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Autore: thequibbler    09/04/2012    4 recensioni
Serrò la mascella, le vene del collo che pulsavano e le mani strette in due pugni. Poteva quasi sentire le unghie penetrargli la carne.
La rabbia cresceva dentro di lui man mano che i minuti passavano.
Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.
Sbatté la porta di casa dietro di sé con violenza, ma la ragazza, sdraiata sul divano, non diede segno di essersi accorta della sua presenza.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SAME MISTAKES.


Il ragazzo serrò la mascella, le vene del collo che pulsavano e le mani strette in due pugni.
Poteva quasi sentire le unghie penetrargli la carne.
La rabbia cresceva dentro di lui man mano che i minuti passavano.
Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.
Sbatté la porta di casa dietro di sé con violenza, ma la ragazza, sdraiata sul divano, non diede segno di essersi accorta della sua presenza.
Lui aspettò per qualche minuto, in silenzio dietro di lei, ma lei, ignara, continuava a guardare la televisione.
Dopo quelli che gli parvero secoli, lui non ce la fece più. 
Afferrò un piccolo vaso che si trovava su una mensola vicino a lui e lo scagliò contro il muro, rompendolo in mille pezzi.
La ragazza sussultò e lanciò un grido, prima di voltarsi di scatto e rilassarsi alla vista del moro: "Oh, sei solo tu."
"Solo io? Certo. Ovviamente." commentò lui sprezzante, e la ragazza alzò gli occhi al cielo: "Cosa c'è adesso? Cosa ho fatto per offenderti questa volta?" domandò con uno sbuffo.
Zayn sentì un brivido lungo la schiena.
Litigavano quasi ogni giorno, per loro era semplice routine, ma c'era qualcosa di diverso questa volta.
Le sue mani tremavano come non avevano mai fatto prima, e stava facendo fatica a respirare.
Sarebbe finita diversamente questa volta, anche se ancora non sapeva come.
"Mi è arrivata una voce oggi." disse sottovoce, cercando di controllarsi.
Lei ridacchiò fredda.
"E sentiamo, qual'è l'ultima cazzata dei tuoi amici?" chiese, alzandosi dal divano.
Per un attimo tutto divenne sfocato, e Zayn riusciva solo a sentire il battito del suo cuore pulsargli nelle orecchie: "Ti hanno visto, con il tuo amico, quello biondo. Sai che non mi piace che tu esca con lui."
La ragazza fece un passo verso di lui, con quello sguardo arrogante che lo faceva uscire di testa: "E allora? Non prendo ordini da te, Zayn."
Stava cominciando a girargli la testa, il suo respiro era sempre più accelerato, e le mani avevano cominciato a pizzicargli in modo strano.
La domanda che voleva farle gli uscì dalla bocca senza che nemmeno lui se ne accorgesse: "Ci hai scopato?"
Lei si avvicinò ancora di più, cercando di sopprimere una risata.
"Non ridere di me, Gemma." la avvertì lui, con una voce che non suonava nemmeno come la sua.
"Sai, di solito in una relazione ci si fida l'uno dell'altro." ribatté lei sarcastica.
"Rispondi alla domanda." replicò lui secco.
Lei si aprì in un sorrisetto misto fra il malizioso e il crudele, guardandolo dritto negli occhi: "E anche se fosse?" disse in tono di sfida.
Zayn sentì un altro brivido percorrergli la schiena, un brivido che quasi lo fece cadere per terra.
Deglutì rumorosamente, per poi prendere un respiro profondo: "Ci. Hai. Scopato?" chiese di nuovo, scandendo le parole una per una.
Gemma si morse il labbro e inclinò lievemente la testa di lato, studiando il suo viso: "Forse sì, forse no. È difficile tenere il conto."
Questa volta fu lui a fare un passo verso di lei, sentendo ogni limite che si era posto evaporare dalla sua mente: "CI HAI SCOPATO?" le ringhiò in faccia, mentre i loro nasi ormai si sfioravano.
Lei buttò indietro la testa e rise di gusto.
Poi, riavvicinandosi lentamente, la ragazza sfiorò le labbra del ragazzo con le sue, prima di spostarsi verso il suo orecchio: "Sei patetico." sussurrò, e quello fu il punto di rottura.
Qualcosa dentro di lui scattò, tutto si fece nero per qualche secondo, e quando Zayn riprese il controllo di sé, Gemma si era portata una mano sulla guancia sinistra arrossata, fissandolo incredula.
Gli ci volle un istante prima di capire cos'era successo.
L'aveva colpita.
Zayn spalancò la bocca e si fissò la mano che scottava per un secondo, prima di posare nuovamente lo sguardo su di lei: "Gemma-" cominciò, ma lei non gli diede il tempo di finire.
Con le lacrime agli occhi, la ragazza girò sui tacchi e afferrò la borsa, per poi aprire la porta.
Una volta sulla soglia, si voltò ancora una volta: "Non ci sono mai andata a letto." mormorò tra i singhiozzi, prima di uscire sbattendo la porta.
 
 
Era la millesima volta che suonava quel campanello.
Sommando tutte le volte che lo aveva fatto nelle ultime due settimane, probabilmente era la milionesima.
Quel suono fastidioso che gli risuonava nelle orecchie lo fece ripensare a tutti i suoi disperati tentativi di rivolgerle la parola dopo quel terribile errore.
L'aveva chiamata così tante volte che ormai aveva memorizzato il messaggio registrato della sua segreteria.
L'aveva aspettata fuori dal lavoro, sotto casa dell'amica dove si era trasferita, aveva anche chiamato a casa dei suoi genitori.
Gemma era furba.
Era riuscita a tenersi fuori dal radar del ragazzo.
L'aveva scorta solo per un secondo, dalla finestra della sua stanza, mentre aspettava nel vialetto come ogni sera.
La luce del lampione aveva illuminato la pelle ambrata della ragazza, ma solamente per una frazione di secondo.
Si erano solo scambiati un veloce sguardo, in cui Zayn aveva provato a mettere tutte le parole che lei non gli permetteva di dire.
Il numero di sigarette che fumava quotidianamente era aumentato drasticamente, forse addirittura raddoppiato.
Le aveva mandato e-mail ad un indirizzo che forse non era nemmeno più attivo, aveva spedito persino una lettera scritta a mano, ma non era servito a niente.
Aveva fatto a botte con un paio di suoi amici che gli avevano intimato di stare alla larga, e si stava anche distanziando dal suo gruppo, troppo impegnato a cercare di parlarle per pensare alla sua vita sociale.
Ora, attaccato a quel campanello, una sigaretta in bocca, un berrettino sulla testa e un enorme livido nero sull'occhio, Zayn stava sentendo la sua sanità mentale abbandonarlo lentamente: "Gemma, porca puttana, apri questa cazzo di porta!" imprecò con rabbia.
Sospirando, smise di premere sul citofono per qualche secondo, e in quello spazio di tempo qualcuno aprì la porta.
Era la migliore amica di Gemma, che lo aveva sempre odiato, e adesso lo stava guardando spazientita: "Ultimo avvertimento, Zayn. Continua a rovinarmi l'esistenza in questo modo e chiamo la polizia."
"Devo solo- fammi entrare." la pregò, cercando di oltrepassarla, ma lei gli posò entrambe le mani sul petto e lo spinse via: "Smettila, lei non è qui."
Zayn la fissò confuso: "Come non è qui? So che è venuta qui ieri sera."
"Ha approfittato di quei due secondi in cui ti sei addormentato sul muretto per saltare in macchina e andarsene. Stava aspettando da cinque giorni." spiegò la bionda. 
"D-dov'è andata?" chiese il ragazzo, sentendo il panico montare.
"Via. Lontano da te." disse semplicemente la ragazza, e rientrando in casa aggiunse: "Fammi un favore e vai a casa. Metti tutte le sue cose in una scatola e portamele, così gliele posso spedire."
"Scrivimi l'indirizzo, lo faccio io." si offrì lui e la bionda ridacchiò: "Mi credi così stupida, Zayn?"
"Vaffanculo."
Lei non si curò nemmeno di rispondergli e gli chiuse la porta in faccia.
Zayn restò lì a fissare il muro per almeno un'altra ora.
Non riusciva ad assimilare l'idea che lei se ne fosse andata.
Non l'avrebbe mai più rivista.
Era tutta colpa sua e della sua gelosia irrazionale.
Non poteva finire così, lei era sua.
Per un attimo il moro sentì una rabbia cieca nei confronti della ragazza.
Come poteva buttare via tutto quello che avevano così facilmente? 
Come poteva voltargli le spalle così, essendo consapevole di quanto lui l'amasse?
Come poteva andarsene sapendo che lui si era innamorato di lei nel momento in cui le loro labbra si erano sfiorate per la prima volta?
Senza nemmeno rendersene conto, Zayn si ritrovò nel suo appartamento a radunare le cose di Gemma.
Ogni singolo oggetto e indumento gli ricordava qualcosa, e quando arrivò il momento di sigillare la scatola, gli sembrava che mancasse qualcosa.
Il ragazzo prese una foto dalla mensola e la posò sopra alla pila dei vestiti della ragazza. 
L'avevano scattata durante un giorno qualunque che avevano passato stravaccati sul divano.
Avevano entrambi una sigaretta fra le labbra e una birra in mano. 
Zayn rise al ricordo: stavano cercando di fare una faccia dura, ma avevano fallito miseramente entrambi. 
Prima di chiudere la scatola, Zayn si affrettò a scrivere una nota da infilare nella cornice della fotografia.
Niente sarà più lo stesso.
E con quella consapevolezza, il ragazzo sigillò le ultime prove che Gemma aveva fatto parte della sua vita, e con quelle anche il suo cuore.
  
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