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Autore: aniasolary    10/04/2012    6 recensioni
Storia classificatasi prima al contest "Fool, said my MUSE to me; look in thy heart, and write." di Roberta87
Una sera, qualche settimana prima del matrimonio, Bella è sola a casa e aspetta che arrivi Edward dalla caccia. Si è addormentata.
Ed è lui che mi abbraccia – mani calde, ruvide di terra – io che cerco di mettere a fuoco, la luce che è tornata all’improvviso. Ha qualcosa di freddo in mano e il sangue mi cola sulla guancia con l’acqua; mi tiene fra le braccia… quasi fosse caduto con me.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Keep on breathing

 

 

 

Map of Problematique - Muse.

La luce del sole.

La mia testa va a sbattere contro la spalliera del letto.

Paura, e panico nell'aria. 

Riesco ad aprire gli occhi di poco, ma è peggio quando vedo che non sono nella mia stanza.

Tremo ancora, il sudore freddo mi scivola dalla forte.

Respira, respira, respira.

Voglio essere libera dalla desolazione e dalla disperazione.

Sento il battito del mio cuore graffiarmi le orecchie, è una litania che non finisce mai.

Sono le sue parole.

Ti aspetterò.

Tuh,tuh,tuh.

Deglutisco.

Finché il tuo cuore batterà ancora.

Ed è come se tutto ciò che ho visto fosse stato travolto nel momento in cui ho rifiutato di lasciarti andare. 
Mi stringo nelle coperte ma è inutile. C’è quella voce fastidiosa che mi dà ordini e mi cantilena ricordi. Ed io non voglio più ascoltarla.

Cerco di sorridere, la voce vellutata di Edward mi risuona nella testa.

Aspettami qui. Poi staremo insieme tutto il tempo che vuoi.

Ma quando mi metto in piedi e mi infilo le scarpe, non viene fuori altro che uno sbuffo infastidito. Mi avvicino alla sedia per prendere la giacca, è buio, ma riesco ad afferrarla. I capelli mi cadono davanti agli occhi e inciampo nei lacci.

Non ce la faccio, non ce la faccio da quando ti ho incontrato.

Cerco di rialzarmi.

Mi manchi.

La pioggia batte forte sui vetri del mio pick-up. Non so bene che cosa fare. So solo che non riesco a dormire e che i sogni diventano incubi troppo presto.

Mi manchi.

E penso ai tacchi alti che mi hanno fatto slogare la caviglia l’altro giorno, a cosa farà Charlie quando non potrò più cucinare per lui.

A quando nessuno ti dirà “respira”.

Penso a come mi mancherà il sole.

Parcheggio il pick-up e corro sotto la pioggia. Pizzica, è densa e fredda. Tremo di nuovo e mi battono i denti. La giacca è troppo leggera.

Apro la bocca, per prendere fiato. Pessima idea.

Ci sarà un momento in cui nessuno ti dirà “respira”.

È impossibile evitare le pozzanghere e ormai sono fradicia.

Fino al tuo ultimo battito, e poi nessuno ti dirà “respira”.

Trovo un riparo, i pantaloni infangati di terra fino alle ginocchia.

Devi fare un ultimo sforzo, Bella.

Trattengo il fiato.

Respira.

Tiro su la serranda del garage e mi travolge la polvere. Chiudo gli occhi, il viso freddo di pioggia. La luce è debole, fioca, ma mi lascia vedere la cassetta degli attrezzi lasciata aperta, una macchina con il motore in vista, il pavimento in cemento sporco di grasso.

L’odore di benzina mi invade le narici.

Mi manchi.

La solitudine finirà? Quando finirà questa solitudine? 

Ci sono troppe cose che vanno per il verso sbagliato. Sposare Edward è andare per il verso sbagliato?

È solo un vicolo cieco.

È l’unica strada che conosco.

Perché mi manchi, Jacob? Perché ti voglio qui con me? Perché mi sei così vicino se te ne sei andato? Vieni ad ascoltare il mio cuore che batte, vienilo ad ascoltare. Sta gridando perché poi sarà muto. Poi sarà muto per sempre.

Perché sono qui? In questo garage? Quella… quella è la Golf di Jake, stava facendo delle modifiche al motore per farlo andare più veloce e poi… poi se n’è andato.

Ho gli incubi, non riesco a dormire, non riesco a ridere, fuori piove, è notte, e verrà un giorno in cui non potrò più vedere il sole.

La vita si mostrerà velocemente davanti ai miei occhi con momenti sparsi. 

Non ha finito di aggiustare la Golf. Non ha messo a posto gli attrezzi.

Mi manchi.

E non so che cosa succede. Non so come faccio. Il punto è che continuo a camminare e ho freddo, ho tanto freddo. 

C’è il motore sporco di grasso dove Jake infilava le mani ed io mi ricordo di lui. Lui che mi guarda, lui che mi chiama, lui che mi abbraccia – mani calde, solletico –, riesco a sentire la sua risata anche se non c’è.

Vorrei trattenere i singhiozzi.

Vorrei.

È tutta colpa sua.

Polvere nella mia bocca, botta contro il mento. Non poteva mettere a posto gli attrezzi?

E sono andata a inciampare in qualcosa e… E poi non mi ricordo. Che cos’era… un martello? So solo che la botta era forte anche contro la testa. Dio… l’odore del sangue.

Vieni, Jake. Vieni a prendermi. Dove potrai essere? C’è la luna, è notte. È notte lì fuori, è notte qui dentro, sarà notte domani, è notte ogni giorno da quando te ne sei andato. Non vedo più niente e… ti ascolto, cerco di ascoltarti. Per chi dovrei respirare se tu te ne sei andato? Finché il mio cuore batterà ancora, Jake, e sta battendo.

Cerco di alzarmi ma tutto è sfuocato, non vedo più niente. E la luce è sempre più debole, e la macchina diventa sempre più piccola…

Voglio andare da un’altra parte, voglio fuggire dove nessuno pensa che potrei essere colpevole. 

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei. Tuh, tuh, tuh,tuh, tuh. Sono tuoi, prendili. Il mio cuore grida, poi non potrà più parlare. Poi rimarrà zitto per sempre.

Sento le lacrime che mi scivolano dagli occhi.

Volto la testa e la ferita fa sempre più male. Ora la macchina è sparita, ora è tutto di un unico colore. Un continuo tuh, tuh nelle orecchie, nella gola, e nella ferita che pulsa. Il suono è ovattato, il suono mi fa tremare, il suono fa eco in tutto il mio corpo.

Non me l’aveva mai detto nessuno, questo. Che quando chi ami se ne va, rimani senza qualcosa che non potrà mai darti nessuno. Mi manca quando mi abbracci, mi manca quando ridi, mi manca il passato che non tornerà più.

Mi manchi tu.

«Merda, Bells… sei inguardabile.»

No, non è vero. E nemmeno tu sei vero. Non è vera la tua voce, non è vero il tuo calore, non è vera questa luce. Jake, smettila di trattarmi così. Non puoi entrare in scena tutte le volta che vuoi e lasciarmi morire quando sei impegnato a fuggire da te. Non lo puoi fare, va bene?

Vattene, vattene via.

«Ti fai sempre riconoscere.» La voce è roca, è la sua. Si intrufola nelle mie orecchie.

Vattene, vattene via.

«Ma pensi che ucciderti è l’unico modo per far tornare qualcuno?»

Solo buio. Niente più calore. Niente più luce.

No, aspetta, rimani. Mi manchi, rimani. Rimani con me.

«Jake?» Apro gli occhi e non ci voglio credere.

Ed è lui che mi abbraccia – mani calde, ruvide di terra –, io che cerco di mettere a fuoco, la luce che è tornata all’improvviso. Ha qualcosa di freddo in mano e il sangue mi cola sulla guancia con l’acqua;  mi tiene fra le braccia, sul pavimento, quasi fosse caduto con me. In realtà sono caduta io, sono io che mi sono ferita. Ma lui viene sempre giù con me, lui riesce sempre a trovarmi. Lui riesce sempre a farmi emergere dal fondo.

«Bella… Che diavolo ti è passato per la testa?»Preme il ghiaccio più forte sulla mia fronte e mi scappa un gemito.

«Io… sto sanguinando… »

«Nah, è un taglietto. Niente punti, questa volta. E poi non chiedere scusa, eh.»

Fa male. Rido e fa male, perché non sono più abituata. Rido e non voglio pensare a quando tutto questo finirà. Come ha fatto a tornare? Come faceva a sapere che ero qui?

Non so nemmeno che cosa dire, non so nemmeno che cosa fare, so solo che lui mi tampona la fronte con un panno bagnato e mi accarezza il viso, ora, e mi guarda, con quegli occhi neri che brillano… Come fa a brillare?

«Dove… Dove sei stato? » Metto a fuoco l’immagine. Ha la pelle bronzea che scorgo alla luce fioca, le labbra piene che sfiorano, toccano la mia pelle, nessun tessuto a coprirlo dalla vita in su, il fisico scolpito su cui indugio quel secondo in più che mi fa infiammare le guance. Mi aggrappo a lui, perché so che non mi farà cadere. Dio, ci sarà un giorno in cui il sole mi mancherà per sempre, ed anche se è notte lui è qui con me.

Continua a guardarmi ed io mi sento la testa scoppiare.

«Ti sei preoccupata?»

Si rigira il panno sporco fra le mani, le sue braccia a stringermi forte. Non me ne accorgo nemmeno e sto piangendo di nuovo, e questa volta sono io ad abbracciarlo. Anche se non dovrei, anche se non voglio fare altro che prenderlo a pugni, anche se ci sono tanti motivi a dirmi che ho sbagliato tutto.

« Ti odio, Jacob Black. Brutto sbruffone che non sei altro, me la sarei cavata da sola e ti assicuro che non muoio per farti tornare, non muoio per te! Non mi è mai minimamente passato per la testa!»

Abbassa la testa e i capelli corti mi fanno il solletico sul collo, il fiato caldo su di me, le sue braccia ad avvolgermi.

«Sono felice che non vuoi morire. Sono felice di sentirlo.» Gemo di dolore, per la ferita. Perché le immagini diventano più chiare e gli occhi mi bruciano.

«Smettila… Jake, non puoi farlo…»

«Fare cosa? Dirti che sono felice di trovarti viva? Ero in forma di lupo, sono venuto qui e non so perché. C’è qualcosa che ci lega? Non lo so. Potresti anche essere tu a spiegarmelo…», mi passa le mani sulle spalle, lungo il collo, non smettere mai, «… e a dirmi perché ti vuoi rompere la testa fra le mie cose.»

Ma non posso stare qui.

«Non lo so!»

«Che significa?»

«Non lo so.»

Mi stacco da lui e mi strofino gli occhi con le mani. È tornato il freddo, è tornato il buio. Edward sarà tornato dalla caccia e non potrà raggiungere la riserva. Avrà chiamato Alice…

«Brava.»

Tiro su col naso e cerco di pulirmi con la felpa che ho addosso.

«Perché cazzo sono venuto? Mi sono dovuto anche trovare un ferito nel garage. Se fosse successo qualcosa, avresti messo nei casini Billy… cazzo, Bells… »

È tornato, lo caccio. «Sarebbe stato meglio. Ma succederà, non preoccuparti. Quando sarò…»

Non lasciarmi andare, Jake.

«Non dire quella parola.»

Deglutisco, gli occhi chiusi, i capelli umidi che mi si appiccicano alle guance. Dovrò andare via, ma tu non lasciarmi andare.

«Perché? »

«Perché mi uccidi, va bene?»

Trattengo ancora i singhiozzi. Chi è che dovrebbe piangere, qui?

Mi giro e lui comincia a camminare verso l’uscita. Cosa vuole fare? Dove vuole andare? Che intenzioni ha? Esce fuori, veloce. La sua schiena è lucida sotto i raggi lunari, i suoi muscoli si contraggono.

«Jake, aspetta!»

Lui si volta e in viso ha un ghigno, come se l’avessi colpito con qualcosa.

La mia voce è sottile. «Resta qui.»

Si mette a ridere e io tremo.

Ormai è sotto la pioggia, le gocce scendono sul suo petto e gli bagnano tutto il corpo, a poco a poco. Deglutisco, per l’ennesima volta.

«Vuoi che aspetti finché il tuo cuore non smetterà di battere?»

Non voglio piangere ancora, ma lui continua a camminare e non mi importa niente dell’acqua che cade. Sono già orribile. Con un taglio in testa, i capelli sporchi e la polvere dappertutto.

«Tanto lo sai che poi torno.» Le gocce d’acqua gli finiscono sulle labbra.

«Io… ho… paura.» La pioggia mi fa inciampare nelle parole. Lui mi guarda e non so come faccia ad essere così bello mentre la natura ci sta cacciando via.

«Hai paura di morire?» Sento la sua voce rimbombare dentro di me. Smuove le fondamenta, guasta la mappa del percorso che ho deciso di percorrere insieme ad Edward.

«Non andartene.»

Mi stringo nelle braccia, sono inzuppata.

«Ti amo, Bella. Sai che non posso lasciarti.» Si avvicina e il battito del mio cuore mi colpisce il cervello. Ora sento solo lui.

«Allora non farlo.»

Batto i denti dal freddo, lui mi è di fronte. Si avvicina ancora ed io non ho più la forza di rimandarlo indietro. Sembra quasi che ci sia del vapore, intorno a lui. È il fuoco sotto la pioggia ma non si spegne. E ora sta per bruciare me.

Mi sfiora la guancia, la tocca, e il gelo scompare. Ora sono le sue mani su di me e tutto il resto si annebbia.

Mi mordo la lingua e la sua bocca mi striscia sul collo. Io lo abbraccio, mi appoggio a lui.

Il buio ci avvolge, la pioggia brilla come tante puntine di diamante.

Mi abbandono. Sento le sue labbra morbide sulle mie, la sua stretta che si fa sempre più prepotente. C’è l’acqua che mi lava la faccia, la pelle calda, viva di Jake, sotto le mani. Scende la pioggia ma mi sta scottando. Socchiudo la bocca e la sua lingua incontra la mia. Un giorno mi mancherà per sempre il sole. Non voglio che quel giorno arrivi.

Voglio fermarmi qui.

Voglio che Jacob continui a cercarmi, a trovarmi. Voglio che continui a sussurrarmi “Bells” quando riprende fiato. Un giorno non potrò più stare sotto il sole, tutti mi vedranno irradiare arcobaleni come un cristallo… Non voglio che arrivi quel giorno.

Sono senza fiato, le sua mani premono sulla mia schiena.

Gli accarezzo i capelli, poso il capo sulla sua spalla. Chiudere gli occhi e riaprirli senza un cuore che batte è la prospettiva che più si avvicinerebbe alla vita, se mi sposassi.

«Non andare a morire, Bella. Fallo per me. Non posso vivere se tu muori.»

È anche la più vicina alla morte.

La coperta del suo letto è ruvida, la sento contro la pelle bagnata, sotto di lui.

Respira, Bella, non ti fermare. Respira. 

Lo faccio, respiro, e lo sfioro ancora. Non so che cosa succede, so solo che mi mancherà. La ferita mi pulsa sulla fronte, lui si graffia con la cerniera dei miei jeans, gli sfugge un verso, perché non riusciamo a capire che quando sanguiniamo, stiamo sanguinando insieme.  I vestiti sono accartocciati sulla coperta; le sue mani mi sfiorano, le sue mani sono dove i miei sogni sono anche i suoi. No, non voglio che finisca.

Jacob riesce a farmi vedere nel buio. Sento la sua bocca vicino al seno e vorrei trattenermi. Vorrei trovare la forza di dire che è sbagliato… perché io sposerò Edward, perché un giorno mi mancherà il sole per sempre. Perché un giorno nessuno mi dirà di respirare, di aprire gli occhi e vivere. Perché un giorno non potrò fare più niente per far tornare indietro Jacob, non ci sarà nessun cuore che batte a riportarlo qui.

Non ce la faccio, non ce la faccio da quando ti ho incontrato.

Jacob scende, sento i brividi ovunque e si ferma lì. Si ferma proprio lì dove qualcosa urla, batte e pulsa. Resta in silenzio, lo sento sospirare. Cerco il suo viso con le mani e poso la mia bocca sulla sua. Il mio sangue lo vuole, il mio sangue non può essere di nessun altro se vuole lui.

Non so come muovermi. È semplicemente una cosa che si muove da sola, una specie di disegno, come la spirale di un nastro che cade a terra. Il nastro rosso che ho infilato fra i miei capelli. Il nastro rosso che ho sfilacciato l’altro giorno in tanti fili di seta perché escluso dalle decorazioni della cerimonia.

Cerimonia? Non voglio. Non voglio che qualcos’altro mi porti via da lui… E se è il mio cuore che batte a tenerlo qui, allora sarà sempre questo.

Ora, qui, Jacob continua a cercarmi ed io lo sto aspettando. Lo stringo a me, respiro. Il calore è un ondata di vento improvvisa, lui mi bacia e io lo seguo, seguo il suo percorso.

Ci sono tutti i raggi del sole.

***

La mia testa va a sbattere contro la spalliera del letto. È peggio quando mi accorgo di avere ancora i vestiti di ieri sera.

Cerco di riprendere il respiro normale.

È sempre lo stesso sogno… il mio cuore che batte e la luce del sole, che sia notte o mattino, una luce che un giorno dovrò guardare solo all’ombra.

Mi manchi.

La solitudine finirà? Quando finirà questa solitudine?

Devo trovare la forza di cambiarmi. Il mio cuore batte ancora così forte che mi fa sentire un ronzio nelle orecchie, e so bene perché.

Mi porto una mano sulla fronte, premo. C’è… una ferita.

Mi metto seduta, veloce, le coperte finiscono a terra.

«Ti ho portato a casa, Bells.»

Non è possibile.

Mi alzo e gli corro incontro, le gambe mi tremano, tutto trema.

Quando inciampo nelle mie scarpe, Jacob mi afferra per la vita. Mi stringe, mi avvolge. Alzo lo sguardo verso i suoi occhi, mi accarezza la guancia, c’è ancora il calore che ho sentito sotto la pioggia.

Non era un sogno, non questa volta.

«Mi sei mancato tanto, Jake.»

Sbuffa… mi sorride.

Lo abbraccio. Respiro il suo profumo.

Questa volta c’è il sole davvero.

*

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*

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Ciao a tutti :)

Grazie mille per aver letto. Questa storia partecipa al contest di Roberta87 Fool, said my MUSE to me; look in thy heart and write. Mi è piaciuto tantissimo scriverla. Speriamo che, sotto la benedizione dei/delle Muse, questa storia sia nata sotto una buona luce :)

Ringrazio Sanya che mi ha gentilmente betato la storia <3 Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate, ne sarei davvero felice <3

Ora leggete questa, che partecipa allo stesso contest, è divina. Grazie a Vi e Noemi per le chiecchierate su facebook, vi adoro, ragazze :) 

Grazie <3

*

EDIT 10 APRILE 2012

La storia è stata ripostata in seguito a un problema. Grazie a tutti per il vostro sostegno <3 Mi dispiace tantissimo per le recensioni che purtroppo non sono riuscita a recuperare, Erika Webmaster mi ha detto che farà ritornare tutto. Grazie davvero.

Edit 19 aprile 2012

Questa storia si è classificata prima al contest a cui ho partecipato. *.* Grazie mille a Roberta. Sei stata una giudicia davvero fantastica <3

Ania

   
 
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