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Autore: Rory Gilmore    07/04/2012    12 recensioni
Potrei immaginare benissimo il tuo viso se sapessi l'effetto che mi ha fatto la telefonata di Mikey, quando mi ha detto che Jamia aveva partorito per la seconda volta.
Avresti riso. Ne sono certo.
Ma non di una risata divertita.
Avresti riso per non piangere.
Avresti riso per non urlare al mondo che ti ho di nuovo stravolto la vita.
Avresti riso per non correre da me e lasciare tutto. Anche i tuoi figli e Jamia.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                          A birth of a baby, a death of a dream.

 
Quando ero bambino credevo che le coperte potessero proteggermi da tutti i mostri  nascosti sotto il letto.
Ora, invece, le sento così dannatamente pesanti sulla mia pelle. Come se bruciassero lentamente il mio corpo, mentre io me ne sto qui ad aspettare di diventare un cumulo di cenere grigiastra. 
Grigiastra, sicuramente, come gli occhi di quel bambino che ora starai tenendo in braccio, regalando il tuo sorriso profumato e fiero a chiunque ti chieda se quello sia tuo figlio.
Sì, Frank, è tuo figlio.
Vorrei rispondere io al posto tuo. 
Mi farebbe meno male, se fossi io a pronunciare quelle parole.
Perché finchè sono io a dirlo, posso crogiolarmi nella speranza che sia tutta un'invenzione della mia mente visionaria. Solamente un'illusione della mia paura di perderti, per l'ennesima volta, del tutto.
E non  è che io non sia felice per te, Frank. 
Anzi, il Gerard di una volta, il tuo migliore amico; quello che dovevi riportare a casa in macchina perchè troppo ubriaco per guidare, nonostante tu non avessi ancora la patente; il Gerard con cui, chiusi in camera, fantasticavi sul futuro della vostra band.
E sul futuro di qualcosa di più importante: il vostro amore.
Sì, Frank, quel Gerard sapeva tutto. Sapeva che quando socchiudevi gli occhi e respiravi lentamente stavi pensando al vostro rapporto.
Quel Gerard lo sapeva perché anche lui credeva esattamente nei tuoi stessi sogni.
Quel Gerard, nonostante tutto, sarebbe stato fiero di te, ora. Fiero dei figli che stai crescendo in modo così onorevole. 
Perché avrebbe posto l'amore dinnanzi a tutto il resto: la gelosia, l'egoismo, il cambiamento.
Frank, io credevo che quel Gerard, di cui ora sto narrando, non esistesse più. 
Ma ora mi accorgo che invece c'è. E' presente più che mai. 
E vive. Ma in te, non più in me.
Ed invece questo Gerard? Quello che vive nel presente. Quello che ha vissuto i momenti più brutti del nostro rapporto. Cosa farà? 
Non posso accettare che tu sia felice, anche senza di me, Frank.
E' come se mi chiedessero di scegliere tra te e Bandit.
Preferirei morire..
 
Potrei immaginare benissimo il tuo viso se sapessi l'effetto che mi ha fatto la telefonata di Mikey quando mi ha detto che Jamia aveva partorito per la seconda volta.
Avresti riso. Ne sono certo.
Ma non di una risata divertita.
Avresti riso per non piangere. 
Avresti riso per non urlare al mondo che ti ho di nuovo stravolto la vita. 
Avresti riso per non correre da me e lasciare tutto. Anche i tuoi figli e Jamia.
Sono presuntuoso a pensarla così, vero Frank?
Ma che ci posso fare, ti conosco troppo bene, e questa situazione ci è già capitata mille volte.
Ricordi quando è nata Bandit? 
Io sì.
Con il mio narcisismo acuto, avevo creduto che tu te ne saresti rimasto a casa, e che non ti avrei mai visto oltrepassare il cancello dell'ospedale.
E invece sei stato il primo a portare due boquet di fiori per Lindsay e la bambina.
Dov'è il tuo egoismo, Frank?
Ho bisogno che tu mi auguri di essere infelice con la mia famiglia. Proprio come la mia malvagia coscienza sta iniziando ad augurare a te.
Perché gli unici sentimenti che vedo nei tuoi occhi quando questi ultimi incontrano i miei sono nostalgia, amarezza, delusione e affetto...ma mai odio? 
Quando invece l'unica cosa di cui ho bisogno da parte tua è di vedere un po' di odio nei miei confronti.
Non ci riesci proprio, eh? 
Forse so il motivo. Ma fa troppo male, anche solo pensarlo.
 
Se invece ritorno con la mente al giorno in cui sono nate Lily e Cherry, mi accorgo come io sia stato uno stronzo egoista, in confronto a te.
Non solo mi sono rifiutato di andare a trovare tua moglie, trovando una giustificazione banale, ma non ti ho fatto mai le congratulazioni per le tue bambine. 
Così come non farò con...
Mi viene da ridere, non ho la minima idea di come tu abbia chiamato tuo figlio.
Ci fingiamo migliori amici davanti a tutto il mondo, eppure non sono mai stato così distante da una persona, come lo sono adesso da te.
Alzo le coperte e mi siedo sul letto disfatto.
Lo specchio di fronte a me riproduce l'immagine di un uomo biondo e pallido. 
Ormai è da anni che lo specchio riproduce questa immagine di un non me. E la odio, perché  mi ricorda continuamente che il vecchio Gerard non c'è davvero più in questo corpo.
Con un colpo di rabbia, tiro un pugno aggressivo allo specchio e lo rompo in mille pezzettini.
'Sì, questo Gerard avrà sette anni di disgrazia. Non io, però. Io non sono lui. Io sono un altro.'
Sto dicendo parole senza alcun senso. Lo so. 
Ma la casa è vuota. L'attenzione di tutti, oggi, è rivolta alla famiglia Iero.
Oggi non sono nulla io.
Potrei morire e nessuno se ne accorgerebbe.
Nè Linz. 
Nè Mikey.
Nè mia figlia. 
Nè Ray.
Nè Frank.
In ogni caso, sono certo che Frank non se ne accorgerebbe nemmeno in un giorno qualunque.
 
Le dita sanguinano, ma non importa.
Cerco di non sporcare la camicia. 
Rido. 
Qualche anno fa mi sarebbe piaciuto andare in giro con delle macchie di sangue sulla camicia bianca.
Ma qualche anno fa non c'era questo Gerard.
 
Esco da casa mia, senza nemmeno chiudere a chiave la porta.
Venissero pure a rubarmi tutto. 
 
La carreggiata davanti a me è vuota, forse è un segno del destino. 
Ma che dico? Io non ho mai creduto al destino.
 
L'ospedale puzza dannatamente di farmaci. Questo odore mi manda letteralmente in tilt: i ricordi del periodo in cui prendevo così tanti ansiolitici da vomitare per ore tornano chiari nella mia testa e l'immagine di Frank che mi tiene la fronte in bagno e mi accarezza piano la schiena mi rende ancora più nervoso.
 
Mi riprendo solo quando vedo mia moglie e mia figlia che mi salutano da lontano.
Ma la sensazione di vuoto interiore torna quando incontro gli occhi di Frank, che è esattamente dietro di loro.
Vedo il suo sorriso spegnersi, velocemente quanto la mia voglia di odiarlo.
Mi avvicino lentamente, ma con passo deciso. O così vorrei apparire. In realtà tremo come una foglia d'autunno.
'Gee! Amore! Vieni, vieni a vedere il...' 
Linz si blocca e posso immaginarne il motivo.
Lo sguardo tra me e Frank brucia
Brucia la stanza, brucia le parole, brucia le emozioni.
Mia moglie si avvicina a me, e mi mette una mano sulla spalla.
Io e Frank continuiamo a guardarci imperterriti.
'Amore...tutto okay?'
Non le rispondo.
Che cazzo di domande mi fai, eh Linz?
Frank non ha intenzione di abbassare lo sguardo. Lo so. Lo sento.
E ha tutte le ragioni. 
Quindi sono io il primo a guardare altrove.
'Sì amore è tutto okay. Ho solo bisogno di parlare con Frank.' 
Linz annuisce, so che vorrebbe chiedere altro ma non lo fa. Mi sento sollevato per questo.
 
'Possiamo par...'
'Sì.'
Mi dice di seguirlo dentro una stanza d'ospedale vuota.
Ci sono due letti singoli. 
Mi viene da ridere, ma non lo faccio.
Quante volte abbiamo fatto l'amore su un letto singolo, Frank? 
Ora, invece, questi  due letti assisteranno ad una nostra lite furibonda.
Ed infatti Frank non perde tempo per rinfacciarmi il dolore che gli ho procurato. 
'Potevi anche restartene a casa. Mi sembra ridicolo che tu sia venuto per Miles...'
'bel nome...mi piace.'
'Già. Ho dovuto rompere una promessa, per colpa tua, sai?'
Lo guardo interrogativo.
'Non te la ricordi. Tipico di te.'  Sorride amaramente, poi continua.
'Tanti anni fa, Gee, avevamo promesso che se ci fossero nati due maschi l'avremmo chiamati Frank e Gerard.' 
'Scusa, non lo ricordavo. Ma eravamo due bambini Frank. Non impo...'
Mi lancia uno sguardo furioso.
'Non ti azzardare a continuare. Non provare a dire che non importava, Gerard. Per me era importante tutto ciò che facevamo insieme! Per me eri importante tu!'
Scoppia in un pianto silenzioso.
'Anche per me tu eri...e sei importante, Frank' 
Toglie le mani dal viso e torna a guardarmi, stavolta con un indifferenza tale che mi gela il sangue.
'Ah sì? Ti importava di me quando non sei venuto all'ospedale alla nascita delle mie prime due figlie? Ti importava di me quando non mi hai fatto gli auguri per i miei trent'anni? Ti importava di me quando hai organizzato la festa per Bandit e non mi hai invitato, dicendo agli altri che non sono voluto venire io?' 
'Frank, Frank, Frank! Mi fa male vederti con...Jamia. Mi fa male vedere che siete felici. Pensavo te ne fossi accorto. Ma a quanto pare no. Ora è chiaro il perché?'
'Oh, certo. Ti fa male vedermi felice? Ma ti senti quando parli? Quanto cazzo puoi essere egoista? Dio mio.'
Cerco di avvicinarmi, ma lui mi respinge con un gesto.
'Sì, sono fottutamente egoista quando si tratta di te, Frank.' 
'Io ti amavo Gerard, amavo quello che eri una volta. Sarei stato disposto a creare una famiglia con te. Lo sai bene. Ma tu ti sei fatto prendere dalla notorietà, dai soldi, dall'orgoglio, e hai distrutto tutto quello che di sacro avevamo costruto insieme. Ora non puoi venirmi a fare la paternale sul fatto che io ti appartengo. Io appartenevo al vecchio Gerard. Non a te.' 
Alza la maniglia della porta ma io lo blocco prendendolo per un polso.
'E' proprio questo il punto. Quel Gerard non è morto, Frank. Vive in te. Insegnami ad essere di nuovo ciò che ero, e vedrai che cambierò! Ma ti prego dammi la speranza che potremo tornare insieme.'
Frank abbassa lo sguardo. Si morde il labbro. So che vorrebbe dirmi di sì. 
Mi bacia piano sulle labbra. Mi accarezza il viso.
Tutti gesti che so cosa vogliono dire.
Scuote la testa.
'No, Gerard, lascia che il vecchio te rimanga nei miei ricordi. Lascia che possa addormentarmi ancora con la sua voce che rimbomba nel mio cuore. Non infrangere anche questa tua unica immagine che io amo dannatamente. E' l'unica ragione che mi fa ancora vivere.' 
'E noi? Noi due cosa faremo?'
'Guarda nei tuoi ricordi, Gee, e vedrai che lì staremo insieme per sempre.' 
Chiude la porta alle sue spalle.
Apre la porta ai miei ricordi.
   
 
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