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Autore: MoonClaire    10/04/2012    1 recensioni
E poi arriva l'inizio di un nuovo anno...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi. La stanza era semibuia, dalle tende chiuse entrava un lieve raggio di sole. Probabilmente si era fatto giorno da poco. Un nuovo giorno. Un nuovo anno. Eh già… Buon anno. Ero tutta intorpidita ed il braccio che mi bloccava al letto, era tutt’altro che leggero. Certo che per essere tanto mingherlino, Rob pesava parecchio. Tentai di stiracchiarmi, ma lui, sentendomi muovere, mi strinse di più al suo petto. Arrossii al pensiero di cosa era successo la notte prima. Per la prima volta, avevamo fatto l’amore. Ed era stato magico. Diverso. Speciale. Ricordo le espressioni concentrare di Rob. Il modo in cui storceva lievemente la testa e corrugava le sopracciglia mentre mi osservava e mi accarezzava la pelle. La maniera in cui arrossiva e sorrideva quando i suoi occhi incontravano i miei. Le sue parole dolci, dette tanto goffamente che ci facevano sorridere. I suoi baci, che da timidi, si facevano sempre meno titubanti, mentre le sue braccia mi stringevano a lui, al suo petto nudo, pelle contro pelle. Arrossì, come non lo avevo mai visto fare, quando lentamente mi svestì, sfiorandomi e facendomi rabbrividire. Era stato davvero perfetto. Non ricordo come era iniziato tutto, ma era successo tutto con naturalezza, come se fosse la cosa più semplice da fare. Quella notte, illuminati da un raggio di luna che entrava dalla finestra, Rob mi era sembrato più uomo che mai, più vero che mai. Addio Hollywood, addio battute da copione. Bentornato ragazzo imbranato della porta davanti. Era tornato il mio Rob, tutto il mondo esterno completamente dimenticato. Si era riposato con me, aveva ritrovato sé stesso standomi vicino, mangiando cioccolata e guardando vecchi film di Babbo Natale accanto all’albero acceso. La mattina di Natale, fresco da una nottata di meritato sonno e da una giornata passata a poltrire nel letto a leggere, eravamo andati a visitare le nostre famiglie. Ci eravamo ingozzati come dei tacchini ripieni e poi, tornando verso il mio appartamento, avevamo fatto a palle di neve. Era stato nel momento in cui, rientrando in casa completamente congelati e svestendoci il più in fretta possibile, ci colpì la consapevolezza che prima o poi, il vero passo in più oltre l’amicizia sarebbe stato fatto. Imbarazzati e colti da un silenzio improvviso, avevo obbligato Rob a buttarsi sotto la doccia mentre gli cercavo qualcosa di asciutto da mettersi. Eravamo adulti ed eravamo innamorati. Era ovvio che prima o poi sarebbe accaduto, no? Ma era strano pensare che sarebbe accaduto con lui. Eravamo… non so… come ostacolati dal pensiero che, compiendo quel passo, non ci sarebbe stato più ritorno al passato. Io e lui saremmo stati definitivi. Da quel momento in poi avremmo avuto storia. Sia se fosse continuata, sia se si fosse fermata. E quella sera, nuovamente accoccolati sul divano, capii che gli stessi pensieri avevano attraversato la sua mente. Lo capii dal modo in cui mi baciò. Un bacio che andava oltre il semplice bacio, ma che si fermava prima del sesso. Io lo volevo, avevo voglia di fare l’amore con lui e sentivo molto chiaramente che la cosa era reciproca, ma entrambi sapevamo anche che non era quello il momento. La semplice voglia non si era ancora trasformata in effettivo bisogno fisico. Il mio corpo non lo implorava urlando il suo nome. Così come il calore emanato dal suo non era ancora puro e completamente libero. Non parlammo, quella sera, fermarsi fu naturale. O quasi per lo meno… La sera di San Silvestro, invece, la situazione cambiò. I nostri amici avevano organizzato una festa in un locale in cui veniva richiesto l’abito elegante. L’avevano fatto per scherzo, per fare qualcosa di diverso dal solito. Ed ovviamente io e Rob eravamo stati invitati. Da buon pantofolaio, avevo impiegato mezza giornata a convincerlo a partecipare alla festa e solo quando sfoderai gli occhioni da cerbiatta, Rob cedette senza altre proteste. Eccola la mia arma segreta… Altro che il sorriso ‘dazzling’ di Edward Ti Incanto Cullen… E così, ci ritrovammo in questo locale agghindati dalla testa ai piedi. Rob aveva deciso, grazie al cielo, di rasarsi ed aveva indossato un bellissimo smoking nero. Con la camicia bianca e la cravatta nera, sembrava appena uscito da un catalogo di abiti da sposo… Questa frase non mi è totalmente nuova... chissà chi l’ha detta prima di me… Io invece, avevo optato per un abitino nero a più strati che ricadeva sopra il ginocchio. Era tagliato sotto il seno e proprio all’altezza del seno, era fasciato, con un lungo pezzo di stoffa che mi ricadeva sul fianco. Mi sentivo bene quella sera. E gli occhi azzurri, quasi affamati di Rob che mi divoravano il corpo mi accendevano e mi facevano sentire tremendamente bella. Non mi toglieva lo sguardo di dosso neppure quando non eravamo vicini. Mi muovevo e lui, con quegli occhi limpidi come l’acqua, mi seguiva. Mi sorrideva. Ed io non capivo più niente. Mettendo da parte tutto il mio astio verso Twilight, capii meglio Bella. Probabilmente Edward non era perfetto come lei lo descriveva, ma lo vedeva perfetto perché ne era completamente innamorata. Non aveva difetti, non faceva sgarri. E la stessa cosa era Rob per me. Quel giorno in cui inconsciamente glielo avrei detto, lo avrei fatto ridere per due settimane di fila… “Sei davvero, davvero bellissima…” sussurrò lui passandomi il braccio intorno alle spalle e stringendomi a lui. Arrossii… Prima o poi mi sarei abituata a tutti i suoi complimenti, no? Quando allo scoccare della mezzanotte, ridendo, gli avevo lanciato le braccia al collo per baciarlo, avevo sentito che tutto era diverso, che tutto stava per cambiare. Mi mise le mani sui fianchi e chinandosi su di me per baciarmi nuovamente, mi fece capire che se ne era accorto anche lui. Non c’erano state parole tra di noi, non parole inutili per lo meno. Non appena arrivati a casa, mi aveva abbracciato sorridendomi, avevamo sentito i nostri cuori battere all’impazzata e quando mi aveva baciato, non avevo capito più niente. Mi ci era voluto qualche istante per riprendere il pieno possesso delle mie facoltà. Avevo il respiro affannato e sembrava che l’aria mi mancasse. Il tutto per quel suo bacio tanto diverso. Si era allontanato sorridendo. Con quel sorrisetto strafottente che mi faceva arrossire. “Non c’è bisogno di essere agitati…” sussurrò alzando una mano, molto tremante aggiungerei, per spostarmi dei capelli che mi erano ricaduti sul viso. Risi di cuore. E notando immediatamente il motivo di tanta ilarità, rise insieme a me. “Si si… parlo per me…” bisbigliò prendendomi il viso tra le mani per baciarmi. E da lì tutto successe con naturalezza. Il modo in cui mi spogliava, mi baciava, mi guardava, mi facevano sentire importante. E per lui lo ero. E questo mi bastava. Mi osservava con quegli occhi azzurri completamente dilatati dal desiderio, poi abbassava lo sguardo e sorridendo lievemente mi baciava una spalla. Respirava sulla mia pelle poi le sue mani mi accarezzavano e mi sfioravano. Era stato magico. Ogni singolo gesto, ogni parola, ogni sospiro. Poi mentre la luna filtrava da quello spiraglio di tenda, aspettando che i nostri copri spossati ritornassero alla vita, per la prima volta mi sussurrò “Ti amo…”. Lo guardai. Teneva la testa sollevata con la mano. La sua espressione era seria, il suo viso rilassato da un lieve sorriso, i suoi occhi limpidi che studiavano e seguivano il profilo del mio corpo. “Anche io Rob… non saprei nemmeno descrivere quanto…”. “Come Edward ama Bella…”. Non riuscii a crederci. Ecco come rovinare il momento perfetto. Maledetto Edward Eterno Depresso Cullen… “Ma ti sembra il caso?” domandai stizzita dandogli una pacca sulla spalla. Ridendo, mi aveva subito afferrato per la vita evitandomi ogni via di fuga. “Ogni ragazza su questo pianeta ama Edward Cullen… tutte tranne te…” mi fece presente. Voltandomi verso di lui, lo abbracciai. “Hai detto bene Rob… tutte amano Edward, non te, ma Edward… ed io sono stanca che questo Edward Brillo Come Un Diamante Sotto Il Sole Cullen, ti rubi la vita. Ogni cosa, ogni parola detta da loro è per quel coso, non per te… e non deve essere così. Non ti vedono… non vedono il vero te! Ti chiedono di morsicarti, senza sapere che tu lasceresti solo un livido, quando invece io ti chiederei di morsicarmi ma in ben altra maniera!” A quelle parole, scoppiò a ridere. “Questa voglio proprio sperimentarla!” esclamò. Sorridendo, lo abbracciai ancora più forte. Le vibrazioni che le risate causavano al suo petto, mi facevano sobbalzare lievemente. Si calmò, ed il suo braccio tornò a cingermi il corpo. “E’ un bene però. Perché io voglio che sia chi dico io a conoscermi sul serio, a… vedermi… non voglio tutto il mondo a seguirmi come un animale ammaestrato. Voglio essere libero. Voglio fare quello che voglio come voglio. Mi hanno innalzato. Edward mi ha dato questa possibilità. Lo adorano, farebbero di tutto per lui. E’ per questo che non vedono. Che forse non vogliono vedere. Vedrebbero infrangersi il loro sogno. Perché adesso, sospese in quell’età tra donna e bambina, Edward è il loro sogno…”. Chiusi gli occhi sentendo le lacrime. “Ma lui ti porta via da me… e chissà per quanto tempo ancora lo farà…”. Restò in silenzio. Le sue lunghe dita iniziarono a sfiorarmi la schiena. “Con questo vuoi dire che non verrai con me?” domandò sottovoce. Fu il mio turno di restare in silenzio. “Non lo so…” risposi poi onestamente. Andare con lui significava avere una vita incerta, viaggiare per il mondo, non avere stabilità. E a me piaceva la mia vita insignificante e noiosa. Il mio lavoro nel negozio d’arte era appagante e si imparavano sempre cose nuove sul disegno. La mia vita non era molto interessante, ma era piena di amici. Però, giustamente, mancava lui. Se io restavo qui, lui non ci sarebbe stato. Avrebbe dovuto tornare in America per girare i seguiti della serie. Ma dico io… Bella non avrebbe potuto scegliere Jacob, così Edward Mi Uccido Se Ti Succede Qualcosa Cullen sarebbe uscito di scena e Rob avrebbe potuto tornare da me? No… ero egoista a pensare così… Robert era un grande attore e meritava tutto il successo che stava avendo. Lo avevano acclamato per la parte in Twilight, ma lo avrebbero di sicuro adorato in Little Ashes. Era bravo. Era un attore divino e chiunque lo affiancasse nella recitazione era destinato ad impallidire di fianco alle sue interpretazioni… Se lo meritava. Punto. Ora ero io a dover scegliere. Già il solo stare tra le sue braccia mi spingeva a scegliere di andare con lui. I miei pensieri svanirono, quando Rob si mosse al mio fianco. Voltai il viso in sua direzione e lo vidi sbirciarmi da un occhio socchiuso. “Come mai sveglia?” sussurrò lui rocamente sollevando la testa per sbirciare l’ora sul comodino. “Sono a mala pena le sei e mezzo…”. “Penso…” risposi accarezzandogli i capelli quando si appoggiò alla mia spalla. “A cosa?” domandò lui sfiorandomi pigramente la pancia. “A come sarà quando tu partirai” notando il suo silenzio, proseguii “e a come potrebbe essere partire con te…”. Lasciò andare il respiro che stava trattenendo. Si rilassò visibilmente sotto le mie carezze. “Quindi ci stai pensando a venir via insieme a me…” bisbigliò e sentii un sorriso nella sua voce. “E come potrei non farlo? È stato orribile starti lontano… e dopo questi giorni, in cui praticamente ho vissuto e respirato solamente te, la vedo dura tentare di ricominciare con te dalla parte opposta del mondo…”. Silenzio. Stava pensando anche lui. “Cosa ti blocca allora?” chiese alzando il viso. “Qui ho tutto… come farò a sopravvivere negli Stati Uniti?” replicai pensierosa. “Hai me…”. Due parole che servirono ad esprimere tutte le mie priorità. Tutta la verità. “Già…”. E restammo ancora in silenzio, ad ascoltare i nostri respiri, i nostri cuori che tamburellavano contro i nostri corpi tanto uniti. “Sei calda…” sussurrò lui muovendo la sua gamba tra le mie. “Non credo di aver mai avuto un risveglio così benvenuto…”. Guardandomi, sorrise. “Ma saprei anche come renderlo migliore…”. E con il suo peso si spostò completamente sopra di me. Chinando il capo, nascose il viso nel mio collo e… mi morsicò. Un brivido mi percorse tutto il corpo e mentre rideva lievemente, continuò a morsicarmi dolcemente. “Credo di non aver mai voluto morsicare nessuno così volentieri in vita mia…” sussurrò solleticandomi con il suo fiato caldo. Sospirai. Uno a zero per me, Bella… Edward Non Posso Morsicarti Altrimenti Ti Faccio A Pezzi Cullen, non avrebbe mai potuto farlo. “Ancora…” mugugnai passandogli le braccia al collo. “Ma non lasciarmi segni!” esclamai non appena Rob mi morsicò un po’ più forte dei precedenti. Rise lievemente ed alzò la testa per guardarmi. Mi scrutò attentamente. “E’ solo l’inizio questo, vero?”. Domanda trabocchetto. Il vero significato era: Partirai con me tra tre giorni? Gli sorrisi ed alzai la testa per incontrare le sue labbra. Quella risposta gli sarebbe bastata. Per lo meno per tre giorni… Bella, basta suggerirmi le battute!
   
 
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