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Autore: Mil_R    10/04/2012    1 recensioni
Questa poteva essere la sua occasione per incontrare qualcuno di reale, con cui passare la pausa pranzo e magari incamminarsi verso casa a fine lezione, con cui andare a fare shopping, ai concerti e a quelle cose che una sedicenne dovrebbe fare.
Certo, la prospettiva di sventolare bastoncini sperando di accendere un fuoco dal nulla non era allettante. Accettò l’incontro e finse di dover andare a dormire, scollegando la chat.

La mia prima storia originale. La prima cosa che scrivo con un senso compiuto. O almeno spero che lo abbia. Enjoy.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una stanza buia. Il leggero ticchettio di una tastiera. Il sordo ronzio della musica ad alto volume dentro gli auricolari. La sedia ogni tanto scricchiolava, coprendo appena il rumore di un uomo che russava qualche stanza più in là. Un’automobile passò nella strada deserta.  Per un istante la luce accecante dei fari irruppe nella camera. Un istante dopo l’unica cosa a farsi strada tra nel denso buio della casa era il chiarore dello schermo di un portatile.
Lo sfondo della pagina era nero, in modo da lasciare tutta l’attenzione alle piccole fotografie incolonnate sulla destra, affiancate dal pallino verde  che stava ad indicare che quella persona al momento era online.
Al centro, invece, c’era un piccolo questionario a caratteri bianchi, completato nel minimi dettagli. Ci si poteva trovare un elenco di cantanti, di film, di libri e di citazioni più o meno colte. Pieni anche il campo interessi e sport.  In basso, un campo bianco, dove gli altri iscritti avrebbero potuto commentare i gusti della persona che aveva completato il profilo, farle i complimenti, chiederle un indirizzo e-mail o magari di incontrarsi. In alto, un logo rosso che rappresentava un due, affiancato da qualche annuncio pubblicitario.
In basso a destra, l’orologio indicava le 2:44 del mattino.
Una scritta lampeggiò, accompagnata da un piccolo sospiro. La finestra venne ingrandita mostrando una pagina bianca in cui un ragazzo castano con gli occhi chiari, almeno questo lasciava intendere la fotografia, aveva appena fatto apparire la scritta “hai cam?”.
Le dita tornarono a scorrere rapide sulla tastiera per digitare una risposta acida e svogliata, poi il puntatore andò verso la piccola x bianca su sfondo rosso, in alto a destra dello schermo, e il sito internet con il due rosso ricomparve.
Le iridi scure della ragazza che si trovava dietro il portatile scorsero velocemente il testo sulla pagina per l’ennesima volta. Le labbra si piegarono leggermente in un sorriso soddisfatto.
Eppure non era nessuno degli artisti indicati come suoi preferiti, a suonare la musica che in quel momento aveva nelle orecchie. Di fianco al lettore DVD, nella sua raccolta di film, non apparivano nemmeno la metà dei titoli citati nel questionario. La libreria non conteneva i tomi antiquati che la ragazza dichiarava di aver letto. La leggera camicia di cotone verdolino cozzava con la maglia nera, corredata di catene e borchie, che la ragazza indossava in quella che doveva essere l’ultima fotografia caricata.
Erano ormai centinaia i commenti che elogiavano i suoi gusti in ogni campo, ma Sadie sapeva che nessuno di questi era riferito a lei. La sua popolarità nasceva e moriva ogni notte, con l’accendersi e lo spegnersi di quel computer.
Non si riteneva falsa e nemmeno credeva di fare il doppio gioco. Aveva semplicemente capito a che genere di persone sarebbe potuta piacere più facilmente, le aveva studiate, aveva capito che cosa piaceva a loro, e le aveva convinte di essere una di loro. Le persone ragionano per gruppi,  pensava Sadie, e se sei come loro  verranno a cercarti senza che tu muova un muscolo.
Si era rassegnata all’incapacità di fare amicizia e di accettarsi per quello che realmente era. Si era rassegnata al pensare ogni volta di dare fastidio alle persone, quando parlava. Si era rassegnata all’idea di non essere nulla. Nulla di speciale, nulla per cui valga la pena  scomodarsi.
Così aveva solo deciso di fare quello che aveva sempre fatto nei suoi 16 anni di vita: fare ciò che gli altri volevano da lei. Insomma, aveva sempre funzionato, infondo.
Prese un elastico dalla scrivania e legò i lunghi capelli castani, di cui aveva tinto qualche ciocca di un nero strano, dai riflessi verdognoli.  L’ultimo dei tanti commenti ricevuti quella notte comparve proprio in quel momento.
Ciao, volevo chiederti un’informazione, se possibile.” diceva “Posso avere il tuo indirizzo e-mail?
Incuriosita, Sadie ingrandì la fotografia dell’autrice. Una ragazza che sembrava avere la sua età, con un caschetto rosso, una maglietta con sopra scritto Nightwish e un’espressione allegra stampata in volto. Non sembrava antipatica e tantomeno era stata scortese nel chiederle l’indirizzo. Non c’era motivo per non risponderle. Ci vollero pochi secondi prima che la ragazza dall’altra parte leggesse la risposta e usasse l’indirizzo per contattare Sadie in chat.
Dopo qualche domanda di rito e altrettante risposte obbligate, arrivò finalmente al punto. “Conosci qualcuno che pratica magia?” chiese come se niente fosse “Ho visto sul tuo profilo che ti dedichi a queste cose.”
Sadie maledisse il momento in cui aveva inserito l’esoterismo tra i suoi interessi. Non aveva idea di cosa stesse dicendo la ragazza, che nel frattempo aveva scoperto essere della sua stessa scuola, ma non voleva smentirsi. Nella sua testa, magia ed esoterismo erano sinonimi, così poté far altro che affermare il suo interesse aggiungendo che lei stessa praticava magia.
Non poteva saperlo, ma aveva appena esaudito uno dei più grandi desideri  della sua interlocutrice.
Da lì a poco scoprì che la ragazza si chiamava Patricia, detta Tricia, aveva un anno in più di lei, aveva intenzione di creare un gruppetto di persone per studiare e praticare magia insieme, era molto convinta di quello che diceva, e, soprattutto, voleva incontrarla il giorno dopo in pausa pranzo.
La cosa si stava facendo seria. Come avrebbe potuto parlare di magia senza saperne nulla? Come avrebbe fatto a non deludere quella ragazza che si era dimostrata tanto dolce e gentile? Questa volta non presentarsi all’appuntamento non sarebbe bastato. Sarebbe stata vista in giro per la scuola, prima o poi. Non avrebbe potuto cambiare scuola per una sciocchezza simile. Anche se, a dirla tutta, non sarebbe stato un grande trauma, visto che di amici, lì, non ne aveva. Di amici reali non ne aveva da nessuna parte, solo qualche conoscente con cui passare una serata o un pomeriggio fuori in ricordo dei bei tempi delle medie, se non delle elementari. Quando fare amicizia era facile e spontaneo, e la compagnia era apprezzata in quanto pura e semplice compagnia, senza filtri, canoni o requisiti da avere.
Da un altro punto di vista, questa poteva essere la sua occasione per incontrare qualcuno di reale, con cui passare la pausa pranzo e magari incamminarsi verso casa a fine lezione, con cui andare a fare shopping, ai concerti e a quelle cose che una sedicenne dovrebbe fare.
Certo, la prospettiva di sventolare bastoncini sperando di accendere un fuoco dal nulla non era allettante. Accettò l’incontro e finse di dover andare a dormire, scollegando la chat.
Si alzò dalla sedia, infilò le ciabatte e strisciò i piedi fino al comodino, dove teneva una tazza e un termos ricolmo di caffè fumante. Da quando andava in quella scuola era diventata dipendente dal caffè più che da qualunque altra cosa.
Se ne versò una tazza e tornò a sedersi, per poi digitare le parole “praticare magia” nel motore di ricerca. Doveva essere preparata entro le 13 del giorno successivo e si prospettava una nottata in bianco.
Trovò subito tante brevi introduzioni e riuscì a capire vagamente quello di cui si stava parlando. Aveva avuto idee completamente sbagliate e ormai era troppo tardi. Si era imbarcata in qualcosa di più serio di quanto pensasse.
Si trattava di dirigere energie attraverso parole, volontà, colori, erbe, cristalli, meditazione e quant’altro.
Rimase veramente sveglia tutta la notte, ma dimenticandosi di Patricia e di non fare la figura della ciarlatana con lei. Desiderava veramente sapere ed era ansiosa di sperimentare.
Si rese conto che avrebbe potuto dire la verità, alla ragazza. Avrebbe potuto parlare del suo interesse e del fatto di essere ancora una novellina, senza accennare a quanto tempo prima avesse scoperto la magia. Avrebbe potuto esporre i suoi dubbi e le sue incertezze senza preoccuparsi.
Era una nuova chance di riprendersi la vita reale, che per tanto tempo aveva lasciato da parte perché noiosa, difficile e troppo diversa dall’immagine che si era lentamente costruita attorno.
Spense il computer e si sdraiò ancora vestita sul letto, con accanto gli appunti che aveva stampato.
Prima che la stanchezza prendesse il sopravvento, incurvò le labbra in un sorriso sincero e sentì lo stomaco in subbuglio. Finalmente aveva avuto la sua seconda occasione.













Spazio dell'Autore:
Bene, eccoci qui. XD
Finalmente ho avuto il coraggio di pubblicare qualcosa di mio. Penso che resterò in ansia per.. mille anni come minimo.
Non mi considero una grande scrittrice, anzi. Però  ho deciso di buttarmi, spronata da un paio di amiche.
Provare non costa nulla, no? :3
Questo capitolo è un'introduzione alla storia vera e propria. Insomma c'è pochissima azione. Spero che sia piaciuto lo stesso almeno un pochino~

Mil
  
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