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Autore: ALEchelon    05/04/2012    0 recensioni
“David, dopo 3 lunghi anni il grande giorno è arrivato” dice con il sorrisino più falso del mondo. Annuisco senza darle troppa importanza.
“Finalmente uscirai da qui” lo leggo sul suo volto..è felice che me ne vada. Esce sbattendo la porta.
“Il grande giorno..” sospiro.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la mia prima storia originale, spero vi piaccia. Buona lettura :)


18 Ottobre 1984

Sento qualcuno bussare alla porta per poi aprirla velocemente, è Greta, quella sottospecie di infermiera, acida e grassa.
“David, dopo 3 lunghi anni il grande giorno è arrivato” dice con il sorrisino più falso del mondo. Annuisco senza darle troppa importanza.
“Finalmente uscirai da qui” lo leggo sul suo volto..è felice che me ne vada. Esce sbattendo la porta.
“Il grande giorno..” sospiro.

18 Agosto 1970

Ho superato finalmente Liam, corro veloce sulla mia bicicletta senza rotelle, mi volto e vedo il mio fratellino che prova a correre sulla sua, ma le rotelle glielo impediscono, continuo a correre fino a quando non arrivo ad un bastoncino di legno poggiato a terra che sta ad indicare il traguardo.
“Ho vinto! Si!! “ scendo dalla bici ed esulto fino a quando mi accorgo che Liam è caduto dalla bici, subito corro da lui per aiutarlo. Lo sapevo quel marmocchio si è fatto male. Ha solo 2 anni di me, ma rimane un marmocchio.
“Sei uno stupido! Mamma ci aveva proibito di andare in bici qui fuori e tu che fai? Ti fai male! Ora come glielo spieghiamo?”
Vedo le lacrime scendere copiose dal suo viso.
“S..scusa fratellone..”
Le lacrime raddoppiano ed io non so come calmarlo.
“Dai smettila..” cerco di tranquillizzarlo
“Ti sei fatto male?” lui annuisce e mi mostra il ginocchio sbucciato “Ora andiamo a casa e lo medichiamo” gli dico “Ma la mamma lo saprà..” dice singhiozzando “Non lo diremo alla mamma” gli sorrido.
“Sei il miglior fratellone del mondo”
E lui, anche se un marmocchio, è il più dolce.

9 Marzo 1980

“Allora Dav ti stai divertendo?” la voce di Liam mi giunge lontana, sono sbronzo e la mia vista è offuscata, quasi non lo riconoscevo
“A..abbastanza” dico stropicciando più volte gli occhi. Mio fratello mi ha costretto a venire in questo posto, la sua ‘tana’, ovvero il suo locale preferito. La musica è assordante e non lo capisco, le sue labbra si muovono ad una velocità impressionante, stropiccio ancora gli occhi. Liam mi manda al diavolo e va vicino al bancone prendendo da bere probabilmente. Esco fuori dal locale e mi accendo una sigaretta, le tempie mi pulsano forte, sarà l’effetto dell’alcool. Dopo due minuti ho quasi finito la sigaretta, quando sento un urlo provenire dal locale, getto la sigaretta a terra e corro all’interno, la folla mi impedisce di vedere cosa sta succedendo, inizio a preoccuparmi.
“Permesso!” mi faccio spazio tra la gente fino ad arrivare al bancone. Liam è accasciato a terra.
“Ha preso delle pasticche! Ragazzo svegliati!” urla un altro ragazzo
“Levati di mezzo!” sposto il ragazzo e prendo la testa di Liam fra le mani “LIAM! LIAM CAZZO SVEGLIATI! “
Ma i suoi occhi non si aprirono. Fu rapidissimo l’intervento dell’ambulanza e l’arrivo dei miei parenti all’ospedale, tutto come in un film di cui si saltano le scende noiose.
“Liam!” sussurrai prima che lo portassero in sala rianimazione, con una lacrima che si faceva spazio sulle mie guance.

6 Maggio 1981

Mi alzo dal letto con i capelli arruffati, per cinque minuti buoni guardo un punto non indefinito della stanza, poi qualcuno bussa alla porta.
“La colazione è pronta” Liam mi fa cenno di andare in cucina
“Arrivo” dico seccato
“Buongiorno mà” salutai mia madre e mi misi a sedere a tavola, lei e Liam non si salutano.
“Tieni” mamma mi porge gentilmente la tazza di latte
“Grazie” inizio a bere prima di accorgermi che Liam non viene minimamente considerato da mia madre
“Mamma c’è anche Liam, sai? Anche lui prende il latte la mattina”
“Hai ragione” sorride debolmente e gli porge la tazza. In casa c’è qualcosa di diverso
“Dai Liam, mangia” sorrido facendogli l’occhiolino, finisco di mangiare e noto che lui non ha toccato nemmeno la tazza.
“Liam ma che ti prende?” dico un po’ irritato
“Non mi va” risponde
“Mamma diglielo tu per favore” cerco con lo sguardo quello di mia madre
“L…Liam mangia” farfuglia velocemente e si dirige in un’altra stanza
“Scusami..ma non mi va” ripete ancora, quasi dispiaciuto
La giornata trascorre tranquilla, troppo. Di solito Liam organizzava uscite di vari tipi, feste, escursioni, di tutto! Decido di chiamare Sarah una nostra amica, magari può aiutarci. Compongo il numero velocemente: lo conosco a memoria.
“Pronto, Sarah?”
“David, si sono io..hai bisogno di me?”
“ho un’urgente bisogno di te, si! È da stamattina che Liam è..strano..insomma è come se non fosse lui, stavo pensando di organizzare qualcosa così magari..”
“David..” mi interrompe con voce fredda
“..si?”
“Liam...è...dai è così, non preoccuparti..”
“E’ mio fratello..credo di conoscerlo abbastanza per sapere che è strano..”
“Non posso..scusami” attacca il telefono. Corro in camera da Liam
“Liam ma che cazzo hai fatto a Sarah?”
“Niente”
“..cos’hai?..dov’è LIAM?”
“se solo lo sapessi”
Mi avvicino a lui e gli metto una mano sulla spalla, è gelido.
“Puoi parlarne con me”
“No, non posso”
La sua risposta mi lascia interdetto, mi allontano da lui.
Per ora di cena siamo tutti a tavola: io, Liam, mamma e papà.
Mia madre come al solito distribuisce i piatti, a tutti tranne che a Liam.
“Avete per caso litigato voi due? Dio mamma dovrà pur mangiare Liam”
“David..” sussurra Liam
“Che c’è?” lo guardo con aria interrogativa
“David..si..ora metto anche il suo piatto”
Mio padre si alza bruscamente dal tavolo.
“BASTA! David, sprecare cibo che poi verrà buttato! non possiamo continuare a vivere così”
“Ma di che cazzo parlate?” non so cosa sta succedendo
“David, Liam è morto!”
Mi blocco.

“Cosa cazzo state dicendo?” urlo furioso
“David eravate al club, un anno fa.. ti sei costruito un mondo parallelo dove lui esiste, ma lui non c’è più”
Guardo Liam, che intanto sta per piangere
“Cosa stanno dicendo?” gli domando
“Mi dispiace..”
Cado a terra, non può essere vero. Premo la mia testa forte con le mani. Piango.

7 Maggio 1981

“Io non ci rimango qui” mamma, papà, non sono pazzo!” mi hanno portato in questa clinica di merda che dovrebbe guarirmi, io qui non ci rimango, merda! Mia madre piange e mio padre la allontana, escono dal grande cancello e così anche dalla mia vita. Aspetto 3 ore in una sala schifosa, in attesa di non so cosa.
“David Stewart?” una signora robusta mi guarda con aria scocciata
“Vieni con me” mi porta in un’altra stanza, dove mi aspetta un dottore probabilmente, lei mi lascia solo con lui e va via.
“David Stewart” inizia a leggere una cartella clinica
“Allucinazioni susseguitesi dopo la morte di un familiare..tuo fratello?”
“Non sono pazzo” dico.
“No..non lo sei” continua leggendo la cartella sottovoce
“Mi prende in giro?” urlo
“Stia calmo ragazzino, iniziamo col piede giusto..dato che la tua lunga permanenza è appena iniziata.”
Mi giro verso sinistra, Liam è seduto sulla poltrona accostata alla finestra, mi guarda dispiaciuto.

18 Ottobre 1984

Esco dalla mia camera. Si il grande giorno è arrivato, dopo 3 lunghissimi anni, potrò di nuovo uscire. All’inizio, appena arrivato, non volevo alcun tipo di medicinali, mi rifiutavo, poi ho capito che forse stavano solo cercando di aiutarmi..ma non ci sono riusciti.
Vedo il dottore , e i miei genitori, mi corrono incontro e mi abbracciano “David” sussurrano tra le lacrime di gioia
“Mamma, papà” li abbraccio.
Il dottore ci viene in contro. “Signori, vostro figlio è guarito!”
Mi guardo in torno, no non sono guarito.
“..è stato davvero bravo, ha affrontato la cosa con razionalità, ha capito che era malato..”
Dopo tutti i convenevoli e documenti firmati dai miei ci avviamo al portone che conduceva alla libertà.
“Allora David, hai sentito, sei guarito” mi dice mia madre felice più che mai, trovo queste parole così banali.
“Ora David non vede nessun’altro oltre a noi, vero David?” tutti mi guardano con il sorriso in volto.
Mi giro verso sinistra, e di nuovo, come ogni giorno da tre anni fa fino a questa parte, vedo Liam che avanza verso di me.
“No, non vedo nessuno” rispondo.
Tutti sono felici di vivere in questa menzogna, ed io li accontento. Sorrido come tutti, mentre Liam è accanto a me.
  
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