Giugno,andiamo. E’ tempo di studiare.
Ora in terra d’Urbino i miei studenti
Lascian gli svaghi e iniziano a tremare:
Scendono al Magistero oscuro
Che buio è come le loro menti.
Han bevuto profondamente ai libri
Astrusi, che ricordo di qualche parola
Rimanga nei cuori presi dallo sconforto,
Che presto li aiuti nell’esame a scuola.
Rinnovato hanno un voto sul libretto.
E vanno dal Magistero alla piazzetta
Quasi per un piastrellato fiume di selciato
Sulle vestigia degli antichi studenti.
O voce di colui, che fortunato,
conosce l’ebbrezza di un trenta!