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Autore: cecchino_2028    05/04/2012    2 recensioni
Sono passati quasi vent'anni dalle avventure dei coinquilini di Baker Street, John è alle prese con la famiglia, Sherlock è scomparso dalla sua vita ormai, ma il sistema solare farà in modo che Watson ricordi il vecchio amico, se di amico si trattava...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sarah Sawyer, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta di legno si chiude dolcemente alle spalle di John, uno sfrigolio ed un buon profumo gli danno il benvenuto a casa, sorride ed entra in cucina, dove la moglie sta cucinando il pollo.
“Ciao …” sussurra John all’orecchio della moglie e posandole un lieve bacio sul collo.
“Ciao John …” risponde la donna continuando a cucinare. Un trambusto proviene dalla stanza accanto, seguito poi da delle urla e da un pianto, John alza gli occhi al cielo e si sposta nella stanza, mette le mani sui fianchi e guarda i suoi figli con uno sguardo di rimprovero. Sono seduti sul grande tappeto rosso, il più grande, Sherlock, con in mano il palmare e la piccola, Martha, sdraiata sul tappeto in lacrime. John si avvicina e prende in braccio la figlia di cinque anni, le accarezza il volto, le asciuga le lacrime e le da un bacio sulla fronte.
“Sherlock smettila di dar fastidio a tua sorella!” dice John guardando il figlio. Il quindicenne alza gli occhi al cielo, si alza, osserva il padre e poi esce dalla stanza, lasciando John e Martha soli. Watson sbuffa poi, facendo scendere la figlia dalle braccia, va a sedersi a tavola, dove Sarah ha apparecchiato e servito la cena.
 
La cena passa con tranquillità, finito di sparecchiare, Sarah infila i piatti nella lavastoviglie ed accompagna Martha a fare il bagno, Sherlock si siede al grande tavolo della cucina ed apre il libro di scienze, afferra la matita e chiude gli occhi, tentando di memorizzare i capitoli. John sorride guardando il figlio, una dolorosa fitta al cuore, come una stilettata, si fa sentire ed il pensiero corre ad un’altra casa, ad anni di distanza, ad un uomo sdraiato sul divano, ad occhi chiusi, con le dita sotto il mento.
“Papà?” dice Sherlock facendo riprendere John dallo stato di catalessi in cui è caduto. John apre gli occhi, non risponde al figlio, ma si siede di fronte a lui, osservandolo mentre studia, d’un tratto però Sherlock chiude stizzito il libro.
“A cosa serve sapere come funziona il sistema solare?” domanda stizzito. John ride mentre le parole del figlio si sommano alla voce del vecchio amico, ricordi di quasi vent’anni prima.
“Le persone estremamente intelligenti conoscono a fondo il sistema solare!” risponde Sarah entrando in cucina insieme a Martha con un pigiama rosa con degli orsetti.
“Oh ma non è vero …” replica John senza togliersi il sorriso dal volto.
“Cioè?” domandano sia Sherlock che Sarah.
“Conoscevo una persona estremamente intelligente che non aveva la più pallida idea di come funzionasse il sistema solare!”
“Chi era?” domanda Sherlock.
“Ho capito chi è, per questo tolgo il disturbo …” risponde Sarah. Martha sorride al padre ed al fratello e poi corre dietro alla madre ormai arrivata in salotto.
“Perché mamma se l’è presa tanto?” domanda Sherlock perplesso.
“Perché è una storia lunga, che ti racconterò prima o poi …” conclude John alzandosi e dando una pacca sulla spalla del figlio. Watson sale le scale ed entra nella sua camera, apre l’ultimo cassetto del comodino e fruga per un po’, poi estrae una foto, sorride carezzando con un dito la figura slanciata di Sherlock Holmes. La foto scattata da Lestrade come inconfutabile prova della loro attrazione, John sorride pensando alla sera in cui, dopo essere stati invitati a cena da Mycroft e Lestrade, Greg aveva mostrato loro quella foto. In primo piano loro due, Sherlock e lui, John Watson, ad arrancargli dietro, sullo sfondo la scientifica sulla scena del crimine. John ricorda ancora quel che era successo …

… Una fitta coltre di nubi sembra non voler lasciare Londra, la pioggia impervia sulla città da fin troppi giorni ormai. John scalda l’acqua e si prepara il tè, Sherlock cammina per l’appartamento senza sapere bene cosa fare. Il fischio che emette il bollitore fa voltare Sherlock che quasi ringhia rivolto a John, Watson gli volta le spalle e mette l’acqua nella tazza.
“Mi disturbi …” dice stizzito Sherlock.
“Oh scusa se qui ci vivo anche io!” replica John. Sherlock sbuffa e si lascia cadere sulla poltrona, John afferra la tazza e beve il tè sfogliando il quotidiano.
“Mi annoio!” urla d’un tratto Sherlock.
“Cosa devo fare? Uccidere qualcuno?” risponde John fissandolo. Sherlock si volta, afferra la pistola e spara un colpo contro lo smile giallo sul muro, John sobbalza per la sorpresa, ma poi guarda Holmes infuriato e stringe troppo la tazza che va in frantumi.
“Ora uccido te!” urla John.
“Ma poi non posso risolvere il mio omicidio! John è una cosa semplice, lo capirebbe anche un bambino!”
La risposta stizzita di John viene bloccata dal cellulare del dottore che vibra nella tasca dei suoi jeans, John lo estrae e fissa lo schermo.
“Greg?” dice rispondendo alla chiamata.
“Uccidi Sherlock!” risponde Lestrade.
“Posso?” domanda John ridendo.
“No, mi serve, perché non risponde al telefono?”
“Sai che lui usa solo i miei SMS con te …”
“Già … Abbiamo un omicidio!”
“Grazie Greg, hai appena salvato la mia vita, o la sua!”
“Prego … Ti ho inviato un SMS con l’indirizzo!”
“Ci vediamo tra poco!” conclude John. Watson si alza e lancia il telefono a Sherlock, il detective legge l’SMS di Lestrade, scatta in piedi, infila sciarpa e cappotto, poi esce, seguito immancabilmente da John. Il caso è abbastanza articolato, anche per una mente geniale come quelle di Holmes, una donna uccisa, apparentemente senza motivo, non ha documenti, il portafogli è intatto, nessun segno di violenza. Ma ovviamente il consulting detective ha le sue idee, così d’un tratto si alza e se ne va dalla scena del crimine, lasciando Scotland Yard e la scientifica senza nulla su cui lavorare. John gli arranca dietro, come al solito, lo guarda, non è cambiato davvero nulla da dopo il suo salto dalla cima del Barth’s, è quasi come se quel giorno non ci fosse mai stato.
“Sherlock perché te ne stai andando?” domanda perplesso John.
“Dove diavolo è Lestrade?”
“Non lo so …”
“Non lavoro bene con Anderson, ho bisogno di pensare, dammi il cellulare!”
“Perché? Usa il tuo!”
“Sai che non posso, non con Lestrade!”
“Ah, con Irene Adler invece non hai problema …” sputa tutto d’un fiato il dottore. Sherlock si blocca, si volta e lo fissa perplesso, John distoglie lo sguardo ed arrossisce, in quel momento Holmes scoppia a ridere.
“Ho capito qual è il problema, tu sei geloso di Irene!” dice Sherlock con un sorrisetto ad increspargli le labbra.
“No, ti sbagli Sherlock …”
“Invece no, ho ragione, come sempre!” conclude Sherlock chiudendo gli occhi e ridendo di gusto. John sta per tirargli un pugno in faccia, ma Holmes apre di colpo gli occhi, gli blocca il pugno e si avventa sulle sue labbra, John si lascia andare ad un bacio con Sherlock che di casto non ha proprio niente, lì in un vicolo di Londra …

… John trattiene a stento le lacrime, stringe il pugno, le nocche sbiancano. Sherlock gli manca da morire, da ormai vent’anni, dal giorno in cui è uscito dopo aver ricevuto un messaggio dalla Adler, ma non è più tornato. Aveva provato a cercarlo, senza successo, probabilmente aveva cambiato nome, città, Mycroft l’aveva convinto a non insistere. Alla fine si era arreso, aveva sposato Sarah, aveva avuto due figli da lei, era tornato a fare il medico, la famiglia aveva portato John a mettere il “caso Sherlock” nel dimenticatoio.
“Ti troverò prima o poi …” sussurra John ponendo la foto nel cassetto.
“Cosa ti ha fatto tornare in mente Holmes?” domanda Sarah entrando in camera.
“Quel maledettissimo sistema solare!” conclude John stringendo i denti.


Angolo autrice:
Dovevo studiare, ma non ce l'ho fatta. Era un po' che non scrivevo su questa coppia, ma prima mi è venuta l'ispirazione. Sono stata letteralmente fulminata, non ho potuto fare a meno di sviluppare una bella one-shot. Ovviamente bella si fa per dire. Anche perchè io odio seriamente ogni mio scritto, vorrei sapere piuttosto cosa ne pensate voi! (: Thanks!
   
 
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