Woohyun guardò Myungsoo negli occhi.

Occhi.
Non era mai riuscito a capire cosa si nascondesse dietro quelle iridi così scure, così profonde da ricordare l'infinito.
Un grovigio di sentimenti, emozioni che mai trapelavano completamente dalla sua espressione.
Era un enigma vivente.
Inutile contare tutte le volte che ci aveva provato, osservandolo nei suoi più piccoli e superficiali movimenti.
Woohyun non era uno dei pochi eletti che potevano stargli più vicino del dovuto, non lo era mai stato.
Eppure ci riprovava sempre. Non riusciva a capacitarsene, non voleva smettere di tentare.
La prospettiva di averlo era sempre più attraente, sempre meno possibile rinunciarci.

Sospirò.
Myungsoo lo squadrò da capo a piedi - nel suo solito modo da farti rabbrividire ad ogni battito di palpebre - inarcando un sopracciglio.
" Piantala di fissarmi. " Sillabò, con aria indifferente, nel dargli le spalle. " Fastidioso. " Aggiunse poi, girandosi completamente.
Il più grande rimase a fissarlo, senza spostarsi di un millimetro.
Spalle più o meno larghe, impostate al punto giusto, collo sinuoso e per niente robusto.
Bianco latte.
Ingoiò la saliva forzatamente, deglutendo in maniera piuttosto rumorosa.
Sentì la rabbia ribollirgli dal profondo delle viscere, ma non osò fiatare.
Beh, fiatò eccome, ma non aprì bocca.

Myungsoo sfiorò Sungjong.
Woohyun lo spinse.

Il culmine.

" Cazzo fai? " La dolcezza, no? Non cambiava mai.
Era stufo di andare contro un muro di gomma, rimbalzando come pareva a lui.
Lo usava, in tutti i modi possibili.
 Hyung: la parola magica.
Gli andava sempre dietro, avanti e indietro, a destra e a sinistra.
Era al limite.
S-t-a-n-c-o.
Palle piene, presente? Quelle.

Woohyun si alzò, sotto lo sguardo di fiamme del demone lì di fronte, ignorandolo.
Girò i tacchi, presto seguito da Sungkyu, altro povero martire pronto a fottersi la dignità per qualcuno che non lo calcolava minimamente.

Myungsoo spalancò gli occhi, probabilmente per la prima volta in vita sua.
Uno dei suoi piccoli sudditi non si era chinato alla sua altezza, voltandogli la faccia.
Sua maestà doveva essere particolarmente contrariato dal disertamento del suo più fedele soprammobile.

Sungkyu ritornò pochi minuti dopo, alquanto sconvolto.
Il bel faccino del re si distese in un sorrisetto soddisfatto, intuendo il rifiuto di Woohyun nei confronti nel leader.
Oh, ci godeva di brutto.
Se non poteva essere totalmente suo, non sarebbe stato di nessuno oltre lui.

In realtà, Myungsooo era consapevole dei sentimenti del ragazzo in questione.
Dal primo momento che l'aveva guardato: catturato.
Fin troppo facile, fin troppo debole.
Woohyun era come appariva: ingenuo e facilmente abbindolabile.
La preda perfetta per uno che, come Myungsoo, odiava sbattersi tanto per qualcosa o qualcuno.
Adorava mandarlo al limite e ben oltre.
Vederlo in difficoltà.
C'era una scintilla che amava far scattare, bruciare e consumarsi, per poi riaccendersi.
Non era un gioco, era semplicemente il ciclo naturale delle cose.
In un modo o nell'altro avrebbe afferrato tutta la sua anima; l'avrebbe fatto suo.
Era solamente la gavetta, la pioggia prima della tempesta.

Mancava poco ai tuoni apri-sipario, si era quasi giunti all'inizio dello spettacolo.