Keep on breathing
La luce del sole.
La mia testa va
a sbattere contro la spalliera del letto.
Paura, e panico nell'aria.
Riesco ad aprire
gli occhi di poco, ma è peggio quando vedo che non sono nella mia stanza.
Tremo ancora, il
sudore freddo mi scivola dalla forte.
Respira, respira, respira.
Voglio essere libera dalla desolazione
e dalla disperazione.
Sento il battito
del mio cuore graffiarmi le orecchie, è una litania che non finisce mai.
Sono le sue
parole.
Ti aspetterò.
Tuh,tuh,tuh.
Deglutisco.
Finché il tuo cuore batterà ancora.
Ed è come se
tutto ciò che ho visto fosse
stato travolto nel momento in cui ho
rifiutato di lasciarti andare.
Mi stringo nelle coperte
ma è inutile. C’è quella voce fastidiosa che mi dà ordini e mi cantilena
ricordi. Ed io non voglio più ascoltarla.
Cerco di
sorridere, la voce vellutata di Edward mi risuona nella testa.
Aspettami qui. Poi staremo insieme tutto
il tempo che vuoi.
Ma quando mi
metto in piedi e mi infilo le scarpe, non viene fuori altro che uno sbuffo
infastidito. Mi avvicino alla sedia per prendere la giacca, è buio, ma riesco
ad afferrarla. I capelli mi cadono davanti agli occhi e inciampo nei lacci.
Non ce la
faccio, non ce la faccio da
quando ti ho incontrato.
Cerco di
rialzarmi.
Mi manchi.
La pioggia batte
forte sui vetri del mio pick-up. Non so bene che cosa fare. So solo che non
riesco a dormire e che i sogni diventano incubi troppo presto.
Mi manchi.
E penso ai
tacchi alti che mi hanno fatto slogare la caviglia l’altro giorno, a cosa farà
Charlie quando non potrò più cucinare per lui.
A quando nessuno ti dirà “respira”.
Penso a come mi
mancherà il sole.
Parcheggio il
pick-up e corro sotto la pioggia. Pizzica, è densa e fredda. Tremo di nuovo e
mi battono i denti. La giacca è troppo leggera.
Apro la bocca, per
prendere fiato. Pessima idea.
Ci sarà un momento in cui nessuno ti dirà
“respira”.
È impossibile
evitare le pozzanghere e ormai sono fradicia.
Fino al tuo ultimo battito, e poi nessuno
ti dirà “respira”.
Trovo un riparo,
i pantaloni infangati di terra fino alle ginocchia.
Devi fare un ultimo sforzo, Bella.
Trattengo il
fiato.
Respira.
Tiro su la serranda
del garage e mi travolge la polvere. Chiudo gli occhi, il viso freddo di
pioggia. La luce è debole, fioca, ma mi lascia vedere la cassetta degli
attrezzi lasciata aperta, una macchina con il motore in vista, il pavimento in
cemento sporco di grasso.
L’odore di
benzina mi invade le narici.
Mi manchi.
La solitudine finirà? Quando finirà
questa solitudine?
Ci sono troppe
cose che vanno per il verso sbagliato. Sposare Edward è andare per il verso
sbagliato?
È solo un vicolo
cieco.
È l’unica strada
che conosco.
Perché mi manchi, Jacob? Perché ti voglio
qui con me? Perché mi sei così vicino se te ne sei andato? Vieni ad ascoltare
il mio cuore che batte, vienilo ad ascoltare. Sta gridando perché poi sarà muto.
Poi sarà muto per sempre.
Perché sono qui?
In questo garage? Quella… quella è la Golf di Jake, stava facendo delle
modifiche al motore per farlo andare più veloce e poi… poi se n’è andato.
Ho gli incubi,
non riesco a dormire, non riesco a ridere, fuori piove, è notte, e verrà un giorno
in cui non potrò più vedere il sole.
La vita si mostrerà velocemente davanti ai miei occhi con momenti sparsi.
Non ha finito di
aggiustare la Golf. Non ha messo a posto gli attrezzi.
Mi manchi.
E non so che
cosa succede. Non so come faccio. Il punto è che continuo a camminare e ho freddo,
ho tanto freddo.
C’è il motore sporco
di grasso dove Jake infilava le mani ed io mi ricordo di lui. Lui che mi
guarda, lui che mi chiama, lui che mi abbraccia – mani calde, solletico –,
riesco a sentire la sua risata anche se non c’è.
Vorrei
trattenere i singhiozzi.
Vorrei.
È tutta colpa
sua.
Polvere nella mia
bocca, botta contro il mento. Non poteva mettere a posto gli attrezzi?
E sono andata a
inciampare in qualcosa e… E poi non mi ricordo. Che cos’era… un martello? So
solo che la botta era forte anche contro la testa. Dio… l’odore del sangue.
Vieni, Jake. Vieni a prendermi. Dove
potrai essere? C’è la luna, è notte. È notte lì fuori, è notte qui dentro, sarà
notte domani, è notte ogni giorno da quando te ne sei andato. Non vedo più
niente e… ti ascolto, cerco di ascoltarti. Per chi dovrei respirare se tu te ne
sei andato? Finché il mio cuore batterà ancora, Jake, e sta battendo.
Cerco di alzarmi
ma tutto è sfuocato, non vedo più niente. E la luce è sempre più debole, e la
macchina diventa sempre più piccola…
Voglio andare da un’altra parte, voglio fuggire dove
nessuno pensa che potrei essere
colpevole.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei. Tuh,
tuh, tuh,tuh, tuh. Sono tuoi, prendili. Il mio cuore grida, poi non potrà più
parlare. Poi rimarrà zitto per sempre.
Sento le lacrime
che mi scivolano dagli occhi.
Volto la testa e
la ferita fa sempre più male. Ora la macchina è sparita, ora è tutto di un
unico colore. Un continuo tuh, tuh
nelle orecchie, nella gola, e nella ferita che pulsa. Il suono è ovattato, il
suono mi fa tremare, il suono fa eco in tutto il mio corpo.
Non me l’aveva mai detto nessuno, questo.
Che quando chi ami se ne va, rimani senza qualcosa che non potrà mai darti
nessuno. Mi manca quando mi abbracci, mi manca quando ridi, mi manca il passato
che non tornerà più.
Mi manchi tu.
«Merda, Bells…
sei inguardabile.»
No, non è vero. E nemmeno tu sei vero. Non
è vera la tua voce, non è vero il tuo calore, non è vera questa luce. Jake, smettila
di trattarmi così. Non puoi entrare in scena tutte le volta che vuoi e
lasciarmi morire quando sei impegnato a fuggire da te. Non lo puoi fare, va
bene?
Vattene, vattene via.
«Ti fai sempre
riconoscere.» La voce è roca, è la sua.
Si intrufola nelle mie orecchie.
Vattene, vattene via.
«Ma pensi che
ucciderti è l’unico modo per far tornare qualcuno?»
Solo buio. Niente
più calore. Niente più luce.
No, aspetta, rimani. Mi manchi, rimani.
Rimani con me.
«Jake?» Apro gli
occhi e non ci voglio credere.
Ed è lui che mi
abbraccia – mani calde, ruvide di terra –, io che cerco di mettere a fuoco, la
luce che è tornata all’improvviso. Ha qualcosa di freddo in mano e il sangue mi
cola sulla guancia con l’acqua; mi tiene
fra le braccia, sul pavimento, quasi fosse caduto con me. In realtà sono caduta
io, sono io che mi sono ferita. Ma lui viene sempre giù con me, lui riesce
sempre a trovarmi. Lui riesce sempre a farmi emergere dal fondo.
«Bella… Che diavolo
ti è passato per la testa?»Preme il ghiaccio più forte sulla mia fronte e mi
scappa un gemito.
«Io… sto
sanguinando… »
«Nah, è un
taglietto. Niente punti, questa volta. E poi non chiedere scusa, eh.»
Fa male. Rido e
fa male, perché non sono più abituata. Rido e non voglio pensare a quando tutto
questo finirà. Come ha fatto a tornare? Come faceva a sapere che ero qui?
Non so nemmeno
che cosa dire, non so nemmeno che cosa fare, so solo che lui mi tampona la
fronte con un panno bagnato e mi accarezza il viso, ora, e mi guarda, con quegli
occhi neri che brillano… Come fa a brillare?
«Dove… Dove sei
stato? » Metto a fuoco l’immagine. Ha la pelle bronzea che scorgo alla luce
fioca, le labbra piene che sfiorano, toccano
la mia pelle, nessun tessuto a coprirlo dalla vita in su, il fisico scolpito su
cui indugio quel secondo in più che mi fa infiammare le guance. Mi aggrappo a
lui, perché so che non mi farà cadere. Dio, ci sarà un giorno in cui il sole mi
mancherà per sempre, ed anche se è notte lui è qui con me.
Continua a
guardarmi ed io mi sento la testa scoppiare.
«Ti sei
preoccupata?»
Si rigira il
panno sporco fra le mani, le sue braccia a stringermi forte. Non me ne accorgo
nemmeno e sto piangendo di nuovo, e questa volta sono io ad abbracciarlo. Anche
se non dovrei, anche se non voglio fare altro che prenderlo a pugni, anche se
ci sono tanti motivi a dirmi che ho sbagliato tutto.
« Ti odio, Jacob
Black. Brutto sbruffone che non sei altro, me la sarei cavata da sola e ti
assicuro che non muoio per farti tornare, non muoio per te! Non mi è mai minimamente
passato per la testa!»
Abbassa la testa
e i capelli corti mi fanno il solletico sul collo, il fiato caldo su di me, le
sue braccia ad avvolgermi.
«Sono felice che
non vuoi morire. Sono felice di sentirlo.» Gemo di dolore, per la ferita.
Perché le immagini diventano più chiare e gli occhi mi bruciano.
«Smettila… Jake,
non puoi farlo…»
«Fare cosa?
Dirti che sono felice di trovarti viva? Ero in forma di lupo, sono venuto qui e
non so perché. C’è qualcosa che ci lega? Non lo so. Potresti anche essere tu a
spiegarmelo…», mi passa le mani sulle spalle, lungo il collo, non smettere mai, «… e a dirmi perché
ti vuoi rompere la testa fra le mie cose.»
Ma non posso stare qui.
«Non lo so!»
«Che significa?»
«Non lo so.»
Mi stacco da lui
e mi strofino gli occhi con le mani. È tornato il freddo, è tornato il buio. Edward
sarà tornato dalla caccia e non potrà raggiungere la riserva. Avrà chiamato
Alice…
«Brava.»
Tiro su col naso
e cerco di pulirmi con la felpa che ho addosso.
«Perché cazzo
sono venuto? Mi sono dovuto anche trovare un ferito nel garage. Se fosse
successo qualcosa, avresti messo nei casini Billy… cazzo, Bells… »
È tornato, lo
caccio. «Sarebbe stato meglio. Ma succederà, non preoccuparti. Quando sarò…»
Non lasciarmi andare, Jake.
«Non dire quella
parola.»
Deglutisco, gli
occhi chiusi, i capelli umidi che mi si appiccicano alle guance. Dovrò andare via, ma tu non lasciarmi
andare.
«Perché? »
«Perché mi
uccidi, va bene?»
Trattengo ancora
i singhiozzi. Chi è che dovrebbe piangere, qui?
Mi giro e lui comincia
a camminare verso l’uscita. Cosa vuole fare? Dove vuole andare? Che intenzioni
ha? Esce fuori, veloce. La sua schiena è lucida sotto i raggi lunari, i suoi muscoli
si contraggono.
«Jake, aspetta!»
Lui si volta e in
viso ha un ghigno, come se l’avessi colpito con qualcosa.
La mia voce è
sottile. «Resta qui.»
Si mette a
ridere e io tremo.
Ormai è sotto la
pioggia, le gocce scendono sul suo petto e gli bagnano tutto il corpo, a poco a
poco. Deglutisco, per l’ennesima volta.
«Vuoi che
aspetti finché il tuo cuore non smetterà di battere?»
Non voglio
piangere ancora, ma lui continua a camminare e non mi importa niente dell’acqua
che cade. Sono già orribile. Con un taglio in testa, i capelli sporchi e la
polvere dappertutto.
«Tanto lo sai
che poi torno.» Le gocce d’acqua gli finiscono sulle labbra.
«Io… ho… paura.»
La pioggia mi fa inciampare nelle parole. Lui mi guarda e non so come faccia ad
essere così bello mentre la natura ci sta cacciando via.
«Hai paura di
morire?» Sento la sua voce rimbombare dentro di me. Smuove le fondamenta,
guasta la mappa del percorso che ho deciso di percorrere insieme ad Edward.
«Non andartene.»
Mi stringo nelle
braccia, sono inzuppata.
«Ti amo, Bella.
Sai che non posso lasciarti.» Si avvicina e il battito del mio cuore mi
colpisce il cervello. Ora sento solo lui.
«Allora non
farlo.»
Batto i denti
dal freddo, lui mi è di fronte. Si avvicina ancora ed io non ho più la forza di
rimandarlo indietro. Sembra quasi che ci sia del vapore, intorno a lui. È il
fuoco sotto la pioggia ma non si spegne. E ora sta per bruciare me.
Mi sfiora la
guancia, la tocca, e il gelo scompare. Ora sono le sue mani su di me e tutto il
resto si annebbia.
Mi mordo la
lingua e la sua bocca mi striscia sul collo. Io lo abbraccio, mi appoggio a
lui.
Il buio ci
avvolge, la pioggia brilla come tante puntine di diamante.
Mi abbandono. Sento
le sue labbra morbide sulle mie, la sua stretta che si fa sempre più
prepotente. C’è l’acqua che mi lava la faccia, la pelle calda, viva di Jake,
sotto le mani. Scende la pioggia ma mi sta scottando. Socchiudo la bocca e la
sua lingua incontra la mia. Un giorno mi mancherà per sempre il sole. Non
voglio che quel giorno arrivi.
Voglio fermarmi
qui.
Voglio che Jacob
continui a cercarmi, a trovarmi. Voglio che continui a sussurrarmi “Bells”
quando riprende fiato. Un giorno non potrò più stare sotto il sole, tutti mi
vedranno irradiare arcobaleni come un cristallo… Non voglio che arrivi quel
giorno.
Sono senza
fiato, le sua mani premono sulla mia schiena.
Gli accarezzo i
capelli, poso il capo sulla sua spalla. Chiudere gli occhi e riaprirli senza un
cuore che batte è la prospettiva che più si avvicinerebbe alla vita, se mi
sposassi.
«Non andare a
morire, Bella. Fallo per me. Non posso vivere se tu muori.»
È anche la più
vicina alla morte.
La coperta del
suo letto è ruvida, la sento contro la pelle bagnata, sotto di lui.
Respira, Bella, non ti fermare. Respira.
Lo faccio, respiro, e lo sfioro ancora. Non so che
cosa succede, so solo che mi mancherà. La ferita mi pulsa sulla fronte, lui si
graffia con la cerniera dei miei jeans, gli sfugge un verso, perché non riusciamo a capire che quando sanguiniamo, stiamo sanguinando
insieme. I vestiti sono accartocciati sulla coperta;
le sue mani mi sfiorano, le sue mani sono dove i miei sogni sono anche i suoi. No, non voglio che finisca.
Jacob riesce a
farmi vedere nel buio. Sento la sua bocca vicino al seno e vorrei trattenermi.
Vorrei trovare la forza di dire che è sbagliato… perché io sposerò Edward,
perché un giorno mi mancherà il sole per sempre. Perché un giorno nessuno mi
dirà di respirare, di aprire gli occhi e vivere. Perché un giorno non potrò
fare più niente per far tornare indietro Jacob, non ci sarà nessun cuore che
batte a riportarlo qui.
Non ce la
faccio, non ce la faccio da
quando ti ho incontrato.
Jacob scende,
sento i brividi ovunque e si ferma lì. Si ferma proprio lì dove qualcosa urla,
batte e pulsa. Resta in silenzio, lo sento sospirare. Cerco il suo viso con le
mani e poso la mia bocca sulla sua. Il mio sangue lo vuole, il mio sangue non
può essere di nessun altro se vuole lui.
Non so come
muovermi. È semplicemente una cosa che si muove da sola, una specie di disegno,
come la spirale di un nastro che cade a terra. Il nastro rosso che ho infilato
fra i miei capelli. Il nastro rosso che ho sfilacciato l’altro giorno in tanti
fili di seta perché escluso dalle decorazioni della cerimonia.
Cerimonia? Non
voglio. Non voglio che qualcos’altro mi porti via da lui… E se è il mio cuore
che batte a tenerlo qui, allora sarà sempre questo.
Ora, qui, Jacob
continua a cercarmi ed io lo sto aspettando. Lo stringo a me, respiro. Il calore è un ondata di vento
improvvisa, lui mi bacia e io lo seguo, seguo il suo percorso.
Ci sono tutti i
raggi del sole.
***
La mia testa va
a sbattere contro la spalliera del letto. È peggio quando mi accorgo di avere ancora
i vestiti di ieri sera.
Cerco di
riprendere il respiro normale.
È sempre lo
stesso sogno… il mio cuore che batte e la luce del sole, che sia notte o
mattino, una luce che un giorno dovrò guardare solo all’ombra.
Mi manchi.
La solitudine finirà? Quando finirà
questa solitudine?
Devo trovare la forza
di cambiarmi. Il mio cuore batte ancora così forte che mi fa sentire un ronzio
nelle orecchie, e so bene perché.
Mi porto una
mano sulla fronte, premo. C’è… una ferita.
Mi metto seduta,
veloce, le coperte finiscono a terra.
«Ti ho portato a
casa, Bells.»
Non è possibile.
Mi alzo e gli
corro incontro, le gambe mi tremano, tutto trema.
Quando inciampo
nelle mie scarpe, Jacob mi afferra per la vita. Mi stringe, mi avvolge. Alzo lo
sguardo verso i suoi occhi, mi accarezza la guancia, c’è ancora il calore che
ho sentito sotto la pioggia.
Non era un
sogno, non questa volta.
«Mi sei mancato
tanto, Jake.»
Sbuffa… mi
sorride.
Lo abbraccio. Respiro il suo profumo.
Questa volta c’è il sole davvero.
*
*
*
*
Ciao a tutti :)
Grazie mille per aver letto. Questa storia partecipa al contest di Roberta87 Fool, said my MUSE to me; look in thy heart and write. Mi è piaciuto tantissimo scriverla. Speriamo che, sotto la benedizione dei/delle Muse, questa storia sia nata sotto una buona luce :)
Ringrazio Sanya che mi ha gentilmente betato la storia <3 Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate, ne sarei davvero felice <3
Ora leggete questa, che partecipa allo stesso contest, è divina. Grazie a Vi e Noemi per le chiecchierate su facebook, vi adoro, ragazze :)
Grazie <3
*
EDIT 10 APRILE 2012
La storia è stata ripostata in seguito a un problema. Grazie a tutti per il vostro sostegno <3 Mi dispiace tantissimo per le recensioni che purtroppo non sono riuscita a recuperare, Erika Webmaster mi ha detto che farà ritornare tutto. Grazie davvero.
Edit 19 aprile 2012
Questa storia si è classificata prima al contest a cui ho partecipato. *.* Grazie mille a Roberta. Sei stata una giudicia davvero fantastica <3
Ania