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Autore: Khaleesi    10/04/2012    8 recensioni
Annulliamo il grande "se" di Percy.
Facciamo rimanere nell'isola di Ogigia con Calipso.
Cosa sarebbe successo?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luke Castellan, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E "SE"...






Efesto mi aveva dato tempo fino all’alba per prendere la mia decisione.

Camminavo lentamente sulla spiaggia, giocherellando con la sabbia umida che mi si infilava tra le dita dei piedi. Le prime luci dell’alba iniziarono a spuntare all’orizzonte tingendo il cielo di un arancio sbiadito.

Apollo riusciva a vedermi dalla sua macchina voltante alias Carro del Sole?

In ogni caso, alzai la mano in segno di saluto verso il cielo mormorando un – Buongiorno.

Ritornai verso la grande villa di Calipso aspettandomi di trovarla dentro, invece era dove l’avevo lasciata la sera prima, ancora seduta a quel tavolo aspettandomi.

Poi disse che si era innamorata di me.

Disse anche che si era ripromessa di non propormi di rimanere nell’isola di Ogigia con lei, che le Parche mandavano un eroi maschio una volta ogni mille anni solo per spezzarle il cuore.

–Rimani qui, mio prode. Qui non arriverai mai in quell’età pericolosa. Rimani con me.

Le posai un dito sulle labbra, facendola smettere di parlare e notai che un velo di lacrime aveva ricoperto i suoi occhi.

–Ho preso la mia decisione Calipso.

Lei rimase in silenzio, facendo un cenno del capo intimandomi di continuare.

–Rimarrò ad Ogigia con te. Non arriverò mai a compiere sedici anni.

 

Penserete che sono un codardo, fatelo pure.

Ma la verità è che non capite cosa vuol dire essere un mezzosangue, essere sempre in pericolo di morire da un secondo all’altro e di poter trascinare un innocente negli Inferi assieme a te.

Ogigia era il primo posto in cui mi sentivo veramente al sicuro.

Calipso era la prima persona con cui mi sentivo veramente al sicuro.

Mia madre? Le avrebbero detto che ero morto; avrebbe sofferto, certo, ma non sarebbe più stata in pericolo né avrebbe fatto più visita agli Inferi come ostaggio per colpa mia. Paul sembrava un uomo apposto che sapeva renderla felice, semmai si fossero lasciati mia madre era abbastanza indipendente e intelligente da farcela da sola, cosi come aveva fatto in tutti questi anni.

I miei amici: Annabeth, Grover e Tyson … avrebbero capito. Thalia aveva fatto la stessa scelta, aveva trovato un modo per proteggere se stessa e gli altri.

Sono solo un ragazzino, ho solo 14 anni, non posso sopportare il peso del destino del mondo sulle mie spalle.

 

 

 

***

 

 

 

E cosi il tempo passò, la luce e il buio si inseguivano giorno dopo giorno senza che noi ce ne accorgessimo, o che ci importasse. Amavo Calipso e lei amava me.

Ci completavamo a vicenda. Passavamo la nostra tipica giornata a curare le piante del nostro giardino, studiando l’antica lingua greca e svagandoci come meglio potevamo nella nostra solitudine.

Da quando c’ero io, Calipso non aveva ricevuto una sola visita, mai un messaggio, nulla.

Così, quando qualcuno si materializzò sulla nostra spiaggia fu una novità assoluta.

Era un ragazzino all’incirca di dodici anni, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri come il ghiaccio.

All’altezza dello stomaco aveva una brutta ferita dalla quale usciva copioso il sangue, –Portiamolo dentro, tesoro. Me lo caricai sulle spalle e lo portai verso casa, seguendo le istruzioni di Calipso che si affrettava a prendere da vari angoli degli ingredienti per creare delle speciali pomate di guarigione.

Il ragazzo intanto aveva perso i sensi.

 

Passarono tre soli e tre lune prima che il nostro ospite si risvegliasse.

Lo ritrovammo sulla porta che conduceva sul giardino, ci guardava piantare i fiori.

–Oh, salve! – lo salutò Calipso saltando in piedi e costringendolo in tutti i modi a farlo sedere su di una sedia lì vicino. –Ehm, grazie– mormorò lui inciampando quasi sui suoi stessi piedi.

Sorrisi tra me e me, sapevo che stava ammirando la bellezza della mia ragazza e che quindi tutto il resto stava passando in secondo piano, compresa la dignità.

–Non abbiamo ospiti da molto tempo– stava puntualizzando Calipso al ragazzino. Lui si portò una mano allo stomaco, alzando la maglietta bianca e notando in quel momento che dove ci sarebbe dovuta essere una cicatrice c’era solo l’alone di un taglietto rosa scuro.

–Dove sono? Dove sono le mie cose? Chi siete voi? Cosa mi avete fatto? – quella raffica di domande mi fece strabuzzare gli occhi e fece ridere Calipso.

–Sei sull’isola di Ogigia, ragazzo. La tua armatura è in casa, appena avremo finito di parlare te la mostrerò. La mia ragazza, Calipso, ti ha guarito dalla ferita che ti eri procurato; quanto a me sono Percy Jackson, figlio di Poseidone– risposi alzandomi in piedi e offrendogli la mano.

Lui la strinse in una stretta forte.

–Da quanto tempo siete qui? –

–Io da molto tempo eroe, Percy invece è qui solo dal ventunesimo secolo–

–Nel mio mondo siamo nel 3025– disse il biondo socchiudendo gli occhi e iniziando a grattarsi la nuca, probabilmente stava cercando di ricordare a quale anno si riferisse ‘ventunesimo secolo’.

Ci rinunciò con una scrollata di spalle.

–Come ti chiami, ragazzo? – gli chiesi.

–Luke– rispose lui gonfiando il petto d’orgoglio.

–Luke, eh? Conoscevo anch’io un Luke, tanto tempo fa … Di chi sei figlio, Luke? –

Non appena faci questa domanda mi diedi dello stupido da solo, quelle orecchie a punta, quel sorriso furbo…

–Luke Smith, figlio di Ermes! –

Oh, fantastico. Le conquiste di Ermes avrebbero mai smesso di chiamare i loro figli Luke? Poi impallidii.

–P-perché ti chiami proprio Luke? –

Il ragazzo mi squadrò dalla prima cinghia dei sandali all’ultimo pezzo di forfora tra i capelli.

–In onore dell’Salvatore del Mondo, ovviamente! –

–Salvatore del Mondo? – mi anticipò Calipso.

–Già. Si chiamava Luke Castellan, è l’unico eroe ad aver ‘abbattuto’ la profezia dell’Oracolo di Delphi, ha ucciso il Titano Crono … Se sono qui oggi, se esisto, è solo grazie a lui, al suo coraggio! Sapete, anche lui era un figlio di Ermes proprio come me! – trillò il ragazzo portando un dito ad indicarsi, fiero di essere ciò che era.

–Cosa è successo poi a Luke? – sentivo la gola secca e le gambe molli, ero sul punto di svenire.

–Si è sposato ed è andato a vivere con sua moglie da qualche parte nell’Ohio–

–Sua moglie? –  Possibile che Thalia avesse infranto il voto dato alla dea Artemide tornando da Luke? …

–Uhm, una certa … figlia di Atena, ehm, Annabell, no, Annabeth Chase, si. –










 



Ehm, salve :)
Sono Ashley, figlia di Ade! O di Ermes! O della dea Nemesi!
Bhè, fate un po' voi. :)
Questa è la mia prima fanfic sul fantastico e meraviglioso mondo di Percy Jackon!
Sicuramente ne scriverò altre (Su Thalia e Luke, i miei personaggi preferiti ... oppure su Travis e Connor Stoll ... o una bella Thalia x Zoe ... o una vendetta di Ethan ... perché non farne anche una su Nico?! ... Sto tergiversando? Si.)
Comunque sia chiaro: credo nella PercyxAnnabeth e penso che semmai il mio Luke (sempresialodato!) Castellan avesse dovuto 'prendere compagna' avrebbe sempre e comunque scelto la mia Thalia (sempresialodata!) Grace, no way! :3
Detto questo ... Non capisco perché nella traduzione italiana sia 'Talia' e nel resto del mondo 'Thalia'. Bhò.
Se siete maniaci (o anche solo 'entusiasti') di Percy venite a trovarmi su questa pagina fan di facebook: Divine Dyslexia.
Altolàalsudore!
Buongiornoavederci,
Ash-

   
 
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