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Autore: Mirin    07/04/2012    4 recensioni
«Huh?» sospirò la piccola, girandosi lentamente. Al suono di quella voce le lacrime si affievolirono: non era confortevole come quella della sua mamma quando faceva un brutto sogno ma era molto rassicurante anche se infantile quasi quanto lei. Percepì improvvisamente di non essere più picchiettata dalle gocce di pioggia e non riusciva a capire il perché fino a quando non scorse il viso del piccolo Shikamaru, un po’ preoccupato che la guardava con quegli occhioni tanto diversi dai suoi. Le rammentava il cervo di pezza che Shikaku-san le aveva regalato per il suo compleanno, quel peluche dall’aria tanto dolce. Stringeva nella piccola mano un ombrello rosso come quello dei grandi, tenendolo sospeso sulla testa di entrambi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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As we saw oh this light
I swear you, emerge blinking into
To tell me it’s alright
As we soar walls,
Every siren is a symphony
And every tear’s a waterfall
Is a waterfall
[Every Teardrop is a Waterfall - Coldplay]

Umbrella
La tempesta infuriava nel bosco dove Ino era andata a nascondersi. Il cielo era così scuro che la biondina faceva fatica a guardare a una spanna dal proprio naso. Le mani nivee sembravano brillare nel buio ma delle stelle e della luna non si vedevano tracce, le ombre le aveva malignamente inghiottite facendo rigare di lacrime le guancie della piccola Ino. Ai bambini non piace il buio, specialmente se non sono nel loro caldo letto, quando il sorriso bonario del proprio padre sembra galleggiare nel buio, ed egli acconsente alla richiesta di imprimere loro un bacio sulla fronte e lascia la porta socchiusa in modo che la luce filtri nella stanza e li protegga dall’uomo nero. Ma adesso Ino era in mezzo ad una foresta sconosciuta, non sapeva dove fosse l’uscita e arrancava spaventata fra gli alberi scuri e minacciosi che la sovrastavano. Appena pochi minuti prima aveva deciso di tornare a casa perché il cielo era diventato davvero tanto, tanto torbido ma il temporale l’aveva sorpresa e cancellato le tracce dei suoi piccoli piedini.
I grandi si sarebbero preoccupati tantissimo se non l’avessero trovata e poi se il cattivo uomo nero l’avesse vista e avesse deciso di farle male adesso che il suo papà forte* non c’era? Prese a tremare al solo pensiero.
«Devo ritrovare la strada di casa» si disse, asciugandosi le lacrime con la manina paffuta «m-ma… io…» 
«Ino-chan?»
«Huh?» sospirò la piccola, girandosi lentamente. Al suono di quella voce le lacrime si affievolirono: non era confortevole come quella della sua mamma quando faceva un brutto sogno ma era molto rassicurante anche se infantile quasi quanto lei. Percepì improvvisamente di non essere più picchiettata dalle gocce di pioggia e non riusciva a capire il perché fino a quando non scorse il viso del piccolo Shikamaru, un po’ preoccupato che la guardava con quegli occhioni tanto diversi dai suoi. Le rammentava il cervo di pezza che Shikaku-san le aveva regalato per il suo compleanno, quel peluche dall’aria tanto dolce. Stringeva nella piccola mano un ombrello rosso come quello dei  grandi, tenendolo sospeso sulla testa di entrambi. Doveva pesare molto perché la mano di Shikamaru tremava nello sforzo di reggerlo.
«Shika-kuuun!» gridò Ino, catapultandosi fra le sue braccia.
 
Clip
Shikamaru era sempre stato un ragazzo strano a detta di Ino: troppo scontroso, troppo maschilista, troppo poco carino e troppo disinteressato a lei. Non che a lei interessasse Shikamaru. E poi perché le persone le facevano quella stupida domanda del cavolo: “Ma cosa pensi tu di Nara?”? Che diavolo doveva pensare di un pelandrone che guardava le nuvole tutto il giorno senza trovare mai un’occupazione più utile?! E il fatto che si scaldava tanto quando il discorso andava a cadere sul suo compagno di squadra non significava nulla. A lei piaceva Sasuke. Aveva rotto l’amicizia con Sakura per vincere senza ostacoli la lotta a Sasuke. A lei piaceva Sasuke, non Shikamaru. Questo doveva essere ben chiaro a tutti, no? Insomma, il fatto che fino ad un attimo prima si era sgolata incitando Shikamaru non significava nulla. Era uno dei suoi migliori amici. E poi, appena era arrivato Sasuke, ha urlato per lui più di quanto avesse fatto per Shikamaru. Questo era un dato inoppugnabile. Ma poi, si è addormentata senza capire più nulla.
«Shikamaru?» tenta incerta, avvicinandosi di qualche passo. Era ancora rintronata, in fondo da poco il maestro Asuma ha annullato il genjutsu cha aveva costretto lei e Chouji  a dormire e poi lei è davvero preoccupata per Shikamaru che era sfuggito per un soffio ad una masnada di nemici a cui aveva cercato di tendere un’imboscata.
Lui alza gli occhi su di lei. Non sembra ferito e nemmeno reca qualche taglio ma Ino ha paura che non si senta troppo bene. E’ molto pallido ed il suo sguardo sembra attraversarla come fosse trasparente. Per un attimo Ino crede addirittura che la sua presenza gli dia fastidio, visto come aveva serrato i pugni nelle tasche quando l’aveva vista ma la ragazza capisce il perché dalle ciglia –quanto erano lunghe?- leggermente umide. Ino si sente avvampare e inizia a guardare dovunque tranne che nella sua direzione. Poi lui si alza e si avvia verso la porta spiandola con la coda dell’occhio, senza catturare lo sguardo di Ino: lei continua a fingersi sprezzante. Ma Shikamaru è sicuro che, prima di uscire, Ino gli abbia sfiorato con il braccio la mano sinistra che teneva in tasta, con un gesto completamente intenzionale.

Pullover
«Se n’è scatenata una brutta» fu il commento di Shikamaru mentre spiava fuori dalle tende. Il cielo era grigio di pioggia, sembrava essere funereo e decisamente accanito a distruggere le piantine di fragole che sua madre aveva piantato con molta ostinazione.
«Si saranno rovinate tutte, povere piccole bambine» stava appunto dicendo la donna, sospirando e Shikamaru si sentì irritato: non si preoccupava per suo figlio che era rientrato fradicio ma per quelle stupide erbacce infruttifere che avevano bisogno di una spruzzatina d’acqua. La luce in casa tremolava e la visibilità era talmente scarsa che il rampollo udì il proprio padre imprecare contro lo spigolo di un tavolo che il suo mignolo aveva urtato, provocandogli un dolore insopportabile. All’improvviso una saetta illuminò completamente il cielo estivo, squarciando l’aria immobile e Shikamaru avvertì il suo respiro venire meno per la paura improvvisa fino a quando la madre non rise.  Avvertì un calore insopportabile attorno al collo e sulle guance, maledisse sua madre e tornò in salotto a sdraiarsi comodo sul divano, le braccia muscolose ripiegate dietro la testa, lasciando che le sue amiche ombre gli concilino il sonno ristoratore che si merita –anche se dal mattino non ha mosso un dito-.
Un improvviso battere alla porta lo costrinse ad aprire un occhio con un espressione così ostile che sembrava fosse stato di fronte ad una banda di nemici armati fino ai denti. Con un mugugno contro la mancanza di quiete nel mondo ed un insulto alla propria mancanza di pace andò ad aprire, sollecitato dalle amorevoli urla di Yoshino.
Ecco, sua madre era una seccatura. Ma anche la ragazza che era fuori la sua porta non era meglio.
Molto probabilmente perché avevano quasi –per fortuna solo quasi- lo stesso nome.
Se ne stava piegata in due, i vestiti praticamente appiccicati addosso, la coda dorata sfatta, sparsa sul viso e sulle spalle esili, gli occhi stretti contro le raffiche di vento e le labbra rosee aperte per riprendere fiato.
Shikamaru lasciò che il suo viso rimanesse neutro nonostante dentro di sé si sentisse praticamente morire.
Ino ansimò altre due o tre volte poi parve accorgersi che il ragazzo la osservava con il solito sopracciglio inarcato.
«Mi fai entrare o no, che io qui sto tipo congelando?!» chiese a denti stretti, troppo impegnata a recuperare il respiro per tirargli un calcio nelle zone che lo definivano uomo.
«Prova ad essere più gentile, Yamanaka»
«Se non stai zitto, giuro che ti faccio diventare Shikako e non Shikamaru.»
Un veloce scalpiccio di passi che indietreggiavano impauriti e Ino si affacciò alla porta della cucina Nara con un largo sorriso melenso verso Yoshino che subito, impensierita, le domandò perché fosse stata così tanto tempo fuori con quella tempesta. Molto probabilmente, riflettè Shikamaru, sua madre si preoccupava anche più dei cuscini che di lui
«Dovevo portare d’urgenza questo a Shikaku-san» si giustificò, facendo un cenno civettuolo al padrone di casa appena entrato «e all’idiota.»
Sentendosi completamente de-virilizzato e inutile, Shikamaru fece per prendere il rotolo che Ino aveva posato sul tavolo, prima di sobbalzare quando la udì starnutire.
«Vai a vedere che ti sei presa un malanno» borbottò, sorprendendo la madre ed il padre «muoviti, vieni.»
Ino, sconcertata, si lasciò trascinare per un polso in bagno, inciampando nei propri piedi più volte per la velocità con cui si muoveva il Nara, dove Shikamaru le passò un asciugacapelli e le annunciò di andare a pescare una maglietta per la ragazza.
«Grazie» mormorò meravigliata, accendendo il phon, «è strano vederti all’opera.»
«La prossima volta evita di chiamare “idiota” chi si preoccupa per te» le rispose il ragazzo dalla camera accanto.
Ino ne fu ancora più sbalordita: misogino-Nara aveva appena ammesso di preoccuparsi per lei? E poi perché le faceva così piacere?
«Sai, sono più lunghi di prima» constatò Shikamaru dalla sua destra. Teneva la braccia incrociate al petto, appoggiato contro l’uscio ed Ino pensò illogicamente al Sasuke di tempo prima: non c’era confronto. Ma Ino aveva paura di ammettere chi dei due fosse più bello.
«I capelli» chiarì Shikamaru, notando la sua espressione vacua ma non interpretandone il significato, «sono più lunghi di quando li tagliasti.»
«A-ah… pensi?» chiese, cercando di mantenere un tono lezioso nonostante la confusione. Da quando in qua Shikamaru Nara le faceva battere il cuore così forte?
«Forse è un’impressione» mentì Shikamaru. Passarono diversi minuti d’imbarazzo dove Ino asciugava minuziosamente la chioma bionda e Shikamaru la studiava, turbandola ancora di più. I suoi occhi antracite sembravano brillare nel buio.
«Hai intenzione di partecipare al nuovo torneo della selezione dei chuunin?» domandò «Con gli allenamenti di Tsunade-sama avrai qualche possibilità in più di vincere, no?»
«E tu che ne sai, scusa?» rise, ilare «Si stanno allenando tutti i ragazzi di Konoha, non è solo una mia esclusiva. E poi anche Sakura si esercita con me anzi, forse è anche più brava.»
«Siamo pessimiste, eh?»
«Realiste. E tu poi devi organizzarlo con Temari» pronunciò inconsapevolmente quel nome con disprezzo «adesso però dammi la maglia.»
Shikamaru gliela porse con un’espressione un po’ corrucciata: la vedeva ormai così di rado che erano passati mesi dall’ultima loro chiacchierata seria.
«E dovresti uscire» gli ricordò, con un’occhiata eloquente, facendolo  arrossire. Le sue dita toccarono la stoffa morbida del maglioncino che le aveva prestato. Era color carbone e recava lo stemma dei Nara sulla spalla sinistra. Aveva un profumo muschiato davvero buono. Inconsapevolmente lo strinse forte vicino al viso,  massaggiandosi amorevolmente le guance con esso. Dopo alcuni secondi si risvegliò dalla trance in cui era caduta, urlando. Shikamaru imprecò, precipitandosi in bagno dove, illogicamente, Ino attuò la propria minaccia facendo strillare di dolore anche lui.
Al piano di sotto, Shikaku e Yoshino si scambiarono un sorriso sotto i baffi: la storia si ripete.

Sheets
Shikamaru Nara non puo’  dormire perché il suo bambino urla, strilla e si agita, facendogli scoppiare la testa. Quella notte era diversa però, perché aveva il bisogno fisico e mentale di riposare dopo essere ritornato da una missione di livello S durata due mesi. Il suo sonno è dolce come il paradiso e non riesce a capire perché Inoku avesse deciso di non fare il diavolo a quattro quella notte. Apre gli occhi e nota che, al suo fianco, la moglie tiene stretto al petto uno scricciolo biondo, coperto dai capelli dorati.

L'angolo delle rose blue:
Sarebbe dovute essere quattro drabble invece sono due flash, una piccola one-shot ed una sola drabble che non penso si capisca tanto bene. Sarebbero dovute essere carine perchè ispirate da immagini stupende ma non lo sono.
La canzone all'inizio non c'entra un tubo ma questa diciamo... raccolta, è dedicata al mio migliore amico che ha speso tutti i soldi della ricarica che si era appena fatto per suonarmi tutto il suo repertorio dei Coldplay con la chitarra e cantandomi "Every teardrop is a waterfall" per tirarmi su di morale in una situazione praticamente più che nera e facendomi tornare bianca.
I momenti che ho trattato in questa... raccolta non sono scelti a caso. Ho voluto utilizzare appunto determinate situazioni perchè le ho viste diciamo sottovalutate da molte scrittirci e che invece mi hanno incuriosito molto come per esempio il ritorno di Shikamaru dalla foresta durante l'inseguimento di Gaara oppure una fase di stallo del manga come l'allenamento di Naruto di cui si è parlato molto poco; si parla quasi sempre della morte di Asuma e questi momenti incentrati proprio sul Team 10 ed io non capisco il motivo: sì, è bellissimo fare un'introspezione (ovviamente decente) su questi momenti molto ShikaIno ma alla fine abbiamo sempre gli stessi elementi ed alla lunga diventa noioso, almeno per me. Spero di essermi destreggiata abbastanza bene con queste situazioni strane, ecco. xD La frase di Ino in "Pullover" è stata scritta apposta in modo non molto corretta per mettere in evidenza il fatto che sono ancora bambini, difatti lei ha appena iniziato ad allenarsi con Tsunade e quindi ha ancora 12/13 anni.
Grazie ai lettori e amore eterno ai recensori.
*= velato (?) riferimento alla FF di eleanor89 "cosa provo per lui?" che potete trovare fra la categoria "Scelte" di questa sezione.
Kiss,
Ladie.
   
 
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