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Autore: MoonClaire    10/04/2012    1 recensioni
Noi. Una parola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOI, ecco la parola magica.
“Che fai?” domandò Chris senza togliere gli occhi dal monitor. Lo sapevo, stava sorridendo.
Risi lievemente e rialzandomi, sollevai le spalle. “Mi faccio, giustamente, gli affari tuoi!”.
Voltandosi in mia direzione, innalzò un sopracciglio divertito.
“Ah sì?”.
“Certo, è che vorrei decorarti io quel gesso e farlo anche bene, e quel ‘NOI’ mi stona un po’!”. Replicai prendendo la circolare che aveva davanti e leggendola veramente.
“Ti lascio tutto il gesso, ma quel ‘NOI’ è troppo importante per essere coperto!” sorrise spostando gli occhi azzurri ancora una volta sullo schermo. “E ti ricordo che sono il tuo capo, quindi va e fa finta di lavorare!” borbottò sottovoce liquidandomi.
Sorridendo, e salutando anche gli altri colleghi che poco alla volta entravano in ufficio, tornai alla mia scrivania. “Ciao Anny!” esclamai passando accanto alla mia vicina di lavoro.
“Ciao Tesoro, sei molto più serena oggi…” replicò lei accedendo il computer.
Annuii soddisfatta. “Lo sono, lo sono davvero…”.
“Ne hai parlato con il tuo fidanzato oppure ti sono arrivate?” chiese lei spudoratamente, avendo però la finezza di abbassare la voce, in modo che restasse una cosa tra di noi.
Spostandomi verso di lei con la poltrona, mi guardai in giro, per cercare eventuali orecchie indiscrete. “No… ho deciso di fare il test e poi gliel’ho detto…”.
Gli occhi le si spalancarono dallo stupore. “Allora sei incinta!”.
Sorrisi a me stessa ed annuii. Già… ero incinta… la felicità che provavo in quei momenti era abbastanza da mascherare le paure e l’ansia che si erano fatte strada insieme alla notizia.
“Dovrai dirlo a Chris… penso che da capoufficio deve sapere una cosa simile…” mormorò Anny guardando il ragazzo. “Gli si spezzerà il cuore… oltretutto non potrai più prendere il caffé con lui come fai sempre…”.
La guardai sorpresa e risi. “No, non credo proprio… e inoltre ho sempre optato per altre cose da bere, il caffé mi rende isterica…” e il NOI del gesso si riaffacciò nella mia mente.
“Bella gente!” esclamò proprio lui alzandosi dalla scrivania “Vi affido la gestione della baracca, ho una riunione con il capo supremo del piano di sopra e poi ho preso qualche ora di permesso, quindi, comportatevi bene… io vi saluto!”.
“Dai Chris, il solito fortunato, voglio essere anche io il figlio del capo supremo!” scherzò Luc affacciandosi dal suo ufficio.
“E lo so che ti piacerebbe… quindi… per qualsiasi problema rivolgetevi a Luc!” e sorridendo recuperò la sua giacca dall’attaccapanni e con un segno di incoraggiamento scomparve nell’ascensore.
“Bene schiavi, al lavoro!” e tornando nel suo ufficio, anche il capo in seconda riprese a svolgere i propri doveri.
Scuotendo la testa divertita, aprii la posta elettronica e guardai la lunga lista di mail giunta da notai vari ed impiegati in banca. Si prospettava un’interminabile giornata di lavoro.
“Quando ce lo fai conoscere questo fidanzato?” domandò Anny distraendomi.
“Prima o poi…” replicai ridendo.
“Cattiva… sfoggi quel diamante, stai per avere un figlio da lui e non ci sveli niente sul ragazzo misterioso!” mi ammonì lei.
Stavo per risponderle, ma la vibrazione di un sms mi fermò.
Sono arrivati i lampadari!!!
“Sono arrivati i lampadari Anny!”. Finalmente non avremo più avuto delle minime lampadine come fonte di luce primaria.
“Ma guardati come sei contenta… per dei lampadari! Sono felice per te, sono felice per voi… devi troppo presentarmelo!” replicò tornando al lavoro.
A chi volevo nasconderlo? Anche io ero troppo felice per noi due… per noi tre…
Scrollando ogni pensiero e distrazione dalla mente,  mi dedicai a portare a termine e risolvere tutti i problemi che questi incompetenti e creatori di casini riuscivano a mettermi davanti.
Chris però, poco prima dell’ora di pranzo, entrò ancora una volta trionfante portando, e tenendo in un equilibrio abbastanza precario sul gesso, due plateau di pasticcini.
“E il pranzo?” chiese Luc deluso di dover abbandonare il suo ruolo da capo così in fretta.
“E’ saltato… sono arrivati i lampadari e dobbiamo festeggiare!” esclamò sorridente consegnando le cibarie a Diana che nel frattempo era arrivata in suo aiuto.
Anny mi guardò.
Luc iniziò a ridere “Intendi che sono arrivati ancora una volta!” e tutto l’ufficio iniziò a ridere.
Guardai Chris arrossire violentemente, ma non tentai minimamente di trattenermi.
Volete sapere come si è rotto il braccio, diventando così la barzelletta di tutto l’ufficio? Aveva deciso di montare i lampadari nel nuovo appartamento, ma non si era accorto che la scala non era aperta bene e così è caduto a terra, portandosi dietro tutto quello che aveva in mano, e finendo a peso morto, con il suo metro quasi e novanta di statura e il fisico da armadio su tutti i restanti lampadari, che aveva lasciato distrattamente sul pavimento.
Scuotendo la testa, il ragazzo ignorò le risate che lo circondavano e schiarendosi la voce, si tolse la giacca e la posò sulla sua scrivania.
“E poi vorrei… dovremmo anche far festa perché… la mia fidanzata mi ha detto di aspettare il mio bambino ieri sera!”.
“O Dio mio!!!” urlò Anny e tutti si voltarono verso di noi confusi.
“Lascia stare Anny…” borbottai alzandomi e avvicinandomi al gruppo.
Accettando un favoloso bignè al cioccolato che Chris mi porgeva, lo guardai negli occhi… Avevano ancora quella luce che emanavano fin dalle prime ore del mattino, era euforico… e adesso capivo perché… ieri sera quando gli avevo spifferato il mio segreto, non era stato molto eloquente e non si era espresso sulla notizia che stava per cambiarci la vita, ma oggi… oggi era totalmente diverso. Era felice, era davvero al settimo cielo mentre accettava gli auguri e i complimenti che piovevano da tutte le direzioni.
Addentando il mio bignè, osservai ancora la parola scritta sul gesso.
L’aveva scritta lui la sera prima, seduto nel letto, dopo avermi dato la buonanotte. Ero troppo stanca per chiedergli cosa avesse impresso nero su bianco, ma alla prima occasione possibile ero andata a sbirciare. Ero troppo curiosa, non potevo lasciarmi sfuggire così i suoi pensieri.
Passandomi il braccio intorno alle spalle, senza curarsi degli altri, mi avvicinò al suo corpo.
Il silenzio calò tra i nostri colleghi.
Arrossii guardandomi intorno e studiando le loro espressioni stupite mi venne da ridere.
Chris mi baciò la testa.
Diana e Luc si guardarono sbigottiti e poi, il ragazzo prese coraggio e si schiarì la voce.
“Ma quindi… voi…”.
Chris rise e mi strinse tra le sue braccia. “Noi…”.
E la baraonda ci circondò, prendendo parte alla nostra felicità.
   
 
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