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Autore: _Katniss    06/04/2012    1 recensioni
E' a trama libera, anzi in realtà modifica la storia delle tre stagioni di Glee. Si basa sull'inserimento di un personaggio inventato: Martine Berry.
La madre di Rachel trentenne, che la ha adottata quando Shelby ha deciso di darla in adozione.
E' anche amica d'infanzia di April e Will(di cui continua ad essere innamorata dopo la loro storia al liceo. Anche lui è ancora innamorato di lei)
I due hanno continuato a frequentarsi fino a quando Rachel aveva quattordici anni. Litigarono una notte, Will mise incinta Terri per errore (la prima gravidanza si rivelerà poi essere falsa come la seconda) e fu costretto a sposarla.
Lei attualmente è professoressa di inglese al McKinley.
(Ovviamente il personaggio di Emma, è completamente inesistente)
Cap.
1 - ''L'inizio di tutto'' {.:.Beginning.:.}
2- ''Dopo tanto tempo'' {.:.School.:.}
3- ''Finalmente'' {.:.Meeting HIM.:.}
4- ''Anime complementari-Coincidenze'' {.:.GleeClub!.:.}
5- ''Notte'' {.:.S-S-S-S-Sleepin' together!.:.}
6- ''Risveglio'' {.:.Weaking up with HIM.:.}
7- ''Quando tocchi il fondo'' {.:.Without HIM, I'd DIE.:.}
8- ''Cuore infranto-Bionda come il grano'' {.:.Cryin'. A Surprise.:.}
Notina di sottofondo:
Spero sul serio che piaccia, l'ho creato da un po', ma non ha avuto successo, quindi lo ripropongo. Mi aspetto un bel po' di recensioni (essendo la ia prima FF fa un po' schifo, ma chiedo venia .-.)
Grazie in anticipo X)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ero in ritardo ancora una volta, e il primo giorno di scuola, per giunta. No, non era possibile. Non era possibile: Se
il preside Figgins mi avesse sorpreso in ritardo il primo giorno di settembre, avrei potuto anche dire addio alla 
cattedra d'inglese. Entrai nell'atrio della scuola e correndo mi diressi verso la mia aula, sperando che i miei studenti
della prima ora non stessero aspettando da molto. Tirai fuori dalla borsa di tela nera il solito libro su Shakespeare per
gli studenti del terzo anno, aprii la porta della classe di corsa. I ragazzi si alzarono in piedi e mi salutarono con un
cenno. Buon inizio anno, ragazzi Dissi sedendomi velocemente dietro alla cattedra. Allora, non ricordo bene dove
c'eravamo fermati l'anno scorso... Proseguii così la mia lezione in tranquillità fino all'ora di pranzo. Quando la 
campanella dell'ultima ora della mattina suonò, congedai il mio gruppo di ragazzi e mi diressi in sala professori, con
la mia cioccolata calda (che per il ritardo non avevo potuto consumare a colazione) e il cestino del pranzo, con dentro
due tramezzini al burro d'arachidi. Mi sovvenne che, nonostante fossi a scuola già da cinque ore, non avessi ancora
incontrato nè il preside, fortunatamente, nè Will, cosa di cui ero molto più preoccupata. Aprii la porta della sala
professori e seduto al tavolo accanto alla finestra, ovviamente, ci trovai lui (con la sua immancabile porzione di 
biscotti al cioccolato). Lo guardai per qualche minuto, forzando un sorriso quando i suoi occhi incontrarono i miei.
Appena mi vide, di fretta e quasi imbarazzato, posò quello che era rimasto dell'ultimo biscotto della confezione nel suo
cestino, si alzò dalla sua postazione, e mi venne incontro. Sono, così felice di rivederti! Insomma, lo so che lavoriamo
insieme e tutto il resto, ma tu resti sempre e comunque la bambina inglese di cinque anni che ho conosciuto in prima
elementare. Non posso stare troppo tempo senza di te Mi abbracciò forte e io ricambiai per qualche istante, per poi 
allontanarmi e guardarlo in viso. Dillo con parole normali Shuester! Dissi ridendo. Notando che continuava a fissarmi,
mi affrettai a rispondere. Sì, mi sei mancato anche tu... Continuai sorridendo. In un certo senso, anche io 
continuavo a vedere il bimbo di sei anni che il primo giorno di scuola mi aveva salutata, perchè mi vedeva da sola.
Era stato difficile per me ambientarmi all'inizio; insomma, ero straniera e timida, inoltre ero anche più piccola degli
altri alunni. Will e April mi avevano aiutato molto, entrambi. Eravamo molto legati, da ragazzi. Pultroppo dopo il liceo
i rapporti con April si sono interrotti, non la vedevo da sedici anni: da quando avevo adottato Rachel e Shelby era
andata a Broadway. Non sapevo che fine avesse fatto la bambina bionda che rideva come una papera e portava sempre le
treccine, ma in cuor mio speravo stesse bene, che fosse felice. Almeno una di noi tre, almeno così, ce l'avrebbe fatta.
Quando eravamo piccoli sognavamo sempre di diventare famosi. Io e Will ovviamente non ci eravamo riusciti, un po' per
Rachel e un po' per Terri; speravo che April fosse stata più forte di noi, di me soprattutto; che avesse continuato a 
sperare senza abbandonare la sua più grande aspirazione: uno spettacolo tutto suo, sul più famoso palco Newyorkese.
Mi limitai ad archiviare ricordi misti tra rimpianti e nostalgie, scuotendo leggermente la testa e ritornando al 
presente. Alzai il viso, notai che Will aveva cominciato a guardarmi, allora cercai di introdurre un argomento 
interessante. Allora, come è andata la tua estate? Mi stavo solo prendendo in giro. Insomma, un argomento 
interessante? Io sono inglese! Io e la mia famiglia parlavamo soprattutto del tempo surante le nostre telefonate, altro
che argomento interessante. La conversazione non era proprio il mio forte. Ma per fortuna Will mi conosceva da sempre, era
il mio migliore amico, capiva quando ero in difficoltà, mi capiva sempre. Era questo quello che mi aveva fatta
innamorare di lui. Questo e la sua pronuncia in spagnolo, ovvio. Oh, bene. Abbiamo passato due interi mesi a casa dei
genitori di Terri, in campagna. Ti dico solo, che durante le spedizioni di caccia, mi mettevo davanti alle volpi per
farmi sparare io. E' stato molto divertente. Risi alle sue parole. E tu, invece? Sempre nella tua vecchia casa in
Inghilterra con i tuoi e Rach? Annuii piano, un po' malinconica. Will, April e io, passavamo tutte le estati nella mia
villa a Sud di Londra, immersa nel verde, che dava su un lago. Il posto ideale dove trascorrere l'infanzia con gli 
amici, insomma. Mi mancavano così tanto quelle corse nei prati, le prove di canto nello scantinato (con quel costante
odore acre di vino che puntualmente interrompeva le prove di qualsiasi canzone dei Journey o dei Beatles), e le 
battaglie all'ultimo sangue tra moschettieri, improvvisate con qualche vecchio bastoncino di legno pieno di 
formiche. La cosa che più mi mancava forse, non era quello che facevamo, ma come lo facevamo: tutti e tre insieme.
Quelli erano ancora gli anni felici, quando eravamo tanto uniti. Durante il liceo avevamo iniziato a separarci, noi due
da April. Non solo perchè stavamo insieme ed eravamo follemente innamorati, ma perchè (facevamo tutti e tre parte del
Glee club del liceo McKinley di allora) April era diventata una Cheer Leader, e cominciò a trattarci in modo diverso.
La riappadificazione finale avvenne con il viaggio estivo dell'ultimo anno di liceo, prima che io adottassi Rachel e 
mi specializzassi in insegnamento inglese. E' stata l'esperienza più bella di tutta la mia vita, tutta l'Europa:
Germania, Russia, l'allora Iugoslavia, l'Olanda... dopo essere stati ad Amsterdam April ci salutò definitivamente, fu 
l'ultima volta in cui la vedemmo, si fermò da un suo cugino olandese (ovviamente amava l'Olanda, essendo lei un po'
troppo libertina), mentre Will ed io passammo un mese intero a Parigi. Forse la sosta in Francia fu la parte
migliore della vacanza. Ovviamente, essere insieme nella città dell'amore fu, appunto, romanticissimo. Scossi di nuovo
la testa, allontanandomi dal passato. Emh, si. Passo lì tutte le estati. Ovviamente Will sapeva dove volevo arrivare
con le mie domande indirette. E Terri? Lei come sta? Chiesi facendomi un po' cupa e alzando il tono di voce, 
strozzando le parole in gola. Lui mi guardò ancora. Mi invitò a sedermi accanto a lui e così feci. Eravamo al tavolo
rotondo, uno di fronte all'altro. Mi prese la mano e mi guardò negli occhi. Lei sta... Tossii schiarendosi la voce.
Terri sta bene. Insomma, tu la conosci. Lei non sta mai bene. Perfetto. Pensai. ''Terri non sta mai bene'',
equivaleva a ''Terri ha ancora bisogno di me''. Abbassai lo scguardo. Will però, evidentemente, capii quello che
avevo colto dalle sue parole, allora si affrettò ad aggiungere una specificazione, sorridendo; come se si sentisse
sollevato, libero da un enorme peso. Ma questo non è più un problema mio. Disse alzandomi il viso basso con la mano,
prendendomi per il mento e costringendormi a guardarlo negli occhi, cosa che, dopo aver sentito le sue parole, feci ben
volentieri. Cosa? Dissi io, aggrottando le sopracciglia. Ho deciso di lasciare mia moglie. Ma che dico, mia moglie.
Io in realtà non ho mai amato Terri, sono stato costretto a sposarla. Quindi, ora che sta un po' meglio, è finita.
La lascerò. La lascerò per te. Perchè è te che amo. E' te che ho sempre amato. E continuerò a farlo per sempre, amore
mio. 
  
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