THE GIRLS ARE NOT ALRIGHT

PROLOGO

Un nuovo lunedì mattina tra queste mura, accolto dal suono mattutino della radio in cucina che manda Virgin Radio a tutto volume, con la trasmissione di tutti i successi dei Foo Fighter dal loro debutto a oggi.

Penny è già in cucina, non può essere altro che lei ad aver acceso la radio a quest'ora, intenta a frugare in credenza a cercare dei biscotti, ancora addormentata e a rischio che le caschi qualcosa in testa: stamattina dovrebbe aver lezione in università ma è troppo presto anche per lei.

Uno zombie coi capelli più arruffati e lunghi di quelli di Mustaine si palesa sulla porta a piedi scalzi, bofonchiando il proprio bisogno di caffè e appropriandosi di una sedia a casaccio per sedersi, col pigiama che le fa quasi da calzini: “Sorgi e splendi, Ziggy...” bofonchia Penny, canticchiando a mezza voce qualcosa che somiglia a una versione distorta di This Is A Call, la stessa che la radio gracchia fuori dalle casse solo meno comprensibile.

“Voglio dormire... Ma la sveglia di Sara mi ha tirato giù dal letto...” piagnucolò lei, affossandosi con la testa sul tavolo.

“….Sì, mi vuoi bene, lo so, ma è così poco che non merita neanche di parlarne, e non mi ami. Un tempo fui tuo fino alla morte e lo sarei rimasto se ti fosse importato di non perdermi, ma oggi sono un altro” una voce dal fondo del corridoio che conduce alle scale che portano al piano superiore e un'altra inquilina fa la sua comparsa nella cucina satura di musica, con in mano un vecchio libro sgualcito e gli occhi stralunati. Ha indosso il pigiama ma sospetto che non abbia dormito granchè.

“Jules, l'esame di letteratura è imminente quindi cerca di dormire anziché rileggere per l'ennesima volta quel libro. Cosa farai quando risponderai con una citazione di Clive a una domanda su Wilde?” Penny deposita la tazza piena di caffè davanti a Ziggy, sperando di farla rinvenire.

“Incanterò la professoressa con il mio charme e la meraviglia che questo libro suscita nel leggerlo!” esclama pomposamente Jules: “Ah, quasi dimenticavo. Fonny è sveglia e si sta precipitando qui a tutta velocità. Sospetto che sia in ritardo per andare al lavoro.”

Fa appena in tempo a spostarsi che la sopracitata Fonny fa irruzione nell'ambiente ormai affollato, strappa di mano a Ziggy la tazza piena di caffè, frega due o tre biscotti dal piatto di Penny e biascica un vago “BUONGIORNO, NON FATE TARDI” tra le briciole dei biscotti prima di afferrare la chitarra, la borsa, le chiavi di casa e precipitarsi fuori per prendere la bicicletta.

“Buongiorno a te, Fonny...” bofonchia Jules, andandosi a sedere accanto a Ziggy.

“E' già passato il tornado e quindi posso andare in bagno?”

Ecco Silvia, col pigiama dalle strane stampe che dovrebbero ricordare delle lightsaber: “A meno che non vi sia già infilata Will nel mentre...” borbotta, precipitandosi su per le scale.

“Che accidenti gridate di prima mattina?” si lamenta Fra, palesandosi in mezzo a loro con in braccio un micio di peluche: “Volevo dormire ancora un po'...”

“Scusa, scusa!” ride Penny, ridistribuendo i biscotti a tutte: “Fonnesu è di nuovo in ritardo, quando arriverà agli studi le scrivero un bel tweet tutto per lei... E RICORDATI CHE RUBARE I BISCOTTI A ME E' COME RUBARLI A GEORGE HARRISON!” esclama soddisfatta, accogliendo nel frattempo una Claire miracolosamente già pettinata e vestita, pronta per andare in facoltà.

“Mi faccio un thè, chi lo vuole?” annuncia lei, stranamente più sveglia e pimpante delle altre.

Una selva di mani si alza, prima fra tutte quella di un tappetto dai capelli arruffati, con una felpa addosso al posto del pigiama e l'aria stralunata di chi non sa neppure se è viva o morta.

“Un altro zombie... Buondì Charlie.” Francesca fa posto anche a lei e il tavolo ormai è diventato più simile a un carro bestiame, e per fortuna che non hanno scelto di tenere le sedie ma solo panche, altrimenti starci tutte risulterebbe un'impresa titanica.

“Svegliatevi, che ci sono Meddows e May alla nostra porta! Non vorrete accoglierli in questo modo, vero?!”

Ridendo come una matta, Willie compare assieme a Silvia, ancora entrambe in pigiama ma visibilmente vispe e attive: “Se fanno porcherie sul nostro divano, perchè no?” Jules parla seraficamente esibendo il suo miglior sorriso da “Se si presentano davvero a farlo, giuro sul Freddie che li spierò dall'inizio alla fine” mentre sul frigorifero prima coperto dalla sua schiena si vedono una moltitudine di disegni, tenuti fermi da calamite, e fotografie, tantissime fotografie che rappresentano tutte loro, stampate dal piccolo pc in salotto.

“Moony e Jane sono ancora a letto, e così Alessia, ma stasera hanno detto che non si perderanno l'inizio della terza di Sherlock con noi.”

“Chi ha detto Sherlock?!” Claire si volta di scatto, poggiando forse con un po' troppa veemenza la teiera sul tavolo.

“Io, rilassati.” Silvia sorride, accettando la tazza che Charlie le versa: “Carmen! Scendi! Che è tardi anche per te!”

Il rumore di passi in corsa precede l'arrivo di una saetta dai capelli scuri che, bofonchiando un buongiorno, sembra imitare, pur se al rallentatore, Fonny.

“Tutti di fretta stamane...” nota Fra, alzandosi da tavola: “Vado, che il negozio non si apre da solo! Ci vediamo stasera!” saluta lei, sparendo su per le scale.

“Ricordati di portarmi quei vinili che ti ho chiesto da Camden!” gli grida dietro Penny.

“Vado anch'io, SAYONARA!” anche Charlie si volatilizza mentre lo spazio sembra farsi più umano in cucina.

A poco a poco, tutte escono, chi diretta in università, chi al lavoro o semplicemente a fare due passi.

Io resterò qui, pronta ad accoglierle di nuovo e a farle sentire a casa.

Perchè questo sono io.

La casa di queste girls non proprio sane di mente ma ugualmente geniali e fantastiche.

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Dedicata alle Girls del mio cuore che sono anche le protagoniste di tale genialata xDDD