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Autore: GuessWhat    10/04/2012    8 recensioni
Pensieri di Lau al funerale di Madame Red.
« Ti avrei istruita a stare nell'ombra come le volpi fanno, ti avrei insegnato ad essere discreta. »
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelina Durless, Lau Tare
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno è dunque arrivato, An, e le campane hanno suonato i loro cupi rintocchi in questa chiesa piena di gente.
Eppure, sebbene dovunque io mi giri veda teste ben pettinate, alcune coperte da un velo nero di lutto, mi sembra di essere il solo in questa chiesa riempita di gente che no, non ti conosceva… Non ti ha mai conosciuta così come ti conobbi io.
Avevi esagerato con lo sherry, quella sera, e mi avevi anche strappato, col tuo solito modo da padrona incontrastata, la mia pipa da oppio di mano e ti ci eri attaccata, ridacchiando sommessamente. E tra i fumi dell’alcool e dell’oppio mi confessasti che odiavi le prostitute che venivano da te ad abortire, tanto quanto amavi vedere il loro sangue sgorgare dagli uteri divelti dai loro ventri…
E io giurai, lo feci per te; giurai di tenere la mia fogna d’informazioni chiusa persino a tuo nipote. Promisi di coprirti, nella speranza che ti potessi salvare dalla forca. Avrei usato tutti i miei metodi per distrarre il Conte, per interessarlo ad altro… E inizialmente aveva funzionato. Te lo ricordi, An?
Fu una bella serata quella. La ricordi, anche se ora che il calore del tuo fuoco ha abbandonato il tuo corpo e tra le dita stringi un rosario? Ti sventolavo e sorridevo, sebbene tu non ti accorgessi di me e sorridessi ad altri uomini, dalla fedina più linda della mia, dagli occhi meno tirati dei miei. Ma.. voglio credere che tu in realtà fossi consapevole che ero lì, ero lì per te An. Non solo per coprirti dal Conte. Vendo illusioni, per questa volta mi ci voglio ubriacare
Perché sai, An, eri una donna veramente.. unica. Avrei voluto chiamarti per nome, ricordarti che non eri Madame per me. Eri Angelina..!
Ti addormentasti sul mio petto quella sera, la sera della tua sanguigna confessione al mio orecchio e, vuoi saperlo, anche se ora è troppo tardi? Questo cinese capì con un tuffo al cuore che era ormai tuo. Ti strinsi mentre dormivi e giurai a me stesso che un giorno te lo avrei detto. Pensa, An..! Un uomo può essere il re della collina d’oriente e macchiarsi le mani del sangue dei ratti, degli sporchi e degli infami e smerciare i sogni fumosi, eppure di fronte agli occhi della sua signora gli cadono le braccia, la sua parlantina sempre sciolta improvvisamente s’arresta e vorrebbe svicolare come sempre fa dalle situazioni che a lui sono scomode, fuggendo nelle ombre. L’ho fatto spesso, di giorno in giorno, ti ho guardata posare le tue pupille su altri uomini, ho ascoltato nel salotto della tua casa le tue chiacchiere su altri signori. “Cosa mi consigli, Lau? Trovi che Lord Gilbert sia un buon partito, o credi che per una signora sia più conveniente mostrarsi al braccio di Sir Foster?”
Che potevo fare, io, eheh..! Ti sorridevo, annuivo, fumavo e non soffermavo il pensiero più del necessario. Fingevo che non stessi parlando di quegli uomini ma elogiassi me. Suvvia, non te ne faccio un torto, conosco le leggi del tornaconto. Sarò anche un nobile, ma so.. e tu sapevi.. chi in realtà sono. Forse non sarebbe stato conveniente tenermi a braccetto; eri una signora troppo rispettabile per un dragone infido come me. Però io, An, ho pugnalato tanti traditori, ho tradito e raggirato, mi sono sporcato di menzogne con la stessa facilità con cui volano le farfalle e nonostante tutto non ho mai pensato, nemmeno lontanamente, di tradire te.
Dentro di me sapevo che avrei potuto coprirti solo fino ad un determinato limite, tuttavia non te ne ho mai più fatto parola da quella notte: eri talmente ubriacata e ebbra dell’oppio che non ho faticato a pensare che ti fossi dimenticata della tua confessione. In silenzio ti ho tenuta coperta e ho depistato finché ho potuto e finché la mannaia della Morte non si è abbattuta sul tuo petto morbido.
Me lo aspettavo..! Tu stavi attirando troppe attenzioni. Avresti potuto imparare da me. Ti avrei istruita a stare nell’ombra come le volpi fanno, ti avrei insegnato ad essere discreta.
Mi sfugge un sospiro… perché ora è tardi e tuo nipote ti sovrasta coprendoti con l’abito rosso. È tardi persino per piangere. L’ho imparato tanti anni fa tra le fiamme delle case e il sorriso luminoso degli inglesi affamati di Cina! Se anche versassi lacrime tali da riempire il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro, tu non torneresti mai se non nei miei sogni, una volta che, stremato dalle lacrime, cadrei in un sonno profondo.
Ed ecco, si aprono i portoni della chiesa e una tempesta di petali di sangue avvolge i presenti. Siamo tanti qui, ma nessuno sa chi eri e nessuno sa che io ti ho sempre..


… Di cosa stavo parlando?




Il funerale è finito. È ora di scambiare quattro parole con il Conte.
   
 
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