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Autore: johngreen    08/04/2012    2 recensioni
Prendo il coltello e lo avvicino al polso sinistro. Guardo i vecchi tagli. Alcuni erano già guariti, altri stavano scomparendo, altri ancora si vedono benissimo. Aggiungerò nuove cicatrici alla mia bellissima collezione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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faith.
Il pavimento è gelato e a rendere la sensazione di freddo più forte in me
è la brezza che viene dalla finestra spalancata.
Il coltello è accanto a me,
ma le mie mani sono chiuse in un pugno.
Appoggio la fronte contro di esse e respiro profondamente.
Il rumore dei camion e le voci della gente che grida nel pieno della notte
irrompono nel silenzio del mio appartamento.
I fantasmi iniziano a chiacchierare sottovoce, a guardarmi, a giudicarmi.
Mi giudicano per quello che sono,
per quello che sto per fare e per quello che sto per diventare.
Una creatura di solo dolore,
creata dalle parole della gente che mi odiava.
Creata dalle risate dei miei compagni di classe
che scaturivano ogni volta che passavo in corridoio.
Rivedo i loro visi, i loro sguardi scaltri e cattivi.
Le parole taglienti che hanno ferito più di tutti i coltelli che hanno mai toccato i miei polsi.
Appare sul muro bianco di fronte a me l'immagine di mio padre.
Le sue urla, le sue mani egoiste che facevano male a mia madre.
Le notti in cui avrei voluto fermarlo, ma non potevo.
Ero una bambina.
E' iniziato tutto per caso.
La prima volta volevo solo provare, e adesso è un'abitudine.
La pancia inizia a brontolarmi. Ho fame.
Da quant'è che non mangio? Ore? Giorni?
Prendo il coltello e lo avvicino al polso sinistro.
Guardo i vecchi tagli.
Alcuni erano già guariti, altri stavano scomparendo, altri ancora si vedono benissimo.
Aggiungerò nuove cicatrici alla mia bellissima collezione.

Il sangue inizia a sgorgare subito e cade sulle piastrelle fredde.
Il pavimento si lamenta.
Le quattro mura piangono per la disperazione.
Ma solo io posso sentirle, perchè loro mi vogliono portare con loro.
Nel loro oblio.
E io le seguirò.
Senza paura.
Anche se farà male, non potrà urtarmi più di rimanere qui a sanguinare.
Da sola.

Tic, toc.
Tic, toc.

L'orologio segna le 3:00.
Sento una melodia.
Mi giro velocemente per vedere che la radio si è accesa da sola.
"I'm losing myself trying to compete with everyone else".
Una domanda mi salta in mente:
ne vale la pena?
Loro si meritano il mio sangue?
Loro non valgono la mia paura.
Non valgono la mia rabbia.
Non si meritano di vedermi così.
Così mi alzo lentamente e cammino attraverso la stanza piena di silenzio.
Prendo il cellulare dal cassetto, digito un numero.
Mi risponde la sua voce preoccupata.
Tra le lacrime riesco solo a singhiozzare, con una mano sul cuore.
«Mamma, voglio andare in rehab.»



my little corner...
Salve a tutti!
Se siete arrivati a leggere questo vuol dire che avete (probabilmente) letto anche la storia, e spero che vi sia piaciuta.
E' ispirata alla storia di Demi Lovato, donna che stimo e ammiro tantissimo.
Ho cercato di immergermi più che posso nei suoi pensieri e spero di esserci riuscita abbastanza bene.
Vorrei precisare che questo non significa che io mi tagli o che abbia dei problemi simili, volevo solo scrivere la mia.
L'idea è nata ieri sera, mentre stavo cercando di addormentarmi.
Ho guardato i muri e mi è venuta in mente la frase "Il pavimento si lamenta. Le quattro mura piangono per la disperazione." e ho deciso di scrivere di questo.
Spero tanto che lascerete una piccola recensione ;)
Grazie mille a tutti :D

love love love
- b -
  
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