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Autore: Emerald Liz    09/04/2012    4 recensioni
La cosa più brutta di un doposbronza non è il mal di testa, ma il non ricordarsi nulla... o almeno, questo è quello che pensa Neji.
Dedicata a Nock e alle sue ubriacature :3
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Rock Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Oh Dio.. che mal di testa!”
Neji tentò di aprire gli occhi, ma la forte luce del mattino lo colpì come un fulmine, facendolo ricadere di peso sul letto, dal quale nel frattempo aveva cercato invano di alzarsi.
Dopo qualche secondo, quando il soffitto aveva quasi smesso di girare, Neji cercò di fare ordine tra le sue idee confuse, tentando di ignorare il mal di testa crescente.
La sera prima aveva partecipato, come sempre, al banchetto di festeggiamento che Gai-sensei era solito organizzare alla fine di ogni missione.
Guarda caso, però, quella sera festeggiavano anche Naruto e il suo team, e così le cose si erano protratte molto a lungo.
Neji ricordava chiaramente di aver chiacchierato con Naruto e Sakura, e ricordava anche che Lee e Gai-sensei avevano improvvisato una gara di bevuta: vinceva chi riusciva a bere più sakè senza crollare.
Ricordava anche come Lee, in qualche modo, era riuscito a convincerlo a partecipare.
Dopodiché, tutto cominciava a sfumare.
Neji scosse la testa, causandosi dolorose fitte.
“Non posso crederci, mi hanno fatto ubriacare proprio completamente. Spero di non aver combinato nulla…”
Proprio mentre formulava questo pensiero, si accorse di un rumore leggero proveniente dalla metà di letto a fianco a sé.
Senza riflettere, neanche sul fatto che lui effettivamente non possedeva un letto matrimoniale, si voltò per scoprire l’origine di quella specie di sospiro.
Sbiancò.
Tenten.
Nell’altra metà di un letto che non era il suo, in una camera che, solo ora se ne accorgeva, non era la sua, c’era Tenten, che dormiva profondamente.
Un sorriso aleggiava sulle sue labbra.
Neji si alzò di scatto, come se la ragazza fosse stata un serpente velenoso.
“Oh no, no, no! Non è possibile!” Stava cominciando ad andare nel panico. “Non è… perché diavolo sono a letto con Tenten?!”
Cerò di recuperare un briciolo di calma, pensando al da farsi.
Non poteva svegliarla e chiederle cosa fosse successo, assolutamente.
Lei non era il tipo da ubriacature, né tantomeno una ragazza facile, e lui aveva paura di ferirla.
Vedeva un’unica soluzione: cercare informazioni da altri. Per quanto imbarazzante sarebbe potuto essere, infatti, secondo lui sarebbe stato sempre milioni di volte meglio che affrontare Tenten.
Sentendosi un codardo, si vestì silenziosamente e lasciò la casa della ragazza mentre lei ancora dormiva.
Una volta in strada, si precipitò alla ricerca di Rock Lee.
“Lui saprà meglio di chiunque altro cosa è successo! Dopotutto, è quello che regge meglio l’alcol” Neji pregava che l’amico si ricordasse anche un minimo particolare che poteva provare che lui non era effettivamente andato a letto con Tenten, anche se più si avvicinava a casa di Lee e più la cosa gli sembrava improbabile.
Col cuore sotto ai piedi, bussò.
Lee venne ad aprirgli pochi secondi dopo, come se lo stesse aspettando.
«Neij! Sapevo che eri tu!» lo accolse allegro.
“Ma come può essere così in forma dopo una sbronza di quelle dimensioni?” Neji ricordava bene quanto l’amico aveva bevuto la sera prima.
«Lee… devo chiederti una cosa…»
«Tutto quello che vuoi! Ma… prima dimmi, hai chiesto scusa a Sakura?»
«Chiedere scusa a Sakura? E perché mai?»
«Bè, ieri sera non sei stato proprio un gentiluomo, mi sembra di ricordare…»
“Oh no.”
«Cosa ho fatto, Lee? Cosa?!»
«Oh, non mi ricordo molto bene… perché non vai direttamente da lei?»
Sembrava l’unica soluzione, per cui Neji si incamminò verso casa della ragazza.
Ma, se non fosse stato così a terra, si sarebbe certamente accorto del sorrisetto e del lampo di malizia nello sguardo del suo amico.


Senza sapere più cosa aspettarsi, bussò alla porta di casa di Sakura.
Lei gli aprì e, quando lo vide, la sua espressione cambiò radicalmente: da allegra si fece arrabbiatissima, e cercò di rifilare un pugno dritto in faccia a Neji, che per sua fortuna riuscì a schivarlo.
«Sakura… ma, cosa…?»
«Bastardo! Come osi presentarti qui?! Vattene!» Sakura era fuori di sé.
«Neji! Hai anche il coraggio di venire a cercare Sakura?!» Ino apparì sulla soglia e cominciò a gridargli contro, all’unisono con l’amica che intanto continuava a cercare di picchiarlo.
Capendo che non avrebbe ricevuto nessuna informazione da quelle due, pensò bene di fuggire velocemente.
Una volta uscito dal raggio dei pugni di Sakura, si fermò a pensare cosa potesse aver fatto per farle arrabbiare così tanto.
Non ne aveva idea.
Col morale sempre più a terra, andò infine verso casa di Naruto.


Bussò.
«Sì…? Ah, sei tu, Neji…» Naruto non sembrava affatto felice di vederlo.
“Fantastico, a lui cosa avrò fatto?” si chiese sconsolato.
«Naruto, per favore, aiutami. Io… non so nulla di cosa ho fatto ieri. Nulla>
Qualcosa nel tono di Neji sembrava aver convinto l’amico, che si decise a farlo entrare in casa.
Sempre guardandolo con aria torva, Naruto cominciò:
«Non ti ricordi nulla?»
«Nulla.»
«Proprio nulla-nulla?»
«No, Naruto, assolutamente nulla.»
«Capisco… bè, effettivamente Lee e Gai-sensei ti hanno fatto ubriacare proprio di brutto.»
«Naruto io… stamattina mi sono trovato nel letto di Tenten, con lei che dormiva lì accanto. E non ho idea di come possa essere successo.»
Naruto lo fissò allibito.
«Nel letto di Tenten?! Quindi Ino e Sakura-chan non ti bastavano?? Bastardo!» il biondo sembrava fuori di sé.
«Ino? Sakura? Ma cosa…»
«Non dirmi che non ricordi neanche questo! Hai baciato Ino ieri sera, e neanche un’ora dopo hai baciato Sakura! Dovrei spezzarti le ossa solo per averla toccata! Esci subito di qui!!»
Per la seconda volta in quella mattina, Neji si trovò a fuggire dalla casa di un “amico” che tentava di picchiarlo violentemente.
Non sapeva più cosa pensare.
Aveva baciato Ino e Sakura?
Ma perché?
Lui non provava niente per nessuna delle sue, a parte una grande amicizia.
E Tenten?
Senza una meta, vagabondò per la città, finchè non si ritrovò a casa sua.
“Bè, tanto vale rinunciare. Magari domani, quando gli animi si saranno un po’ calmati, cercherò di scoprire qualcosa.” Si disse, entrando.
Arrivato in camera, vide sopra il suo letto un foglio.
“Altre cattive notizie in arrivo?” si chiese.
Lo prese in mano e lo lesse.
Era di Rock Lee.
«Neji, appena leggi questo biglietto vieni a casa mia.»
“Non pensarci neanche, l’ho già fatto e guarda il risultato: ho rischiato due pestaggi in meno di un’ora!”
 «Se stai pensando di ignorarlo, sappi che venendo avrai tutte le risposte che stai cercando a proposito di ieri sera.»
“Come no, Lee non ricordava neanche che ho baciato due nostre amiche!” trasalì a questo pensiero: non era possibile.
«Tutte le risposte, Neji. Anche a proposito di Tenten.»
“E lui come fa a sapere di Tenten?”
Perplesso, riappoggiò il biglietto sul letto e uscì di nuovo di casa.


Arrivato da Lee, venne fatto entrare e fatto sedere in soggiorno.
Si sentiva stranamente a disagio. Cosa sapeva l’amico, che lui non ricordava?
Quando Lee tornò in soggiorno con una bibita, Neji si accorse con orrore che non era solo.
Assieme a lui c’erano Naruto, Sakura, Ino e… Tenten.
Il cuore di Neji mancò un battito.
«Prendi, bevi questa. Ne avrai bisogno.» gli fece Lee tendendogli la bibita, mortalmente serio.
Neji si stava preparando al peggio.
I suoi amici, se ancora poteva chiamarli così, si accomodarono.
«Allora, Neji.» esordì Lee «So che sei preoccupatissimo per il tuo comportamento di ieri sera. Ma, per prima cosa, complimenti: hai vinto la gara di resistenza al sakè!»
“Mi sta prendendo in giro?” Neji ne aveva abbastanza.
«Bè, del resto non era difficile vincere. Io e il Sensei abbiamo bevuto leggero…»
Risatine dal resto del gruppo.
Neji era sempre più confuso.
«Ma basta perdere tempo. Vuoi sapere cosa è successo precisamente, vero? Vuoi sapere perché hai baciato Sakura e Ino e per quale assurdo motivo ti sei svegliato nel letto di Tenten?»
Neji non si era mai sentito così a disagio.
«Ok, a questo punto possiamo anche dirti tutto. Ti abbiamo fatto sentire male abbastanza.»
Ancora risatine.
«Neji, smettila di fare quella faccia preoccupata!»  lo prese in giro Tenten.
«A questo punto possiamo anche dirgli tutto…!» fece Naruto.
«Già, poverino, guardate quanto sta soffrendo!» ridacchiò Ino.
«Va bene, Neji.» Lee riprese la parola, un attimo prima che Neji esplodesse. «Puoi stare tranquillo, amico. La verità è che… non hai fatto nulla ieri sera.»
Neji annaspò, cercando di trovare qualcosa da dire, ma Lee continuò senza dargli tempo di formulare un pensiero coerente.
«ieri… bè, io e il Sensei abbiamo fatto solo finta di bere. In realtà, il nostro obiettivo era quello di farti ubriacare.»
Neji rimase a bocca aperta, incredulo.
«E a quanto pare, ci siamo riusciti alla grande!» aggiunse Lee spensierato.
«…perché?» fu l’unica cosa che Neji riuscì ad articolare.
«Per farti uno scherzo colossale!» scoppiò a ridere Lee. «Farti ubriacare era solo il primo passo. Dopo che sei crollato, ti abbiamo portato a casa di Tenten e ti abbiamo messo nel suo letto, poi siamo tornati a casa.»
«E… la storia dei baci a Ino e Sakura?» Neji era cadaverico.
«Tutto falso anche quello!» esclamò Naruto.
«Ovviamente! Pensi davvero che i miei pugni siano così facili da schivare? Era ovvio che stavo fingendo!» rise Sakura.
«Lo stesso vale per me, Neji.» fece Tenten. «Questa mattina facevo solo finta di dormire.» ammise.
“Impossibile.” Pensò lui.
«Dai, Neji, era solo uno scherzo innocente…» cercò di rabbonirlo Lee, vedendo la luce omicida negli occhi dell’amico.
«Innocente?! Non sapete che cosa ho passato stamattina, quando mi sono accorto che non ricordavo niente!» esplose lui.
Naruto e Sakura, con un movimento fulmineo, lo bloccarono, prima che potesse picchiare Lee. Il quale, intanto, se la rideva di gusto, per niente spaventato.
Dopo qualche secondo, anche Tenten si unì alla risata, e questo tranquillizzò Neji, che si calmò.
Vide anche lui il lato comico della situazione, e rise con i suoi amici.
“Bè, in fondo sarebbe potuta andare peggio.” Considerò. “Sarebbe potuto essere tutto vero!”
Il suo sguardo si posò su Lee, che rideva più di tutti gli altri.
“Ciò non toglie che te la farò pagare prima o poi, Rock Lee!” pensò, mentre un lampo maligno gli attraversava lo sguardo.
  
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