miei fianchi, maniacalmente, come se potessero farlo per l'ultima volta; Haku, sento le tue parole adesso, e mi fanno male come hanno fatto tempo fa. Riapro gli occhi, sott'acqua, un po' bruciano, ma vedo il buio ancora circondarmi. Sorrido e li richiudo, ritornando a pensarti, sentendo come quella volta una lieve lacrima accarezzare una ciocca dei miei capelli e scendere giù, lungo la schiena e spegnersi lentamente. Stavi piangendo, amore, ed è stata la scena più brutta che abbia mai visto. La scena che non vorrò più rivedere. Non potei fare a meno che seguirti: lasciai le redini del cavallo, lentamente, osservandomi intorno. I miei occhi si soffermarono sul paesaggio dai colori vivi, calienti, dal rosso porpora e dall'arancione acceso, dal rosato cielo che baciava il mare. Ma nessuno di quei colori mi portava allegria, sento ancora adesso l'amarezza di quel momento, che inspiravo dal naso e lasciavo scendere giù per la gola, tastandone l'acido sapore. Le tue parole mi ferirono e tanto, tanto che i miei occhi scesero ad osservare il cavallo, la sua criniera maculata, i suoi zoccoli mal ridotti. Ad osservare l'arena che adesso ci circondava, a sofferamarmi sulle onde che la baganvano. Poi mi fermai sulle redini e sulle tue mani che lentamente le presero. Guardai le tue mani, le studiai con ossessiva attenzione, le accarezzai sentendo il tuo capo premere contro la mia schiena. Non riuscivo a parlare, cosa avrei potuto dirti? Avrei potuto dirti che.. non so, dovevo stare zitta. Era una tua scelta. E io non ero nulla in confronto alla tua vita. Non lo sono nemmeno adesso. E tu sei tutto per la mia vita, invece. Sei tutto, ma sei andato via, come il resto. Ma sentii il bisogno di non abbandonarti, di avvicinarmi ancora di più a te: mi poggiai con il capo sulla tua spalla e il volto che osservò il cielo colorato. - Non andare via. - alla fine lo dissi, perché era ciò che pensavo. Era ciò che volevo accadesse: che tu restassi per sempre con me, che staremmo stati insieme per sempre.. non è così, adesso. - Non voglio che ci siate quando farò l'abbraccio, Rachele. Non voglio che vediate come sarò dannato. - lento, scandisti quelle parole, come se mi stessi impartendo un ordine. Non ci sono stata, quel giorno, perché a vederti sarei morta. Sarei morta e non sarei voluta resuscitare, a vederti ridurre in quel modo. Lo stesso modo che fino a poco tempo fa, avevo deciso anche io. La spiaggia era fredda e umida, gelata, come te adesso. - Domani sarò un predatore di anime Rachele. E non voglio che siate voi la mia preda. Non voglio uccidervi. Per la prima volta,ho paura. Ho paura di uccidervi. - facesti una pausa. - Ti amo rachele. Ti amo e me ne sono accorto troppo tardi. Ho cominciato a farlo troppo tardi. Scusa. - ti bloccasti, perché le lacrime smisero di farti parlare e insolenti, raccontarono tutto loro. Eri sommesso dalle lacrime, stringevi le redini e stavi zitto, respirando tra i miei capelli. - Mi mancherà il tuo profumo. - dicesti infine, stringendomi. E lì scoppiai. - E se volessi vederti mentre ti trasformi? - tra un singhiozzo e l'altro. Non ho mai pianto in diciassette anni di vita, e mi ritrovai quel giorno con le lacrime agli occhi, talmente fitte che non riuscivo più a riconoscere le sagome intorno a me; alzai il capo e le mie mani scesero sulle sue, accarezzandolo - non hai cominciato ad amarmi troppo tardi. E' il tempo che scorre troppo velocemente. E io, sono arrivata troppo tardi. Quando il nostro tempo stava già scadendo. - mi fermai, per dare sfogo alle lacrime. Chiusi lentamente gli occhi, li strizzai, per poterli liberare dall'appannamento che non mi consentiva, adesso, di vedere il tuo bel volto. Sarcasmo. Sarcasmo nel dire che avevo fatto tardi, mi prendevo in giro, avevi tutta la vita davanti.. e lo capivo. - E non sarò io la vostra preda. Non mi farete mai del male, Carne. - sorrisi, appellandoti così. - anche perché se mi avrete davanti, neovampiro come sarete, penserete davvero poco e agirete in fretta. Non vi ricorderete chi avete di fronte. - mi accovacciai, accarezzai le tue mani con le labbra, mi nascosi tra i palmi caldi e confortevoli di quelle mani che le notte precedenti mi avevano amato, che ancora adesso sembravano voler chiedere di accarezzarmi ancora. Sento le tue mani accarezzarmi le guance sommesse dall'acqua, arricciate lievemente per osmosi, assieme a tutto il corpo. Sento il tuo corpo, sul mio, come succedeva ogni sera. Sento i tuoi battiti, quelli che adesso sono spariti dal tuo petto e penso che.. mi mancano. Mi manca sentire che respiravi anche tu, con me, di notte. Che eravamo una cosa sola anche quando respiravamo in quei momenti, una sola cosa quando ci guardavamo per qualche istante negli occhi nei luoghi pubblici, dove il nostro amore doveva essere segreto, nascosto, non poteva uscire alla luce di quella maledetta necropoli. - Sapete, è tutta una scusa quella del Lazzaretto. Siete qui perché.. prima che dimentichi tutta la parte della mia vita umana, voglio che il ricordo più forte siate voi. Voglio ricordarvi. Non posso dimenticarvi. Non voglio. Qui non siamo il Necromante della Carne e la sua Cultista. Siamo Haku e Rachele. Solo io, tu e il nostro amore. E' tutto quello che conta, adesso. Saranno le sole parole d'ordine, stanotte. E' tutto quello che avrebbe sempre dovuto contare. Ma non ce ne siamo resi conto, forse; semplicemente, non siamo fatti per vivere una favola d'amore bella come quelle dei libri Rachele. - una pausa, mentre tirando le redini, il cavallo si fermò nei pressi del molo. Osservai a lungo il mare di fianco a noi e successivamente mi fermai sulla tenda rossa, sistemata tra la sabbia, con un semplice mucchio di legno e massi di fianco. - se vorrete esserci, amore, io non vi impedirò di farlo. Ma sappiate che sarà più facile ricevere un mio morso che un mio bacio.. se mi riprenderò dall'abbraccio. - Se ti riprenderai dall'abbraccio. No,non sono sicura che sarei riuscita a sopportare la tua totale assenza, la tua morte. Sì, la tua presenza - assente mi fa male, mi contorce il fegato e lo stomaco si annichilisce tra le ossa, lo sento adesso, nemmeno l'acqua gli da vita; ma senza di te, senza il tuo volto, senza la tua lontana presenza, senza quel sole che porti al collo.. io, io,io.. io non so che fine farei, come non so la fine che farò adesso, adesso che non sei più con me. E' confuso, il mio cuore. Ci sei ma non ci sei allo stesso tempo. Ti vedo, mi abbracci, ma non mi ami. Non ci sei, allora. Ma ci sei adesso, nei miei pensieri e la tua voce mi dice che non mi hai dimenticato. Eppure, hai voluto che qualcosa di te nel mio cuore rimanesse. Haku, di te mi è rimasto impresso tutto. Ogni minimo gensto. Ogni difetto. E ti scopro ogni giorno come un sogno, perso e ritrovato in un cassetto. - Ci ho messo un po' per preparare il tutto ma..anche se andrò via, voglio che dentro di voi, rimanga qualcosa di me.. - facesti una pausa, osservandomi il ventre. - sì, lo ammetto, c'è un doppio senso assurdo in ciò, ma non posso sperare in qualcosa che vada contro la necromanzia. - una pausa. - Andrò via, si. Ma qualcosa di me voglio che in Voi rimanga sempre amore mio. Voglio che ricordiate sempre chi sono stato e cosa c’era tra noi e voglio che me lo ricordiate ogni volta che vi farò del male o qualcosa di simile. - e poi si zittì, ritornando ad offuscarsi tra la mia spalla, piangendo. Ti abbarcciai, forse, oppure sto immaginando di farlo adesso, adesso che le mie mani si stringono al mio petto, come ad abbracciarmi da sola, come se immaginassi ci fossi tu qui con me. Quando ti avvicinasti, t'abbracciai e basta, sussurrandoti - ti prometto che ci saremo solo io, te e tutto l'amore che ho. - ti accarezzai la guancia con le labbra, che assieme al nasino all'insù scesero lungo il tuo collo. Non riuscivo a trattenere le lacrime e i singhiozzi. - haku, vi prego, fatemi smettere di piangere. - sorrisi appena, guardandolo con la coda dell'occhio. Erano sempre più forti, quei singhiozzi, che quando cercavo di reprimerli, mi traforavano i polmoni, come se un colpo secco li perforasse. - Lo so che non riceverò più nessun tipo di attenzioni da voi. - sorrisi, amaramente. Sorrisi, distrutta. Sorrisi, sarcastica. Sorrisi, arrendendomi. - Da voi, non avrò più nemmeno una carezza. - sussurrai, sfiorandogli con l'orlo dell'unghia le sue labbra. Poi sviai lo sguardo, quando tu invece cercasti di incontrarlo; mi lasciai abbracciare e stringere dalle tue braccia, ti accarezzai ricambiando quel bacio. Osservai quello che ci circondava e sorrisi, ripercorrendo la sagoma della tenda rossa. - è tutto stupendo. come voi. - sentì le tue labbra assaporare le mie lacrime e mi lasciai poggaire con i piedi sulla sabbia quando tu, con fatica, scendesti dal cavallo e mi prendesti per la vita. - sei stupenda. - sussurrasti. Sei stupenda, è ancora così? Anche adesso che sono ridotta così? Pelle e ossa, senza un briciolo di sentimento, dentro, vuota. Sento l'odore dell'arena bagnata che si confondeva con i miei capelli, quando mi buttasti sulla sabbia, per farmi il solletico. Sento le tue mani, amore, e sono calde. Calde e rassicuranti, le ricordo così. Ricordo così quell'ultima notte passata assieme. Sento le tue labbra posarsi sul collo, sento i tuoi baci. Sento il tuo profumo, lo sto respirando. L'acqua, sento l'acqua passarmi per il naso. Ma tu sei qui, sento le tue labbra scendere sul petto, come quella sera. Sorrido e l'acqua, sento l'acqua oltrepassarmi le labbra, entrare e affogarmi. Ma tu sei qua, sento le tue labbra scendere sul ventre. Sento il tuo profumo, la tua voce mentre mi urli di uscire da qui. No. Io voglio restare qua sotto, amore. L'acqua mi trafigge i polmoni. Ma alzo la mano, la porto oltre l'acqua. Sento l'aria fredda che l'avvolge, quella del mondo sopra di me. Provo a pronunciare il tuo nome, ma l'acqua mi blocca: sto affogando, non sento più niente. I polmoni si riempiono, forse tra poco scoppieranno. Amen, arriverà la mia fine. No. Non posso andare via così. Ma la tua immagine impressa è accattivamente. E io ti ho promesso di amarti sempre, costantemente. Anche quando saresti diventato ciò che sei ora. La mia mano, adesso, afferra qualcosa di freddo. Mi sento tirare, pian piano il mio corpo sbuca via dall'acqua. Fa freddo qua fuori. Tossisco. Sento vomitare via l'acqua, forse anche un pezzo di me. Mi avvinghio con le mani all'orlo della vasca, aprendo gli occhi. La tua mano, è fredda e mi sfiora la guancia.

- Ma che vi è venuto in mente? - è la tua voce che parla, ma le mie orecchie la sentono lontana, amore. Sorrido. Tossisco ancora e tu ti fai più vicino, abbracciandomi. Il tuo naso è sul mio collo, i tuoi occhi sono dilatati, all'odore del mio sangue. Ti stringi maggiormente a me e io ti accolgo. Ti accolgo tra le braccia di un corpo fragile. - ma come vi siete ridotta? - non ti rispondo, sai come mi sono ridotta. Mi lasci un bacio sul collo e io scendo, piano, poggiando la schiena sulla vasca. E tu mi segui, senza lasciarmi. Mi prendi i polsi, mi blocchi. I tuoi occhi dilatati mi osservano, e io tossendo ti sorrido. Poggio il collo sull'orlo della vasca, inclinando il capo. I capelli, sento che sfiorano il pavimento. E i tuoi denti, piano, s'affilano e trapassano la pelle. Adesso siamo questo, io e te, penso mentre chiudo gli occhi. Solo una preda e il predatore. Una preda innamorata, e un predatore che se ne approfitta. Non siamo più nulla, io e te, anche se cerco di sperare che sia il contrario. Ancora, cerco di convincermi che il tuo modo di amarmi è questo: è un modo orrendo, ma tu sei una persona stupenda.. ed è per questo che lo accetto. Ti amo.

  
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