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Autore: All my Darkness    06/04/2012    11 recensioni
Parte dalla 3x18.
In quel momento si voltò verso di me. - Parlo del fatto che ti sei innamorata di Damon.-
E così, vidi il suo vero volto: una maschera di dolore e senso di colpa. Rimasi completamente spiazzata: non era una domanda, non era un'ipotesi. Lo aveva detto senza esitazioni. Quella verità che incombeva da sempre tra noi era stata finalmente svelata.
Abbassai lo sguardo, per poi ripuntarlo nel suo.
- Come l'hai capito?- domandai, infine, dopo un silenzio che sembrò durare un'eternità.
Rise, senza gioia, dandomi le spalle e rigirandosi tra le mani il paletto di legno.
- Andiamo, Elena! Ho vissuto per quasi due secoli in questo mondo, e credi che non sappia riconoscere lo sguardo di una ragazza innamorata?
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Parentesi autrice:

Ciao, mi chiamo Anna e questa è la mia prima fan-fic :)  Sono Delena nell'anima e ho pensato - Se il Delena non ce lo vuole dare la Plec, scriviamolo noi!- e così ho deciso di cimentarmi anch'io... Parte dalla 3x18, nel momento in cui Stefan e Elena parlano, il seguito degli eventi si basa sulla mia fantasia e spoiler, alcuni personaggi tipo Stefan sono un po' OOC. Spero vi piaccia e se avete tempo lasciatemi anche solo due parole di recensione, significa molto per me!
Aggiornerò ogni  3-4 giorni, credo.
Un bacio, e buona lettura!


Pov. Elena

Entrai in camera di Stefan, esitante. - Ehi.-
- Ehi.- mi rispose, alzando lo sguardo su di me. Per un attimo sentii quegli occhi verdi trapassarmi, e mi sentii a disagio.
- Non hai detto molto da quando sei tornato a casa.
- Sarò felice come una pasqua quando Damon riprenderà il paletto di Alaric. Lo giuro.-
Ricambiai il suo sorriso - Mi hai davvero spaventata oggi.- feci due passi verso di lui, lentamente. Visto il suo silenzio, continuai. - Non saresti sopravvissuto se avessi affrontato Klaus da solo. Lo sai, vero?-
- Beh, non devi più preoccupartene.
- Perchè?
Fece una smorfia amara - Perchè non ne vale la pena. Ho sprecato tempo ed energie ad odiarlo. E' stato inutile. E' fatta, è finita. Abbiamo perso.- fece una piccola pausa e si guardò intorno, evitando il mio sguardo che si faceva sempre più interrogativo. - Sono di nuovo al punto di partenza.
- Non è vero.- lo interruppi, senza pensare. - Sì, Klaus... ti ha fatto passare l'inferno.- feci un altro passo verso di lui – Ma sei riuscito a uscirne. L'hai battuto perchè sei meglio di lui. -
Mi guardò - E cosa ho perso nel frattempo?
Incrociai i suoi occhi e intuii la dolorosa verità che nascondevano: cosa leggevo in quegli occhi? Rabbia? Dolore? Rimpianto? Non sapevo come definirlo.
Si alzò, soprendendomi, e si avvicinò  a me. - Senti, odiare Klaus era facile. Mi permetteva di ignorare tutto ciò che mi succedeva intorno.- arrivò davanti a me – Tutto quello che mi sono lasciato scappare. Ora devo farci i conti. - di nuovo quello sguardo. Inevitabilmente, mi sentii in soggezione, data quella vicinanza: avevo intuito a cosa alludesse e non volevo che la discussione prendesse quella piega. Mi sorpresi della mia reazione: fino a qualche tempo fa avrei pregato per poter avere uno Stefan così sentimentalmente umano parlare così davanti ai miei occhi, e ora? Mi sentivo in colpa. Ma per cosa, poi?
- Stefan...-
- No, ammettilo.- mi interruppe. Leggevo uno strano tormento nel suo sguardo, adesso. - Almeno con me, Elena. So che non me lo devi, ma ho bisogno di sentirtelo dire.-
Non dovevo chiedere spiegazioni per capire.
- Io... Stefan...- mi strinsi nelle spalle e lo guardai, cercando di fargli capire quanto fossi confusa.
Il tormento continuava a farsi più acceso nei suoi occhi. - E' colpa mia.-
In quel momento si voltò e si allontanò da me: rimasi sorpresa da quella reazione.
- E' tutta colpa mia. Cioè, è stata tutta colpa mia.- sentivo la sua voce ripetere quella frase come in trance, senza guardarmi.
- Di che parli?- chiesi, temendo la risposta.
In quel momento si voltò verso di me. - Parlo del fatto che ti sei innamorata di Damon.-
E così, vidi il suo vero volto: una maschera di dolore e senso di colpa. Rimasi completamente spiazzata: non era una domanda, non era un'ipotesi. Lo aveva detto senza esitazioni. Quella verità che incombeva da sempre tra noi era stata finalmente svelata.
Abbassai lo sguardo, per poi ripuntarlo nel suo.
- Come l'hai capito?- domandai, infine, dopo un silenzio che sembrò durare un'eternità.
Rise, senza gioia, dandomi le spalle e rigirandosi tra le mani il paletto di legno.
- Andiamo, Elena! Ho vissuto per quasi due secoli in questo mondo, e credi che non sappia riconoscere lo sguardo di una ragazza innamorata? - continuò il suo monologo di dolore senza guardarmi, ma fissando il vuoto fuori dalla grande vetrata aperta sulla notte. Per un attimo l'ira gli fece tremare la voce, poi tornò calmo, apatico. - Lo hanno capito tutti, ormai. Basta vedere come i tuoi occhi si allargano dallo spavento quando si teme per la sua vita!- rise di nuovo - O la gelosia, vogliamo parlare di quella? Ma sai qual è la cosa più brutta? Lo sai?- senza neanche il tempo di respirare mi ritrovai con le spalle contro il muro, le sue braccia a bloccarmi ogni via d'uscita e il suo viso rigato da una sola lacrima a pochi centimetri dal mio. - Vedere quello stupido, fottutissimo amore che a me hai negato nel tuo sguardo ogni maledetta volta che lo guardi!-
Le sue braccia mi stringevano forte i polsi, e mi sentii mancare.
- Stefan... Stefan... Mi fai male...- ansimai, terrrorizzata.
- Fa male?- ringhiò, e notai i canini affilati allungarsi. - Fa male, adesso?- in quel momento vidi la bottiglia di whiskey mezza vuota sul tavolino.
- Stefan, non sei in te, ti prego...!- le lacrime iniziarono a cadere.
In quel momento i suoi occhi si rigarono di rosso e un urlo mi si strozzò in gola. I suoi canini affondarono nel mio collo, lì dove pulsava veloce l'arteria principale: gridai dal dolore mentre il sangue scendeva, inesorabile, e lo sentivo bere, succhiare avidamente, senza pietà, mentre il mio divincolarsi scemava e perdevo le forze, abbandonandomi contro la parete. Aprii gli occhi per un istante ma non vedevo nulla, solo la mia anima lasciare il mio corpo. - Damon. - gemetti, o forse immaginai di farlo, mentre l' immagine dei suoi occhi di ghiaccio e il sorriso che amavo prendevano posto nella mia mente.
Non sentii più niente.
E' dunque questo morire?
  
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