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Autore: mangakagirl    06/04/2012    5 recensioni
-Ma allora…- disse il professore stupito.
-Allora c’è un falso Kid- dissero all’unisono seri i due detective e il ladro fantasma.
-Dannazione!- imprecò Haibara – questo è l’ennesimo problema che va a sommarsi a quelli già esistenti-
-Già- disse Hattori sedendosi sul divano a braccia incrociate – e che facciamo riguardo Ran?-
-Lo so io…- disse Conan imitandolo -… Kid fingerà di essere me-
-Cosa?!- esclamarono tutti tranne Haibara.
(tratto dal cap 3)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Ran Mori, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Shinichi Kudo, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.
-Cavolo, stanno scappando Kudo!- urlò Hattori correndo davanti a Kudo Shinichi.
-Dannazione, non dobbiamo lasciarceli sfuggire!- imprecò il ragazzo aumentando la velocità della corsa mentre Gin e Vodka entravano dentro la loro vettura nera come la notte. Gin scoppiò in una fragorosa risata maligna e puntò la pistola al petto di Kudo.
-Muori, piccolo detective!-
Hattori si rese conto della preda di Gin e voltò lo sguardo verso il ragazzo urlando: -KUDO!- ma lui sembrava deciso a raggiungerli e non arrestava la corsa. Il colpo partì e rimbombò in tutto il parcheggio abbandonato, seguito dalla sgommata dell’auto che partiva a tutta velocità verso l’ignoto. Shinichi vide il proiettile schizzargli davanti e aspettò il dolore, che stranamente non arrivò mai poiché una figura bianca gli si era buttata addosso. Hattori trattenne il fiato e corse immediatamente contro di loro che, ormai, giacevano a terra.
-KUDO!!- urlò in preda al panico sentendo un gemito di dolore. Il ragazzo si mise a sedere spostando piano il corpo del suo salvatore su cui una macchia rossa cominciava a farsi strada tra la stoffa bianca.
-Kid!?- esclamò esterrefatto sdraiandolo a terra mentre lui si stringeva dove il proiettile l’aveva colpito. Hattori si buttò in ginocchio accanto a loro e sbarrò gli occhi riconoscendo Kaito Kid: il ladro fantasma.
-Dannazione, è ferito!-
-Dobbiamo portarlo in ospedale…-
-No!- fu quello che quasi urlò Kid, pentendosene subito per il dolore all’addome.
-Come sarebbe a dire?!- esclamò Kudo arrabbiato e sorpreso.
-Ti rendi conto di chi hai davanti?- rispose lui stringendo gli occhi dal dolore –Così si scoprirebbe la mia identità! Cavolo!- imprecò dal dolore. Hattori alzò un sopracciglio e si riferì a Kudo:
-Io lo porto lo stesso!- ma lui ci pensò un paio di secondi e scosse la testa.
-Lui non lo farebbe…-cominciò ma Hattori lo interruppe.
-Cosa?!-
-ASCOLTAMI! Lui , se quello ferito fossi io che da un momento all’altro potrei tornare Conan, non mi porterebbe in ospedale rischiando di rivelare la mia identità- Hattori capì dove voleva arrivare Kudo e sospirò ammirato da quella sua forza di volontà invidiabile –Lo porteremo dal dottor Agasa, lì Haibara lo aiuterà…- propose invine il detective dell’est. Caricarono Kid delicatamente sulla moto di Shinichi e sfrecciarono fino a casa del doc. Haibara aprì la porta e sbarrò gli occhi vedendo i due ragazzi, specialmente Shinichi, che doveva essere un bambino e che magicamente era un licelae, che reggevano un Kaito Kid ferito.
-Che Diavolo…?! No! Non me lo dite, ne parliamo dopo! Portatelo nella stanza degli ospiti- esclamò sdegnata e sparì a prendere gli attrezzi per… come dire? Operarlo?
Non fu difficile quello che la ragazzina fece aiutandosi con i due ragazzi, ma ci volle parecchio tempo; verso le 2 e mezza terminò di fasciare l’addome di Kid, che dormiva da più di un’’ora, e si fece seguire dai ragazzi in salotto.
-Dov’è il Doc, Lady Macbeth?- domandò Heiji col suo accento del Kansai.
-Fuori con amici, dovrebbe tornare a momenti Osaka…- disse Haibara fulminandolo per quel nomignolo –Per quanto riguarda te…- aggiunse rivolta a Kudo, ma il ragazzò cadde sulle ginocchia e si strinse all’altezza del petto tremante.
-Ohi Kudo!- esclamò Hattori –L’effetto doveva durare di più, che ti prende?!- si inginocchiò accanto all’amico che lanciò un urlo sovraumano. La trasformazione non durò più di dieci minuti, momenti in cui Shinichi vide l’inferno, poi un grazioso bambino di sette anni si andò a sostituire allo slanciato e invidiabile corpo del liceale. Conan respirò affannosamente, come se avesse lottato contro una ventina di karateka, e Hattori, prendendolo in braccio, lo fece sedere sul divano sotto gli occhi inespressivi di Ai, che aveva assistito a tutta la scena senza muovere un muscolo e con le braccia incrociate. Il Doc aprì la porta con la chiave e sobbalzò vedendo tutta quella gente nel suo salotto, che doveva essere teoricamente deserto a quell’ora.
-Che diav… emm, volevo dire, che succede qui?- chiese sorpreso senza ricevere una risposta. Hattori, infatti, guardava preoccupato l'amico che sembrava combattere, oltre alla lotta interna che si stava affievolendo nel suo corpo, una lotta di sguardi con Lady Macbeth.
-Non mi sembra di averti dato una dose di antidoto- cominciò lei gelida.
-Nemmeno a me- rispose lui ancora col fiatone.
-Se io non te l’ho dato, mi viene spontaneo pensare che tu l’abbia presa senza il mio consenso-
-Ti viene da pensare bene allora-
-Sei un  cretino Kudo!- scattò in piedi Haibara furibonda –Volevi morire stanotte?!-
-Haibara, la vita è mia!- scattò anche lui in piedi avendondo un vistoso capogiro che fece scattare in avanti Hattori per prenderlo, ma il bambino alzò una mano per fermarlo.
-Il proiettile non era indirizzato a Kid! Era indirizzato a te, dannato deficiente!-
-Credi che non me ne sia accorta?!-
-Se avesse colpito te e tu ti fossi trasformato mentre eri ferito, con l’accellerazione cardiaca che ti procura la trasformazione, saresti morto dissanguato, idiota!-
-Lo so, ma è un rischio che dovevo correre! Se tu vuoi rimanere per sempre bambina fa pure, ma io non aspetterò che gli uomini in nero si presentino alla centrale di polizia e si facciamo arrestare, magari portandosi dietro anche la formula dell’APTX!- Haibara fece per ribattere ma lui la interruppe – Sai bene che se ti avessi chiesto l’antidoto per andare da loro non me lo avresti mai dato, quindi non avevo altra scelta che prendermelo!-
-Idiota! Sei un idiota, Kudo! Pur di tornare normale rischi la vita!- gli occhi della bambina divennero improvvisamente rossi, cosa che lasciò Hattori più che sconvolto, e lei continuò col magone –Se ti succedesse qualcosa, cosa farebbero le persone che ti vogliono bene? Che ne sarebbe della ragazza dell’agenzia?! Vuoi spezzarle il cuore?! Che ne sarebbe di tutti quelli che ti conoscono?! Che ne sarebbe di me?!- detto ciò le lacrime cominciarono a solcarle le guance ma non smise mai di fissarlo negli occhi. Il bambino sospirò e sorrise, le afferrò una mano e disse fissandole bene quegli occhi color ghiaccio: -Sta’ tranquilla, andrà tutto bene ma ho bisogno del tuo aiuto. Questa battaglia la vinceremo solo se saremo uniti. Quei maledetti non l’avranno vinta, te lo giuro – La bambina annuì e si asciugò repentina le lacrime, quando il cellulare di Kid, che Conan aveva estratto dai suoi vestiti una volta fattogli infilare un pigiama preso da casa sua, squillò.
-Che facciamo?!- domandò allarmato Hattori.
-Rispondo… che fare?!- disse Conan cercando il papillon per modificare la voce.
-Ma non sai chi è!-
-Se non rispondessimo, sarebbe sospetto! Qualcuno lo starà aspettando sveglio a casa…- premè il verde e, portandosi alla bocca il papillon, chiese indeciso –P-pronto?-
-BAKAITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!- urlò la voce di una ragazza furiosa, tanto che Conan allontanò il cellulare dall’orecchio e Haibara trasalì sul divano.
-BAKABAKABAKABAKABAKABAKABAKABAKABAKAAAAAA! AOKO STA ASPETTANDO CHE CHIAMI DA Più DI DUE ORE!!!!!!-
-Cavolo, deve essere la sua ragazza!- sussurrò agitato Conan all’amico.
-Te l’avevo detto di non rispondere!- disse lui sprezzante.
-Ma sta’ un po’ zitto!- poi riavvicinò il telefono all’orecchio e disse con la voce modificata –Aoko! Mi dispiac…-
-Kaito giuro che ti ammazzo la prossima volta che ti vedo! Vuoi farmi morire di paura?! Sei un BAKA! BAKABAKABAKABAKABAKABAK…!-
-AOKO!- la interruppe il bambino agitato –La pianti!? Ti ho detto che mi dispiac…-
-NON ME NE FREGA!- inveì ancora lei, poi aggiunse col tono incrinato dalle lacrime –Credevo ti fosse successo qualcosa! Mi avevi promesso che quando tornavi da casa dei tuoi amici mi avresti chiamato!- la ragazza scoppiò a piangere e Conan ebbe un deja-vu: quella situazione gli ricordava terribilmente la sua con Ran, per questo capiva come doveva sentirsi la ragazza che piangeva dall’altra parte del telefono.
-Non voglio più sentirti Idiota!!!- disse lei per chiudere la chiamata, ma Conan fu più veloce:
-Aspetta AOKO!- sentì di averla fermata e aggiunse – Aoko, mi dispiace davvero tanto di non averti chiamato. Credimi! Sono solo uno stupido, mi sono fatto trascinare dalle cose e ho completamente dimenticato tutto il resto…-
Hattori sbiancò vedendo che l’amico sembrava parlare con la sua amata, non con quella di Kid, e cercò di chiamarlo ma il bambino gli fece cenno di tacere con un gesto stizzito della mano e aggiunse alla sua interlocutrice:
-Ascolta, hai tutti i motivi di essere infuriata con me ma…- pausa - … mi Dispiace. Davvero. Tanto… è colpa mia se non ti ha… voglio dire, se non ti ho potuto chiamare… ho fatto preoccupare la persona più importante della…- pausa in cui gli occhi di Conan si abbassarono sul pavimento - …della mia vita –
Silenzio. Il cuore dell’ex liceale batteva a mille: oltre alla sua persona più importante, faceva soffrire anche quella del suo salvatore e questo lo demoliva dall’interno.
-Aoko…?- disse non sentendola più, ma lei lo interruppe:
-Mi dispiace Kaito, io… non credevo di… - Conan la sentì sorridere – Spero possa perdonare tutti quei miei insulti, scusa Kaito e… grazie per queste belle parole, non avrei mai immaginato di potertele sentire pronunciare un giorno…- Il bambino  sorrise a sua volta e cercò di congedarla:
-Bè, è tardi ora… sarà meglio andare…-
-Sì, buonanotte da Aoko- la ragazza era solita come sempre a parlare di sé in terza persona.
-‘Notte- fu l’ultima cosa che pronunciò prima di riattaccare e sospirare rumorosamente. Alzando gli occhi vide gli sguardi esterrefatti di Haibara, Hattori e il professore scrutarlo.
-Che c’è?!-
-Ti ricordi vero che non stavi parlando con Ran?!- domandò Hattori.
-Tsk! Ovvio!-rispose stizzito arrossendo.
Il dottore Agasa osservò in silenzio la scena con un’espressione inebetita non capendo nulla di tutte quelle parole e discussioni, poi sentì dei rumori prevenire dalla camera degli ospiti ed esclamò spaventato:
-Ditemi che lì dentro c’è qualcuno dei nostri e che non è un ladro!-
Hattori scoppiò a ridere e rispose:- Bè, diciamo che è un ladro ma che è anche uno dei nostri adesso!- Haibara si alzò, seguita da Conan, che posò il cellulare di Kid sul tavolino tra i due divani, ed entrò nella stanza di Kid, che si trovava seduto sul letto a braccia incrociate.
-Mi avete abbandonato qui!- sbraitò sotto gli occhi scrutatori di Ai, la quale posò una sedia accanto al suo letto e ci si sedè sopra. Fu imitata dai due detective, i quali si posizionarono di fronte a lei seduti su sedie pieghevoli, mentre il doc esclamava:
-Come sarebbe un ladro che è dalla vostr… Per tutti gli ingranaggi della mia ultima invenzione! KID! KAITO KID?!- Il ragazzo annuì, come se fosse abituato a quelle esclamazioni, e il professore rimase senza parole.
-Senta prof. è una storia lunga da raccontare, è meglio pensarci domani, cioè tra qualche ora…- si corresse Hattori rendendosi conto che era già mattina da un pezzo. Calò un lungo silenzio interrotto dai gemiti di dolore che Ai procurava a Kaito tastandogli la ferita.
-Sei fortunato, è solo una ferita superficiale, e il proiettile era talmente in superficie che l’ho estratto in un paio di secondi. Per quanto riguarda il sangue, ne hai perso davvero poco, tra una settimana non avrai che una cicatrice…-
-Che cosa la sconvolge, dottor Agasa?- domandò Kaito interrompendola.
-Bè…- disse lui senza distogliergli lo sguardo di dosso – sei totalmente uguale a Shinichi!- rivolse lo sguardo al bambino seduto accanto al letto, che si voltò verso Kid come per volersene accertare.
-Sì, ma io sono più figo- disse Kaito sghignazzando –e più furbo… AHIA!- sbraitò quando Conan gli diede un pugno sulla gamba.
-Fa meno il furbo Kid!- disse a denti stretti visibilmente infastidito.
-Dovete credermi, è davvero uguale a lui!- ricominciò Agasa estraendo da una cassettiera un album di fotografie. Lo aprì e si riavvicinò al letto posandolo sulle gambe di Kid per mostrarlo a tutti, e disse:
-Visto!-
Le fotografie ritraevano la vacanza che un giorno Shinichi e Ran avevano trascorso al mare poche setttimane prima del Tropical Land: in una Shinichi teneva in mano un enorme gommone a forma di coccodrillo mentre correva in acqua; in un’altra i due ragazzi ridevano a crepapelle. Ritraevano tutte loro due insieme a Sonoko che sorridevano, mangiavano, scherzavano, si rincorrevano. Hattori ne fissò una in particolare: quella in cui Shinichi, bagnato come un pulcino, usciva abbronzato dall’acqua mostrando i suoi pettorali da urlo. Fece un lungo fischiò e disse piantandogli con aria furbetta una gomitata nelle costole:
-Oh, oh! Questa l’ha scattata Ran o sbaglio?! Chi è che deve fare meno il figo?! Guarda come te la tiri qui!- Stranamente Conan nè rispose alla frecciatina nè arrossì, anzi, sembrava maliconconico e assorto nel suo mondo di ricordi. Haibara notò la sua espressione e cambiò pagina ma fu peggio: infatti c’era una foto in cui Ran e Shinichi, sdraiati vicini sullo stesso asciugamano, dormivano sereni come veri fidanzati tenendosi per mano. Hattori scrutò in tralice Shinichi e potè notare per bene come sbiancò vedendola; Kaito, constatando a sua volta la reazione di Kudo, fissò annoiato le foto e disse al professore per sdrammatizzare:
-Sì, forse ci assomigliamo un po’…-
-Ok, ora è meglio che Kid riposi. Tutti a letto- ordinò gelida Ai chiudendo l’album con un gesto brusco senza staccare lo sguardo da Conan, i cui occhi sparirono dietro la frangetta corvina.
-Ok, ha ragione lei…- disse il doc – Heiji, tu e Shinichi potreste dormire qui con Kaito nei due futon che sono nell’armadio, tanto dovevate comunque stare qui dentro…-
-Ok Doc! ‘notte, Lady Macbeth!- disse alla ragazza quando fece per uscire dalla stanza. “ E grazie per aver messo via quelle foto, Kudo sembra paralizzato da quando le ha viste…” pensò agitandole la mano in segno di saluto. Lei rispose meccanica col medesimo gesto e uscì seguita dal professore, che chiuse la porta delicatamente.



N.della'autrice: ciao a tutti! questa è la prima long fict che pubblico... sono un po' emozionata! spero che piaccia... (preoccupatissima *-*) comunque volevo precisare una cosa: il titolo è l'abbreviazione di Trio Kudo Hattori Kid... ovvero i nostri protagonisti... a presto Mangakagirl! 
  
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