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Autore: Lunastorta92    05/11/2006    2 recensioni
Andy Steed ha sempre avuto un'opinione piuttosto pessimistica sull'amore, ha sempre pensato che in amore ci fossero delle regole prestabilite e che tutto si dovesse svolgere secondo un criterio. Lo ha sempre pensato, almeno finchè non ha incontrato lui...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 2.

Senza un nome, senza parole...

Giuro che ci ho provato.
Ho provato a non pensare più allo sconosciuto, ma non ce l'ho fatta.
Sono passate due settimane dalla prima volta che si è presentato in Biblioteca, con i capelli bagnati, chiedendomi di poter leggere Erodoto.
E da quel giorno lui è venuto qui tutte le sere, proprio qualche minuto prima che io chiudessi, e tutte le sere mi ha chiesto di poter leggere quel dannatissimo libro.
E tutte le sere io ho risposto di sì, che avrebbe potuto.
Con un sorriso si sedeva al solito tavolo, leggendo fino a tarda notte; e io lì, alla mia scrivania, ad osservarlo.
In tutti questi giorni non ci siamo mai rivolti la parola, a parte qualche breve cenno di saluto.
Ma non riesco comunque a fare a meno di passare delle ore stando ferma, ad osservarlo mentre sfoglia distrattamente le pagine, mentre prende appunti.
Mi sembra quasi di conoscerlo, conosco ogni suo piccolo gesto, ogni sua piccola abitudine.
Eccolo, che si gratta distrattamente la guancia, che sbuffa, che si massaggia le tempie...

Sono nuovamente qui, a risistemare l'Archivio; e oggi è sempre sabato sera.
Lui è di là, insieme al suo libro, ma non mi rendo nemmeno conto della sua presenza.
-Buonasera. Io...-
I libri che ho in mano mi cadono a terra per lo spavento.
-Mi scusi...- replica lo sconosciuto, apparentemente divertito, piegandosi per raccogliere i libri. -Ecco a lei.-
-Grazie.- mormoro, imbarazzata, spostandomi una ciocca di capelli scuri dal viso.
Vorrei domandargli per quale motivo è sempre tornato qui, visto che non mi sono nemmeno comportata in modo gentile.
-Cosa vuole?- dico io, dopo qualche secondo, piuttosto seccata.
-Ehm... Avrei bisogno di tutti i libri di storia antica che avete!- mi risponde, forse un po' imbarazzato.
-Una richiesta veramente semplice!- ribatto, sarcastica -I libri saranno quasi cento!-
-Perfetto!- esclama -Più ne riesco a consultare, meglio è!- continua, come se la mia scortesia non lo scalfisse nemmeno.
-Mi segua...- replico, uscendo dall'Archivio con lo sconosciuto al seguito.
Arriviamo davanti agli scaffali dedicati alla Storia, sono i più polverosi, i meno curati e i meno frequentati di tutta la Biblioteca.
Senza che lo sconosciuto mi dica niente, comincio a tirare fuori dallo scaffale i libri che mi sembrano i più attinenti alla sua richiesta, e glieli poggio fra le mani.
Lui si limita a guardare prima me, poi i libri, poi ancora me; con gli occhi illuminati, come se fosse un bimbo felice.
-Ecco fatto...- esclamò stancamente, dopo aver dato allo sconosciuto il quarantasettesimo libro.
-La ringrazio, davvero tanto!- replica lui, con quella sua voce profonda e lievemente roca.
Mi volto senza nemmeno rispondere, tornando al mio Archivio, infastidita.
Davvero, tutto questo è assurdo, puramente assurdo!
Quell'uomo mi farà impazzire: prima si presenta qui a chiedere di Erodoto e mi occupa la Biblioteca almeno fino a mezzanotte; poi, quando ha finito con Erodoto, mi domanda di procurargli tutti i libri di Storia Antica presenti in Biblioteca!
Ho parlato di lui alla mia amica Wendy, l'altro giorno, per telefono; e lei sostiene che sia completamente folle oppure che venga qui non solo per i libri.
Io la trovo un'ipotesi improbabile, la seconda.

E' mezzanotte passata, e sono ancora nel solito stanzino polveroso, in attesa che lo sconosciuto decida di andarsene.
Stanca di aspettare, mi alzo in piedi, esco dall'Archivio e mi avvicino a lui:
-Penso che un giorno mi dovrà dire a cosa le serve una quantità così spropositata di libri!- esclamo, una volta accanto al tavolo a cui lui è seduto.
Alza la testa e mi rivolge un sorriso distratto:
-Lavoro.- è la sua semplice risposta, nulla di più.
-Lei non parla molto, eh?- continuo io, allontanandomi di qualche passo e risistemando alcuni libri.
-Già.- risponde, lanciandomi un'occhiata divertita e tornando al suo libro.
-Penso che sia il caso che se ne vada... Dovrei chiudere!- ribatto, ancora più seccata di prima.
-Mi lasci ancora qualche minuto, è importante!- si giustifica lui, supplichevole.
-Solo la sua vita è importante?! Io vorrei tornarmene a casa!- replico, furente.
-Sono uno storico, lavoro in un Museo e sono docente all'Università, ho bisogno di fare alcune ricerche. Glielo chiedo per piacere.- mi risponde, pacatamente.
Non riesco a ribattere, non riesco a rispondere in modo sarcastico, non riesco a fare niente e basta; sono ferma, immobile, a fissarlo negli occhi.
-E comunque, io sono Graham.- aggiunge, tendendomi la mano e sorridendomi con quel suo modo gentile.
-Piacere, Andy.- gli stringo la mano, perplessa; lui torna al suo libro.
Con un impercettibile sbuffo e scuotendo la testa in modo divertito, me ne torno alla mia postazione preferita per osservarlo: seduta alla mia scrivania, dietro il bancone, in parte nascosta dallo schermo di un computer.
L'unica luce accesa a quest'ora è una delle piccole lampade dalla luce giallastra posata sul tavolo, quello a cui è seduto lo sconosciuto.
Graham.

Ora è l'una e mezza, ho la testa appoggiata alla mano, gli occhi semi-chiusi, ho bevuto una decina di caffè e lui è ancora qui. Si vede che anche lui è parecchio stanco, lo si vede da come sbadiglia sempre più spesso, i suoi occhi azzurrissimi sono arrossati per la troppa lettura, quasi fatica a voltare le pagine.
-Avrei dovuto chiudere circa sei ore fa!- esclamo, rompendo il silenzio, la mia voce sembra farlo sobbalzare.
-Direi che è il caso che se ne vada...- aggiungo, stiracchiandomi e avvicinandomi a lui.
-Suppongo che lei abbia ragione.- replica lui, sempre sorridendomi, alzandosi in piedi. -Non so davvero come ringraziarla, Andy.-
-Ma non è il caso che mi ringrazi! Mi ha fatto solo perdere qualche ora di sonno e mi ha fatto ribaltare tutto il reparto di Storia Antica!- ribatto io, con evidente sarcasmo; lui ride.
-E' sempre qui in Biblioteca, lei?- mi domanda, imperturbabile.
-Sempre. Tranne il mercoledì.- rispondo, accigliandomi.
-Mi risponderebbe ancora in modo sarcastico se le chiedessi di uscire con me, mercoledì sera?-
-No... C...Credo di no.- rispondo, spiazzata.


X lemonade: Ti ringrazio, non pensavo che qualcuno recensisse così in fretta il primo capitolo! O__o Spero che la storia continui a piacerti!
  
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