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Autore: giululy    07/04/2012    3 recensioni
Questa FF partecipa al contest 'Migliore One Shot italiana sui 1D" e parla di Lottie,la sorellina di Louis,e di come,con una piccola follia,capirà quanto sia importante per lei suo fratello.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                              BROTHER & SISTER

Cammino svelta,a testa bassa. Il sole mi illumina i lunghi capelli biondi,cerco di non pensare,di concentrarmi solo sul rumore delle scarpe sull’asfalto. Arrivo davanti alla vetrina del salone prima del previsto,mi fermo lì davanti,sforzandomi di sorridere,di sembrare normale. Alzo il mento ed entro,con un enorme sorriso  stampato sul volto,gli occhi color cielo trasmettono allegria,come la mia voce. Mi sembra di indossare una maschera,di recitare. Niente di quello che trasmetto all’esterno è vero,non sono felice,non più,eppure nessuno se ne accorge,nessuno mi conosce abbastanza bene da sapere che sto fingendo. Donnie,la proprietaria mi accoglie allegramente,la sua voce squillante mi rimbomba nelle orecchie:“Lottie,che piacere vederti!” Mi porta verso un lavandino e mi fa sedere “Allora,come li vuoi questa volta?” Domanda,indicando i miei capelli. “Castani,voglio un caschetto castano” Rispondo “Ma sei sicura? Secondo me il tuo colore naturale ti sta molto meglio,e poi sono così belli lunghi…” Ribatte sorpresa. “Sicura”Dico convinta. Riluttante,la parrucchiera si mette a lavoro,lavando i capelli e procedendo all’acconciatura e alla tintura richiesta. Durante queste operazioni cominciano le solite domande,sia da parte di Donnie che delle altre clienti. “Come sta tuo fratello?” “Come procede il tour?” “Ma è vero che parteciperanno a quel programma in radio?” “Mi potresti far fare un autografo,mia figlia è loro grande fan!”
Io rispondo educatamente a tutte,sorridendo,raccontando aneddoti e notizie esclusive,ma dentro di me non vedo l’ora di andarmene,vorrei dire a tutte di lasciarmi in pace,che non voglio parlare di mio fratello,che non esiste solo lui. Ma io sono la sorella di una persona famosa,e devo comportarmi in un certo modo,soprattutto con le fan. Eppure vorrei che,una volta tanto,le persone non parlassero solo di lui,che non mi vedessero solo come sua sorella,ma io ormai sono invisibile,oscurata da lui,dalla sua fama.
Pago e esco velocemente dal negozio,per entrare in quello accanto,un’ottica,dove compro un paio di lenti a contatto verdi,che indosso subito. Quando mi fanno specchiare rimango sbalordita,sono diversa,ma in senso positivo. Mi sento molto più me stessa così,avevo bisogno di un cambiamento,un cambiamento esterno che rispecchiasse i mutamenti avvenuti all’interno di me. Quell’allegria e quella felicità che mi avevano sempre caratterizzato erano state bruscamente sostituite da tristezza,rassegnazione,rabbia e,peggio di tutto,odio. Odio per le persone che avevo sempre amato,e che amo ancora,che erano tutto per me,che mi avevano sempre aiutato e sostenuto.
Chiamo il servizio di taxi e in pochi minuti una macchina nera si accosta accanto a me. “Qual è l’albergo più vicino?” chiedo salendo “Il Briam Hotel” risponde una voce roca e profonda,non riesco a scorgere il viso dell’autista “Mi porti lì”dico,per poi abbandonarmi ai miei pensieri.
La mia famiglia ha preso bene la fama di Louis,per  mamma e papà è una benedizione,sono così orgogliosi del loro unico figlio maschio che quasi lo venerano,hanno riempito la casa di poster,foto,ritagli di giornali e programmi dei tour dei One Direction,la televisione è sempre sintonizzata su di loro e,ogni vola che è possibile,li raggiungono nelle varie tappe dei loro tour. Il mio patrigno,Mark,sta pochissimo in casa e l’unica cosa che è cambiata per lui è che ora dispone di più soldi,il che lo rende incredibilmente felice. Mia sorella Felicite,che ha dieci anni,è diventata molto legata alle cose materiali,non si accontenta mai,chiede a Louis regali su regali,e la cosa peggiore è che lui glieli concede. Su questo fronte non ci fa mancare niente,guadagna molto,quindi ci regala viaggia,giochi,vestiti e tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ma io non voglio queste cose,non mi interessano. Le due gemelline Daisy e Phoebe hanno solo sei anni,sono troppo piccole per capire quello che succede,ma gli piace essere riconosciute per strada.
Il taxi frena bruscamente davanti ad un enorme palazzo su cui lampeggia la scritta “Hotel Briam”. Pago il taxi e entro nell’albergo. Vado dritta alla reception e chiedo se c’è una stanza libera,l’uomo dietro il bancone,un ragazzo sulla ventina,alto e riccio dalla voce gentile e dolce mi risponde di si. Do il nome dei mia madre.Stranamente non fa domande sulla mia età,si limita a chiedere per quanto ho intenzione di rimanere. “Non lo so” rispondo,trattenendo a stento le lacrime. Forse ho preso una decisione affrettata,forse è una cosa troppo estrema,troppo grande per me,ma non ho intensione di tirarmi indietro,non ora.
Una ragazza mi mostra la stanza e mi dice di contattare la reception per qualunque cosa avessi bisogno. Poso il mio zaino,l’unica cosa che mi sono portata dietro,e mi siedo sul letto,accendendo la tv. Ovviamente capito su un canale che trasmette una loro intervista. Ho conosciuto gli altri membri del gruppo,sono tutti simpatici,ho legato soprattutto con Harry,adoro i suoi capelli,i suoi occhi,ma,al contrario di molte ragazze,non sono innamorata né di lui né degli altri,li vedo come gli amici di mio fratello,niente di più.
Spengo la tv,ordino la cena e me la faccio portare in camera,ma non riesco a mangiare niente,così mi metto a letto, sfinita. Finalmente,avvolta nel buio e nel silenzio,piango. Un pianto liberatorio,che fa uscire tutte le lacrime che trattengo da tempo,da troppo tempo. La cosa che mi da più fastidio di tutta questa storia è che quando Louis è diventato famoso,quando tutto è cominciato,nessuno mi ha chiesto se andava bene,nessuno mi ha chiesto se era quello che volevo,nessuno mi ha mai chiesto niente.
Mi sveglio con gli occhi gonfi e la bocca impastata,mangio qualche avanzo della sera prima e accendo nuovamente la televisione,questa volta sul telegiornale,per vedere se i miei genitori si sono già accorti della mia assenza. Rimango sorpresa nel vedere il viso di Louis,che annuncia la mia scomparsa,assicurando che hanno allertato tutte le autorità,che milioni di persone mi stanno cercando. Infine fa un appello, “Lottie,se sei scappata” dice “Torna,per favore,possiamo risolvere tutto,possiamo parlarne,io ci sarò sempre,ti aiuterò sempre,puoi contare su di me”Guardo il suo viso stanco,i suoi occhi,sembra sul punto di scoppiare in lacrime. Probabilmente si è svegliato prestissimo per venire a Londra,visto che stava a Los Angeles,in tour. Ma io non posso tornare,non posso vanificare i miei sforzi proprio adesso,anche se ho una voglia disperata di farlo,di rivederlo.
La giornata passa noiosa e triste,non posso uscire dalla camera e non mi sono portata niente da fare,così dormo,dormo tantissimo,eppure,quando mi sveglio,a mezzanotte passata,sono ancora stanchissima. A svegliarmi sono dei colpi alla porta,forti e ravvicinati. Scendo dal letto e mi trascino fino all’uscio,quando lo apro mi trovo davanti un viso troppo familiare,contornato da una massa spettinata di capelli castani e abbellito da due meravigliosi occhi. Non dice niente,non si muove,io rimango a fissarlo per qualche istante,prima di chiudere la porta e appoggiarmi contro il muro,lungo il quale scivolo fino a trovarmi rannicchiata sul pavimento,con il viso nascosto tra le ginocchia. La porta si apre e entra Louis,il viso è più sereno di qualche attimo fa. Non dice niente,si mette accanto a me e mi abbraccia,sento il mio viso a contatto con il suo petto,le sue braccia muscolose che mi cingono i fianchi,il suo profumo che mi avvolge e non posso fare a meno di piangere,bagnandogli la maglietta. Lo sento vicino,come non lo sentivo da tanto,mi ricordo i momenti passati insieme,tutte le notti in cui,dopo un incubo,andavo a rannicchiarmi accanto a lui,di quanto mi è stato vicino,di tutte le volte che mi ha tirato fuori dai guai,che mi ha difeso. So che non posso chiedergli di smettere di cantare,perché a lui piace,lo rende felice,e anche se a me non piace sono disposta a fare questo sacrificio per lui. Allora perché ho fatto tutto questo? Perché volevo attirare la sua attenzione,lo volevo di nuovo per me,solo per me,anche se per pochi istanti. Il resto era una scusa,una stupida,infantile scusa. Volevo riavere mio fratello,non Louis Tomlinson,la famosa pop star,non Louis Tomlinson,membro degli One Direction,ma Louis Tomlinson,mio fratello.
  
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