Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: lemonade    05/11/2006    9 recensioni
Bellatrix è invidiosa.
Invidiosa.
Non gelosa.
C'è differenza.

Rodolphus è geloso.
Geloso.
Non invidioso.
C'è differenza.

(Bellatrix è solo leggermente OOC)
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
la differenza

La Differenza

 

 

La bella ragazza dai capelli corvini si strinse un po’ di più nelle spalle e lisciò le pieghe della gonna grigia dell’uniforme tentando di coprirsi il più possibile le gambe da quel vento gelido. Non aveva né il mantello né la sciarpa, ma in un certo senso era giusto così, era giusto che il suo corpo rabbrividisse nel freddo inverno inglese… lei non si meritava alcun calore.

A quel pensiero così vero e cattivo, altre lacrime le pizzicarono gli occhi, spandendo nuovamente sulle sue guance il trucco nero già sciolto.

Si sentiva così dannatamente male, così stupida, così… debole…

Non era da lei comportarsi in quel modo: aveva stuzzicato quel mudblood solo per il gusto di vederlo litigare con la sua fidanzata ma poi…

Cazzo… qualcosa era andato inevitabilmente storto!

L’aveva sedotto, era stata a letto con lui,… quello stronzo avrebbe dovuto essere completamente succube del suo fascino, eppure…

Eppure lui era tornato da lei! Preferiva quella tassorosso dai capelli di paglia e gli occhi da beota alla regina dei serpeverde! A Bellatrix Black!

E sì, c’era rimasta dannatamente male, era invidiosa!

Invidiosa, ferita, umiliata…

Invidiosa.

Non gelosa.

C’è differenza.

 

Lei non era innamorata di quel Joseph McMillian… figuriamoci! Ma lo voleva, ok?

Insomma, aveva sempre ottenuto quello a cui puntava, perché non poteva avere quello che avevano loro?

Perché Seph non poteva guardare lei in quel modo, al posto di quella stupida Agnes?

Con un singhiozzo un po’ più forte si rese conto di conoscere la risposta: perché lei era Bellatrix Black, la regina dei serpeverde.

Avanti, chi avrebbe potuto prendere seriamente in considerazione di amare una come lei?

Non stava parlando di desiderio, passione, o di quelle cotte ossessive che i secchioni trasformavano in un culto della sua persona, raccogliendo la sua spazzatura e trasformandola in reliquia… no, lei parlava dell’amore vero, quello profondo, casto, disinteressato!

Dio, come avrebbero riso i suoi amici se avessero saputo che Bad Girl Black sognava l’amore…!

 

All’improvviso una folata gelida le portò l’odore del tabacco e voltandosi vide una figura emaciata avvicinarsi al sasso su cui era seduta.

Bellatrix tornò immediatamente ad osservare il Lago Nero, dandogli le spalle e cercando di ricomporsi minimamente.

Il ragazzo continuò ad avanzare fino a sedersi accanto a lei, tossì nervosamente dandole un ulteriore conferma della sua identità e tornò silenzioso aspettando che fosse la ragazza a parlare.

< Non ho bisogno della tua pietà, Rodolphus… > disse infatti altera.

Lui annuì, mordendosi il labbro già screpolato e guardando dritto davanti a sé, le spalle leggermente incurvate le mani nelle tasche, con il suo fascino discreto ed un po’ malato, il suo modo di fare incerto e distratto.

Non erano amici.

Non erano amanti.

Ma si sarebbero sposati una volta finita la scuola ed il rampollo dei Lestrange quantomeno si sforzava di far funzionare la cosa, al contrario di lei.

 

< Beh, visto che sei qui almeno renditi utile… - sospirò Bellatrix lanciando uno sguardo laconico al suo promesso – Ce l’hai una sigaretta? >

Domanda inutile, Rodolphus aveva sempre con sé sigarette babbane.

Frugò nelle tasche del mantello e le porse il pacchetto, ma la ragazza al posto di afferrarlo prese la sua mano.

< Che hai fatto? > chiese, il tono disinteressato di chi s’informa solo per fare conversazione, però gli occhi tradivano la sua curiosità.

Fissava quelle dita magre, macchiate d’inchiostro nero in qualche punto, le unghie rosicchiate all’inverosimile, i polpastrelli leggermente ingialliti dalla nicotina e poi le nocche arrossate, al centro addirittura gonfie.

< Niente. > rispose lui, scrollando le spalle e prendendo una sigaretta dal pacchetto, che tornò a tenderle subito dopo.

Bellatrix continuò a guardarlo in modo scettico per qualche secondo, mentre lui dissimulava tranquillità.

Le guance scavate, i tratti spigolosi, gli occhi un po’ cerchiati in contrasto con la sua pelle tanto chiara da risultare quasi livida, i capelli castani che il vento gli spingeva sulla faccia ed il modo concentrato e casuale in cui fumava scrutando la superficie dell’acqua con i suoi occhi neri.

Alla fine si accese una sigaretta a sua volta, decidendo di non prestare più attenzione a quel individuo fastidioso.

< Dimmi che non è vero. > disse tranquillamente Rodolphus senza voltarsi a guardarla, con la voce graffiata dal troppo fumo e dalla tosse insistente.

< Ha davvero importanza? > Chiese Bellatrix, con il suo solito tono di scherno, portandosi alla bocca la sigaretta con eleganza.

< No, - rispose lui, rassegnato – suppongo di no. >

Passarono qualche minuto in silenzio, poi il ragazzo finì di fumare, spense la cicca su un lato del sasso con lentezza, e fece per alzarsi quando lei lo chiamò piano, < Rodolphus… >.

 

Lui la guardò.

Così delicata da sembrare una bambola di porcellana, ma non altrettanto fragile.

Il trucco sbavato sotto quegli occhi d’ametista che sembravano sempre sul punto di chiudersi, le guance dolci arrossate dal freddo, la bocca leggermente carnosa, i lunghi capelli di seta nera che si muovevano nel vento.

Era bella, l’aveva sempre pensato, ma sapeva anche non sarebbe mai stata sua, poco importava se si sarebbero sposati.

Lei abbassò lo sguardo, di nuovo triste, < Per quello che può valere, - disse in un soffio – Non sono innamorata di lui… >

Il ragazzo sorrise in modo un po’ randagio, gli angoli della bocca puntati inevitabilmente verso l’alto a distendere le sua labbra sottili ed esangui. < E meno male, Bella! – rise sollevato – Pensa che schifo! Stiamo parlando di un mudblood! >

Anche lei ridacchiò a quel pensiero, così assolutamente inadatto a Rodolphus che si era sempre dissociato dalle critiche razziste che facevano suo fratello ed Lucius.

< Dai, vieni qui. – le disse slacciandosi il mantello e passandoglielo attorno alle spalle, avvolgendola insieme a lui e cercando di scaldarla. – Perché mi è toccata una tale piantagrane? >

Bellatrix sorrise sollevata, stringendosi contro il suo corpo in quel tepore così piacevole.

Quel tepore che solo pochi minuti prima era sicura di non meritare, che si era negata per punirsi delle sue debolezze. Già scontata la pena?

A Rodolphus non sembrava importare.

 

< Forza, raccontami! >  le disse più disteso ed energico di quanto non fosse mai stato.

< Prima tu, - rispose lei, accoccolandosi di più vicino al ragazzo – perché sei venuto a cercarmi? >

Rodolphus scosse la testa, < Che zuccona che sei! – disse, ma senza alcun rancore – Quando lo capirai che ormai siamo praticamente legati? Ho dovuto pestare quello stronzo di Avery perché la smettesse di infangare la tua reputazione. >

< Avery? - domandò corrucciata Bellatrix, ben figurandosi l’energumeno biondo che era almeno tre volte più grosso di Rodolphus e cercando istintivamente sotto al mantello la mano di lui che le premeva sul fianco. – Ecco cosa ti sei fatto!, è colpa mia… mi dispiace così tanto… avrebbe potuto ucciderti! >

L’altro rise vedendola così sconvolta e preoccupata < Vacci piano, principessa! Te l’ho detto, non l’ho fatto solo per te… Non ci faccio una bella figura neanche io se la mia fidanzata perde la testa per un mudblood… >

Bellatrix lo guardò con sospetto, non del tutto convinta delle sue motivazione < E se invece fosse stato vero? Se io fossi veramente innamorata di Joseph? >.

Rodolphus smise di ridere e la fissò negli occhi per un lungo istante prima di dirle in un sibilo deciso < Penso che lo ucciderei. >

La ragazza sostenne il suo sguardo, per la prima volta leggermente intimidita da quello che aveva sempre considerato un vigliacco grazie alla sua indole indifferente che lo portava a non schierarsi mai.

< Perché? Per orgoglio? > gli chiese seria.

< No. > rispose il giovane, senza staccare gli occhi da lei. In quel solo monosillabo deciso si esprimevano miriadi di pensieri contrastanti e lei capì.

Capì che a Rodolphus non sembrava poi così strano che lei potesse innamorarsi di qualcuno e che non pretendeva di essere il centro dei suoi pensieri, ma allo stesso tempo era geloso di lei.

Geloso.

Non invidioso.

C’è differenza.

 

< Allora non è vero che non ha importanza… > sussurrò Bellatrix, ripensando alla loro conversazione di poco fa e studiando le sue reazioni con uno sguardo stretto e concentrato.

Il ragazzo abbassò gli occhi e tornò a fissare il lago, senza aggiungere altro.

< Rodny, non ti ho mentito… - disse lei, muovendosi sotto il mantello fino a far scivolare una gamba in mezzo a quelle di lui, quasi in braccio, sempre più vicina. – Non lo amo. >

Sentì la stretta di Rodolphus farsi più forte ed attirarla contro il suo corpo, senza però tornare a guardarla. < Non mi hai ancora raccontato perché piangevi però. > le disse.

 

Quella situazione era ai limiti dell’assurdo.

Il ragazzo che suo padre voleva farle sposare era l’unico che le era indifferente, eppure da quando si erano fidanzati sembrava essere il solo ad interessarsi a lei ed ora Bellatrix cominciava addirittura a temere di ferirlo, a chiedersi cosa pensasse quando la guardava.

Non era sicura che avrebbe dovuto parlargli di quello che aveva cercato in quel mudblood, non credeva fosse una buona idea dire al suo futuro marito dell’invidia che aveva provato per un sentimento che a lei era stato precluso… che forse entrambi non avrebbero mai provato.

 

< Credi che ci renderemo infelici a vicenda? Come hanno fatto i nostri genitori? > chiese la ragazza, anziché rispondere, e Rodolphus tornò a scrutarle il viso.

Aspettava una risposta, implorava per averne una, pendeva dalle sue labbra e lui sentendo il peso di quel momento, non riuscì a fare altro che domandarle < è davvero tanto male stare con me? >

Bellatrix si rabbuiò, chiedendosi se l’aveva offeso, poi gli cinse la vita con entrambe le braccia ed appoggiò la testa alla sua spalla < No, - rispose sincera – si sta bene così. >

Il ragazzo guardò Bella che gli si stringeva addosso, abbracciandolo, e pensò che aveva ragione, si stava bene sotto quel mantello nonostante il freddo.

< Ma c’è qualcosa che manca… > sussurrò al suo orecchio e lei sussultò: che le avesse letto nel pensiero?

< Non basta andare d’accordo… - disse Bellatrix tristemente – forse dovremmo provare a fare del sesso, noi due, giusto per vedere come va… >

Rodolphus rise < Non che la prospettiva non mi alletti… ma è davvero questo che vuoi? >.

 

Ecco, pensò Bellatrix, è tipico di lui. Rodolphus deve sempre andare a fondo, non si accontenta mai delle mezze verità…  Molti ragazzi sarebbero felici di andare a letto con lei, perché lui invece si doveva interrogare sui suoi sentimenti?

Si trovò a pensare che stavano entrambi cercando di far collimare le proprie intenzioni, cercavano di aggiustarsi l’un l’altro perché sapevano che avrebbero dovuto vivere insieme per il resto della vita e non sapeva se fosse giusto quello che facevano. Non credeva fosse corretto trasformare Rodolphus nell’uomo dei suoi sogni, cercare di ricreare quel sentimento d’amore che aveva visto tra Joseph ed Agnes…

Pensava che certe cose dovessero essere naturali e che fosse sbagliato forzarle, ma allo stesso tempo questo significava rinunciare ad un matrimonio felice.

Da quando era diventata così romantica? Che schifo!

Non riusciva proprio ad immaginarsi la faccia di Rodolphus mente gli confidava certe cose…

 

< è tanto sbagliato? - gli chiese alzando la testa dall’incavo del suo collo per vedergli il viso – è tanto sbagliato cercare di far andar bene le cose? >

Lui sorrise con dolcezza < No, ma non è ciò che ti ho chiesto. Ti ho chiesto se è davvero quello che vuoi. >

Bella abbassò gli occhi e cominciò a confessargli tutto, mentre le lacrime ricominciavano a bagnarle le guance < Rodny, io voglio essere innamorata. Voglio sentire le farfalle nella pancia, soffrire se è necessario! Voglio qualcuno che mi ami e che mi faccia sentire bene, che mi scaldi con uno sguardo, capisci? Sono invidiosa di quei due! Sono invidiosa di quel amore… >

Rodolphus non parlava e, quando finalmente la ragazza alzò lo sguardo con il viso ancora bagnato di lacrime, si accorse che la stava guardando.

< Mi dispiace, Bella. > le disse semplicemente, il tono serio di chi si dispiace davvero.

< Non è colpa tua… non è colpa di nessuno… - rispose lei, con una voce piccola e fragile. Dov’era finita la ragazza che faceva strage di cuori senza alcuna remora? – Forse davvero sono incapace di amare. >

Lui scosse la testa e la tirò verso di sé, cominciando a parlare in un tono più scanzonato per scacciare via quell’atmosfera triste e tesa.

< Non è poi questa gran cosa, sai? L’amore dico… è solo un’invenzione per far vendere cioccolatini e fiori e diamanti, un pretesto per scrivere canzoni, libri, per girare dei film.  Gli innamorati non se la passano mai ben, non sono mai ricambiati, o almeno non come vorrebbero loro… Non so davvero se augurarti quel tormento continuo, non è bello, davvero! >

< Sì, ma è sempre meglio che quest’apatia! Questo non sentire assolutamente niente! – rispose lei con enfasi – Come vorrei almeno una volta struggermi per qualcuno! Come vorrei che qualcuno mi guardasse, mi parlasse, mi baciasse, come Joseph guarda, parla e bacia Agnes! >

< Bellatrix? > la voce di Rodolphus, dolce e seria, la richiamò di nuovo sul pianeta terra e lei arrossì di colpo, violentemente, rendendosi conto della figura che aveva appena fatto.

< Scusa Rod, io… > balbettò alzandosi per andarsene e si trovò improvvisamente esposta all’aria invernale che la fece rabbrividire.

Rodolphus si alzò di fronte a lei e raccogliendo il mantello glielo fece passare intorno alle spalle con un gesto fluido.

 

Bellatrix lo guardò meravigliata.

 

Non era arrabbiato, non stava ridendo per quello che aveva detto, l’aveva semplicemente ascoltata e, ok, la situazione non si era certo risolta, ma lui aveva fatto in modo che si sfogasse che fosse onesta con se stessa.

Cosa ci aveva guadagnato?

E perché ora le offriva il suo mantello?

 

Lui sorrise sotto il suo sguardo stupito, allacciandole l’unico bottone e la ragazza si strinse improvvisamente contro il suo petto asciutto nascondendoci la faccia.

Rodolphus rimase immobile, sopreso a sua volta da tutto quello slancio, col le braccia leggermente alzate mentre osservava Bellatrix Black, regina dei serpeverde abbracciarlo con trasporto.

Lentamente sorrise, le passò una mano sulla schiena e l’altra tra i capelli neri come la notte.

 

Non sapeva se quello era semplicemente un segno d’affetto o qualcosa di più, ma Rodolphus Lestrange non aveva paura di passare la vita senza conoscere l’amore, non aveva paura di non essere ricambiato o di non provare nulla.

Si era reso conto di essere geloso di Bellatrix.

Geloso.

Non invidioso.

C’è differenza.

La gelosia pretende un sentimento di appartenenza, vuole un motivo, e l’unico che riusciva a darsi era quello che Bellatrix andava cercando.

 

 

 

 

 

***

ndA: Leggermente OOC? Credo che infondo dei sentimenti ce li abbiano anche i cattivi e qui mi sentivo molto romantica quindi forse ho influenzato troppo Bellatrix, ma i momenti di debolezza capitano a tutti, no? Quindi è scusata se anche lei si lascia andare ogni tanto...

 

Grazie per aver letto e lasciatemi un commento se vi va.

Baci *Lem*

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lemonade