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Autore: Fiordispina111    07/04/2012    1 recensioni
Non avrebbero mai smesso di affascinami le anime!
Erano così belle…
Vederle fluttuare come piccole bolle di luce era incantevole.
Sarei rimasta a fissarla ancora per un po’, ma il dovere richiedeva la mia presenza altrove, così accolsi l’anima tra le mie mani e poi in un solo boccone la mandai giù.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era troppo silenzio.

Neanche il vento si faceva sentire.

Ma questo non aveva importanza.

Sapevo che di li a poco sarebbe arrivato.

“Bambina ti sei persa?”

Come sospettavo…

Mi voltai e lo vidi, era un uomo sulla cinquantina, era ben vestito e curato.

Fece dei passi verso di me guardandomi con occhi avidi.

Se fossi stata davvero una bambina, avrei cominciato a tremare di paura.

“Bambina, ti aiuto io a ritornare a casa!”

E dicendo questo mi avvolse in un abraccio che avrebbe dovuto strapparmi l’anima.

Ma…

Sfortunatamente per lui, io non ero una bambina.

Mi bastò sfiorarlo con la mia lama avvelenata e l’uomo cadde a terra in preda agli spasmi.

Si contorceva senza riuscire ad urlare, il suo viso era ormai diventato di una sfumatura violastra.

Solitamente non lasciavo soffrire così il mio avversario, non mi piaceva vederli agonizzare, ma questo mostro rubava anime di bambini, non meritava nessuna pietà!

Lo guardai contorcesi ancora un po’, poi premendo il mio piccolo piede sulla sua schiena lo guardai tremare ancora per un ultima volta infine, premetti delicatamente,
quel tanto da potergli rompere le ormai fragili ossa rovinate dal veleno.

Il corpo si tramutò in cenere e un piccolo globo di luce salì verso di me.

Non avrebbero mai smesso di affascinami le anime!

Erano così belle…

Vederle fluttuare come piccole bolle di luce era incantevole.

Sarei rimasta a fissarla ancora per un po’, ma il dovere richiedeva la mia presenza altrove, così accolsi l’anima tra le mie mani e poi in un solo boccone la mandai giù.

Guardai l’orologio, ero in anticipo di qualche minuto.

Avrei fatto sicuramente in tempo a cambiarmi prima di recarmi a fare rapporto.

Casa mia era a pochi minuti di strada da lì, ma avrei fatto bene lo stesso ad andare di corsa.

Una volta a casa feci in fretta, mi tolsi quello stupido vestito infantile e sciolsi i miei lunghi capelli.

Quei codini mi irritavo troppo!

Non ci volle moltoper rivestirmi, feci attenzione ad avere ogni singola parte di pelle coperta e prima di uscire di nuovo mi infilai i guanti.

                                                                                                                                        ***

Ogni volta era sempre la stessa storia.

Tutti al mio passaggio mi guardavano e bisbigliavano, ormai vi avevo fatto l’abitudine.

Senza ascoltare i bisbigli e ignorando gli sguardi mi recai a fare rapporto.

“Ben tornata”

Lui mi accoglieva sempre con queste parole: “ben tornata…”

Era l’unico che si rallegrasse di ciò.

“Deth….”

Cominciai, ma fui subito interrotta.

“Questa era la tua novantesima anima, giusto?”

“Giusto” risposi.

Ero orgogliosa di me!

Non avevo un maestro d’armi, eppure ero riuscita a raccogliere più anime io che tutti i miei compagni di corso messi insieme.

Poi lui continuò a parlarmi:

“E non hai ancora trovato un maestro…”  e quelle parole mi colpirono come un secchio d’acqua gelata improvviso.

“Un maestro? Io non ho bisogno di nessun maestro, me la so cavare benissimo da sola!” replicai arrabbiata.


 Non avevo bisogno di nessuno; ero capace di diventare una Death Scythes anche da sola!

“Si, un maestro d’armi. Non importa quanto tu sia brava da sola, ma non mi servi a nulla se non raggiungi il massimo delle tue potenzialità e per farlo, dovete essere in due!”

Non avrei mai e poi mai permesso a nessuno di impugnare le mie lame, non dopo quello che era successo…

“No! Io mi rifiuto. Non voglio. Non c’è nessuno in grado di resistere al mio veleno!”

“È vero! Non è da tutti poter impugnare le tue lame, ma dovrai trovare un maestro d’armi capace di farlo, o il tuo lavoro all’accademia finisce qui!”

Finisce qui?

Vorrà scherzare vero?!

E come se mi stesse leggendo nel pensiero, continuò dicendo:

“So cosa stai pensando! Non sto scherzando….”

“Lei è impazzito! Si è forse scordato cosa succede a chi mi sfiora?! Be se se l’è scordato gli e lo ricordo io!”

Fu istintivo.

Se avessi pensato anche solo per un momento a quello che stavo per fare, sicuramente non lo avrei mai fatto!

Mi tolsi i guanti e con forza raccolsi l’adorata pianta dello shinigami da terra.

Non appena la mia pelle entrò in contatto con il fiore delicato questi si sciolse.

“Ecco! Questo è quello che succede a chi solamente sfiora la mia pelle!” urlai.

Lo shinigami mi osservò in silenzio, per quelli che mi sembrarono secondi interminabili…

Avevo appena rovinato la Sua bella pianta.

Nessuno ne sarebbe uscito indenne.

Ma quella volta fui graziata e si limitò a dirmi con voce ferma e seria.

“So perfettamente che cosa succede se qualcuno sfiora la tua pelle, ed è per questo che ho radunato qui cinque maestri d’armi che potrebbero impugnarti senza subire grandi conseguenze ed ho organizzato un test con le dovute precauzioni per decidere chi tra i cinque avrà l’onore di essere il tuo maestro.”

“Ma…” cercai di replicare, ma lo shinigami non mi diede tempo di aggiungere altro e continuò:

 “Non ho intenzione di sentire scuse! Se vorrai continuare a lavorare per l’accademia ti farai trovare tra un ora in aula 10, altrimenti considerati espulsa!”

Espulsa…

Non fiatai, e facendo cenno di si con la testa mi congedai con quella parola che risuonava nella mia mente:

“Espulsa!”

                                                                                                                                          ***

Il vento soffiava leggero, e io mi trovavo nel posto più bello dell’accademia.

Il mio piccolo rifugio segreto: era una semplice terrazza, quella più alta.

Inaccessibile ai più, poiché era crollata la scala che permetteva l’accesso e si poteva arrivare solo scavalcando e arrampicandosi da fuori.

Per me, era un gioco da ragazzi.

Quello era il mio angolo di paradiso, potevo perfino sbottonarmi un po’ la camicia e togliermi i guanti.

Lì non rischiavo di toccare nessuno!

Mi sdraiai.

Il pavimento era freddo ma quella era la sensazione più bella al mondo.

La  mia pelle a contatto con il pavimento!

Chiusi gli occhi, e lasciai il vento giocare con i miei boccoli neri.

“Ti prenderai un malanno!”

Non era possibile! Qualcuno era lì, nella mia terrazza!

Aprì subito gli occhi e vidi il volto di un ragazzo che mi guardava dall’ alto.

Feci in un attimo.

Mi rotolai di lato e con un balzo mi portai a distanza di sicurezza.

“Ei ei, non volevo mica spaventarti!”

Il ragazzo di fronte a me, era un ragazzo alto, dai ricci capelli castani.

Non l’avevo mai visto.

E lui, per essersi avvicinato così tanto a me, non doveva avere la minima idea di chi fossi.

“Non ti hanno mai spiegato che non ci si presenta così alle persone!” lo sgridai io.

Lui mi guardò, e poi mi disse:

“Scusami, hai ragione. Il mio nome è Elia e sono un maestro d’armi, tu?”

 Un maestro d’armi…

Forse lui era uno di quei cinque maestri di cui parlava lo shinigami.

Lo guardai e gli dissi:

“Non ha molta importanza come mi chiamo, ora scusami ma devo andare!”

Ero infastidita, irritata e arrabbiata, e vedere quel ragazzo mi aveva infastidito ancora di più.

Con un balzo, mi allontanai e mi avviai a grandi passi verso l’aula 10.

Salve a tutti, utilizzo la fine della pagina per lasciarvi un piccolo mio pensierino^^!
Questa è la mia prima "ff" sull'universo di Soul Eater, spero vi piaccia il mio primo capitolo e spero di sentire presto le vostre opinioni, si accetano anche le critiche (costruttive, si intende) per poter sempre migliorare!^^
A presto Fiordispina^^

  
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