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Autore: Midori_    09/04/2012    1 recensioni
Può una vita consumarsi come quella di una sigaretta?
Se lo domanda spesso, Alice.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tempo di una sigaretta



Alice ha sempre trovato stupido fumare.

E stupido chi fumava.
Un’equazione semplice e consolante che definiva le persone e le rendeva più facile decidere con chi stare.
Lei non fumava e quindi era razionale.
Era normale.
Non era stupida.

Si scostò la frangia che le impediva di vedere chiaramente il suo soffitto bianco.
Il soffitto che lei stessa aveva voluto così, tempo prima.

Riprendendo la sua equazione, sua sorella, che fumava, era stupida.
Stupidissima, vista la quantità di pacchetti accartocciati dentro un cassetto dell’armadio.
Stupidissima, vista la sua abitudine nel fumare una sigaretta appena rientrava a scuola, in cucina seduta sull’isolotto immacolato, spargendo cenere e fissandola mentre lei mangiava mesta il suo pranzo.
Insomma, una stupida.

Eppure ora ne sentiva la mancanza.
La sentiva ancora ridacchiare al telefono con chissà chi.
La sentiva ancora quando sbuffava a cena, quando gridava contro i suoi genitori, quando gettava piatti e posate a terra.
Quando dava il peggio di sé.
Non aveva mai capito cosa mancasse nella vita di sua sorella.
Mamma e papà rimaneva ammutoliti e si fissavano tristemente ogni qualvolta che Olivia faceva esplodere la sua rabbia.
Ogni qual volta che Olivia diceva qualcosa di crudele.
Perché lei, in questo, era bravissima.
Brava quanto nelle arti marziali, brava quanto nella corsa.
Brava.

Ma forse non abbastanza.
Non abbastanza per schivare quella pallottola.
Non abbastanza veloce, non abbastanza pronta per gettarsi a terra.
Dritta in testa.

Alice immaginava spesso quella scena.
Il sangue che schizzava sulla vetrina di quel supermercato.
Il corpo di Olivia cadere a terra con un sordo tonfo, il sacchetto, con patatine e biscotti per la sua lunga nottata di studio prima degli esami, rovesciarsi, le cuffie colorarsi di rosso.
Le grida spaventate degli altri, intorno a lei, che ormai fissava svuotata di ogni barlume di vita, il soffitto.

Alice si alzò, corse verso l’altra camera, s’inebriò del profumo della sorella che ancora aleggiava, del leggero odore di sigarette che la confondeva.
Si lanciò verso quell’armadio e trovò qualche pacco di sigarette.

Doveva farlo.
Anche se non le piaceva, doveva ancora sentirla vicino a lei.
Quella sorella decisamente polemica e poco incline al sorriso.
Quella sorella che la difese i primi giorni di scuola superiore da un gruppo di bulli.
Quella che le faceva i compiti più difficili allegandole un foglio pieno di minacce ed insulti alla sua intelligenza.
Quella che aveva sempre un’aria malinconica.
Quella che non si fidava mai di nessuno, ma ogni tanto la rendeva partecipe della sua vita con un segreto, una mezza confidenza, un racconto, una barzelletta volgare.

Lasciò che la sigaretta si consumasse sul davanzale.
Ricordandole come la vita di Olivia si fosse consumata nel tempo di una sigaretta.











Nessuno ci insegna come reagire di fronte alla morte. C’è chi più volte si è trovato ad affrontarla ed a imparato a confrontarsi con essa.
Chi invece ogni volta viene preso alla sprovvista.
La vita, dice qualcuno.
Direi la sfiga, piuttosto.
La sfiga sta tutta racchiusa nella nostra condizione temporanea.
Eterni viaggiatori fra il limbo e la terra peccatrice.
E’ stato facile immedesimarmi in Alice, anch’io ho perso qualcuno.
Anch’io lo ricordo spesso attraverso un gesto, anche se non era una persona perfetta, accomodante o quant’altro.
L’importante è ricordare.
Non per mantenere dentro di noi le sfumature della persona che non c’è più, ma per aggrapparci qualcosa noi, gli ancora vivi.

Un saluto, stavolta amaro,
Midori_

   
 
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