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Autore: Joe    09/04/2012    0 recensioni
Nella fic sono presenti due oc di Naruto, rispettivamente Akito e Jessie. I due provengono da un gdr a forum che seguivo tempo fa. Ho scritto sta robina giusto per gusto personale, siccome i due personaggi in questione di fisso si odiano e non hanno nulla a che fare l'uno con l'altra.
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ti odio!”
Ma nonostante dicesse così Akito sapeva che in verità lo amava.
“Non voglio mai più vederti! Non azzardarti più a rivolgermi la parola brutto coglione”.
Urlava, agitando le braccia mentre con un calcio mandava a terra una sedia della cucina, rossa in viso per la rabbia. E nonostante quelle parole fossero state dette così duramente, lui non poteva far altro che pensare che avesse una bella voce.
Quando era arrabbiata le sembrava ancora più bella.
“Vaffanculo! Stronzo!”
Dolce.
“Non so come ho fatto a…”
Ma prima che potesse finire la frase lui la aveva afferrata per un polso, e attirandola a sé l’aveva baciata con slancio, rimanendo con gli occhi aperti, in caso di un eventuale schiaffo da deviare.
Ma la ragazza non parve assolutamente avere quelle intenzioni. Anzi, si scostò da lui con il fiato leggermente corto, un po’ per la sfuriata, un po’ forse per il bacio.
“Bastardo” sbottò, ancora visibilmente adirata.
Akito sorrise divertito “Mi ami anche per questo” sussurrò, strappandole un sorriso.
Ma, accorgendosi subito di essersi lasciata trasportare, ella si voltò e a grandi passi abbandonò la cucina, entrando nel piccolo salotto della casa.
Il ragazzo, lasciato solo, sogghignò soddisfatto: ancora una volta (o per meglio dire, come al solito) l’aveva avuta vinta.
Nel raggiungerla disse “Aspetta, hai dimenticato di darmi dell’insensibile testa di cazzo che non capisce una minchia della vita, pretendo di sentirmelo dire” la prese in giro, mentre le si avvicinava e le scostava i capelli dal collo, per poi baciarglielo dolcemente. Per tutta risposta ricevette una spinta che lo fece cadere a terra.
“Testa di cazzo”
“Suona come un complimento, detto da te” sorrise amabile lui, guardandola dal basso.
La ragazza allora si fletté sulle ginocchia e lo afferrò per la maglia, attirandolo a se con un sogghigno. E allora fu lei a baciarlo.
“Ti odio”
“Anche io”
Perché Akito aveva capito che, con Jessie, l’odio era sinonimo di amore.
  
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