Anime & Manga > Lui, il diavolo
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Autore: Sonya    01/11/2006    9 recensioni
Sto rivedendo tutti i capitoli per poterli correggere. La storia resterà la stessa ovviamente!
Kayano corse verso di lui e lo abbracciò appoggiandosi sulle sue larghe spalle. Le lacrime inevitabilmente scesero sulle gote, bagnando anche la maglia di lui. Piangeva di gioia. Takeru sapeva essere premuroso quando lei ne sentiva più il bisogno. Era innamorata di lui, ne era certa. Ora più che mai.
In quel preciso momento avrebbe desiderato più di ogni altra cosa tornare a Shibuya, dove poche ore prima, in un albergo da quattro soldi, lei e Takeru avevano fatto l’amore per la prima volta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Titolo ff: Back here

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Capitoli:7/10
Genere:romantico/sentimentale
Rating: -

DISCLAIMER: I personaggi citati non sono miei ma di proprietà di Mitsuba Takanashi.

 

DISCLAIMER: La canzone “Ogni volta” che troverete nel testo è di proprietà di Vasco Rossi.

 

Capitolo 7. Strade diverse

 

Kamijo era nella sua camera, triste e arrabbiato. Una parte del suo cuore gli diceva di andare alla pasticceria dove lavorava Harukawa per parlarle ancora, ma la sua parte razionale lo bloccava: era certo che non lo avrebbe ascoltato, o forse si, ma lei non avrebbe mutato la sua scelta. Ormai la loro storia era finita e doveva rassegnarsi. Però Haru era stata il suo primo amore… la sua prima esperienza…e non riusciva a non provare per lei un sentimento d’affetto profondo. Stava soffrendo molto, e non sapeva a chi chiedere consiglio. Aveva pensato, in un primo momento, di confidarsi con Takeru, ma nell’ultimo periodo l’aveva visto di rado e poi c’era dell’altro: era incazzato con lui. Cioè mette nei casini Kayano, facendola innamorare di lui e poi, quando sua madre scopre tutto che fa? La molla. Se avesse avuto il coraggio l’avrebbe picchiato, come quella volta in palestra… no di più…

 

In pasticceria

 

-Ma davvero vi siete lasciati?–  disse sottovoce Kayano all’amica mentre erano nel magazzino.

-Si, ormai andava per le lunghe- troncò il discorso Harukawa mentre si metteva il grembiule per cominciare a lavorare.

-Haru ma perché sei così cinica? Non ti avevo mai vista parlare in questo modo, soprattutto quando c’era di mezzo Kamijo…non gli vuoi bene?-

-Lasciami in pace Kayano! A me dispiace per te e Takeru… davvero. Credevo che lui non ti avrebbe mai abbandonata, però l’ha fatto e sai cosa penso?– fece un brevissima pausa per sistemarsi i capelli – Penso che lui non sia forte come noi avevamo creduto. Eppure non riesco ad incazzarmi, cioè…se lui non se la sente di perdere un’altra volta una famiglia perché dobbiamo giudicarlo?- E guardando dritto negli occhi l’amica per una manciata di secondi, si girò e andò a lavorare.

Kayano non se lo sarebbe mai aspettato: da quando Harukawa era diventata così fredda e insensibile? Si sentiva ancora più sola ora che aveva scoperto che la sua migliore amica non era dalla sua parte.

Decise che dopo il lavoro avrebbe telefonato a Kamijo per chiedergli cosa era veramente accaduto, forse Haru era arrabbiata con lui e in un momento critico se l’era presa con lei.

 

 

#####################################################

 

 

“Pronto Kamijo?” “Ehm…si scusami per l’orario, ho appena finito il mio turno di lavoro. Lo so che non sono fatti miei…ehm…ma cos’è successo tra te e Harukawa?”

 

 

Casa Edogawa

 

Takeru era in sala seduto sul divano, guardava svogliatamente un programma televisivo. Suo padre, seduto dall’altra parte, leggeva un libro. Quando…

-Figlioccio mio, come mai hai deciso di trasferirti in un’altra scuola? Pensi forse che senza di me ti faranno rigare dritto quest’anno?- e scoppiò in una risata. Tipico del Signor Edogawa!

-Ma che cavolo dici?! Mi sono trasferito perché lì hanno una buona squadra di pallacanestro-

-Ah si, l’avevo sentito dire- – ma non smise di interrogarlo – Ma Kayano cosa ne pensa?-

Brutta domanda.

-E che ne so!! E comunque non dobbiamo stare appiccicati per forza!!!- sbottò lui un po’ nervoso per quell’improvvisa domanda.

-Anzi avrei anche deciso di restare al dormitorio, so che quell’Istituto offre agli studenti delle camere, spese alimentari escluse…Ma io posso trovarmi un lavoro part time-

-Ma cosa dici Takeru…lo sai che per i soldi non c’è problema…ma quello che mi dispiace è sapere che te ne vuoi andare di casa- Il Signor Edogawa era stupito…vedeva suo figlio diverso…non riusciva proprio a capirlo e di questo se ne rammaricava.

-Ho bisogno dei miei spazi. E poi se resto al dormitorio posso allenarmi di più in palestra senza dover perdere tempo a tornare a casa di sera- tirò corto il figlio, che salì subito in camera sua per non dover dare ulteriori spiegazioni inutili al padre. Ormai era deciso: si sarebbe trasferito al dormitorio l’indomani stesso.

 

Quando Kayano ritornò dal lavoro, un po’ stanca, notò che la sua cena era stata lasciata sul tavolo. Si sedette un po’ pensierosa. Avvertiva nell’aria una strana sensazione, come se le persone che erano vissute in quella casa fino ad allora, si fossero alienate. E quella più esclusa era proprio lei.

Infatti sua madre e Takeru un po’ si parlavano, probabilmente Tokiko aveva apprezzato il gesto del ragazzo di rompere con sua figlia.  Il  Signor Edogawa parlava con tutti, ma, forse notando un po’ di reticenza da parte della figliastra…l’aveva lasciata in disparte, imbarazzato da quella situazione di cui ignorava la ragione.

E se gli avesse parlato? Avrebbe potuto cambiare le cose? Si forse doveva dirglielo…NO, NO e poi NO.

Takeru l’avrebbe odiata se fosse successo qualcosa a suo padre. E sua madre? Anche. Finalmente aveva trovato la serenità che il destino le aveva strappato una volta, con la morte del suo primo marito, non poteva essere la causa di una tale sofferenza. Lei le voleva bene, nonostante i suoi sguardi freddi…

No, cancellò in un istante quell’ipotesi. Doveva cercare di andare avanti, facendo finta di niente, soffrendo solo quando era nella sua stanza, completamente sola. Pian piano ne sarebbe uscita?

Aveva un sogno. E si stava aggrappando a quel sogno in modo disperato…

Intanto doveva concentrarsi sullo studio – ormai la scuola era iniziata – e sul lavoro part time, che per fortuna la distraeva.

 

 

L’indomani, in pasticceria

 

-Ciao Haru, sei in ritardo!- disse Kayano quando le porte della pasticceria si aprirono e comparve l’amica.

-Eh si scusa, è che dovevo preparare la valigia- rispose la ragazza sicura di sé.

-Cosaaaaaaa?? La valigia? Ma perché? Parti?- Kayano interrogò Haru tutto d’un fiato.

-Ehy ma quante domande fai?– rise Harukawa – Si, parto domani pomeriggio, sono venuta qui solo per salutarti. Devo seguire mio padre a Hong Kong e stavolta ho deciso di non fare capricci e partire. Lui sta avvisando i professori e il vice preside-

-Ma…ma e con la scuola?- chiese Kayano con la bocca aperta.

-Bè la frequenterò lì, mi manca solo un anno…poi entrerò in una di quelle scuole per estetiste…Lo sapevi no?-

Ma perché Haru era così disinvolta? Non le dispiaceva trasferirsi e abbandonare i suoi amici?

-Haru– Kayano era visibilmente scossa – T’importa qualcosa di me? O di Kamijo? Per te non siamo importanti?-

 

‘Cavolo no Haru…non te ne andare…’

 

-Si che mi importa, ma voler bene non significa incatenare una persona a sé-rispose schietta Haru mentre si riordinava per uscire dalla pasticceria.

 

In quel momento entrò un cliente.

 

-Se vuoi ci vediamo domani mattina, per salutarci meglio- disse Harukawa d’improvviso affettuosa.

 

Ma Kayano … -No, meglio di no-

 

Ci fu un silenzio tagliente. Persino il cliente, che stava scegliendo i pasticcini da prendere, si fermò qualche secondo, forse anche incuriosito da quella scena.

 

 

######################################################

 

“Pronto Kamijo? Ciao…si sono io, scusa se ti telefono ancora, bè ecco…Tu lo sapevi che Haruwaka aveva deciso di partire?”

 

 

A scuola

 

-Ciao Kayano!- esclamò il ragazzo dandole una pacca sulla schiena.

-Ehy…Ciao-

Camminando insieme si erano ritrovati nel giardino della scuola, tutti e due giù di morale.

-Harukawa è partita, ma non si è fatta ancora viva- cominciò il ragazzo non nascondendo una certa sofferenza.

-Hmmm, già. Io credo di essere stata anche egoista: non sono andata a salutarla all’aeroporto…ora me ne pento. E’ anche vero però che negli ultimi tempi lei era scostante, quasi acida e faceva dei ragionamenti molto freddi. Però…- s’interruppe ricordando una frase che le aveva detto la sua amica quando era ancora lì con lei.

-Però…?- chiese premuroso Kamijo, che in qualche modo aveva sperato fin dall’inizio di  parlare con Kayano per farla sfogare. Secondo lui, Kayano aveva perso più di tutti, aveva perso l’amore e un’amica importante.

 

 ‘Ah Kamijo… tu pensi sempre agli altri… sei davvero una brava persona’

 

-Bè lei mi ha detto che non si possono incatenare le persone … ehm… forse aveva ragione; cioè a me non è sembrato di incatenare a me Takeru o Haru…però forse inconsciamente l’ho fatto- Kayano era davvero triste, ora metteva anche in dubbio quelli che erano stati i suoi sentimenti fino ad allora. Si domandava se avesse sbagliato lei. Aveva pensato solo a se stessa?

-Secondo me non è così Kayano- la rassicurò l’amico.

-Harukawa nelle ultime settimane era strana, io non ho ancora capito il motivo per cui ci siamo lasciati: si era stancata così all’improvviso del nostro rapporto? Io l’ho sempre rispettata, come credo non abbia fatto mai nessun altro e allora perché? Devo chiedermi anche’io se ho sbagliato con lei? L’ho incatenata? No… non penso questo, l’ho trattata sempre con molto riguardo. E credo l’abbia fatto anche tu con quel deficiente. Semplicemente lui si è tirato indietro perché è un codardo. Scusami se parlo così, ma voglio essere sincero con te. Lui può avere le sue ragioni, ma per me sono alquanto discutibili … a mio parare non doveva comportarsi a quel modo. E poi si capisce benissimo che sta scappando… un’altra volta. Ha cambiato scuola, addirittura mi hai detto che ora vive al dormitorio dell’ Istituto… ma così è tutto più facile, no? Non deve vederti ogni giorno, non deve dare spiegazioni a suo padre e da quanto ho potuto vedere fa contenta tua madre. A me questo comportamento mi dà di vigliacco. E tu non lo meriti-

Parlò con molta maturità. Kayano restò ad ascoltarlo con molta attenzione e alla fine pensò che Kamijo non aveva poi tutti i torti: lei aveva rischiato mettendosi insieme al suo fratellastro, tante volte era stata sul punto di arrendersi ma poi si era fatta forza, vedendo soprattutto che Takeru era sicuro della sua scelta.

Sicuro? Era tanto sicuro da abbandonarla al primo ostacolo.

Però il Signor Edogawa era stato male… lui si è preoccupato a morte e adesso vuole proteggere la felicità del padre, anche a costo di tornare ad essere solo…

‘Ma si sentirà triste quanto me?’

 

 

################################################

 

Un mese dopo

 

-KAYANOOOOOOOOO- la chiamò da lontano il ragazzo.

La raggiunse correndo.

-Coff Coff…ehy ma dove vai così in fretta? Ho appena finito di giocare a basket e già devo correre di nuovo- cercò di riprendere fiato.

-Vado al lavoro Kamijo, lo sai che dopo la scuola sono di turno in pasticceria, almeno quattro volte la settimana- rispose la ragazza abbassandosi per guardarlo mentre Kamijo era ancora piegato col fiato corto.

- Ah si…- si rimise dritto.

- Ehm… volevo chiederti… sei libera sabato pomeriggio?- era un po’ imbarazzato.

-Mhhh si… perché?-

-Ho i biglietti per il cinema, è un film d’avventura… sai alla 007- rise per rompere il suo stesso imbarazzo.

 

‘Kamijo mi sta invitando ad uscire?’

 

Quasi avesse intuito le perplessità dell’amica, si affrettò a dire –Se ci vado con un mio compagno di squadra non ci capirò niente, ne sono certo. E siccome il film mi piace vorrei vederlo in santa pace, godendomelo fino alla fine!- la guardò per capire la sua reazione.

Poi continuò –e poi è un po’ triste andarci da solo? No…?-

-Ok Kamijo, ti accompagno volentieri, anche perché non esco da un bel po’- sorrise per la prima volta Kayano, dopo tanto tempo, un pochino più spensierata.

-Eh lo so…devi cercare di distrarti e uscire di più- disse Kamijo in tono preoccupato.

‘Kamijo… mi hai invitata per farmi distrarre, vero?’

‘Sei un vero amico’

 

Mancavano cinque giorni all’appuntamento.

 

E ogni volta che viene giorno

ogni volta che ritorno

ogni volta che cammino e

mi sembra di averti vicino

ogni volta che mi guardo intorno

ogni volta che non me ne accorgo

ogni volta che viene giorno

E ogni volta che mi sveglio

ogni volta che mi sbaglio

ogni volta che sono sicuro e

ogni volta che mi sento solo

ogni volta che mi viene in mente

qualche cosa che non c'entra niente

ogni volta

E ogni volta che non sono coerente

e ogni volta che non è importante

ogni volta che qualcuno si preoccupa per me

ogni volta che non c'è

proprio quanto la stavo cercando

ogni volta

ogni volta quando....

E ogni volta che torna sera

mi prende la paura

e ogni volta che torna sera

mi prende la paura

E ogni volta che non c'entro

ogni volta che non sono stato

ogni volta che non guardo in faccia a niente

e ogni volta che dopo piango

ogni volta che rimango

con la testa tra le mani

e rimando tutto a domani

 

Fine capitolo.7

 

 

 

1 Novembre 2006

 

Ciao! Ebbene… sono tornata! Volevo ringraziare innanzitutto coloro che hanno lasciato commenti sul sito e coloro che mi hanno inviato un messaggio per avere notizie della fanfiction. Come vedete è tornata! Sonya è tornata, hihihihihi! In questo periodo sono abbastanza in forma e ho l’intenzione di terminare questa storia che, ahimè, si è protratta per le lunghe a causa delle mie indecisioni.

Quando ho iniziato questa fanfiction, stava terminando una storia per me molto importante. Non voglio scendere nei particolari, anche perché al momento sono inutili, ma senza accorgermene in quel periodo stavo perdendo, e solo per causa della sottoscritta (datemi della deficiente) la cosa più importante per me: l’amore. Un amore speciale, che arriva solo una volta nella vita… solo una.

Io avevo avuto la fortuna di incontrarlo, anche in maniera molto speciale. Poi, giustificata dal fatto che non avessi fiducia nel prossimo, che volevo risolvere i miei problemi psicologici e famigliari da sola … ho allontanato da me un sogno…

Ho cominciato a stare sulle mie gambe e a fare dei sacrifici, ma coinvolgendo un’altra persona, che, ahimè, non amavo. Forse per dimenticare il mio vero amore? Non lo so… adesso è facile dire ‘si’ ma in quei mesi ero davvero confusa.

Questa nuova persona era uguale alla “me” del passato: vittima di se stessa e sempre sfiduciata.

Eppure ho trascinato questa semi storia per alcuni mesi… poi non ce l’ho più fatta e abbiamo rotto definitivamente. Ed è stato un bene, dato che rischiavo di rendere la mia vita molto depressa.

Dovevo o no risalire con le mie sole forze?

Se ce l’ho fatta?

Si.

E ho avuto anche il più bel regalo che il destino mi abbia mai fatto: ho ritrovato l’amore. Amore con la A maiuscola, insomma io e il ragazzo che avevo allontanato ci siamo ritrovati, anche se all’inizio è stata dura per lui perdonarmi, e adesso non lo lascio più!!! (^_^)

Quindi, se questa fanfiction continua è anche grazie a lui!

Mi raccomando, lasciatemi dei commenti e ditemi se c’è qualche errore… Ad esempio ho riveduto e corretto i precedenti capitoli perché, appunto,  ho riscontrato degli errori >.<

Quindi correggetemi! (^_-)

 

  
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