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Autore: Ro90    09/04/2012    1 recensioni
Dopo la presunta morte di Sherlock … un nuovo inizio, il mio.
Prima fiction, abbiate pietà.
"AAA cercasi coinquilina/o silenziosa/o, ordinata/o e soprattutto intelligente se è possibile."
Può un annuncio cambiarti la vita? Nel mio caso si. Sono Rebecca, vivo a Parigi da circa cinque anni. Dopo la morte di mia nonna avevo deciso di cercare un coinquilino, l’annuncio era abbastanza chiaro, malgrado le poche lettere che avevo a disposizione, non volevo trovarmi tra i piedi qualche idiota!
Ultima rettifica generale il 27/02/2012.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 «La maggior parte delle persone non sa amare né lasciarsi amare, perché è vigliacca o superba, perché teme il fallimento. Si vergogna a concedersi a un’altra persona, e ancor più ad aprirsi davanti a lei, poiché teme di svelare il proprio segreto… Il triste segreto di ogni essere umano: un gran bisogno di tenerezza, senza la quale non si può esistere»
Sàndor Màrai. 

 

Fissavo lo stesso rigo da quasi due ore, non riuscivo proprio a studiare. Non riuscivo a smettere di pensare al discorso fatto con Sherlock la sera prima, dopo l’incontro con mio padre. Sentivo ancora le farfalle nello stomaco, accompagnate dal solito senso di vertigine che provavo ogni volta che ripensavo a Sherlock.
-Volevi fare il pirata da bambino? – dissi scostandomi dal suo petto. Dopo il discorso del pomeriggio avrei dovuto prestare più attenzione, malgrado la cosa non fosse di mio gradimento - eri un bambino abbastanza fantasioso, o meglio, lo sei ancora.
Dissi sorridendo, non me lo sarei mai aspettato.
-Un bambino o fantasioso?
-Hai fatto un battuta! Stiamo migliorando! – dissi dandogli un pugno sulla spalla – diciamo che non sei cambiato poi molto.
-Già, mio fratello mi prendeva in giro per questo – disse con tono scherzoso.
Erano rare le occasioni in cui parlava col sorriso sulle labbra, trasmetteva serenità e gioia, mi sarebbe piaciuto indagare più a fondo, era da tempo ormai che avevo intenzione di “interrogarlo” ma mai avevo avuto il coraggio di farlo. Dovevo sfruttare l’occasione :
-Poi invece cosa hai fatto, a Londra intendo.
-Rebecca non... ero un consulente detective, aiutavo la polizia nelle indagini- disse sospirando.
-Non ti nascondo che avevo pensato a questa possibilità, che tu fossi un detective. Sei abbastanza ficcanaso e perspicace.
-E’ un complimento? – disse guardandomi dubbioso, al che scoppiai a ridergli in faccia, la cosa non lo lasciò del tutto indifferente, sembrava quasi avesse messo il broncio
-Certo che è un complimento! – dissi guardandolo attentamente: sotto i suoi meravigliosi occhi la presenza di occhiaie abbastanza marcate che rendevano il suo viso ancora più magro e pallido di quanto in realtà non fosse.
-Da quanto non dormi Sherlock? – chiesi fissandolo negli occhi, con la mano accarezzai le sue guance, maledicendomi poco dopo per il mio gesto, “non riesco a toglierti le mani e gli occhi di dosso” pensai tra me e me, distogliendo il mio sguardo dal suo.
-Dovresti dormire, ne hai bisogno.
-Odio dormire, è solo uno spreco di tempo...
-Sbagliato. So che il tuo sonno è accompagnato da incubi, di notte di agiti spesso. Parli nel sonno lo sai?
-Stupidaggini, non ho paura degli incubi – disse reclinando il capo sullo schienale del divano.
-Vuoi una camomilla? Una tisana?
-No – disse con tono teso e duro.
-Buona notte allora.
-Non volevo essere brusco oggi pomeriggio, non penso che tu sia invadente. Il problema sono io, non sono abituato a certe attenzioni. La gentilezza non è una mia qualità.
-Devi solo fare un po’ di pratica, iniziando da ora : accetti la mia camomilla. Vado a prepararla.
-Perché lo fai? – mi chiese a brucia pelo. Era una domanda che mi ponevo da tempo ormai, non avevo dubbi sul perché lo facessi ma non potevo rivelargli la risposta “buona”
-Perché no? – dissi scherzosamente – potrebbe essere un nuovo metodo di tortura, oppure tramo qualcosa alle tue spalle. Sherlock, rilassati per una buona volta.
-Non ne sono capace.
-Si che lo sei – dissi portando il suo capo sul mio petto , distendendomi sul divano con il suo peso sul cuore – adesso chiudi gli occhi.
I suoi capelli erano una tentazione, non potevo fare a meno di affondarci le mani e di godere di quella massa morbida e setosa.
-Non provare ad opporti caro mio. Buona notte Sherlock.




Tornando a casa avvertì una forte fitta allo stomaco, “brutto segno” pensai, sentivo che sarebbe successo qualcosa, avevo un sesto senso parecchio sviluppato. Inserì la chiave nella toppa, ma non ci fu bisogno di girare la maniglia, la porta era aperta, la luce del salotto era accesa: in casa c’era qualcuno. Entrando, fui colpita da un forte profumo femminile molto speziato e dolce. Sulla mia poltrona c’era una donna molto affascinante che si stava sistemando il rossetto:
-Ce ne hai messo di tempo! Trovato traffico? Ah, pensavo fosse Sherlock.
-Chi sei e come hai fatto ad entrare?
-Vedo che non sei spaventata da  me, molto bene, potremmo essere ottime amiche. – disse alzandosi venendomi incontro con un’aria da cacciatrice.
-Perché dovremmo diventare amiche? Si può sapere chi sei?
-Sono qui per Sherlock, ti pregherei d’informarlo che non sono l’unica ad averlo ritrovato, d’altronde il suo travestimento è abbastanza banale e suo fratello ci ha dato una mano.
-Non mi ha mai parlato di te, siete amici, colleghi?
-Gli devo un favore, sono venuta qui per avvisarlo di stare attento. Moriarty non è molto contento di come sono andate le cose, è parecchio furioso, mi dispiacerebbe vedere il corpo di Sherlock chiuso in una bara, è così sexy non trovi? Sarebbe uno spreco.
-Chi è Moriarty?- “Cosa ne sapeva lei del corpo di Sherlock?” stavo diventando verde dall’invidia.
-Non te ne ha mai parlato vero? Si sa, è così riservato...è il mio socio in affari,riferirai tu il mio messaggio?Vado molto di fretta... Che carina che sei – disse avvicinandosi al mio viso, accarezzandomi una guancia.
-Se è il tuo socio in affari cosa ci guadagni a voler salvare Sherlock?
-Come ti dicevo gli devo un favore, dovrebbe essere lui a raccontarti di come mi ha salvato la vita, un vero eroe. Ho provato a ringraziarlo ma non ha voluto nessuna ricompensa, neanche in natura.... Si è lasciato andare con te? Ci sono rimasta così male quando mi ha rifiutato...
-Chi sei?- ero al limite della sopportazione! C’era un’estranea in casa, chi sa cosa aveva fatto per essere condannata e mi parlava di come aveva provato a sedurre Sherlock.
- Il mio nome è Irene, Irene Adler, mi raccomando non dimenticarlo. A presto. – disse ammiccando.

Aspettai Sherlock tesa come una corda di violino, le cose si stavano complicando e volevo una spiegazione, niente mi avrebbe fermato. Non gli diedi anche il tempo di entrare:
-Dobbiamo parlare, una volta per tutte.





  
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