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Autore: londra555    07/04/2012    9 recensioni
Piccola storia ambientata a due anni dalla fine delle registrazioni di glee...
"Si ricordava ancora distintamente la prima volta che aveva ricevuto quella rosa. Si trovava nel suo camper negli studi di registrazione di glee. Era un momento di pausa e lei era sdraiata sul divanetto con Kevin e parlavano delle successive scene. Naya era così stanca che quasi aveva dimenticato che quello era il giorno del suo compleanno. Poi avevano bussato alla porta e uno dei tuttofare si era presentato con una splendida rosa rossa. Kevin era scoppiato a ridere e le aveva detto che aveva un ammiratore segreto."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Chris Colfer, Heather Morris, Kevin McHale, Naya Rivera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La donna corse a piedi nudi lungo il parquet della sua casa. Spalancò la porta con il suo migliore sorriso e si trovò davanti un giovane con la divisa regolamentare della sua compagnia di spedizioni. Il ragazzo spalancò gli occhi quando si accorse chi fosse la donna che aveva davanti e cominciò a balbettare qualcosa mentre allungava il modulo che doveva farle firmare prima di effettuare la consegna. La donna gli sorrise ancora di più capendo il suo imbarazzo e scarabocchiò un rapido segno.

-Lei... lei è davvero? - provò il fattorino.

-Si, sono io! - sorrise la donna.

-Per me è un onore conoscerla!

Il ragazzo quasi si inginocchiò mentre allungava la mano per consegnarle quello che le aveva portato, la donna scosse leggermente la testa senza perdere il sorriso.

-Dammi del tu... come ti chiami?

-David!

-Bene David, dammi del tu! E hai un cellulare?

Il ragazzo la guardò confuso.

-Si certo ma...

-Facciamo una foto insieme!

Gli occhi di David si spalancarono come piatti e la donna dovette trattenere una risata. Scattarono la foto e poi il giovane fattorino fece un paio di passi indietro.

-Non posso crederci di aver fatto una consegna per Naya Rivera. Glee è uno dei miei telefilm preferiti. E, anche se è finito da un paio d'anni, continuo a guardarlo, ho tutti i blue ray a casa! Santana era il mio secondo personaggio preferito!

-Secondo? - domandò con un sopracciglio sollevato la donna.

-Si dopo Kurt! - David si grattò imbarazzato la nuca, forse era stato un po' troppo sincero – Insomma, sono gay...

-In questo caso sei perdonato!

Il ragazzo le sorrise di nuovo e la salutò mentre si allontanava. Naya chiuse la porta e guardò ciò che le era stato appena consegnato. Una sola rosa rossa. Come tutti gli anni. Da quando aveva iniziato a registrare glee, il giorno del suo compleanno le arrivava sempre un'unica rosa rossa. Senza mittente. E, fino a quel giorno, senza nessun biglietto. Naya fissava il fiore. Dalla prima volta che l'aveva ricevuto l'aveva colpita. Naturalmente non era l'unico omaggio floreale che riceveva per il suo compleanno, ma era senza dubbio il più strano. Per logica sarebbe dovuto sparire in comparazione con gli enormi mazzi di fiori che le venivano recapitati quel giorno, ma, in realtà, era l'unico che aspettava. Suonarono di nuovo alla porta e Naya corse di nuovo ad aprire trovandosi davanti un sorridente Kevin che l'abbracciò mentre contemporaneamente saltava sul posto per farle gli auguri. Erano rimasti grandi amici e vivevano a pochi metri di distanza. Quando la donna riuscì a liberarsi dall'abbraccio si guardò intorno.

-Sei solo? Dov'è il tuo uomo?

-Ha incontrato un fattorino che quando l'ha visto quasi si inginocchia e si mette a piangere, stava dicendo qualcosa sul fatto che questo è il giorno più bello della sua vita!

-Ah, avete incontrato David!

-David? Lo conosci?

-No, naturalmente, mi ha solo consegnato dei fiori! Ma era così carino che ho fatto una foto con lui!

-Ecco anche Chris lo pensa, è rimasto li con lui e stanno facendo un servizio fotografico insieme! Il tuo David non mi sembra così carino, mi ha ignorato!

-Oh andiamo! E' un fan di glee e, a te senza la sedia a rotelle, non ti riconosce nessuno! E poi non essere geloso!

-Simpatica Rivera! Davvero simpatica!

-Vuoi un caffè?

-Si, grazie. Vedo che è arrivata anche quest'anno. - disse il ragazzo indicando la rosa rossa che faceva bella mostra di se nel tavolino dell'ingresso.

-Si. Come ogni anno.

-Cosa dice il biglietto?

-Il biglietto? - domandò stupita Naya.

-Si, non ti sei accorta che c'è un biglietto?

-Aspetta, fammi vedere – la donna afferrò la rosa e si accorse che effettivamente c'era un piccolo biglietto. Incrociò lo sguardo con l'amico che le fece un gesto con le mani per indicarle che l'aprisse.

Non riesco a dimenticarti”.

Quattro semplici parole e nemmeno l'ombra di una firma. Naya passò il biglietto all'amico che lo lesse e sospirò.

-Avevo ragione io. Hai un ammiratore segreto.

Naya scosse la testa. Kevin le ripeteva quella frase ogni anno. Si ricordava ancora distintamente la prima volta che aveva ricevuto quella rosa. Si trovava nel suo camper negli studi di registrazione di glee. Era un momento di pausa e lei era sdraiata sul divanetto con Kevin e parlavano delle successive scene. Naya era così stanca che quasi aveva dimenticato che quello era il giorno del suo compleanno. Poi avevano bussato alla porta e uno dei tuttofare si era presentato con una splendida rosa rossa. Kevin era scoppiato a ridere e le aveva detto che aveva un ammiratore segreto. La ragazza l'aveva guardato male e aveva cercato di torturarlo pensando che si trattasse di qualche scherzo organizzato dai suoi colleghi. Ma così non era. Non aveva mai saputo chi l'avesse mandata. Quando si era conclusa la serie, dopo quattro stagioni, aveva pensato che non l'avrebbe più ricevuta. Invece si era sbagliata. Adesso le arrivava direttamente a casa.

Chris entrò con un sorriso dalla porta che Naya aveva lasciato aperta. Le si buttò tra le braccia sorridendo e consegnandole il suo regalo.

-Pronta per la festa di questa notte? - le domandò mentre si versava un bicchiere d'acqua comportandosi come se fosse casa sua.

-Certo! Ho sentito Lea proprio poco fa, è appena atterrata ci sarà anche lei.

Il ragazzo sorrise poi la sua attenzione fu catturata dalla rosa rossa. Si avvicinò leggendo il biglietto e aggrottando le sopracciglia.

-Anche quest'anno è arrivata puntuale! - sospirò mentre si voltava scambiandosi uno sguardo d'intesa con Kevin – Davvero non hai idea di chi te la manda?

Naya fece una smorfia.

-Ne abbiamo già parlato un milione di volte. No!

Kevin sospirò accorgendosi che l'amica aveva distolto lo sguardo.

-Ma chi vorresti che fosse?

-Che domanda! Non lo so! Non mi interessa!

-Secondo me è da parte di Heather – sbottò Chris guadagnandosi un'occhiata assassina da parte di Kevin e un prolungato silenzio da parte di Naya.

La ragazza chiuse gli occhi pensierosa.

-No, non è lei! -concluse.

-Perché no? Siete state sempre molto unite. Poi dopo quella storia a New York alla fine della seconda serie vi siete allontanate invece di avvicinarvi. E sinceramente io mi chiedo ancora come sia possibile e poi...

-Chris, so cos'è successo. Non ho bisogno del tuo riassunto.

E Naya davvero non aveva bisogno di riassunti perché, ogni notte, prima di addormentarsi non poteva fare a meno di rivivere i suoi tre anni di glee con Heather. La prima serie era stata un sogno ad occhi aperti, Heather era diventata la sua migliore amica e sembrava davvero che fossero state unite dal destino. Non si separavano mai e Naya era sicura di non aver mai sentito un tale affetto per nessuno. Avevano passato anche le poche vacanze estive insieme, cosa che aveva generato un terribile litigio tra la ballerina e il suo fidanzato, Taylor. Poi, forse a causa dello sviluppo dei loro personaggi, anche il loro rapporto si era trasformato. Era diventata una strana amicizia molto fisica. Troppo fisica per non porsi delle domande. Ed ala fine era successo ciò che entrambe aspettavano. A New York, mentre registravano l'episodio delle nazionali. Era ormai la fine della seconda serie e, una sera, Heather l'aveva accompagnata nella sua stanza nell'albergo e si era buttata sul suo letto. Era strana quella sera. Sembrava che cercasse di sfuggire al suo sguardo, quasi come se avesse paura che, attraverso i suoi occhi si potesse leggere quello che sentiva. Naya si era avvicinata quasi con timore e si era lasciata cadere al suo fianco, in silenzio. Con la coda dell'occhio guardava l'amica che manteneva lo sguardo fisso verso la grande vetrata. Non se la sentiva di parlare, preferiva aspettare che fosse l'altra a spiegarle cosa le stesse succedendo. Perciò, quando improvvisamente la ballerina si voltò verso di lei e la baciò senza darle modo di reagire in nessun modo se non rispondendo con trasporto a quel bacio che aveva sognato per tanto tempo, quello che avvenne dopo fu la naturale conseguenza di due anni di continuo avvicinarsi.

La mattina dopo Naya si svegliò coperta solo da un lenzuolo e soprattutto sola. Si sentì abbandonata e impaurita. Aveva paura di averla persa, aveva paura che si fosse pentita, aveva paura di tante cose. Si precipitò nella camera di Heather e la trovò seduta a gambe incrociate che guardava fuori dalla finestra. Non si voltò quando Naya entrò nella stanza. E Naya si fece prendere dal panico. Non sapeva cosa le stesse passando nella testa, non sapeva cosa l'avesse spinta a baciarla la notte precedente e non sapeva cosa dovesse dirle per non farla scappare. Sapeva solo che l'idea di perderla non poteva nemmeno essere contemplata. Non poteva immaginare di vivere senza averla al suo fianco, in un modo o nell'altro. Le sarebbe bastato non perdere la sua amicizia anche se quello che aveva provato la notte prima passando le sue mani su quella pelle candida non poteva certo essere ignorato.

Allora le si avvicinò piano sentendola sobbalzare quando le accarezzò il braccio. E, invece di dirle quello che avrebbe voluto davvero, si limitò a scherzare e a descrivere la notte prima come una semplice serata di divertimento. In fondo Heather era fidanzata. E stava con Taylor da una vita. Probabilmente si era già pentita di quello che aveva fatto.

Quello fu il punto di inflessione. Da quel momento cambiò tutto.

Heather sembrava sempre la stessa ma, ogni secondo che passava, si allontanava sempre più. Da lei e dagli altri membri del cast. Naya provò, con una mossa disperata, a cercare di ingelosirla frequentando per alcuni, orribili, mesi Matt. Heather era sempre più insofferente e arrivò a litigare con i produttori del telefilm e, alla fine della terza serie semplicemente non rinnovò il contratto per la quarta. Naya provò a parlarle ma senza successo. Semplicemente spiegò che aveva altri progetti.

E poi sparì.

Non aveva più tempo per lei, non aveva più tempo per i suoi vecchi colleghi del cast. E lasciò tutto per dedicarsi all'insegnamento in una famosa scuola di danza di Los Angeles. Non la vedeva da ormai due anni. Sapeva poco di lei, solo che alla fine aveva lasciato Taylor dopo pochi mesi di convivenza.

-Naya? Pianeta terra chiama Rivera!

-Si si, Kevin ci sono!

-“Non riesco a dimenticarti”, Naya! Chi altri può essere? - disse Chris che non aveva intenzione di mollare la presa.

-Non so, uno stalker? - domandò ironica la ragazza.

-Quella rosa ti arriva dal primo anno di glee! Guarda caso da quando conosci Heather! - insistette Kevin.

-E allora? Non vuol dire niente!

-Si, si che vuol dire! Voi due eravate destinate a stare insieme! E dopo New York è quello che sarebbe dovuto succedere se tu non ti fossi comportata da idiota! - sbuffò Chris.

-Certo! Il destino! - scoppiò a ridere Naya.

-Si continua a negare anche l'evidenza! Immagino che è perché l'hai dimenticata che la metà delle volte che bevi troppo finisci a letto con una ragazza bionda e con gli occhi azzurri, vero?

Naya spalancò la bocca indignata e puntò un dito contro Chris che la guardava con aria di sfida.

-Come ti permetti? - domandò infastidita.

-Vuoi dire che non è vero? - la incalzò Chris.

-Si ma è solo la metà delle volte! Non mi sembra tanto è solo una coincidenza!

-Naya l'altra metà non finisci a casa di una sconosciuta bionda solo perché io e Kevin te lo impediamo!

La ragazza sbuffò infastidita.

-Va bene, va bene! Ho capito! Le ho mandato l'invito alla festa – borbottò.

I due ragazzi sorrisero. Se il destino fosse stato dalla loro parte quella sera si sarebbero riviste e le cose sarebbero andate come dovevano.

 

 

 

 

Naya si trascinò verso la porta sperando che, chiunque fosse li fuori avesse una buona ragione per essere li all'alba a suonare il suo campanello. Si massaggiò le tempie cercando di farsi passare il terribile mal di testa che la stava divorando e poi aprì la porta con un sospiro sconsolato.

-Kevin! Che diavolo ci fai qui all'alba?

-Ma quale alba! Sono quasi le tre del pomeriggio! Sei troppo vecchia per bere come hai fatto alla tua festa ieri!

Naya guardò confusa l'orologio dirigendosi in cucina e mangiando qualcosa al volo per poter prendere un paio di pastiglie contro il mal di testa.

-Andiamo, ti concedo mezz'ora, poi arriva Chris a prenderci e usciamo!

-Non ho intenzione di andare da nessuna parte!

-Oh si che lo farai! Abbiamo deciso che andiamo a cercare Heather!

Naya quasi i soffocò con il caffè che stava sorseggiando. Tossì mentre spalancava gli occhi come piatti e contemporaneamente cercava di parlare. Kevin attese pazientemente che passasse la crisi.

-No! - riuscì a urlare alla fine la donna.

-Si!

-Non ci penso nemmeno!

-Invece verrai con noi!

-Perché?

-Perché le devi parlare! Ieri sei quasi saltata addosso a quella povera cameriera!

-Era carina, non ha niente a che fare con Heather!

Kevin la guardò malissimo.

-Certo, per questo quando ti ho accompagnata a casa mi chiedevi, cito testualmente: “perché non mi lasci con Hemo?”

-Non l'ho mai detto!

-Si che l'hai fatto! Vestiti! Dopo esserti fatta una doccia magari!

-Non voglio!

-Smetti di fare i capricci! Devi parlare con lei! E non è una richiesta!

-Siete voi due che mi parlate sempre di destino! Sono due anni che non ci vediamo! L'abbiamo invitata a qualunque festa, sono stata in milioni di locali! Non l'ho mai nemmeno incrociata nemmeno per sbaglio! E se volesse vedermi perché non è venuta alla festa nemmeno ieri?

-A volte il destino ha bisogno di una mano! Andiamo.

 

Naya uscì dall'appartamento con degli enormi occhiali da sole che avrebbero impedito al sole di Los Angeles di penetrare direttamente dentro il suo cervello che ancora non si era ripreso del tutto dalla notte precedente. Si sedette pesantemente nel sedile posteriore senza nemmeno salutare Chris che sollevò gli occhi al cielo infastidito borbottando qualcosa sul fatto che fosse un'ingrata che non apprezzava i loro sforzi. Kevin gli sorrise mentre gli posava una mano sul ginocchio riuscendo, almeno in parte, a calmarlo. Il viaggio verso la scuola di danza fu rapido e silenzioso. A ogni metro Naya sentiva il cuore che batteva sempre più forte. Uscì dalla macchina solo quando Kevin le aprì o sportello e la trascinò fuori promettendole che non si sarebbe mai staccato dal suo fianco.

Entrarono in un ampio atrio e si diressero verso una giovane impiegata che scattò sull'attenti appena li vide e salutò gentilmente.

-Stiamo cercando Heather Morris – disse rapidamente Kevin con il suo sorriso più luminoso.

-Mi dispiace. La signorina Morris, non è qui.

-Non ha lezioni oggi?

-No, la signorina Morris si trova a New York per una serie di lezioni speciali all'Ailey school. Ha avuto un invito per una settimana e, naturalmente, ha accettato. Ma non preoccupatevi perché …

-Grazie mille per l'informazione, adesso scappiamo.

Kevin trascinò fuori una spaesata Naya e la caricò di nuovo in macchina.

-Cos'è successo? - domandò Chris vedendoli arrivare in così poco tempo.

-Il vostro dannato destino non sembra essere d'accordo con voi! - esclamò Naya semi sdraiata sul sedile posteriore.

-Cosa?

-Andiamo all'aeroporto! - esclamò Kevin.

-Cosa? - chiesero, questa volta in coro gli altri due.

-Il destino vuole che vi rivediate a New York! Come fate a non leggere i segnali? - esclamò Kevin con entusiasmo.

-E cosa dovremmo fare all'aeroporto?

-Prendere il primo volo per New York! Fate silenzio che chiamo per prenotare!

 

 

Arrivarono a New York che era notte fonda. Passarono la notte in uno degli hotel della quinta strada sopportando le lamentele di Naya che era stata costretta a partire senza valigia e aveva insistito per comprarne una, e riempirla di vestiti, appena sbarcati. Finalmente, la mattina dopo, fermarono un taxi e si diressero verso la Ailey. Entrarono rapidamente e si trovarono di fronte un giovane in giacca e cravatta che sorrise gentilmente.

-Vorremmo sapere quando possiamo trovare Heather Morris – disse immediatamente Kevin.

-Mi dispiace. La signorina Morris era ospite della nostra scuola sino a ieri.

-Come? - domandò Chris mentre con la coda dell'occhio vedeva Naya che si passava stancamente la mano tra i capelli.

-Si, è stata ospite della nostra scuola per una serie di lezioni speciali ma l'ultima era ieri. E, se posso permettermi un commento poco professionale, la signorina Morris è stata spettacolare. E' una magnifica insegnante.

-E sai dove possiamo trovarla? - domandò di nuovo Chris.

-La signorina Morris è ospite presso l'hotel The Mark, vicino al Central Park. Ma credo che...

-Grazie mille! Non so come ringraziarti.

I tre uscirono infilandosi nel primo taxi libero mentre Naya si lamentava del fatto che evidentemente il destino non era proprio d'accordo con loro. E che forse dovevano arrendersi all'evidenza. I segnali erano inequivocabili. Kevin insistette sul fatto che, solo perché c'erano state un paio di minuscole difficoltà non si potevano arrendere così facilmente. Naya semplicemente gli rivolse un'occhiataccia ma sospirò mentre entravano nella lussuosa hall dell'hotel. Immediatamente si diressero verso un elegantissimo concierge che sorrise amabilmente.

-Stiamo cercando Heather Morris, vorremmo sapere in che abitazione si trova. - disse Kevin.

-Mi spiace signori ma non sono autorizzato a rivelare tali informazioni.

-Si, lo sappiamo! Ma vede, è un'emergenza. Senta, possiamo fare così, noi ci sediamo lì e lei la chiama. Siamo suoi amici.

L'uomo li guardò per un attimo prima di sospirare.

-Si signori, so chi siete. Mi spiace ma non posso dirvi in che abitazione si trova anche perché la signorina Morris ha lasciato l'hotel questa mattina.

-E quando torna? - chiese speranzoso Chris.

-Stamattina ho chiamato un taxi per lei. Doveva portarla all'aeroporto. Credo che sia tornata a Los Angeles.- l'uomo guardò la reazione dei tre che aveva davanti a lui e aggiunse semplicemente - Mi dispiace.

 

 

Quando l'aereo atterrò a Los Angeles nessuno dei tre aveva idea non solo di che ore, ma nemmeno di che giorno fosse. Tra cambio di fuso orario e viaggio l'unica cosa che potevano notare era l'evidenza cioè che era ancora giorno. Kevin non si dava per vinto e insisteva sul fatto che naturalmente il destino stava tramando qualcosa. Chris pensava che forse poteva trovare del sonnifero da versare nel bicchiere del suo ragazzo per cercare di farlo stare zitto e fermo. Naya semplicemente iniziava a credere di avere bisogno di nuovi amici.

Kevin salì sulla macchina che avevano lasciato nel parcheggio dell'aeroporto e mise in moto infilandosi nel traffico, non particolarmente caotico, di quel pomeriggio. All'inizio nessuno parlava poi Naya si riscosse dal torpore rapidamente quando si accorse, guardando fuori dal finestrino, che non si stavano dirigendo verso il loro quartiere.

-Dove stiamo andando? - domandò curiosa.

-Che domande! - rispose con fare ovvio Kevin.

-No! Basta! Portami a casa oppure ti giuro che scendo da questa dannata macchina in corsa e prendo un taxi!

-Ti prego Nay! Un solo ultimo tentativo! - pregò il ragazzo.

-Abbiamo attraversato gli Stati Uniti e non ha funzionato! Voglio solo dormire!

-Ti prometto che, se nemmeno questo funziona, lascio perdere e mi arrendo all'evidenza! - esclamò Kevin.

Naya sbuffò ma era troppo stanca per opporre vera resistenza.

-E credi che sia a casa sua?

-Immagino che sia stanca dopo il viaggio a New York! La troveremo di sicuro!

La ragazza si lasciò cadere di nuovo sul sedile aspettando di arrivare a destinazione. Kevin accostò la macchina e scese andando ad aprire lo sportello per Naya che lo guardò stancamente prima di chiedergli.

-L'ultimo tentativo, me lo prometti?

-Certo! Ma sento che questa è la volta buona!

Il ragazzo aveva un luminoso sorriso mentre l'accompagnava lungo il marciapiede e imboccava il vialetto d'ingresso di quella casa. Il sorriso gli morì sulle labbra appena svoltò l'angolo per accorgersi di un grande cartello in legno di una delle più famose agenzie immobiliari di Los Angeles che faceva bella mostra di se nel prato. Naya si fermò di colpo e sollevò la testa. Quella casa era evidentemente vuota. Le finestre erano chiuse, Heather doveva essersi trasferita.

-Nay, magari se andiamo nell'accademia dove insegna …

Ma la ragazza semplicemente sollevò la mano per farlo smettere di parlare. Kevin chiuse automaticamente la bocca mentre la stanchezza degli ultimi tre giorni sembrava essergli calata tutta insieme sulle spalle. Maledetto destino.

-Solo, per favore, portatemi a casa.

Il ragazzo la seguì verso la macchina e quando si sedette incrociò lo sguardo di Chris che, accortosi dell'atmosfera poco allegra, non fece domande ma semplicemente accese la macchina e si diresse verso casa in completo silenzio.

Fu allora che il cellulare di Naya squillò. La donna lo prese distrattamente e rispose senza nemmeno controllare chi la stesse chiamando.

-Dove sei, Naya?

Naya scattò spalancando gli occhi, riconoscendo immediatamente quella voce.

-Dove sei tu! - rispose attirando l'attenzione dei due ragazzi.

-A casa tua! Volevo farti una sorpresa e invece non ti ho trovata!

-Pensavo che fossi ancora a Parigi! Quando sei tornata?

-Ieri! Ho fatto scalo a New York per prendere Lea e adesso siamo qui!

-Incredibile, anche io, Kevin e Chris eravamo a New York ieri!

-Davvero? Cosa stavate facendo?

-E' una storia lunga Dianna. Ti direi che te la racconto quando ci vediamo ma, sinceramente vorrei solo non pensarci più. - disse lanciando un'occhiata eloquente a Kevin che abbassò la testa.

Il ragazzo doveva ammettere che avevano fatto di tutto ma niente era servito e sicuramente Naya non avrebbe voluto continuare. E forse aveva ragione. Del resto il destino era stato abbastanza chiaro. L'unica cosa che poteva fare era aiutare l'amica a dimenticarla. Si riscosse dai suoi pensieri quando si accorse che Naya aveva salutato Dianna e che si stava rivolgendo a loro.

-Domani cena con Dianna, Lea e Cory. Poi si va nel nuovo locale che ha aperto Mark, non so nemmeno come si chiama!

-Potremmo provare a chiamare anche He …

-No! - Naya bloccò in modo quasi violento la frase di Chris – Vi prego basta! Sono stati tre giorni assurdi e completamente surreali e credo di averne avuto abbastanza. Vi chiedo solo due cose, smettetela di parlarmi di lei e di quanto siamo unite da non so quale magico filo del destino e, soprattutto, domani notte, quando avrò bevuto troppo, impeditemi di finire nel letto di una sconosciuta bionda!

 

 

 

 

 

La prima cosa che vide Naya quella mattina, appena aprì gli occhi, fu il soffitto di quella che, evidentemente, era la sua camera da letto. La prima cosa che sentì fu, invece, uno strepitoso mal di testa che la costrinse a chiudere gli occhi con forza. Ma fu solo quando provò a muoversi che si accorse di avere un problema ben più grave. Aprì di nuovo e lentamente gli occhi per puntarli piano, visto che ogni movimento brusco le procurava una stilettata dritta nel cervello, verso il suo petto. Merda, fu naturalmente il suo primo pensiero coerente di quella mattina. Decise di chiudere gli occhi per cercare di fare mente locale e ricordarsi cosa diavolo fosse successo la notte prima.

Lei sapeva che non sarebbe dovuta andare nel nuovo locale di Mark, di cui continuava ad ignorare il nome, almeno non nello stato psicologico nel quale si trovava e non con amici che avevano una particolare predisposizione per il rum.

Sapeva che, dopo un paio di bicchieri avrebbe iniziato a vedere Heather in praticamente qualunque bionda che le fosse passata accanto. Per questo aveva supplicato a lungo Kevin e Chris perché non la lasciassero sola e le impedissero di fare qualcosa di cui, la mattina dopo, si sarebbe pentita. Di nuovo, in meno di due giorni, si trovò a pensare che, probabilmente, aveva bisogno di nuovi amici, anche considerando il fatto che, quelli vecchi, li avrebbe uccisi lei con le sue mani appena si fosse liberata di chiunque fosse la persona che dormiva placidamente utilizzandola come cuscino.

La cosa più grave di tutta quella situazione era naturalmente il fatto che si trovasse a casa sua. Non le era mai successo. Solitamente si svegliava in letti sconosciuti per accorgersi che, la bionda che le aveva ricordato così tanto la donna che tormentava i suoi sogni, in realtà non poteva nemmeno essere comparata con lei. A quel punto si alzava silenziosamente e si vestiva per tornare a casa e farsi una lunga doccia.

Ma quella volta era diverso. Si trovava a casa sua e avrebbe dovuto fare conversazione con la ragazza perché non le sembrava educato sbatterla fuori a calci dopo quello che era successo la notte prima.

Di nuovo si trovò a pensare al perché Kevin non le avesse impedito di fare quell'ennesimo errore. Poi ebbe un flash della notte prima e spalancò di colpo gli occhi fissando il soffitto bianco ma senza avere il coraggio di abbassare la testa per avere la conferma di quello che sospettava. Si ricordava chiaramente di Dianna che ballava al suo fianco e poi le sussurrava qualcosa all'orecchio facendola rabbrividire. Non ricordava cosa le avesse detto. Abbassò lentamente gli occhi pregando chiunque fosse in ascolto che la ragazza con cui aveva passato la notte non fosse davvero Dianna perché quello sarebbe stato davvero imbarazzante.

Così si concentrò sulla nuca e sulla massa scomposta di capelli biodi della ragazza che riposava su di se. Tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che, evidentemente, non era Dianna. Quella non era la sua tonalità di biondo. Tirò un sospiro di sollievo e si concentrò su quella figura. Riusciva a vedere solo le spalle candide ed i capelli e non poté evitare di deglutire rumorosamente perché quella donna assomigliava davvero ad Heather. Aveva i suoi capelli lunghi, le sue spalle ben definite, la stessa tonalità di pelle, così bianca.

Fu allora che sentì le labbra della ragazza che si posavano sulla sua pelle. Fu esattamente come una scossa elettrica. Sentì che quel contatto le aveva causato un brivido che l'aveva scossa.

Deglutì di nuovo prendendo un rumoroso respiro e richiudendo gli occhi.

Le labbra si mossero di qualche centimetro verso il basso e si chiusero di nuovo sulla sua pelle. Naya strinse i denti, forse, se avesse mantenuto gli occhi ben chiusi avrebbe potuto convincersi che, quelle labbra, fossero davvero quelle di Heather. Del resto non l'aveva ancora vista in volto e le sensazioni che scatenava sul suo corpo erano incredibilmente simili a quelle che aveva provato quella famosa notte a New York ormai secoli prima. E lei aveva passato gli ultimi anni cercando disperatamente di riprovare le stesse cose.

Sentiva la sua pelle incresparsi e il cuore battere con forza. Provò a respirare profondamente un paio di volte mentre sentiva il respiro caldo dell'altra ragazza che continuava a scendere. Strinse ancora con più forza gli occhi e pensò ad Heather, voleva che fosse lei, lo voleva con ogni fibra del suo corpo. Poteva fingere ma non sarebbe stato giusto. Quando sentì un lieve morso nella pelle delicata dell'ombelico riaprì gli occhi e posò una mano sulle spalle della ragazza.

-Fermati, ti prego.

La donna obbedì immediatamente, ma non si mosse. Poteva sentire il respiro che percorreva la sua pelle. Dovette lottare con il desiderio di dirle di non ascoltarla e di proseguire a suo piacimento.

-Mi dispiace ma non posso.

Naya continuava a fissare il soffitto aspettando una reazione, probabilmente infastidita. Ma si accorse che non ci sarebbe stata, non ancora almeno. La donna sembrava in attesa.

-Io sono innamorata di una persona.

Si morse il labbro. Come le era venuto in mente di dire quella frase? Non l'ammetteva nemmeno con i suoi amici e adesso eccola li a raccontare a una perfetta sconosciuta che, se tutto fosse andato per il verso giusto, sarebbe uscita da casa sua in meno di mezz'ora per non tornarci mai più, i suoi sentimenti più nascosti. E infatti la sentì irrigidirsi. Chiuse gli occhi aspettando di nuovo una reazione, magari violenta questa volta. Ma non ci fu nemmeno questa volta. La donna sembrava una statua.

-Io non posso perché sarebbe come tradirla.

Naya iniziò a pensare che forse stava esagerando. Tutta quella sincerità iniziava ad essere anche abbastanza imbarazzante. Si passò una mano tra i capelli e ridacchiò nervosamente.

-Si, lo so che questa frase dopo quello che abbiamo fatto ieri notte sembra ridicola!

Si fermò di nuovo aggrottando le sopracciglia, la donna sopra di lei si manteneva immobile e rigida. Non aveva ancora detto una sola parola. E lei invece la stava usando come se fosse una maledetta psicologa a cui raccontare tutte le sue pene.

-Sai, non la vedo da anni. Ma, ogni volta che perdo il controllo, la cerco in altre donne.

Prese un respiro profondo guardando il soffitto e accorgendosi che l'altra sembrava essersi rilassata sul suo corpo. E, a quel punto fu come se si fosse aperta una diga e le parole uscirono senza più controllo.

-Sai, i miei amici mi hanno sempre detto che, io e lei siamo legate dal destino, che ci saremmo incontrate di nuovo per stare insieme lasciando da parte errori e rimorsi. Ma ho passato gli ultimi tre giorni a inseguire lei e il dannato destino lungo tutti gli Stati Uniti! Sono arrivata sino a New York, dove avevo passato la notte più bella della mia vita con lei, per inseguirla e trovarmela di fronte per dirle... ecco non avevo nemmeno pensato a cosa dirle! Che idea ridicola. - fece una pausa asciugandosi una lacrima che le bagnava la guancia e cercando di rimettere in ordine i suoi pensieri – Le avrei detto solo che la amo e che non ce la faccio più a stare senza di lei. Le avrei detto che ho davvero provato a dimenticarla. Ma che, ogni anno, una sola, stupida, rosa mi ricorda di lei. Ed è una cosa ancora più ridicola perché non so nemmeno se è davvero lei a mandarmela!

Naya smise di parlare, non aveva idea di cosa l'avesse spinta a farlo ma si sentiva stranamente bene adesso che l'aveva fatto. Poi sentì le labbra di quella donna che si chiudevano di nuovo sulla sua pelle e chiuse gli occhi inspirando con forza. Sentiva le labbra che risalivano sul suo corpo e voleva trovare la forza per fermarle, ma le sentiva così maledettamente familiari e confortanti.

Quando, dopo un tempo che sembrò infinito, le labbra di quella donna raggiunsero quelle di Naya, lei non riuscì a non rispondere a quel bacio e sentì solo di essere tornata a casa. Aprì gli occhi di colpo trovandosi davanti due occhi azzurri che la fissavano.

-Ti amo anche io, Nay. E sono felice che le rose ti siano piaciute.

 

 

 

 

 

 

Note: in realtà non so bene cosa aggiungere. A parte che non pensavo che mi sarei mai seduta per scrivere una storia Heya. Prometto che sarà la prima e ultima volta!! Grazie a chiunque sia arrivato sino in fondo!

 

 

  
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