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Autore: Amyechelon    05/04/2012    0 recensioni
Ragazze unite dalla passione del cinema, due cantanti famosi che si incontrano nello stesso albergo, qualche rugbista e mille equivoci. Questo è il Grand Hotel di Londra
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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<< Ladies and gentlemen we are arriving to London Airport, please remember to take all your buggage and bags when you’re at the airport. We hope you had a nice day. Thank you from the British Airways team.
Signori e Signore stiamo atterrando all’Aeroporto di Londra, per favore ricordatevi di prendere tutte le vostre valigie e borse quando siete all’aeroporto. Speriamo che abbiate avuto una buona giornata. Grazie da tutto lo staff della British Airways >>
Dopo aver avuto un viaggio tranquillo senza la mia troup che mi ronzava intorno, essa cominciò a tenermi coperta e sorvegliata non appena misi piede nel corridoio dell’aereo. Addio serenità e pace, pensai. Linda e Carlotta mi presero a braccetto e mi guidarono verso l’uscita. << Tesoro come sono rovinati i tuoi capelli, dovresti pensare di tagliarli >> Carlotta si fece subito sentire con la storia dei capelli; e Linda? Lei la seguiva immediatamente quando si parlava di trucco e parrucco. Riccardo e Francesco si misero davanti mentre Minerva, Ginevra e Daniela si addossarono dietro. Il mio amatissimo e rompiscatole team delle meraviglie.
 
Ci infilammo in due tipici taxi neri che ci portarono verso l’hotel, gli amici che erano con me parlavano tra di loro mentre io guardavo fuori dalla finestra Londra che mi passava davanti e richiamava l’attenzione su di sé; sospirai, non vedevo l’ora di liberarmi di tutti per riuscire a rivisitarla. Stranamente non c’era traffico e arrivammo in 15 minuti in albergo, pagammo i taxi.
Dopo aver preso tutte le valigie scappai all’interno, mi registrai e corsi verso la mia suite (una suite!): era enorme, quasi più grande del mio appartamento d’infanzia a Bologna, aveva una cucina, un salotto, una stanza con un letto singolo e la stanza patronale, la più grande di tutte le altre; abbandonai le valigie per terra e mi buttai sul letto, non mi sarei mossa fino alla sera e nessuno mi avrebbe impedito di rotolare sul materasso o dormire profondamente. Mi guardai intorno, questo “appartamento” dava tutto sul blu scuro e chiaro, mentre tutti i corridoi, ascensori, sale e reception dell’hotel erano rosse con qualche decorazione color oro. Ammiravo estasiata la camera quando qualcuno bussò alla porta, << Avanti >>, se fosse stato qualcuno del gruppo gli avrei lanciato un cuscino, invece era un cameriere che mi chiedeva se volevo la cena in camera o al ristorante e se avessi qualche preferenza sul pasto.
Stavo per rispondergli che avrei preferito stare qui invece che con gli avvoltoi, ma dalla mia bocca uscì tutto il contrario, lo ringraziai e lui sparì.
Scesi dal letto e chiusi la porta della suite a chiave.
Affondai la testa nel cuscino e mi addormentai.
 
Un rumore sulla porta mi svegliò, poi sentii un altro rumore nella serratura e la porta si aprì. Entrò Ginevra con un sorriso a 32 denti.
<< E tu che ci fai qui? Avevo chiuso a chiave >>
<< Ma noi abbiamo una copia >> Me la mostrò.
Mi infuriai, << COSA? Avevate promesso che sareste state fuori dalla mia vita privata durante questa vacanza e cosa succede? Avete anche il doppione della mia suite >> digrignai i denti.
<< E’ per il tuo bene, non si sa mai che cosa ti può succedere >>
<< Non mi sembra che in hotel mi abbiano riconosciuto, anche se sono venuta subito qui, quindi sono fuori pericolo >>
<< Questi lo pensi tu, noi siamo qui per proteggerti >>
<< No, Riccardo e Francesco sono le mie guardie del corpo quindi sono loro i miei protettori, tu sei la mia cara amica regista, Minerva è la sceneggiatrice – il che significa che anche voi siete in pericolo quanto me – Linda, Carlotta e Daniela sono le truccatrici >>
<< A me e Minerva non hanno mai visto in faccia, almeno, mai quanto te. Perciò dato che noi tutti siamo tuoi amici ti teniamo al sicuro da occhi e situazioni indiscrete >>
Sbuffai. << Dammi la chiave >>
Ginevra se la infilò nella tasca della camicia. << No >>
<< Se non mi dai quella cacchio di chiave spiffero a tuo marito quello che hai fatto durante l’addio al nubilato con il giocatore di rugby >>
<< Non oseresti, me lo hai promesso. E poi anche tu hai passato la notte con uno della squadra >>
<< Giusto, ma ti ricordo che non sono né sposata né fidanzata. Sai che però ne sono capace, terrò questo segreto per tutta la vita come ti avevo promesso a condizione che tu mi dia quella chiave >>
<< Non sei così tanto cattiva come pensi >>
<< Se lo dici tu >> Presi il cellulare e digitai il numero del marito. Lo feci vedere a Ginevra e premetti il tasto di chiamata.
Lei mi sfilò il telefono dalle mani e chiuse la comunicazione. Mi fulminò con lo sguardo e mi diede cellulare e chiave. << Cosa racconterò agli altri? >>
<< Quello che ci siamo dette, tanto lo sanno anche loro cosa hai combinato con quel bell’uomo >>
Sorrise. << Scusa se ti ho disturbato, so quanto ami stare per i fatti tuoi. Ma prima che me ne vada, ti avverto che Riccardo e Francesco sapevano che mi avresti ricattato per prendere la chiave, ho anche perso la scommessa che abbiamo fatto >>
Giocherellai con la chiave. << In che cosa consisteva la scommessa? >>
<< Solite cose: 20€ >>
La fissai negli occhi. Immaginavo che non ci fosse solo quello.
<< Ti odio quando fai così, hanno chiesto di passare la notte in questa suite >>
Non sarebbe stata la prima volta. Alzai gli occhi al soffitto. << Basta che non mi domandino alcun tipo di favore o di dormire in questo letto >> Abbracciai il cuscino.
Rabbrividimmo. << Vado a dare la brutta notizia, ci vediamo a cena >> Uscì.
 
Mancava ancora un po’ prima che il ristorante aprisse, curiosai di qua e di là per l’albergo, feci su e giù con l’ascensore finché non arrivai ai penultimi piani, adibiti solo al centro commerciale (il primo che vedevo all’interno di un hotel), gli orari dicevano che si poteva venire anche di notte se qualcuno non aveva voglia di fare altro.
Girovagai per i tre piani: vestiti, alimentari, souvenir e una cioccolateria; sbavai davanti alla vetrina, cioccolato, tanto cioccolato da far girare la testa, entrai e comperai dei brownie e qualche barretta fondente.
Si era fatta ora di cena, tornai al piano terra dove i miei amici mi stavano aspettando.
Mangiammo tutti insieme ad un tavolo, qualche volta dei fan si avvicinavano per chiederci degli autografi. La cena era ricca e gustosa, per scaricarci dalla pancia tutto quello che avevamo ingoiato facemmo una passeggiata per il centro – a due passi dall’albergo – Riccardo e Francesco vennero vicino a me. << Allora, Ginevra ha perso la scommessa, perciò noi stasera dormiremo con te >> Ghignò Francesco.
<< Così potremmo restarti più vicina per proteggerti >> Continuò Riccardo.
<< A meno che non sia tanto str**** da lasciarvi fuori dalla camera >>
<< Oh, andiamo. Non è la prima volta che stiamo nella stessa stanza, dopo tutti i concerti che hai fatto… >>
<< Ma ogni volta uno dei due ha cercato di infilarsi nel mio letto >>
<< Rischi del mestiere… >> Tossì Riccardo.
Li spinsi avanti. << Il vostro lavoro è proteggermi, prego allora >>
Borbottarono.
Sghignazzai; se lo meritarono. Ma quando tornammo in albergo li accontentai e li feci dormire nella stanza singola. Non successe niente, tranquilli.
  
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