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Autore: Emerald Liz    05/04/2012    3 recensioni
Kakashi non riesce a smettere di pensare a lei, e non sa più cosa fare.
[Kaka/Saku]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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«Sensei?»
Sakura mi guardava perplessa.
«Si?»
«C’è qualcosa che non va?» chiese, con una nota di preoccupazione nella voce.
Improvvisamente, mi accorsi che la stavo fissando da circa un minuto.
Per fortuna, la maschera copriva buona parte del mio volto, che altrimenti, ne ero sicuro, sarebbe arrossito come se fossi stato un ragazzino.
Cosa mi stava succedendo?
La rassicurai sorridendo, dicendole che non c’era niente che non andava, assolutamente niente.
Era una bugia spudorata.
Sorridendo e inventando una scusa qualsiasi, me ne andai, lasciandola lì nel campo di allenamento, da sola e con un’aria leggermente stupita.
La verità era che non riuscivo a smettere di pensare a lei.
E non sapevo più cosa fare.
Perché, ammettiamolo, qualcosa avrei dovuto fare, no?
Non potevo semplicemente lasciare che lei si infilasse in ogni mio pensiero e mi distraesse da tutto, fino a farmi perdere interesse in qualunque cosa non la comprendesse.
Eppure, era proprio quello che stavo facendo.
Cominciai a correre sempre più veloce, sperando così di fuggire lontano dai pensieri che mi assillavano.


Ero tornato a casa da qualche ora, quando sentii bussare alla porta.
Andai ad aprire, e mi trovai di fronte a lei.
«Sensei…» cominciò insicura. «Io… ero preoccupata per te, questa mattina non sembravi stare molto bene, così sono venuta a vedere se… bè, se avevi bisogno di qualcosa.» la frase sfumò in un sussurro appena percettibile, mentre Sakura chinava la testa imbarazzata.
Sorrisi, il suo gesto mi sembrava così dolce che non potei fare a meno di avvicinarmi e abbracciarla.
Fu la sensazione più bella che avessi mai provato.
Lei sussultò leggermente, poi rimase immobile, mentre io nascondevo il viso nei suoi capelli color fragola.
Ad un certo punto, lentamente, lei alzò le braccia e con fare insicuro mi cinse la schiena, sempre con tocco leggero, come se avesse paura.
Mi sembrava che il tempo si fosse fermato, e non chiedevo di meglio.
Dopo quelli che parvero secoli, la lasciai andare.
Quando i nostri sguardi si incontrarono, vidi che era arrossita violentemente, e con preoccupazione pensai che probabilmente io non ero da meno.
Con gli occhi ancora spalancati per la sorpresa, mi rivolse un sorriso tremolante e insicuro, e in quel momento era così bella che io gettai via ogni insicurezza e feci semplicemente ciò che mi suggeriva il cuore.
La baciai.
Lei, al contrario di prima, rispose immediatamente al bacio, allacciando le braccia dietro al mio collo e portando il mio viso alla sua altezza.
Era un bacio dolce, come non pensavo di poterne mai ricevere.
Era perfetto.
Volevo che quel momento non finisse mai: mi sembrava di aver finalmente raggiunto tutto quello per cui avevo lottato nella mia vita.
Quando ci staccammo, lei mi guardò dritto negli occhi, e il suo sguardo era così felice e i suoi occhi così belli e accesi che immediatamente un pensiero mi colpì, folgorante.
Avrei fatto di tutto purché lei avesse sempre quello sguardo luminoso.
Non avrei mai più permesso che qualcosa facesse piangere quegli occhi.
  
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