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Autore: Amelie Malfoy    08/04/2012    0 recensioni
Marte è un posto magico...o almeno un certo uomo di mia conoscenza mi ha detto così.Mi ha sempre parlato di quel pianeta come l'eccezione. Ed io spargerei la voce, se solo potessi parlare. Ed è proprio Marte, il luogo dove è ambientata questa storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un alieno, probabilmente il più bell'extraterrestre che potesse capitare sotto gli occhi di una qualsiasi fortunatissima creatura. Mi sorrise e mi portò in una casa mai vista prima.
Era un'abitazione umile, sembrava normale, come quelle sulla Terra. Aveva un tetto leggermente spiovento,fatto di mattoni.
L'Alieno mi fece entrare e strascicò i passi verso il salotto, poi si sedette sopra il tavolo di legno, si portò le mani al viso e disse:
"Vieni qui."  Mi fece cenno di raggiungerlo, con un sorriso un po' malinconico.
Io ancora non avevo detto una parola. Questo contesto era nuovo, complicato, ma non ero spaventata. Sapevo alla perfezione che potevo fidarmi.
Sapevo che lui era l'Amore, e lo era sempre stato. Era pallido come un cadavere e bello come nessuno.
Due tenerissimi occhi blu troneggiavano luccicanti sul suo adorabile faccino. Un paio di labbra perfette rifinavano dolcemente il tutto.
Guardarlo era una carezza all'animo. Era la chiara espressione di arte fatta a persona. 
"Non possiamo stare insieme" sputò lui, veleno malvagio. Notai una tristezza nascosta,dietro alle sue parole.
"C..cosa?" risposi io,strabuzzando gli occhi. Mi chiedevo con quale forza avessi parlato. 
"Già. Me ne rendo conto, sai?" 
"Spiegami il motivo...ti prego." 
"Marte non ti accoglierebbe nel modo più degno. Veniamo da due mondi diversi, nel vero senso della parola...ahimè. Io sono un alieno per te e tu lo sei per me. Vorrei che non fosse così...." 
Mi accarezzò il volto, poi si scostò bruscamente da me,come scottato,a contatto con la mia pelle. 
"Potremmo evitare di vedere la differenza,in tutto ciò. Sarebbe tutto molto semplice se ci impegnassimo."
"Non posso.." Disse. Io non parlai. Non avevo parole, non avevo idea di cosa dire. 
"Devi tornare a casa. Saranno tutti in pensiero... manchi dalla bellezza di due anni,laggiù.." Ancora silenzio da parte mia. Mi diede un bacio. Il bacio più triste del mondo... l'ultimo di una storia finita. E si sa, quello è sempre il bacio più malinconico. Sai che ti mancherà tutto di lui,dal suo profumo al suo sguardo, e tutte quelle cose banali e non. Il suo modo di parlare, il suo tocco leggero, il suo modo di sussurrare nel tuo orecchio.
Non riuscivo a staccarmi da lui. Era come se volessi far durare quell'attimo per sempre,impresso in un pezzo di storia solo ed unicamente nostro. Le mie braccia rimasero attaccate al suo collo, il mio viso era pieno di lacrime che colavano nella sua camicia.
Scoprìì, quando alzai il volto,che anche lui stava piangendo. Silenzioso. Perfetto. Sempre perfetto. Gli asciugai una lacrima, ma non riuscivo proprio a consolarlo. Non puoi consolare una persona,quando sai che la 'diversità' te lo strapperà dalle mani. E tu perderai la ragione per la quale non vorresti mai che i sogni finiscano.
Mi prese la mano, la strinse alla sua. 
"Dove mi porti?"
"Via da qui...ti prego, non pensarmi mai.."
"Perché dovrei?
"Sarebbe da egoista chiederti il contrario." 
Echeggiò una risata cupa da parte mia. "Impossibile."
Mi fece sdraiare in un letto. "Non appena ti sveglierai da questo sonno sarai già a casa."  
Non mi rantolai, sapevo che non potevo fare nulla per bloccare quella scempiaggine. Dovevo tornare a casa. Ma era casa mia era quella che stavo lasciando, o quella per la quale ero diretta?  
Disse qualcosa. Non riuscivo a sentirlo, le lacrime mi arrivavano al cervello,ma capii il labbiale: 'ti amo'. Non risposi, perchè persi i sensi dopo un paio di secondi.
Mi svegliai nel mio letto, quello sulla Terra,lontano chissà quanto dal posto in cui volevo essere in quel momento. Urlai, con la rabbia che esplodeva in lacrime. Ma dalla mia bocca non uscì un grido straziante di ritorno a casa. Non uscì alcun suono.
Silenzio.
La mia voce era rimasta su Marte, uno strascico di esistenza me l'ero lasciata alle spalle, lontano da me.
Solo lui poteva sentire la mia voce. Strascicai un impercettibile "ti amo anche io".
Mi sentiva forte e chiaro,lo capii subito, ma io non potevo sentire lui, nessuno poteva sentire le mie lacrime, nessuno poteva sentire le mie sofferenze, nessuno poteva amarmi nello stesso modo in cui lui avrebbe saputo fare. Solo lui ci sarebbe riuscito, soltanto lui, che era un extraterrestre , un marziano, uno straniero di una terra che non avrei mai più rivisto. Ma da un lato ero sollevata.. insomma, lui poteva sentirmi. E non era una cosa da poco, dati gli anni luce che c'erano tra noi.
Questa è la  storia di come sono diventata muta ed infelice, di come ho varcato i limiti dello spazio- tempo, e di come ho trovato e poi perso  l'Amore. E la voce.
Questa è la vita su Marte.
  
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