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Autore: NowKissMe YouFool    07/04/2012    8 recensioni
Non ci credo ho scritto una FF!! ok..basta con lo sclero. Come avrete capito è la mia prima storia..una LARRY molto innocente; il rapporto tra Harry e Louis mi ha colpito molto e ci ho fantasticato un pò su.Se recensite siate comprensivi x favore!! PS: so che questo formato è terribile..perdonatemi! Tanti baci
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis salì sull’ascensore e premette il pulsante con mano tremante. Una volta che le porte scorrevoli si furono chiuse alle sue spalle si appoggiò alla parete sospirando. Il suo mal di testa peggiorava sempre di più. Cercò di non pensare a ciò che era appena accaduto, ma non riusciva a cancellare quelle immagini dalla mente; lo tormentavano come un insetto che ronza nell’orecchio quando si è sul punto di addormentarsi : Eleaonor che ,con gli occhi lucidi, gli stringeva la mano; lui che l’abbracciava,tentando di darle un po’ del conforto di cui necessitavano entrambi.    Era finita. Lou era consapevole ormai da un po’ che le cose tra loro due non andavano, ma questo non aveva diminuito il dolore del distacco definitivo. Ora si sentiva vuoto e molto stanco,come se avesse passato una notte insonne. Quasi senza rendersene conto arrivò alla porta di casa e l’aprì. “Hey” gridò,a nessuno in particolare, solo per avvertire della sua presenza; non voleva certo rischiare di trovare il suo coinquilino in atteggiamenti non troppo casti...di nuovo. Si avviò quindi verso la cucina. Aveva bisogno di qualcosa di caldo e rilassante. Mentre preparava del latte sentì dei rumori provenienti dal corridoio, che annunciarono l’immancabile entrata in scena di Harry. In boxer, maglia bianca e con un biscotto per metà sgranocchiato in mano appariva come l’incarnazione umana del relax. Louis lo invidiò molto in quel momento. “Lou! Come mai già a casa?”domandò ancora con la bocca piena, avvicinandosi. L’amico stava già cercando le parole per comunicargli l’accaduto quando sopraggiunse nella stanza una ragazza bella, alta, bionda ed evidentemente frettolosa; Louis ricordò di averla vista qualche altra volta.  “Beh io vado!” annunciò con voce squillante,rivolta ad Harry. Quest’ultimo le sorrise e le stampò un leggero bacio sulla guancia, senza nemmeno accennare a fare un passo per accompagnarla alla porta. Alquanto delusa, la bionda rivolse un saluto a Louis, che rispose con un leggero cenno del capo. Una volta soli Harry si sedette al tavolo e iniziò a bere con nonchalance il latte che l’amico aveva appena finito di preparare. “Allora?? Perché sei tornato così presto? Che è successo?” chiese tra un sorso e l’altro. “Non so se dirtelo. Potrebbe sempre spuntare qualche altra tua amichetta dall’armadio..o da dietro il divano.” Il più piccolo soffocò una risata. Louis si stupì di se stesso. Cavolo! anche in quella situazione era in grado di fare una battuta. Ma comunque la voglia di parlare gli era passata, così come quella di prepararsi un’altra tazza di latte, quindi decise di andare a deprimersi sul divano. Sentì la voce di Harry seguirlo mentre si accasciava tra i cuscini “Ma che hai?”. Il suo tono non era più solo curioso ma anche sinceramente preoccupato. “Nulla..sono solo stanco” rispose Lou atono. Harry si morse le labbra. Aveva capito che qualcosa non andava ma non insistette. “Comunque se hai voglia di parlarne io sono in camera mia” si limitò a dire, mentre tornava verso il corridoio.
E così Lou rimase solo sul divano, a confrontarsi con pensieri, ricordi e un terribile mal di testa. Quanto tempo rimase in quello stato non avrebbe saputo dirlo neanche lui ma alla fine sentiva un bisogno quasi fisico di sfogarsi; e allora andò da Harry. Il ragazzo riccioluto era disteso sul letto sfatto con un braccio dietro la testa e le cuffie nelle orecchie. Perciò non si accorse della presenza dell’amico, se non quando questo si sedette al suo fianco ,con la schiena contro la testiera del letto, e iniziò a giocherellare con i suoi capelli. Lou lo faceva sempre quando era triste, riusciva rilassarsi e a non pensare,almeno per un po’. Harry si tolse le cuffie di scatto e, sollevandosi leggermente, si fece passare il braccio del più grande dietro le spalle,appoggiando comodamente la testa sul suo petto. “Ti va di parlare adesso?” chiese cautamente. Louis non rispose subito, rimase lì ancora un po’ad accarezzargli i capelli, poi disse semplicemente “Io ed Eleanor ci siamo lasciati”. La sua voce si spezzò alla fine della frase e sentì il corpo di Harry irrigidirsi contro il suo, come se fosse a disagio. E in effetti lo era. Non era mai stato bravo con le parole né con i sentimenti. Lo imbarazzava parlare di quello che sentiva e lo imbarazzava il fatto di non sapere che cosa dire per consolare il suo migliore amico. Si perché Louis era il suo migliore amico. Non aveva ma provato tanto affetto per nessun altro, a parte la sua famiglia; nessuno lo comprendeva meglio di lui,la loro intesa era perfetta: comunicavano con lo sguardo, pensavano addirittura le stesse cose. Ed Harry aveva paura di deluderlo,perché spesso si sentiva troppo piccolo,immaturo e superficiale per lui. Così in quel momento fece l’unica cosa che gli venne in mente: passò un braccio dietro la schiena dell’amico e l’altro sopra il petto. E così semplicemente lo abbracciò. Louis sospirò. Aveva voglia di piangere. Ma non per la sua ragazza. In quel momento si sentiva appagato..perchè Harry lo capiva. La tensione che aveva accumulato durante la giornata si era sciolta grazie a quel semplice abbraccio; lui era lì, a pezzi, e il suo amico riusciva a rimettere i cocci al posto giusto con un semplice gesto. Tentando di trattenere le lacrime Lou posò delicatamente le labbra tra i suoi capelli e lo baciò sulla fronte. Il più piccolo sciolse l’abbraccio e posizionando la testa nell’incavo del suo collo gli sussurrò“Daiii! Pensa a tutte le ragazze che potrai avere adesso!”. La mente di Louis si ricollegò alla frase pronunciata da Harry ai tempi di X factor all’orecchio di Matt Cardle* e fece l’ultima cosa che si aspettava di fare quel giorno..rise. Rise forte, di gusto e quando sentì la risata rauca dell’amico unirsi alla sua pensò che non sarebbe più riuscito a smettere."Ma tu non sai pensare ad altro??” lo rimproverò, tirando l’elastico dei boxer di Harry, provocando un forte schiocco sulla pelle dell’amico.“Hey!! Lascia stare Kevin” ribattè l’altro ridendo. Louis  assunse un espressione stranita “Chi scusa??” chiese sollevandosi.“LUI si chiama Kevin!” rispose Harry indicando in modo eloquente i suoi boxer.“Ma Kevin è il mio piccione!!” gridò Louis sdegnato.Il doppio senso fece rotolare Harry dalle risate, lasciandolo completamente senza fiato. E mentre lo guardava ridere così beatamente Louis capì perché amava tanto quel ragazzo; la sua sregolatezza, la sua semplicità e la sua spontaneità lo facevano sentire ancora bambino. In qualche strano modo si completavano a vicenda. Sentì un profondo e improvviso moto d’affetto nei sui confronti. Prese il suo viso tra le mani, mentre ancora rideva, pizzicandogli le guance “Quanto sei bello!” gli gridò in faccia, prima di scoccargli un baciò sulle labbra. Per tutta risposta Harry iniziò a fargli il solletico per svincolarsi dalla sua presa, ridendo come un bambino che ha appena ricevuto un regalo. E allora Louis pensò che quella giornata dopotutto non sarebbe stata terribile come l’aveva immaginata . Grazie Harry.



   
 
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