Forbidden Feelings
Hinata si strinse a lui
con un sospiro.
Finalmente erano soli.
Aveva atteso quel
momento così a lungo, che non le sembrava vero di trovarsi davvero con lui, adesso, in quel momento…
… dopo una lunga giornata passata a fingere davanti
agli altri che non ci fosse nulla a legarli, oltre a un rispetto reciproco…
Ma adesso erano liberi,
lontani dagli sguardi estranei, soli con la loro passione, liberi di amarsi
nella semi-oscurità, incuranti di tutto il resto, protetti dalla vegetazione
tutt’intorno a loro…
Lui la strinse
fortemente a sè, come se non volesse più lasciarla andare, e lei si abbandonò a
quel gesto, sentendosi pervadere da un’intensa sensazione.
Felicità.
Era felice di essere con lui.
Non ricordava più quando “era iniziata” di preciso…
Tutto ciò di cui era consapevole, era che Naruto se n’era andato già da
quasi due anni, e che lei si allenava faticosamente da allora ogni giorno per
dare il meglio di sè stessa.
Anche Neji non faceva
altro che allenarsi.
I loro rapporti erano
migliorati giorno dopo giorno… i tempi in cui lui la guardava con odio le
sembravano così lontani da darle l’impressione che appartenessero a un’altra
vita.
Poi, era accaduto
qualcosa.
Un cambiamento.
Chissà come mai, Hinata si ritrovava sempre ad averlo
vicino, qualunque cosa stesse facendo.
D’altra parte, Neji sembrava attirarla verso di sè con la
forza calamitante del suo sguardo, di quegli occhi così chiari che forse
sarebbero sembrati inespressivi a chiunque altro… ma non a lei.
Non parlavano poi molto, quando avevano l’occasione di
vedersi, ma anche il più piccolo dei sorrisi che lui le rivolgeva era per
Hinata un momento di gioia.
Si era resa conto che guardare Neji, stare con lui, le
procurava delle strane sensazioni, molto diverse da quelle provate quando Naruto
le era stato vicino in passato.
Era un turbamento che le faceva ribollire il sangue nelle
vene, che le faceva desiderare di avere Neji sempre accanto a sè, accarezzare
il suo bel volto e sentirsi stringere dalle sue braccia… era qualcosa di… disarmante.
Si era chiesto a lungo cosa le stesse
succedendo… che nome poteva dare al sentimento che provava quando si trovava
con Neji?
Era possibile che…
Non poteva essere. Lei amava Naruto… oppure, fino ad allora aveva soltanto creduto di amarlo?
Quel dubbio le tormentava il sonno da lungo tempo. Si
ritrovava a chiedersi ripetutamente cosa stesse facendo, mentre il desiderio di
sapere se anche Neji si sentiva così nei suoi confronti le faceva pensare di
aver perso la ragione…
Non era possibile essere così ossessionata dal proprio
cugino, lei lo sapeva.
C’era qualcosa di sbagliato nel fatto che si ritrovasse a
pensare a quanto lui fosse perfetto e ineguagliabile.
La sua abilità, il suo aspetto, il suono della sua voce,
il suo sguardo assorto quando era intento ad allenarsi…
Ma Naruto non le era mai sembrato più lontano.
Continuava a pensare a lui con ammirazione, ma l’immagine
di Neji era diventata sempre più ossessiva, ed era persino riuscita a fare
sbiadire quella del ragazzo che era stato il solo a occupare il cuore di Hinata
per anni.
Poi, sul finire di un lungo giorno di allenamenti, lei
aveva deciso di fermarsi in anticipo ed era andata a vederlo mentre dava
sfoggio delle sue abilità.
Era il solo ad allenarsi nella radura, in quel momento… cosa
alquanto strana. Forse i suoi compagni di squadra avevano finito prima.
Hinata non riusciva a staccare gli occhi da lui. I suoi
movimenti rasentavano la perfezione, e lei sapeva che non sarebbe mai riuscita
ad eguagliarlo
Si muoveva con una sicurezza che lei non possedeva, che
non avrebbe mai posseduto…
Una nuova consapevolezza le aveva trafitto il petto come
fosse un kunai affilato. Si era voltata tristemente, gli aveva dato le spalle.
Come poteva Neji interessarsi a una incapace
come lei?
Tanto valeva andarsene, scomparire, come se non ci fosse
mai stata.
Lui si era accorto della sua presenza, e Hinata era stata
costretta a fermarsi, senza però riuscire a guardarlo negli occhi.
Era stata una sciocca.
Era ovvio che Neji sapeva che lei era lì da quasi
mezz’ora, anche se aveva trattenuto il fiato per non farsi notare e si
nascondeva dietro il tronco di un albero.
“Hinata-sama… perchè ve ne andate?”
Dunque l’aveva notata già da prima. Lei era arrossita,
senza sapere cosa rispondere.
Aveva sentito che Neji le si stava avvicinando.
Doveva voltarsi e dirgli la verità.
Incontrò a fatica lo sguardo del ragazzo… la stava
fissando con… era per caso preoccupazione, quella che gli leggeva negli occhi?
Hinata deglutì a fatica, decidendosi a parlare, le
ginocchia tremanti.
“Ecco, io… ”
Non era riuscita a dire altro.
Non aveva la forza, il coraggio di dirgli quello che
pensava davvero… che lei era una stupida a pensare di
poter arrivare ai suoi livelli… e che era un’illusa a credere che lui potesse
vederla come qualcosa di diverso da una semplice, imbranata cugina…
Lui non aveva avuto la minima reazione. Almeno in un
primo momento.
Hinata aveva abbassato gli occhi, del tutto incapace di correre via, di nascondersi di fronte allo
sguardo penetrante di Neji.
Poi, lui aveva mormorato il suo nome, quasi in un
sussurro.
“Hinata-sama…”
Lei aveva alzato gli occhi chiari, quasi bianchi, e i
loro visi si erano trovati vicinissimi… così vicini che ogni tentativo di fuga
si sarebbe rivelato inutile.
Hinata avrebbe voluto fuggire, ma una parte di lei si
chiedeva cosa stesse accadendo, e cosa stava per accadere, tenendola inesorabilmente
inchiodata davanti a Neji.
Lui l’aveva stretta a sè, poi le loro labbra si erano
incontrate, e… Hinata non aveva capito più nulla.
Sentiva solo l’ardente desiderio di stare vicino a Neji,
il più vicino possibile, stordita da quello che stava accadendo.
Forse era sbagliato, ma a lei non importava più di tanto,
incredula del fatto che Neji le stesse facendo delle
cose simili, quelle che tanto aveva desiderato, mentre i due si abbandonavano
alla passione a lungo trattenuta…
Neji si scostò da lei
per guardarla in viso, un sorriso leggero a incurvagli le labbra, sollevando
una mano per accarezzare quel volto delicato, il volto di colei che, suo
malgrado, aveva imparato ad amare.
… anche se aveva fatto ogni cosa per evitare che accadesse…
… anche se si era detto
infinite volte che non era giusto e
che doveva lasciar perdere…
… che Hinata non poteva
che provare per lui solo il rispetto che la loro parentela imponeva…
… che era assurdo pensare di amarla quando per
anni aveva nutrito per lei un odio profondo.
Ma non era riuscito a
seppellire i suoi sentimenti sotto una maschera di freddezza, a far finta che
per lui contasse solo allenarsi e divenire più forte di chiunque altro.
La presenza di Hinata
era diventata per lui una delle poche certezze
della sua vita.
La sua bellezza
aumentava giorno dopo giorno, al pari della sua grazia, e la fragilità della
giovane riusciva a disarmarlo ogni volta come fosse la prima.
Hinata arrossì
vistosamente, abbassando lo sguardo.
Quello di lui, riusciva
sempre a confonderla.
Le piaceva e la metteva
a disagio insieme… sembrava scrutarla nel profondo, e lei poteva leggervi
benissimo il desiderio che gli bruciava dentro, lo stesso che le mozzava il
respiro in quell’istante, mentre le loro labbra si incontravano per esprimere
quello che entrambi non potevano, non erano in grado di esprimere a parole.
Era un bacio pieno di
passione, quasi violento, e Hinata si aggrappò fortemente a lui, con un gemito
strozzato, la schiena a contatto con il tronco di un albero che già molte volte
aveva fatto da testimone ai loro incontri notturni.
Le mani di lui
cominciarono a vagare lungo il suo corpo, armeggiando con la cerniera della sua
felpa, il respiro affannoso, i capelli che gli ricadevano scompostamente
davanti agli occhi ma che, secondo Hinata, non lo rendevano meno bello alla
luce soffusa della luna.
Non aveva provato qualcosa di simile per nessun’altra
ragazza…
Hinata gli era piaciuta
fin dalla prima volta che il suo sguardo si era posato sulla sua minuscola
figura di bambina, stretta a quella solenne del padre.
In seguito, il solo
pensare al suo nome lo aveva fatto bruciare d’odio e rancore.
Ma ora, quei tempi erano
lontani.
Il suo cuore continuava
a bruciare, era vero, ma questa volta per qualcosa di decisamente diverso
dall’odio.
Cominciò ad accarezzarla
e a baciarla con ardore e delicatezza insieme.
Trattava Hinata come
quello che era: qualcosa di infinitamente prezioso che apparteneva soltanto a
lui.
Il viso arrossato, gli
occhi annebbiati dall’intenso piacere che le procurava il tocco di Neji, Hinata
si chiese quanto avrebbe dovuto aspettare prima di essere completamente sua, e
si tenne saldamente a lui, facendo scivolare le mani sui suoi abiti, cercando
di togliere gli ostacoli che la separavano da ciò che più desiderava in quel
momento.
Lui le tolse
definitivamente la felpa, facendola scivolare da una parte, raggiungendo i suoi
seni piccoli e perfetti che gli sembravano ogni volta diventare sempre più
accoglienti, e glieli baciò, facendo attenzione a non rovinarne il candore,
mentre Hinata affondava convulsamente le dita tra i suoi capelli, per poi farle
scivolare lungo le spalle di lui, consapevole del fatto che una mano era scesa
a liberarla degli ultimi abiti che indossava.
Neji si sentiva
stordito, inebriato dai suoi gemiti, dal suo profumo, dal calore del corpo di
Hinata premuto contro il suo…
“Neji… ”
Non poteva più
aspettare, non potevano…
Entrò rapidamente in lei, strappandole un gemito sommesso, quindi cominciò a muoversi sempre più velocemente, attento a memorizzare ognu minimo dettaglio di quello che stava condividendo con Hinata.
Lei lo supplicava di non fermarsi, il corpo
attraversato da scariche di intenso, devastante piacere, le mani che
affondavano tra i capelli di Neji, stringendosi a lui come a voler trattenere
ogni briciolo della sensazione di completezza che inebriava entrambi…
… si amarono così, protetti dalle tenebre.
Solo la luna sembrava osservarli.
Tutto il resto non aveva più importanza, non esisteva neppure.
Soffiava una brezza leggera.
La giornata era appena cominciata, e una ragazza
dai lunghi, lisci capelli blu scuro stava uscendo di
casa, pronta ad affrontare un altro lungo allenamento.
Mancava mezz’ora all’incontro con Kiba e Shino… c’era
tempo.
Hinata s’incamminò per il viale con una meta ben
precisa, a passo leggero.
Quando giunse a destinazione, vide che lui era già lì ad allenarsi, come tutte
le mattine.
Si nascose dietro un albero per osservarlo
brevemente, sorridendo dentro di sè, notando che lui si era fermato
all’improvviso, un sorriso leggero sulle labbra.
“Già stanco, Neji?” gli chiese Tenten, attenta a
seguire ogni minimo movimento del ragazzo.
Lui negò con decisione, quindi riprese ad
allenarsi.
Sapeva che Hinata lo stava guardando.
Lo faceva sempre più spesso, ormai… quindi, era
meglio non deluderla.
Un giorno, pensò Neji, ti mostrerò un altro tipo
di forza, Hinata-sama.
“Quella che mi permetterà di
liberarci dalla nostra prigione e di vivere liberamente alla luce del sole…”
Due uccelli dalle piume dorate si alzarono in
volo.
Sembrarono rincorrersi brevemente nel cielo, le
ali bagnate di luce… poi si allontanarono insieme, come richiamati da una forza
misteriosa.
Hinata li seguì con lo sguardo fino a quando non
scomparvero all’orizzonte, poi emise un sospiro e s’incamminò per la sua
strada.
FINE
**
Ecco, uccidetemi pure >__<
Preciso che è la prima
NejiHinata che scrivo, e non so nemmeno se sia venuta decentemente.
Sono due personaggi che
adoro, mi sono appassionata molto alle vicende del loro clan e ho deciso di
fare un piccolo esperimento! Credo sia difficile rendere bene una coppia
alternativa e un po’ incestuosa come questa, ma ho voluto mettermi alla prova ^^
A presto,
Lyla