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Autore: Bellatrix Riddle    06/04/2012    1 recensioni
Lei, solo lei gli era veramente fedele, solo lei lo venerava, solo lei riconosceva in lui il Suo Signore, solo lei l' avrebbe seguito anche all' Inferno, solo lei lo stimava davvero, solo lei lo a...! No! Bellatrix fermò quel pensiero prima che potesse concludersi. Lei non provava sentimenti per nessuno, provava solo fedeltà per il Signore Oscuro! Niente, niente di più. Il Padrone le aveva detto di non provare sentimenti, e lei gli ubbidiva sempre, anche se era doloroso. Lei gli ubbidiva sempre, sempre!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Bellatrix Lestrange, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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In un primo momento pensò di essersi svegliata da un brutto sogno. Che l’ultimo anno, che forse tutti gli infelici anni che avevano seguito la caduta del Suo Signore sedici anni prima,  fossero solo un sogno.
Si era risvegliata in una camera identica a quella che le era appartenuta quando viveva ancora con Rodolphus: le pareti nere, il camino, l’albero genealogico della sua famiglia fino a lei dipinto sulla parete a destra del letto, il letto di seta rosso sangue e infine l’immancabile quadro, presente in tutte le stanze della sua vecchia casa coniugale, dell’Oscuro Signore; era tutto uguale. Quella camera le fece pensare per un secondo che tutto fosse stato un incubo spaventoso, ma solo un incubo.                                                            
La figura seduta accanto a lei però rese chiaro come invece lo spaventoso sogno fosse la realtà.
Lord Voldemort, era seduto su una signorile poltrona di velluto e la fissava cercando di celare la sua preoccupazione. Dopo la battaglia si era smaterializzato con lei nella vecchia Villa Lastrange e l’aveva portata sino alla sua vecchia camera.
Aveva fatto l’impossibile, usato tutti gli incantesimi che gli venivano in mente ma le sue condizioni erano ancora gravi, così si era semplicemente seduto al suo capezzale aspettando che si svegliasse.              Bellatrix  senti in un momento che tutto il dolore e la stanchezza le piombavano addosso, non aveva neanche la forza per tenerlo nascosto, ma tentava comunque, perché li c’era Lui.                                 
“Mio Signore mi dispiace molto.” Le parole erano piene di tristezza e cercavano di dire molto di più di quanto apparisse, cercavano un perdono completo che solo il Suo Signore poteva darle, un assoluzione completa prima di morire.                                                                                                                                       
“Bella cos’hai? Che cosa ti è successo? Non può essere stata colpa solo di questa lotta. Cos’è successo? Ti ordino di dirmelo.” Il tono che quelle parole avevano avrebbe spaventato chiunque, così piene di odio e rabbia, ma Bella conosceva da così tanto quella voce che in quell’ordine trovò una nota di preoccupazione e spavento che la stupì; e ,così, senza dire una parola passo tutti i suoi ricordi a Lord Voldemort.                    Orrore, stupore, spavento e un immensa tristezza. I ricordi di Bella lo invasero e si sentì mancare l’aria.     Lei per lui era la fedelissima, l’unica amica, e se ne stava accorgendo solo adesso, adesso che vedeva la vita della Sua Bella scivolare via, lontano da lui. Solo adesso si accorgeva di cosa stava perdendo, di cosa aveva segretamente fatto germogliare il suo arido cuore, non stante lui fosse convinto di non possederlo più da molto tempo.                                                                                                                                                                  
“Io sono il Mago Oscuro più potente che sia mai esistito, niente mi  può sconfiggere quindi ti guarirò, io posso fare tutto, io ci riuscirò!”
“Mio Signore, questa è una battaglia che siete costretto a perdere,” disse cercando di sorridere “ma vi prego di fare una cosa per me.” I suoi grandi occhi neri si riempirono di lacrime e guardando quelli di Voldemord scoppiò a piangere, implorando al Suo Signore l’ultima clemenza. “Vi prego di darmi l’onore di morire per mano vostra, di morire per mano del più grande mago e del Mio Signore.”
A quelle tremende parole Voldemort si disperò “Io non ti ucciderò mai, tu non morirai. Io te lo ordino e tu non puoi disubbidirmi. NON devi morire!”
“Così me ne andrò con l’agonia di non aver potuto ubbidire a un vostro ordine. Per voi io farei tutto ma questo non posso impedirlo, ormai e tardi, e neanche voi potete farci niente.”
“Tu non te ne puoi andare adesso. Non adesso. Bella io, io…” L’Oscuro Signore non riusciva a pronunciare quelle parole che suonavano come un temendo addio.
“Anche io Padrone, da sempre.” E in un momento il cuore della strega oscura più potente al mondo si riempì di una tristissima gioia.
“Per te Bella io sono Tom, io sono sempre stato Tom” e al dire quelle parole, parole così dolci e tristi, a l’unica persona che avesse mia significato qualcosa nella sua vita qualcosa si ruppe dentro l’animo dell’Innominabile.  Il nero dentro di lui si fratturò, e sentì il rimorso, la colpa di essere causa di quella sofferenza, e un dolore accecante lo colpì, anche se lui ormai non lo sentiva quasi da quanto era disperato. Così una cosa straordinaria accadde, una lacrima, solo una, solcò la guancia cerea di Voldemort, e fu come se si portasse via tutto ciò che gli aveva impedito di vivere l’amore di Bellatrix, facendolo tornare Tom, un Tom ormai adulto ma umano, bello e capace di amare e soffrire veramente e profondamente, con un anima intera.
“Tom” dopo quest’ultima parola piena di gioia Bellatrix si abbandonò e svenne, non era ancora morta anche se era ormai prossima all’oblio.
Tom era nel panico più totale, non sapeva che fare, ma non avrebbe lasciato che Lei se ne andasse.
Come un fulmine tra il caos dei suoi pensieri sentì una vecchia voce di quando era giovane “Chi cerca aiuto qui lo trova sempre” e anche se era una cosa folle non importava,  senza Bella niente aveva senso.
 
  
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