Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    06/04/2012    3 recensioni
[Crossover con Saint Seiya]
I Samurai più Jun partono per una gita con l'intento di osservare le stelle e incontrano un altro gruppo di gitanti, un gruppo di cinque fratelli.
Dedicata alle mie compagne di lavori TenChan-nee e Heather-nee e alle ragazze della ML!
“Io sono Kido Shun,” si presentò il ragazzino coi capelli color rame, che stava accanto al biondo arcigno: “Mentre lui è Hyoga, scusa la sua scortesia.” aveva un sorriso veramente dolcissimo quel piccoletto!
“Io sono Kido Seiya!” il tornado rosso di prima gli piombò addosso: “Lui è Shiryu!” aggiunse, presentando il compassato ragazzo dai capelli neri che prima cercava di aiutarlo, “Mentre l’orso qua dietro è Ikki-niisan. E il bimbo si chiama Kiki.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Samurai e Saints - Essere Eroi Assieme'
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LET’S GO STARGAZING TOGETHER

 

Itsumo doori no aru hi no koto
kimi ha totsuzen tachiagari itta
“konya hoshi wo mi ni yukou”.

Supercell – Kimi No Shiranai Monogatari

Come sempre, quel giorno,
ti alzasti all’improvviso dicendo:
“Stanotte, andiamo a vedere le stelle!”

Supercell – Kimi No Shiranai Monogatari

 

Era stata una decisione improvvisa, come improvvisa era stata la proposta che Touma aveva fatto, quella mattina a colazione.

Già di per sé era difficile vederlo in piedi prima dell’ora di pranzo ma evidentemente quel giorno sarebbe stato insolito sin dalle prime ore.

E così, armato di mappe stellari e pesanti volumi, ancora mezzo in pigiama, Tenku era piombato in sala da pranzo, tutto scompigliato ed esagitato: “Stanotte andiamo a vedere le stelle!”. L’aveva detto con l’aria più naturale del mondo, come se avesse proposto di andare a fare una corsa fuori in cortile o a giocare attorno al lago assieme a Byakuen che, svegliatosi per l’improvviso arrivo della “biblioteca ambulante”, aveva alzato la testa con aria sonnolenta prima di riappisolarsi.

C’è una bellissima radura in cui possiamo accamparci per la notte, poco lontano da qui. Non c’è neppure una luce ed è l’ambiente ideale!” aveva proseguito il ragazzo, sedendosi distrattamente accanto a Seiji, ingombrando l’ampio tavolo della colazione con i suoi fogli e libri.

Hai intenzione di portarti dietro tutta questa roba?” chiese con aria preoccupata Shu, vedendo che molti superavano le 300 pagine: “Preferisco portarmi dietro il portatile, almeno riesco a comandare il telescopio da lì.” aveva risposto lui con urgenza, spostando lo sguardo sugli altri.

Cosa ve ne pare come idea?”

Però oggi arriva Jun e…” aveva provato a dire Ryo: “Se glielo chiediamo, sono sicuro che gli farà piacere accompagnarci.” ribattè Shin, alzandosi in piedi e sorridendo all’indirizzo del ragazzo di Osaka, “E poi, è la prima, vera vacanza che facciamo tutti assieme, io non sono mai andato a vedere le stelle con gli amici…” ammise in un soffio di voce il Torrente.

Allora è deciso.” esordì Seiji, poggiando la tazza sul tavolo: “Tu, siediti e mangia qualcosa. Chi ha già finito, venga con me a prendere le tende e i sacchi a pelo in cantina.” decretò, spingendo di fronte all’Etere la teiera e i vassoi coi dolci.

Alzatosi, venne subito seguito a ruota da Shu e Ryo.

Sai che hai avuto proprio una bella idea?” aveva aggiunto Shin con un sorriso, prima di portarsi di nuovo alle labbra la tazza piena di tè bollente.

§§§

Con la radio della macchina che mandava fuori una vecchia canzone, tra i fruscii del nastro della musicassetta ormai rovinata dal tempo, Byakuen seguiva attentamente il mezzo, tenendo il passo con la velocità dell’autoveicolo, mentre Jun, coscienziosamente tenuto saldo da Ryo, si guardava attorno tanto più salivano verso il monte: “Non siamo mai venuti sin qui!” esclamò il piccolo, osservando le ombre degli alberi sull’asfalto, proiettate dai raggi del sole che filtravano tra i rami, “Sta attento, o cadi.” lo rimbeccò Rekka con preoccupazione. guadagnandosi al contempo un’occhiataccia di disappunto da parte del felino che, più o meno, si poteva tradurre come “Credi davvero che farei cadere uno di voi?”.

Dal finestrino, si sporse Shu: “Ryo, cominciamo a salire su per lo sterrato, attento a dove metti le zampe, Byakuen.”.

Il basso ringhio della tigre strappò una risata al piccolo Jun: “Shu-niichan! Non preoccuparti, con Byakuen siamo al sicuro!” gli assicurò il bambino, affossando il viso nel folto pelo dell’animale, “Vero?”; il verso soddisfatto del felino era più che eloquente.

Su, sbrigatevi, pigroni!” gridò Ryo all’indirizzo degli amici: “Voglio arrivare su prima di sera e preparare i marshmellow! Un campeggio che si rispetti non può esserne sprovvisto!!” e così dicendo, li superarono con un balzo, sparendo in breve tra gli alberi, seguendo il sentiero; all’interno dell’abitacolo, Shin reclinò la testa all’indietro sul sedile, mentre la mano di Shu andava a stringere la sua, “Ma come fanno ad avere tutta quell’energia con questo caldo?”

Stiamo parlando di Ryo, ricordatelo. C’è qualcosa che lo riesce a fermare?” ribattè Kengo con un sorriso.

Shin scosse la testa, lasciando vagare lo sguardo fuori dal finestrino proprio mentre la voce calda che usciva dalle casse della radio cantava: “Tutti loro conducono al cielo azzurro…”, incredibile come una semplice canzone possa essere così in sintonia con ciò che stava accadendo, in quel momento a chi la ascoltava.

Ehi, sognatore. A cosa pensi?” chiese Touma con tono divertito: “Non ti si sente più borbottare.”.

Io?” chiese con tono innocente il bruno: “Assolutamente a nulla, e poi, se vuoi che mi lamenti e borbotti, non hai che da chiedere e verrai accontentato all’istante. Potrei, ad esempio, lamentarmi per come guidate tu e Seiji,” cominciò, “Oppure sul fatto che…” ma venne subito fermato da un bacio del Diamante a fior di labbra, che lo azzittì senza pietà alcuna mentre, davanti, Tenku e Korin sghignazzavano come bambini.

S-Shu, questa me la paghi!” esclamò subito dopo il Torrente, arrossendo vistosamente ma con un sorriso che gli illuminava il volto.

Le vendette a dopo, fochetta, mi sa che siamo arrivati.” gli replicò Shu con tanto di linguaccia.

L’automobile, a poco a poco, infatti, sembrava fermarsi, ed effettivamente, fuori dal finestrino si era materializzata una meravigliosa radura, baciata dal sole e dal vento, che s’apriva su un lembo di cielo così azzurro da sembrare quasi un quadro dipinto, non qualcosa di reale; l’erba smeraldina era lievemente sfiorata dal tocco gentile della brezza e, in lontananza, già si potevano vedere Jun e Ryo che correvano sull’erba a piedi nudi.

Sbrighiamoci a scaricare, se aspettiamo loro…” gemette Seiji, prima di passare a Shin gli zaini con le cibarie e gli attrezzi per il fuoco: “Ryo, tu e Jun andate a cercare della legna per il fuoco! Ma ricordate che devono essere rami secchi e senza foglie.” si raccomandò Korin, voltandosi appena in tempo per aiutare Suiko a poggiare a terra i pacchi con le tende e i sacchi a pelo.

Si, non sono un bambino! Me la sono sempre cavata in mezzo ai boschi!” gli ribatté lui con una linguaccia, mentre seguiva Jun tra gli alberi.

§§§

I due ragazzi avevano raccolto parecchie sterpaglie e rami secchi, l’ideale per un falò da campeggio coi fiocchi, e si apprestavano quindi a tornare indietro quando la loro attenzione venne attirata da alcune voci allegre, vicine, ma che non riconoscevano: non appartenevano ai loro amici, senza dubbio!

Che ci sia qualcun altro qui in giro?” chiese il più giovane con apprensione: “Saranno sicuramente altri campeggiatori, non fare quella faccia.” lo redarguì Ryo con ironia, “Abbiamo ancora un po’ di tempo, possiamo andare a dare uno sguardo, magari sono persone simpatiche!” esclamò Rekka, tirandosi dietro il piccoletto lungo un sentiero laterale.

Camminarono in silenzio per qualche minuto, mentre le voci sembravano avvicinarsi sempre più, fino a quando i loro occhi, ormai abituatisi all’ombra proiettata dai rami, non vennero feriti improvvisamente dalla luce solare, erano usciti dal bosco!

E in una radura del tutto simile a quella dove si erano sistemati c’era effettivamente un altro gruppo di giovanissimi come loro, intenti a montare tende, sistemare bagagli e via dicendo; però c’era qualcosa in loro che li rendeva incredibilmente simili a lui e ai suoi compagni.

Non riusciva a capire cosa, eppure, a primo acchito, gli sembrarono le persone più simpatiche del mondo!

Erano in sei, cinque ragazzini e un bimbo che doveva avere, pressappoco l’età di Jun, e a giudicare da come si parlavano dovevano essere in rapporti molto stretti e profondi.

C’era un biondino dalla pelle bianchissima, non doveva essere del tutto giapponese, malgrado gli occhi fossero inconfondibilmente di taglio orientale, che aiutava un altro ragazzo dai folti ciuffi color rame, incredibilmente simile a Shin, a sistemare le coperte sopra le tende, con il bambino che frugava nelle borse alla ricerca di qualcosa.

Poco più in là, una sorta di piccolo tornado coi capelli scuri e i jeans si affannava attorno a quello che indubbiamente doveva essere un falò, miseramente spento, mentre un suo amico, dai lunghi capelli neri, cercava di aiutarlo.

E infine, quello che sembrava il più isolato della combriccola, era intento a tagliare le verdure per la cena, usando come base un tavolo pieghevole montato sotto un albero.

Gli ispiravano simpatia, ecco tutto.

Era strano pensarlo ma, anche se non li aveva mai visti in vita sua, li sentiva affini a loro.

Senza ascoltare i deboli lamenti di Jun, prese a correre verso il gruppo, chiamandoli a gran voce e sbracciandosi allegramente; i sei sembravano essersi messi istintivamente in difesa, qualcosa, nel profondo del cuore di Ryo, diceva che non erano veramente ciò che sembravano ma Rekka ignorò quella sensazione e si concentrò invece sui loro visi: “Ciao!” esclamò il moro, fermandosi a pochi passi di distanza dalle tende, “Io sono Sanada Ryo, il mio piccolo amico si chiama Yamano Jun. Vi abbiamo sentito parlare e siamo venuti a dare un’occhiata! Noi abbiamo le tende poco più su, oltre il boschetto! È bello vedere che c’è qualcuno, su queste montagne, oltre a noi! Anche voi qui per le stelle?”.

Il fiume di parole con cui Ryo si era presentato confuse un poco i malcapitati finiti nelle sue grinfie, poi il biondo che aveva visto prima si fece avanti, scrutandolo attentamente: “Si, siamo venuti sin qui per vedere le stelle anche noi.” ammise, Ryo esultò sottovoce, sentendo una leggera inflessione nell’accento di quello strano ragazzo, ci aveva preso, non era del tutto giapponese proprio come pensava!

Io sono Kido Shun,” si presentò il ragazzino coi capelli color rame, che stava accanto al biondo arcigno: “Mentre lui è Hyoga, scusa la sua scortesia.” aveva un sorriso veramente dolcissimo quel piccoletto!

Io sono Kido Seiya!” il tornado rosso di prima gli piombò addosso: “Lui è Shiryu!” aggiunse, presentando il compassato ragazzo dai capelli neri che prima cercava di aiutarlo, “Mentre l’orso qua dietro è Ikki-niisan. E il bimbo si chiama Kiki.”.

Siete fratelli?” indagò Jun, stringendosi nella canotta a righe colorate che aveva indosso: “Ping-Pong!” rispose Seiya, “Stamattina Shun è piombato in salotto e ci ha spinto a partire per questo posto.” proseguì lui, sbadigliando, “E voi?” chiese.

Noi siamo venuti con degli amici, abitiamo nella villa in fondo alla valle, vicino al lago.” spiegò Ryo, poggiando a terra il fascio di legna: “Anche noi abbiamo avuto un problema simile in forma di piccolo panda con la fissa per l’astronomia.”.

Gli altri sembravano non capire.

Hashiba Touma-kun, uno dei nostri amici.” si affrettò a precisare Rekka, “Ama particolarmente osservare le stelle e visto che siamo usciti da poco da una situazione un po’… spinosa, ha pensato di fare qualcosa di diverso per divertirci.”.

Perché gli sguardi che i cinque più il bimbo si scambiarono parevano, al samurai, pieni di dolore e sofferenza?

Fece per chiedere quando, all’improvviso, alcune voci familiari che chiamavano il suo nome lo fecero sobbalzare e, dal bosco, uscirono tutti gli altri, col fiato mozzo e sudati.

Guardate! Non siamo soli quassù!” aveva esordito Rekka con la sua solita irruenza, prima di venir afferrato dalla mano di Shu che lo aveva sollevato di qualche centimetro: “RAZZA-DI-INCOSCIENTE!” lo aveva sgridato il Diamante, “Sono passate più di due ore da quando vi siete allontanati! AVRESTI DOVUTO AVVERTIRCI!”.

Touma fece mollare la presa al cinese, aiutando Ryo a rimettersi sui propri piedi: “Non prende quassù, e poi sembra che stia meglio di noi tutti messi assieme.” notò Tenku, prima di accorgersi degli altri sei che li fissavano con stupore.

Scusate per il vergognoso spettacolo.” Shin si fece avanti con un inchino appena accennato: “Il nostro Ryo era andato a raccogliere legna per il fuoco ma l’abbiamo perso di vista e ci siamo preoccupati.” spiegò Suiko.

Nessun problema, davvero. Anzi, è bello vedere che c’è ancora qualcuno che si preoccupa per il prossimo.” aveva risposto uno Shun con gli occhi lucidi: “Ha molta importanza per noi vedere una cosa del genere.” aggiunse, asciugandosi furtivamente gli occhi con la manica.

Sentite, perché non venite su con noi?” aveva proposto Seiji dal nulla: “Di notte da queste parti potrebbero esserci degli animali e poi… Sembra che Ryo si sia affezionato a voi. Dove ci siamo messi c’è ancora parecchio spazio.”.

Era inutile chiedere ai bambini perché Jun era già sparito su un albero a giocare con Kiki, la decisione spettava agli “adulti”.

Si, vi aiuto io a impacchettare tutto!” si offrì la Vampa, seguendo Seiya per smontare la tenda più vicina.

A quanto pare, la decisione era già stata presa da ambo le parti.

Se Seiya ha deciso così, noi non possiamo fare altro che andargli dietro.” dichiarò Ikki, cercava di mostrarsi severo ma non poteva reprimere quel sorriso che gli era salito spontaneamente alle labbra nel vedere il più piccolo dei fratelli saltellare dappertutto con energia.

Sono molto simili quei due, stessa vitalità, stessa parlantina… Siamo sicuri che non abbiano qualche parentela?” aggiunse Shu, scatenando risate generali in tutto il gruppo, “Cioè, guardateli! Sono uguali!”.

Hai proprio ragione…” cominciò Hyoga, fermandosi poi dopo qualche istante, non conosceva il suo nome.

Scusate, che maleducati!” si costernò Suiko: “Non ci siamo presentati! Io sono Mouri Shin, lui è Rei Faun Shu, mentre loro sono Hashiba Touma e Date Seiji.” presentò lui per gli altri. Shiryu ripetè i nomi dei fratelli a sua volta, prima di andare a raggiungere i due “pasticcioni” che tentavano di togliere i picchetti con la parte sbagliata del martello.

Finalmente, con l’aiuto di Tenku e del Saint di Dragon, i due ragazzi furono in grado di smontare le tre tende e impacchettare i bagagli e, dopo qualche minuto, recuperati i bambini, il gruppo s’inerpicò su per i sentieri che portavano all’altra radura, chiacchierando amichevolmente, come se si conoscessero da sempre.

In testa a tutti, Ryo e Seiya guidavano la carovana, seguiti dai piccoletti, che saltellavano sulle pietre e sulle radici, imitando gli antichi guerrieri delle favole, e delle leggende più recenti.

Infine, raggiunsero finalmente il campo, sorvegliato a vista da Byakuen che, appena visto Ryo arrivare, gli era balzato addosso, leccandolo su tutto il viso come un gattino, sotto lo sguardo stupito dei nuovi arrivati: “Lui è Byakuen,” presentò Ryo, ancora per metà sotto il peso della tigre, “Byakuen, loro sono amici nostri.” aggiunse, mentre le zampe del felino si stringevano attorno al corpo di Rekka in una specie di abbraccio.

Shun fu il primo a riprendersi dallo “shock” e, avvicinatosi coraggiosamente al felino, aveva preso ad accarezzargli il pelo della testa con un’espressione piena di affetto: “Sei proprio un bell’animale, lo sai?” bisbigliò il tredicenne, venendo afferrato subito dopo da Ryo per il polso, che lo spinse a poggiarsi contro il manto striato e caldo, “Non fare tanto il riottoso, è talmente morbido che ci si potrebbe dormire sopra. Cosa che, a volte, faccio.” ammise con una risatina il moro.

È una tigre siberiana.” affermò Hyoga, avvicinandosi: “Cosa ci fa da queste parti?” chiese il Cigno con curiosità.

Diciamo che, in un certo senso, mi ha cresciuto.” spiegò rapidamente Rekka, rialzandosi dal prato e aiutando Shun a fare lo stesso: “Forza, mettiamo a posto il campo!” decretò, trascinandoselo dietro per raggiungere il Saint di Pegasus, che cercava disperatamente di tirare fuori e montare almeno una delle tende. Purtroppo senza successo.

In tre, soprattutto con l’indispensabile aiuto dell’Andromeda, misero in piedi il resto dell’accampamento pochi minuti prima della cena, nell’esatto momento in cui Kiki e Jun, persi nei loro giochi da praticamente tutto il pomeriggio, non erano corsi a chiamarli.

Abbiamo fatto un ottimo lavoro!” esultò Seiya, massaggiandosi le spalle indolenzite: “Un lavoro migliore non si poteva fare!” approvò Ryo, cingendo le spalle del più giovane con un braccio, “E grazie anche a Shun-kun.” aggiunse, voltandosi verso il bruno che camminava alle loro spalle, dimesso e ritirato, “Non startene lì dietro in disparte, vieni davanti con noi!” concluse, afferrandolo per il polso e spingendolo dritto tra le braccia del fratello.

Attorno al fuoco caldo e invitante, erano riuniti disordinatamente tutti gli altri.

Con un rapido colpo d’occhio, Rekka notò che il gruppo si era mischiato allegramente, con Touma che parlava animatamente con Shiryu riguardo a qualcosa di particolarmente difficile, a giudicare dalle parole, ma che non era certo di voler sapere, con Hyoga e Seiji impegnati in una fitta fitta discussione, qualunque cosa fosse li impegnava parecchio, mentre Ikki, Shu e Shin stavano rimestando e impiattando la cena nelle stoviglie.

E la cosa non poteva che fargli un immenso piacere!

Era bellissimo stare lì, tutti assieme, sotto le stelle, e poco gli importava se si fossero conosciuti da poco meno di un paio d’ore: in fondo, chi ha detto che le belle amicizie sono prerogativa del lungo tempo trascorso assieme?

L’importante è trovare le persone giuste,” si disse Ryo, accomodandosi accanto a Seiya mentre Shun correva ad aiutare con le pietanze: “Il tempo conta poco, se la compagnia è ottima.” rifletté, lasciandosi coinvolgere nelle battute del ragazzo vicino a sé.

La cena trascorse tranquilla e solo quando si vide la Luna stagliarsi alta nel cielo che Touma decretò che a breve sarebbe stato il momento più adatto per osservare le costellazioni: “Ho già sistemato tutto prima di cena mentre voi vi affannavate con le tende.” precisò, bloccando sul posto Ryo e Seiya, che già si erano alzati nel tentativo apparente di rendersi utili in qualcosa.

Una risata generale s’alzò dal gruppo, riecheggiando nel bosco silenzioso.

Io ho portato le coperte.” disse Shun, mentre raccoglieva i piatti e li depositava sul tavolino: “Ne porto sempre qualcuna in più, se non ne avete, possiamo dividercele.”.

Anche io le ho portate, ci sono parecchi freddolosi qui.” rise Shin, aiutandolo a rassettare.

Sembrate due mammine ansiose…” li prese in giro Seiya con uno sbuffo.

Chi è quello che si lamenta sempre perché ha freddo ai piedi?” lo rimproverò Ikki, dandogli un buffetto sulla spalla: “Io non mi lamento, io constato solo la realtà!” borbottò il Pegaso con aria corrucciata.

Il fratello maggiore scosse la testa e andò a sedersi accanto a Shu.

Mi spiace che abbiate discusso a causa mia…” mormorò Shin, con i plaid in braccio: “Non dovevo parlare…” ma subito venne azzittito da una mano di Seiya sulla bocca, “Non hai fatto nulla, è tutto straordinariamente normale tra noi.” lo rassicurò con un gran sorriso, “Ci punzecchiamo che è un piacere! E non hai visto quando ci siamo tutti, ti assicuro che vengono fuori delle battibeccate niente male!”

Tutti?” chiese dubbioso Seiji, alzando la testa.

Si, non siamo solo noi cinque.” Shiryu era uscito dalla tenda che divideva con Touma con lo zaino sulle spalle: “In famiglia siamo dieci.”.

Kongo sgranò gli occhi: “Accidenti, e io che credevo di essere un caso isolato! Caro mio, ne hai da fare!” esclamò il cinese, rivolgendosi a Ikki, che sorrise appena, “Forse hai ragione, però devo ammettere che non è proprio un dramma, a volte.” replicò, osservando attentamente il Dragone mentre obbligava il più piccolo tra loro a mettersi il maglione e Shun, che tentava di riacchiappare Kiki e Jun, arrampicati su uno degli alberi lì attorno.

Non l’avrebbe mai ammesso, ma stare lì non era così male, malgrado la proposta del fratello, quella mattina, lo avesse colto del tutto impreparato e lasciato dubbioso.

E soprattutto, per quanto li avessero conosciuti da pochissimo, quei tipi gli sembravano a posto, non erano certamente un pericolo per l’incolumità della sua famiglia, anzi: li sentiva più affini di quanto avrebbe mai creduto possibile.

Che hai da sogghignare a quel modo? Mi fai paura.” mugugnò Shu, alimentando il fuoco: “Dovresti sorridere di più, quel ghignetto è segno che non sei allenato a farlo.” proseguì il cinese, “Guarda Shin o Shun, loro sono allenatissimi e ogni volta che ridono è un piacere per l’udito e la vista, Ryo e Seiya sono come i bambini, ridono e sono allegri per un nonnulla… Sembri tu l’unico musone depresso qui dentro, e io con te perché ti accompagno, e si sa che chi sta con lo zoppo impara a zoppicare. Quindi sorridi!”.

Ikki fece per ribattere quando la voce di Hyoga li richiamò, intimandogli di sbrigarsi a raggiungerli.

Ne riparleremo.” promise Ikki, alzandosi per raggiungere il russo.

Shu restò un attimo in silenzio, poi gli corse dietro: “Sarà meglio, non abbiamo ancora finito questo discorso!”.

 

§§§

Are ga Denebu, Arutairu, Bega”
kimi wa yubi sasu natsu no taisankaku
oboete sora wo miru
yatto mitsuketa Orihime-sama
dakedo doko darou Hikoboshi-sama
kore ja hitori bocchi

Quelle sono Deneb, Altair e Vega…”
Mi dissi mentre indicavi il Triangolo Estivo
E quando guardai il cielo,
Finalmente trovai Orihime-sama,
Ma mi chiedo dove sia Hikoboshi-sama…
Non si sente sola?

Eddai Touma, non credo che ci sia qualcuno che non conosca la favola di Orihime e Hikoboshi, non è il caso che la racconti nuovamente!”

Ryo ricordava fin troppo bene le ultime feste di Tanabata che avevano trascorso assieme: se non aveva raccontato loro tutte le varianti della storia delle due stelle, poco ci mancava.

A me interessa.” era intervenuto Shiryu a placare gli animi: “Io conosco la versione della letteratura cinese ma quelle giapponesi non mi sono molto familiari.”.

Accorgendosi di essere stato bellamente ignorato, Rekka andò a cercare rifugio da Seiya, che stava accoccolato in una coperta, con una tazza piena di thè bollente tra le dita: “Tuo fratello fa a gara con Touma, per caso?” borbottò il Samurai.

In che senso?” fece Pegaso, facendogli un po’ di spazio nella coperta: “Nel senso che sono due inguaribili studiosi e curiosoni di ogni singola cosa presente nell’universo, a volte mi sento quasi a disagio nel parlare con quel panda dal cervello troppo pieno.”.

A volte capita anche a me…” intervenne Seiya, passando distrattamente il dito sul bordo della tazza: “Non è facile star dietro ai discorsi di Shiryu-nii, ci sono momenti in cui mi sento totalmente inadeguato, soprattutto quando mi rendo conto di essere l’unico a non conoscere certe cose che a loro sembrano fondamentali…”.

Tra loro cadde uno strano silenzio, rotto dalle chiacchiere ignare di Touma che raccontava le vicende dei due innamorati separati dalla Via Lattea che si snodava come un nastro d’argento sopra le loro teste.

Non è che io sia ignorante, è che non mi piace trascorrere il tempo sui libri… Mi sembra quasi uno spreco rinchiudersi da qualche parte quando si potrebbe stare assieme, ecco tutto…” riprese Ryo, guardando malinconicamente il cielo.

Io la penso esattamente come te, e non sai quante volte ho discusso con quel curioso di mio fratello…”.

Di nuovo quel silenzio, rotto dal borbottio di sottofondo di un Touma lanciatissimo nelle sue spiegazioni, che voleva dire da solo tante cose, comunione di pensieri ed emozioni, sogni sperduti nell’immensità del cielo notturno, che cercavano di agguantare le stelle, il tutto avvolto dal caldo e morbido tessuto della coperta, che si sfregava, con un rumore simile a quello delle fusa di un gatto, contro le loro giacche a vento mentre l’effluvio di thè che veniva dalla tazza, saldamente stretta tra le mani da Seiya, si mischiava con l’odore della terra umida, del fuoco che scoppiettava e della rugiada.

Tante piccole luci sopra di loro, altrettante attorno, forse diverse da quelle che splendevano, facendo crocchio attorno alla Luna, ma ugualmente splendenti: una parola detta gentilmente, due occhi che brillavano dall’entusiasmo della conoscenza, tante storie raccontate da una voce tranquilla e posata, il respiro di due bambini e di una tigre addormentati e infine due paia di occhi che, pieni della vista di quei molteplici punti luminosi, sentivano di non reggere più alla stanchezza, pur tentando di resistere in ogni modo, con una mano massiccia che cercava di rimboccare la grande e ampia trapunta in cui erano ravvolti i loro possessori, con una ruvida carezza sulla guancia di entrambi i ragazzi.

Alla fine sono crollati tutti.” notò Shu, facendo posto a Ikki accanto a sé, dopo che questi si era prodigato a sistemare il bozzolo improvvisato di Ryo e Seiya, e scoccando al contempo un’occhiata intenerita a Shin e Shun che avevano preso in braccio Jun e Kiki per portarli al caldo della tenda.

Hyoga, che era accucciato accanto al fuoco per ravvivarlo, sospirò rumorosamente: “Avrei scommesso che si sarebbe addormentato prima, effettivamente.” notò, accettando di buon grado il ceppo che Seiji gli passava, “Perché?” chiese Kourin con tono sorpreso: nel poco tempo che avevano trascorso assieme, Seiya gli era sembrato tutto tranne che pigro, anzi. Forse fin troppo iperattivo. E difatti lo disse.

Il silenzio che cadde tra i tre fratelli rimasti fuori era stranamente teso e anche un poco angosciato.

È successo qualcosa?” chiese Shu a bruciapelo, facendo sobbalzare impercettibilmente Ikki accanto a sé e sussultare visibilmente Shiryu, a cui cadde di mano con un tonfo la tazza piena di thè sull’erba morbida.

Touma lo guardò con un lampo di preoccupazione negli occhi prima di scoccare un’occhiataccia a Shu e al suo tatto inesistente e infine chinarsi a raccogliere il contenitore per riporlo tra le stoviglie sporche: “Noi non chiederemo nulla, ma se c’è qualcosa…” cercò di dire il ragazzo di Osaka ma subito venne interrotto dalla voce sorpresa di Shun, di ritorno con Shin.

Il suo “Perché siete così silenziosi?” aumentò il nervosismo di Ikki e compagni, che cercarono di non incrociare lo sguardo gli uni degli altri.

E’ colpa mia, credo.” disse Seiji, alzandosi in piedi e poggiando una mano sulla spalla di Hyoga, ancora inginocchiato accanto al fuoco: “Credo di aver fatto una domanda inopportuna, non volevo intromettermi nelle vostre faccende.” aggiunse, “E me ne dispiaccio. Mi rendo conto che non sono cose che mi riguardano.”.

No, non è stata inopportuna.” lo prevenne Hyoga, rizzandosi in piedi a propria volta e osservando Shun, improvvisamente impallidito: “Solo non amiamo molto parlare di certi avvenimenti, tutto qui.”

Se non fidate di noi, e forse potete anche avere ragione, in fondo ci conosciamo da poche ore, non siete obbligati a parlare. Però ho l’impressione che sia qualcosa di particolarmente brutto, e forse sfogarvi potrebbe farvi bene.” azzardò Shin, lasciandosi cadere nella spiaggina più vicina al focolare.

Non è una questione di fiducia. Abbiamo imparato che non è la quantità di tempo trascorsa a fare la differenza, ma sono le persone che decidono come va a finire un rapporto.” Shiryu si era voltato verso Seiya: “Tre anni fa, c’è stato un incidente. E Seiya è rimasto in ospedale per un po’, in coma.”

Il gruppo di Samurai si raggelò sul posto alle parole di Shiryu: non credevano…

È passato parecchie volte sotto i ferri e non è stato assolutamente facile per nessuno di noi…” balbettò Shun con una vocina talmente sottile da essere quasi inudibile: “Checchè dica di essersi totalmente ripreso da allora, il suo cuore non è più come un tempo e regge meno la fatica, malgrado si sforzi di non farsi vedere da noi in queste condizioni.” Hyoga era andato ad abbracciare Shun al primo accenno di pianto che poteva prendere il fratello.

Ma… Cos’è successo? Un incidente d’auto?” domandò Shin, versando del thè per il ragazzo più giovane.

Non ha neppure 17 anni e nessuno di noi ha la patente.” fece presente Hyoga: “Tutto quello che possiamo effettivamente dirvi è che…”

Una spada di dimensioni spropositate l’ha trapassato da parte a parte, sfiorandogli il cuore per un pelo.”

Con tono cinico, Ikki si era mosso dal tronco su cui era seduto: “Non guardatemi come se mi fosse spuntata una seconda testa. È la verità.” tagliò corto, cercando di non incrociare sia gli sguardi dei fratelli sia quelli degli amici.

È il tatto che ti manca, niisan.” lo rimproverò appena Shun con un sospiro.

Ehi, aspettate! Cos’è che sarebbe successo?!” esclamò Shu: “Che vuol dire –trapassato-?!” lo spalleggiò Touma, sgranando gli occhi.

Vuol dire infilzato da parte a parte come uno spiedino, non è chiaro il concetto?” sbottò amaramente la Fenice, alzando lo sguardo al cielo: “Vuol dire che per un pelo non ci moriva tra le braccia in un lago di sangue…” borbottò, allontanandosi con le mani in tasca fino a sparire tra le pieghe della notte.

Il silenzio gelido che era caduto nel gruppo aveva soverchiato anche il tepore delle fiamme.

Scusatelo. Non è il suo argomento preferito di conversazione…” sussurrò Shun, osservando malinconicamente il punto in cui il fratello si era dileguato: “È colpa nostra! Abbiamo insistito tanto ma non pensavamo fosse succ-“ ma la testa scossa dell’Andromeda azzittì Shu all’istante, “Rischi del genere li abbiamo sempre messi in conto, e poi ormai è acqua passata. L’importante è che Seiya sia vivo.”

Che genere di lavoro vi porta a rischiare così tanto?” chiese improvvisamente Seiji, scrutando i tre rimasti con attenzione: “La vita è preziosa e va protetta a ogni costo. Se qualcosa la mette in pericolo, non dovete continuare a farla.”

Shiryu sospirò: “Siamo nati sotto questo destino e non vogliamo né possiamo opporci. È un dovere per noi perseguire questa via, troppe persone a noi care ci hanno lasciato prima del tempo, prima anche che noi sapessimo quello che ci legava, ed è anche per loro che Seiya e noi tutti, anche i fratelli che ci aspettano a casa, continueremo a percorrerla fino alla fine. Questo vuol dire essere Guerrieri della Dea Atena.”

Touma era letteralmente a bocca aperta.

Ora tutto cominciava ad avere un senso!

Ecco cos’era quella sensazione di famigliarità a contatto con loro, l’impressione che anche i loro spiriti fossero stati forgiati dalle battaglie!

Conosceva la leggenda dei giovani destinati dalle stelle a diventare i guerrieri della Dea Atena e, come tutti, aveva avuto notizia delle Galaxian Wars - le aveva perfino seguite per un po’- fino alla loro sospensione, e ricordava effettivamente che alcuni dei partecipanti portavano gli stessi nomi dei ragazzi davanti a loro.

Aspettate, ma allora…” Shu era sbalordito, “Ero tra il pubblico con Rinfi e Yun quando c’è stato quel combattimento tra Pegasus e Dragone, non ditemi che…”

Si, eravamo noi due.” Shiryu abbozzò un sorriso malinconico a quei ricordi: “È una lunga storia ma, da allora, molte cose sono cambiate e tuttora, pur se in rodaggio, stiamo cercando di essere il più possibile una famiglia. Ci sono stati molti alti e bassi, momenti di tensione intensa, ma ci stiamo impegnando a fondo per risolverli. E siamo ottimisti in merito.”

Grazie.”

Sotto l’occhio sbalordito di tutti, Seiji si era piegato in un profondo e rispettoso inchino verso i tre Kido, che lo fissavano senza parole: “Grazie per tutto quello che avete fatto. Papà mi ha sempre raccontato del Santuario di Athena e del suo ruolo predominante nel mantenere la pace, e fin da quando ci sono state conferite le yoroi, ho sempre guardato a voi come modello per svolgere al meglio il mio compito di samurai. Grazie per tutto.”

Sono io a dovervi ringraziare, forse.” sorrise Shun, stringendosi nelle spalle: “Avevo intuito da un po’ che anche voi foste come noi, ora ne ho la certezza… Ero a Shinjuku quando ha cominciato a crescere quella strana jungla e ho visto Ryo combattere, pur se di sfuggita, ma ho la certezza che fosse lui. Poi è scomparso ma continuavo a percepire il combattimento vicino e non-“

Allora sono fiero di aver contribuito a proteggere un compagno d’armi e un amico come te.”

La voce della Vampa, inaspettata, fece sobbalzare tutti, che si voltarono di scatto.

Ryo era sveglio mentre in grembo teneva la testa di Seiya, ancora profondamente appisolato: “Bene, bene, che discussioni interessanti state facendo?” chiese il ragazzo, sfregandosi gli occhi e sbadigliando, “Ho vagamente sentito che parlavate di me. Ehi, Shu. Guarda che alle Galaxian c’ero anch’io tra il pubblico, ho assistito a tutta la seconda giornata prima di tornare a casa.”

Cercando di non svegliare Seiya, si alzò, usando il proprio lembo di coperta a mò di cuscino per l’amico: “Ho sentito tutto…” ammise, “E sono ancora più felice di aver fatto la vostra conoscenza.”

§§§

Con uno sbadiglio, dopo ancora un'oretta di chiacchiere, Shu si stiracchiò, finendo praticamente addosso a Shin: "Direi che forse è il caso di andare a dormire." notò il Torrente, scoccando un'occhiata preoccupata verso la foresta, e verso il tronco che fungeva da sedile per Ryo e il più giovane dei Kido.

Ma con suo sommo stupore, vide che il posto occupato prima da Seiya, ora era vuoto e che pure Ryo si era volatilizzato.

"Non preoccuparti, Ikki-niisan l'ha già portato dentro." disse Shun con un sorriso: "E Ryo-kun l'ha seguito." aggiunse Shiryu, uscendo dalla tenda che era stata assegnata ai due ragazzi prima di raggiungere Touma per aiutarlo a sbaraccare tutto l'armamentario per l'osservazione delle stelle.

"Pensavo fosse più menefreghista, a essere sincero." esclamò il Diamante con stupore, ricordando il comportamento che la Fenice aveva avuto, defilandosi a metà del loro discorso.

"Forse può darne l'impressione ma non lo è mai stato davvero." Hyoga era ricomparso, assieme a Seiji, con le braccia cariche di legna per alimentare il focolare: "Ha un brutto carattere, questo si, ed è difficile tenerlo in un posto per più di qualche giorno, massimo settimana ma è affidabile." aggiunse il Cigno.

"E tutti questi complimenti a cosa sono dovuti?"

La voce ironica dell'interessato ne precedette la ricomparsa in mezzo a loro, con un sogghigno che poco aveva di amichevole, ma c'era qualcosa in quegli occhi limpidi che raccontava ai Samurai le mille, e vere, sfaccettature dell'anima della Fenice.

"Certo che anche voi siete tipi particolari." disse all'improvviso lui, voltandosi verso Shu: "Non sono abituato a stare a contatto con altre persone oltre a loro" e dicendo così, con un semplice gesto della mano abbracciò idealmente Shun, Hyoga, Shiryu e anche Seiya: "Però sento che voi siete come noi, in un certo senso."

Gli sguardi confusi di Seiji e perfino di Touma, che aveva raggiunto il gruppo assieme al Dragone, si unirono a quelli incerti di Shu e Shin.

"Quello che Ikki vuole dire è che voi, esattamente come vale per noi, avete un legame forte che vi unisce. Probabilmente, obietterete che, nel nostro caso, sia dettato dal richiamo del sangue, ma il vostro è forse intenso al pari del nostro. Non voglio pensare che siano solo le battaglie ad avervi unito perchè un amore del genere non può nascere dalle violenze della guerra." il tono gentile ed estremamente saggio di Shiryu fece sussultare i quattro ragazzi, che si guardarono in viso con smarrimento, incapaci di proferire parola ma con le mani che si allungavano le une verso le altre nel tentativo di raggiungersi e afferrarsi.

"A volte, può essere un dono, a volte una maledizione... Ma anche se lontani, ci si ritrova sempre, ci si cerca sempre. Sono sicuro che vale anche per voi." sorrise Shun, stringendosi le mani al petto: "Per noi è successo così. Ed è stato grazie a questo se, adesso, possiamo essere una vera famiglia, malgrado tutto."

Hyoga gli cinse le spalle con un braccio, posandogli un bacio pieno di affetto sulla tempia lasciata scoperta da un ciuffo di capelli, rossicci come le braci morenti.

"Non per farmi i fatti vostri, ma io ho tanti fratelli e mi chiedevo... Cosa vi è successo? Da quello che avete detto, mi sembra di capire che la vostra famiglia si è come spaccata. I vostri genitori?"

La domanda di Shu fece raggelare il sangue nelle vene a Shin, e così a Seiji e Touma: era mai possibile che non sapesse tenere a freno la lingua su certi argomenti così delicati?!

"Shin-kun, davvero, non è un problema parlarne." il Torrente alzò lo sguardo di scattò sull'Andromeda, chiedendosi se fosse veramente così facile, per quegli occhi, scrutargli dentro al pari di quelli del Diamante.

Il biondo lo aiutava a raccogliere le coperte sparse sul prato: "Noi tutti non abbiamo genitori. Nostra madre," e indicò sè stesso e Ikki: "è morta quando ero molto molto piccolo... Le madri di Shiryu-nii e Seiya-chan non penso neppure le abbiano mai viste..."

"Mia madre è morta nel naufragio della nave che doveva portarci in Giappone."

La voce di Hyoga sembrava ferma e posata ma una leggera incrinazione faceva ben intendere la realtà delle cose: “Mentre per Jabu e tutti gli altri sappiamo per certo che sono morte quando loro erano molto piccoli.”

"So che siete confusi, forse è un'esclusiva dei Kido." ridacchiò Shun ma senza allegria: "Noi dieci siamo gli unici sopravvissuti di cento fratelli."

"CENTO?!" Shu balzò in piedi con gli occhi sgranati: "Ma che...?!" sbottò incredulo, convinto che dovesse essere uno scherzo! Non era possibile che una storia del genere, forse più adatta a un racconto sulla scia del Viaggio a Occidente piuttosto che di Momotaro, invece rispecchiasse la realtà.

"Nostro padre ci adottò, senza mai riconoscerci effettivamente, per poi mandarci a morire come mosche in giro per il mondo." la Fenice sembrava irritata dalla piega che aveva preso la conversazione: "Non fare quella faccia, otooto. Non gliela ho mai perdonata, lo sai. Devo ricordarti Lars?" sembrava addolorato il moro mentre guardava in viso Shun, "Però noi siamo assieme, siamo sopravvissuti e abbiamo rimesso assieme tutti i nostri pezzi, non dimenticarlo." notò Shiryu, poggiandogli una mano sulla spalla.

"N-Non volevo tirare fuori qualcosa di doloroso per voi... Mi spiace..." borbottò il Diamante.

"Davvero, ormai la cosa è stata, più o meno, superata. Adesso stiamo bene."

§§§

Ohi Seiya!”

Nella tenda dei due ragazzi entrò all’improvviso tantissima luce, che strappò loro un gemito infastidito e spingendoli ad affossare maggiormente i visi nei cuscini alla ricerca del buio necessario a ripiombare nel sonno.

Ma era tutto inutile, e quella voce, di cui Ryo non riusciva a riconoscere il proprietario, era sufficientemente acuta da svegliarlo del tutto.

A fatica, Rekka sollevò una palpebra, gemendo per lo splendore del Sole che penetrava dal piccolo accesso della tenda spalancato sul mondo, sulla cui soglia vedeva stagliata una figura sconosciuta.

Istintivamente, scattò seduto, mettendosi sulla difensiva e portandosi davanti a Seiya ancora mezzo addormentato: “E tu chi diavolo saresti?” sbottò la Vampa, agitando la mano per metà coperta dalle maniche troppo lunghe del pigiama.

Questo dovrei chiedertelo io!” s’indispettì l’altro, di cui ancora Ryo non riusciva a distinguere il viso in controluce: “Cosa ci fai a dormire nella tenda di mio fratello?! E dov’è finito Shiryu?”

A quelle parole, Sanada si bloccò, sgranando gli occhi e gattonando fuori dal sacco a pelo: finalmente, potè vedere in viso il suo misterioso interlocutore, e si stupì nel vedere un ragazzo, pressappoco dell’età di Seiya, che lo squadrava con preoccupazione e curiosità.

Fece per dire qualcosa, ma venne azzittito dal sibilo di qualcosa che si dirigeva verso di loro, un cuscino, che colpì il nuovo venuto dritto in viso con precisione quasi chirurgica: “Jabu, piantala di urlare di primo mattino…” brontolò il Pegaso da un punto imprecisato del suo giaciglio, “Ho un sonno assurdo, se hai voglia di strillare, vai a tormentare Ikki… Sarà felice di essere buttato giù dal letto a quest’ora…” disse, prima di coprirsi la testa con un lembo del plaid colorato in cui era rimasto avvolto fin dalla sera prima.

Ti chiami Jabu?” chiese Ryo con cautela, mentre indossava un maglione sopra il pigiama con estrema fretta.

Fino a questo momento, è ancora il mio nome, si.” replicò lui secco, non sapeva ancora se poteva fidarsi di quel tipo e sentiva di essere sempre in tempo per rivoltarlo come un calzino spaiato.

Con uno sbadiglio, Rekka spinse fuori il ragazzo e si richiuse alle spalle la tenda.

Fuori era tutto silenzioso e tranquillo, ma Ryo era sicuro che, la sera prima, non ci fossero stati quei quattro ragazzi seduti attorno al fuoco nuovamente scoppiettante.

Buongiorno!” salutò il moro, tirandosi dietro l’incredulo Unicorn: “Non sapevamo che sareste arrivati anche voi! Ieri sera non ci ha detto nulla nessuno!” esclamò, facendo sedere il proprio “prigioniero” accanto a un corpulento ragazzo dai capelli castani, “Se avete un attimino di pazienza, metto su l’acqua per il thè, ma dobbiamo fare silenzio, o svegliamo mammina Shin.” sogghignò lui.

Ryo si chinò sul cumulo di stoviglie disposte ordinatamente accanto al fuoco, ne tirò fuori il bollitore lucido: lo immerse nel secchio pieno d’acqua posto proprio accanto a loro e, un minuto dopo, lo pose sulla griglia.

Ma tu chi sei?” si convinse infine a chiedere Jabu.

Sanada Ryo, molto piacere di conoscervi! Ci hanno parlato di voi ma non credevo di potervi incontrare così presto!” esclamò Rekka con un sorriso: “Non so dove Shu abbia infilato i biscotti però…” si scusò mentre cercava tazze e bustine di thè.

Si può sapere che accidenti siete venuti a fare quassù? Saremmo tornati stasera…”

Il tono brontolante di Seiya precedette la sua comparsa fuori dalla tenda, con un’aria truce a metà tra l’assonnato e il seccato per essere stato buttato giù dal letto a quell’ora indecente: “E non fate casino, che gli altri dormono.” avvertì.

"Se qualcuno non avesse spento il suo GPS, adesso non saremmo qui." si lamentò Ichi, sfregandosi gli occhi gonfi di stanchezza: "Che GPS?" esclamò sorpreso Seiya, accomodandosi tra lui e Nachi.

"Credo intendano quello che c'era nello zaino di Shiryu."

Accompagnato da Byakuen, Ikki si era avvicinato a loro, perfettamente vestito al contrario del duo di amici ancora in pigiama.

Geki e Ban strabuzzarono gli occhi nel vedere l'animale camminare orgoglioso al fianco della Fenice mentre Ichi e Nachi letteralmente sobbalzarono nel momento in cui, con un possente ruggito, la tigre spiccò un balzo, cadendo su un Ryo ridacchiante e allegro, che si fece in pratica lavare il viso a suon di lappate.

"Byakuen è innocuo!" li rassicurò il Pegaso ridendo, vedendo i visi dei fratelli bianchi come cenci.

"Allora sei stato tu a spegnerlo?" chiese Leone Minore, squadrando la Fenice che si era impossessata del bollitore: "Mi irritava il suono." si giustificò semplicemente lui, "Ogni volta che aprivamo lo zaino, lo si sentiva fischiare.", "E' naturale che fischiasse, serviva a identificare la vostra posizione." brontolò l'Orsa Minore, incrociando le braccia al petto, "Abbiamo pensato a un malfunzionamento ma quando non siamo riusciti ad accenderlo a distanza ci siamo preoccupati."

"Zitelle ansiose..." li apostrofò con tono rassegnato il moro: "Il massimo che può accadere quassù è che Seiya si addormenti all'aperto e si becchi il raffreddore."

Le proteste veementi dell'interessato vennero coperte dalle risate generali dei presenti.

§§§

Nel dormiveglia, Seiji era stato raggiunto dalle risate penetranti provenienti dall'esterno e, sulle prime, era convinto fossero solamente Seiya e Ryo, raggiunti poi da Ikki. Eppure, le sue orecchie avevano registrato delle voci sconosciute e fin troppo basse per essere distinguibili le une dalle altre; ma di una cosa era certo, i tre ragazzi non erano soli lì fuori.

Sbattè più volte le palpebre, svegliandosi ormai del tutto, per poi rotolarsi su un fianco e raggiungere la figura rannicchiata di Hyoga, profondamente immerso nel sonno; lo scosse con urgenza, gli occhi che saettavano dovunque nella semioscurità della tenda, e l'udito fino teso a percepire il benchè minimo rumore che gli permettesse di capire cosa stesse accadendo.

Finalmente, con un mugugno irritato, il russo riemerse dal limbo.

"C'è qualcuno qui fuori..." bisbigliò Date con tono fermo.

Quattro parole che ebbero l'effetto di svegliare completamente il biondo, che scattò seduto; rimase un attimo in silenzio, salvo poi sospirare appena, di sollievo, e voltarsi verso Seiji, che gli stava inginocchiato accanto: "Dammi un momento per cambiarmi, vi raggiungo subito."

Lo spadaccino lo guardò senza capire.

"Non c'è nessun pericolo ma se vuoi conoscere il resto della nostra famiglia, ti basta semplicemente uscire di qui."

Scene analoghe erano accadute anche nelle tende delle ultime tre accoppiate, con la variante che Shu si era ritrovato da solo nella tenda, con la voce di Ryo che gridava a gran voce il nome di Seiya.

Gattonando fuori, il cinese si ritrovò davanti i due della Vampa e del Pegaso mentre si rotolavano sul prato, sotto l'occhio dubbioso di Byakuen, Ikki e di cinque ragazzi dall'identità a lui sconosciuta.

Accanto a sè, Shun e Shin sbucavano dalla loro con le teste e, poco più lontano, Touma e Shiryu cercavano con difficoltà di disincastrare la zip della lampo.

"Che sta succedendo qui?" chiese debolmente Kongo, venendo in un attimo tirato fuori di peso da Sanada: "Abbiamo compagnia!" annunciò lui, "E che compagnia." esclamò ironicamente il Cigno, che li aveva raggiunti con il Nimbo alle calcagna.

"Porta rispetto, pennuto." lo rimbrottò Ichi, sogghignando poco gentilmente: "Perchè dovrei, serpentello?" replicò il biondo con semplicità, "Non mi risulta che tra noi sia tu il maggiore.!

"Cosa vi avevo detto ieri?" rise Seiya, cingendo le spalle di Touma e quelle di Shin: "Ecco un assaggio delle battibeccate dei fratelli Kido."

"Siamo diventati un fenomeno da baraccone?" chiese Nachi, sollevando un sopracciglio.

"Lo siete." confermò Ikki dalla sua postazione: "Date spettacolo anche a casa."

"Non urlate troppo, o sveglierete i bambini." li rimproverò Shun, cercando di sembrare severo, ma era troppo felice della presenza degli altri per mantenere quella facciata; si limitò a raccogliere le stoviglie sparse per il campo prima di dirigersi verso le borse dove avevano messo da parte le provviste.

"Dovete tornare subito a casa?" s'informò Shiryu: "Teoricamente si, abbiamo detto a Saori che saremmo venuti qui a controllare perchè il vostro GPS aveva smesso di funzionare," Jabu guardò storto la Fenice, "Dai, restate!" Seiya aveva rialzato la testa un attimo dal fuoco che stava alimentando, "Non siete voluti venire ieri, dovete pagare pegno."

"Saremmo venuti," chiarì Ichi con lo zaino sulle ginocchia: "ma avevamo promesso a Saori di aiutarla con l'organizzazione di quella riunione e non siamo riusciti a liberarci..."

"Beh, ma sono sicuro che questa Saori non se la prenderà se restate con noi." disse Shu: "E' solo per mezza giornata." aggiunse Touma sbadigliando sonoramente.

"Vedete, anche a noi fa piacere se restate." Shin sorrideva, contagiato dal buonumore del suo compagno di tenda che fischettava perfino.

"Saori in teoria è nostra sorella..." la buttò lì Unicorn, imbarazzato per la mancanza di rispetto che quei ragazzi dimostravano verso Athena.

"Monocorno, sanno di noi, racconta tutta la verità." Seiya era piombato addosso al moro: "E presentatevi come si deve, non fateci fare figuracce con dei Samurai!"

Vedendo le espressioni confuse sui loro volti, Pegaso sospirò rassegnato: "Piacere, siamo Jabu, Ichi, Nachi, Geki e Ban, Saori Kido è nostra sorella adottiva nonchè reincarnazione terrestre della Dea Athena, la nostra Dea."

Shu rise allegramente e la sua voce possente riecheggiò in ogni angolo del boschetto: "Siete incredibili!" esclamò ammirato.

"Non volevo mancarle di rispetto." si scusò Touma chinando il capo, imitato da Seiji e da Shin mentre Ryo, in sella a Byakuen, osservava la scena sghignazzando sotto i baffi.

"Avevamo in programma di andare a fare un bagno, c'è il fiume qui vicino." Hyoga tagliò corto quell'insulso teatrino: "E di cucinare lì per oggi. Spero vi siate portati il costume."

§§§

Ridendo e schiamazzando, coi bambini rigorosamente in testa al gruppo, i ragazzi salirono a passo svelto verso il prato dove si erano accampati per la notte precedente, con le borse e i bagagli a tracolla che ormai era il tramonto.

Erano un bel gruppo, così variegato ed eterogeneo, totalmente rilassati e felici.

Aiutarono i samurai a mettere via le loro cose, con Seiya e Ryo che facevano più confusione che altro, e si riunirono tutti assieme al centro del prato, ciascuna famiglia disposta su un lato, guardandosi fisso negli occhi mentre i ricordi di quelle due giornate trascorse in compagnia generava sensazioni piacevoli nei loro cuori.

Allora qui ci salutiamo.” esordì Pegasus con un sorriso: “Però fatevi sentire qualche volta, d'accordo?” aggiunse lui.

Naturale! Adesso che siamo diventati amici, state pur certi che non spariremo nel nulla. E chissà, magari la prossima volta potremmo farci un'altra gita come questa.” propose Ryo, allungando la mano per stringere quella di Seiya.

Siete sicuri di non aver bisogno di un passaggio?” s'intromise Shin.

Sicurissimi. Non preocupatevi.” replicò Shun, accarezzando la testolina di Kiki: “Abbiamo già il nostro passaggio! Voi tornate a casa sani e salvi e non datevi pensiero di nulla!” aggiunse il bruno.

Grazie per essere stati dietro a questi scavezzacollo.” intervenne Geki con serietà: “E grazie per oggi.”

Di nulla, è stato un piacere!” esclamò Shu con entusiasmo, voltandosi verso Ikki: “E tu, ricorda di sorridere di più!”

La Fenice non rispose ma qualcosa nei suoi occhi fece intendere al Diamante che aveva capito.

Allora a presto, ragazzi. E se volete, sapete dove trovarci.” Touma balzò in macchina al posto di guida, aprendo la portiera per fare entrare Shu, Shin e Seiji mentre Ryo correva da Byakuen, che si era accoccolato al centro del prato sbadigliando: l'animale ruggì gioiosamente, come a voler salutare a modo suo quei ragazzi con cui aveva trascorso bei momenti, prima di permettere al padroncino e a Jun di balzargli in groppa per tornare a casa.

Quando i Samurai alla fine scomparirono oltre la strada che conduceva a valle, nel prato percorso dal vento restarono unicamente i dieci fratelli Kido, Kiki e i loro bagagli.

Uhm, mi ci vorrà un pochettino prima di riuscire a riportarvi tutti a casa.” sogghignò il piccolo, appollaiandosi su una delle tende: “Ricordati che se arriviamo in tempo per l'ora di cena, Saori ha promesso di far preparare il nabe.” suonava un po' come ricatto la frase di Seiya ma era l'interruttore ideale per Kiki.

Allora tenetevi forte, sarà un atterraggio un po' movimentato.” annuì Kiki con entusiasmo, prima di farli sparire.

   
 
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