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Autore: Leyton_Nenny    10/04/2012    1 recensioni
“Sai, credo tu sia una persona gentile, anche se non ti piace ammetterlo.”
“Gentile? Lovegood, hai sbagliato persona.”
[Settima classificata al contest: "A White Rabbit with pink eyes ran close by Alice"]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood, Rolf Scamandro | Coppie: Draco/Luna, Luna/Rolf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Autore (mettete il nickname che volete nel banner): Leyton_nenny
Titolo: Maybe our love will catch like fire
Personaggi: Draco, Rolf, Luna
Pairing: DracoXLuna; LunaXRolf
Contesto: Libri alternativi. Non si prendono in considerazione gli ultimi, ovvero quelli in cui Draco diventa mangiamorte.
Avvertimenti: Het, One Shot
Raiting: verde
Genere: Romantico
Prompt utilizzati (eventuale): Tutti quelli della categoria Romeo e Giulietta
Beta:  non essendo io pratica avevo scritto tipo "Alice, Het" come se fosse stato un avvertimento -.-" Della serie: si inizia bene. Solo dopo ho capito cosa intendeva la giudicia e mi sono fatta un' enorme risata. NdA: Allora inizio col dire che il titolo di ogni capitolo rappresenta il punto di vista da cui è narrato il frammento poiché questa storia è composta da frammenti che compongono un solo capitolo. Quindi si troverà o il nome del personaggio o il luogo. Alle volte l' indicazione del luogo indica più punti di vista uniti. Es: sul treno indica i punti di vista di Rolf e Luna, mentre Villa Malfoy rappresenta quelli di Draco.
La storia è nata da una mia idea un po' strana: sono una fan delle Druna (DracoXLuna) quindi in un qualche modo dovevo inserire anche questa mio pairing. Draco in questa FF è malato di un male incurabile, male che però va a intermittenza, quindi è costretto – per orgoglio personale dato che non vuole mostrare le proprie debolezze – a ricorrere all' intervento di un sosia che si sostituisce a lui qualora necessario. Il sosia ovviamente è Rolf.
Spero vi piaccia.
-J
Ps: a sinistra trovate il titolo di ogni capitolo

STORIA SCRITTA PER IL CONTEST "A White Rabbit with pink eyes ran close by Alice"




Luna

Luna sedeva sul grande letto a baldacchino con lo sguardo perso nel vuoto: niente verso cui guardare, niente su cui riflettere.
Solo un po' di niente.
Si fece forza sulle proprie braccia e scese dal letto: un brivido le percosse la schiena non appena i suoi piedi scalzi toccarono il pavimento in marmo bianco.
Si avvicinò a un comodino e aprì lo scomparto in basso: dentro c' era solo un libro.
Con un sorriso, Luna lo prese delicatamente tra le mani.
Il libretto aveva la copertina rovinata dall' usura e per miracolo la rilegatura riusciva a tenerlo ancora unito.
Luna tornò a letto e si mise a sfogliarlo in religioso silenzio.
Quel libro era l' ultimo ricordo di sua madre.
Parlava di piante e strani animaletti, una cosa che poteva capire e apprezzare solo la sua famiglia.
Il nome dell' autore capeggiava in lettere dorate: “Draco Malfoy.”
Luna strinse il libro al petto: quella persona sembrava avere un animo gentile, dolce, sincero.
Sembrava qualcuno che lei avrebbe potuto amare.
Sussultò appena quando qualcuno bussò alla sua porta distogliendola da quei dolci pensieri.
“Luna, è ora.” la salutò suo padre con un sorriso.
La scuola, quasi se ne era dimenticata.
Tra poco sarebbe dovuta tornare a scuola e tutto sarebbe finito.
Sarebbero iniziati i corsi e lei non avrebbe più avuto tempo.
Guardò il libro che teneva tra le dita: Draco Malfoy.
L' avrebbe rivisto anche quest' anno.
E ci avrebbe parlato, su questo non c' era alcun dubbio.

Villa Malfoy.

Draco era ancora a letto. Sospirò fissando fuori dalla finestra: si stava decisamente seccando.
Sua madre entrò senza bussare.
“Come stai, Draco?”
Draco sospirò. Come doveva stare? Come al solito. Sempre malato, ogni istante. Sempre su quel maledettissimo letto mentre un sosia lo sostituiva.
Draco sbuffò al pensiero.
L' unica cosa che quell' inutile sosia era capace di fare era scrivere. Almeno lui poteva prendersi il merito di qualcosa, mentre quel...coso si prendeva la sua vita e la popolarità che si era conquistato in due anni di duro lavoro.
“Meglio, madre.”
Sua madre gli sfiorò la fronte apprensiva: quella maledetta malattia non accennava a passare. Nessuna cura, sia babbana che magica, aveva avuto successo.
E lui restava condannato a quel letto.
“Tranquillo, Draco. Rolf prenderà il tuo posto. Tu pensa solo a rimetterti.”
Ancora quel coso. Draco non ne poteva più.
Ovunque andasse “Draco di qua, Draco di là”. Ma in realtà era solo Rolf. Rolf, Rolf e Rolf.
Rolf gli stava consumando la vita.
Che poi, che gusto poteva mai trovarci lui, nel farsi passare per “Draco Malfoy”? Ah, giusto.
La fama.

Stamberga Scamandro

“Rolf!”
Il padre lo stava chiamando, dal piano di sopra.
Rolf sospirò salendo le scale.
“Rolf, tesoro. Devi tornare a prendere il posto di Draco.”
Il padre giaceva sul letto: debole e malato.
E Rolf non poteva disubbidire: i soldi della famiglia Malfoy servivano loro per permettersi le medicine per il padre e poi senza di essi non sarebbero mai arrivati a fine mese.
Rolf sospirò ben conscio dei propri doveri: orfano da parte di madre e con il padre malato si diventa adulti in fretta.
E s'impara a riporre i sogni in un cassetto.
E anche il suo era finito chiuso in un enorme cassetto: il sogno di diventare un naturalista, come suo nonno.
Ma non poteva più permettersi di sognare, ormai lo sapeva.
Però, ogni tanto, durante la notte, egli apriva quel cassetto e si metteva a sbirciare tutte le piante raccolte. E insieme, ogni tanto, sfogliava quel libro che aveva scritto anni addietro.
Al centro del libro, come segnalibro, c' era una foto: Luna Lovegood.
La ragazza non guardava l' obbiettivo, anche perché la foto era stata scattata di nascosto.
Ma nonostante questo la ragazza era ritratta in tutta la sua bellezza con i capelli biondo cenere mossi dal vento e un sorriso dipinto sul volto.
Rolf sospirò: Luna non si sarebbe mai accorta di lui, lo sapeva bene. Anche perché, guardando lui, avrebbe visto sempre e solo Draco Malfoy.
E lui non poteva dirle la verità.
Dopotutto, il fatto di essere sosia di Draco Malfoy era un fardello che lui avrebbe dovuto portare da solo. Era un segreto che non avrebbe mai potuto rivelare ad alcuno: Narcissa era stata molto chiara su questo.

Sul Treno

Rolf salì sul treno un attimo prima che esso partisse.
Sospirò e iniziò a cercare posto: solo una cabina era rimasta vuota. E dentro c' era lei, Luna Lovegood.
Rolf sospirò e si preparò a cominciare a recitare la propria parte.
“Ehi Lovegood.”
Luna sorrise.
“Ciao!”
Rolf strinse un pugno per ricordarsi di tener fede alla propria parte.
“Io mi metto qui.”
Non era una domanda, ma Luna rispose lo stesso. “Okay.”
I cuori dei due ragazzi battevano forte: chiunque, in quella cabina, avrebbe potuto sentire il ritmo che scandivano. Chiunque, tranne loro due, assordati ognuno dal proprio.
“Ehi, Draco, posso chiederti perché hai scritto quel libro?”
Luna aveva rotto quel silenzio.
Rolf arrossì.
“Ehm ecco.. è che...”
“Contieniti, Rolf. Ricordati che sei Draco” si ripeté mentalmente per non tradirsi. Poi sbuffò alzando le spalle.
“Cosa vuoi che ne sappia? Mi andava di scrivere su quelle cose assurde e quindi l' ho fatto.”
Luna sorrise. E Rolf si sentì in colpa per averle risposto male.
“Sai, credo tu sia una persona gentile, anche se non ti piace ammetterlo.”
Rolf arrossì e sbuffò, solo per mantenere la parte però.
“Gentile? Lovegood, hai sbagliato persona.”
Luna scosse la testa con convinzione.
“No. Tu sei gentile, lo so. Solo una persona gentile potrebbe scrivere un libro del genere. Solo una persona gentile può amare così tanto la natura – Luna sorrise – e te lo proverò. Questa è una promessa”
Rolf abbassò lo sguardo incapace di sostenere quello ceruleo della ragazza.
E i due rimasero in silenzio per il resto del viaggio.

Dormitorio Corvonero

Erano passati giorni da quel primo incontro.
E Luna era affacciata al balcone del proprio dormitorio. Fissava la luna, ma non per trovare qualcuna delle sue strane creature. Stavolta voleva solo osservare quel pallido disco e pensare a Draco. E pensare al ragazzo gentile che aveva scritto quel libro.
Sospirò.
Forse da qualche parte anche Draco stava osservando quella pallida sfera. E forse anch'egli pensava a lei.

Dormitorio Serpeverde.

Rolf era uscito fuori dal castello e si era seduto sull' erba appena inumidita dalla notte.
Fissava la luna e pensava a lei.
Lei, col suo sorriso. Lei, che aveva capito che lui era davvero gentile.
Eppure lo chiamava Draco.
Ma forse era l' unica capace di capire la differenza tra loro due.
Forse lei era l' unica che lui avrebbe potuto amare.
“Malfoy, che ci fa ancora qua fuori?”
Rolf sbuffò.
“Mi scusi, rientro subito professor Piton.”
Piton sospirò.
“Veloce, prima che qualcun altro ti veda e tolga punti alla casa.”
Rolf annuì mestamente.
Alzò lo sguardo in direzione della torre Corvonero.
E vide un' esile figura affacciata al balcone.
La riconobbe subito: Luna.

Villa Malfoy

Draco fissava il soffitto della propria stanza: era tutto buio. Non c' era altro da fare, tranne che fissare quel maledetto soffitto e sperare di poterci vedere qualcosa di diverso.
Ma non c' era niente.
Solo buio e delle enormi macchie di umido.
E tutto intorno odorava di malaticcio e morte: niente speranza, niente di niente.
Solo silenzio.
E solitudine.
Sbuffò.
Se solo fosse stato ad Hogwarts tutto sarebbe stato diverso.
Ma al castello c' era Rolf, non lui.
E sicuramente si stava divertendo a condurre una vita da Draco Malfoy.
Sbuffò e si rigirò nel letto, sperando di poter trovar sonno.

Rolf

Luna stava correndo per i corridoi, e ovviamente, non stava attenta a dove metteva i piedi, come sempre.
Scendeva le scale di corsa, eccitata per qualcosa che solo lei poteva capire.
Rolf la guardava: sembrava così piena di vita. E lo era davvero.
Aveva così tanta vita che avrebbe certamente potuto insegnare a lui come fare a vivere.
Rolf sospirò.
Questa maschera di Draco stava iniziando ad essere troppo pesante, lui lo sapeva.
Ma doveva riuscire a sostenerne tutto il peso: doveva farlo per suo padre. E forse doveva farlo anche un po' per sé stesso: quello era l' unico modo che aveva per vedere Luna.
“Ehi Rolf. Draco sta bene, può tornare a scuola.”
La lettera lo attendeva adagiata sul letto: Rolf sapeva cosa diceva ancor prima di aprirla.
Sospirò. E l' unico pensiero che ebbe fu per Luna. Cosa sarebbe successo ora che Draco prendeva il suo posto?
Scosse la testa: meglio non pensarci. Chiuse gli occhi e si affrettò a raggiungere il passaggio che portava a Hogsmeade: là Draco sarebbe entrato ad Hogwarts e Rolf sarebbe arrivato fino al villaggio per poi potersi smaterializzare e poter finalmente raggiungere il padre.

Draco

Finalmente stava meglio. E questo voleva dire solo una cosa: sarebbe tornato ad Hogwarts.
Cosa dicevano le filastrocche babbane?
Oh sì. “Tremate, tremate, le streghe son tornate!”
Draco sorrise: finalmente a casa, finalmente Hogwarts avrebbe rivisto il vero Draco.
Il suo sorriso pareva un ghigno: solo da quel minuscolo particolare chiunque avrebbe potuto riconoscere il vero Draco Malfoy.
Ma chi ormai faceva più caso a una cosa così effimera come il sorriso?
Draco uscì da corridoio giusto in tempo per ritrovarsi avvolto da una cascata di capelli biondi: Luna Lovegood l' aveva travolto in pieno.
Sbuffò.
“Stai attenta Lovegood!”
Luna lo guardò.
“Hai qualcosa di diverso, Draco.”
Draco sbuffò: forse lei era l' unica in grado di distinguerli.
“Sì, certo Lovegood. Non è che uno di quei cosi ti è entrato in testa?”
“Un gorgosprizzo? - Luna lo guardò come se quella fosse una questione di vita o di morte – sarebbe terribile!” riprese infine.
Draco sorrise, un istante prima di iniziare a tossire violentemente e iniziare ad avere dei piccoli spasmi.
Luna lo guardò confusa.
“Tutto bene, Draco?”
Draco grugnì qualcosa e si trascinò fino al proprio dormitorio.
E di nuovo Rolf prese il suo posto.

Sulle sponde del lago nero.

Luna sedeva sulle sponde del lago nero intenta a intorpidire l' acqua con le proprie dita: sembrava una bambina.
E Rolf non poteva fare a meno di osservarla affascinato.
Luna si voltò non appena si accorse di essere osservata e gli sorrise facendogli cenno di avvicinarsi.
Rolf, senza nemmeno rendersene conto, avanzò verso di lei.
“Ehi Lovegood.”
Luna si mise un dito davanti alle labbra facendogli cenno di tacere e indicò una ninfea nel lago: accanto all' enorme fiore, c' era una piccola creatura.
“Una nereide...” sussurrò Rolf incapace di controllarsi.
Luna sorrise.
“Lo sapevo che eri gentile.”
E Rolf non poté ribattere altro se non sorriderle di rimando.
“Ieri sembravi diverso” continuò lei.
Rolf la guardò: aveva colto la differenza? Aveva davvero capito che lui non era lo stesso del giorno precedente?
Incapace di controllarsi, Rolf si avvicinò a lei, fino a far sfiorare le proprie labbra contro quelle della ragazza: un bacio lento, dolce, delicato e passionale.
Un bacio tra Rolf e Luna, non un bacio tra Draco e Luna.
Luna sorrise e Rolf si alzò realizzando ciò che aveva fatto.
“Scusami.”

Villa Malfoy

Draco e Luna stavano insieme.
O meglio, Rolf e Luna stavano insieme.
Draco giaceva ancora nel proprio letto, colto da quel male di natura ignota.
Sospirò.
La notizia della coppia felice raggiunse anche le sue orecchie.
Che cavolo aveva osato fare Rolf col suo nome?!
Sbuffò.
Certo era che avrebbe preso quella ragazza: non avrebbe mai permesso a quel coso di prendersi qualcuna infangando il proprio nome. E poi comunque, quella ragazza gli spettava di diritto.
Sbuffò mettendosi in piedi e si smaterializzò: poco importava che non stesse bene, la Lovegood era una sua proprietà.

Hogwarts

Draco si materializzò ad Hogsmeade pochi istanti dopo e raggiunse Hogwarts in fretta: tutta la scuola era nel cortile. Compresi Luna e Rolf.
Non appena Draco fece la propria apparizione a scuola, Luna si alzò e spostò lo sguardo da Rolf a Draco: era visibilmente confusa.
“Rolf! Molla la mia ragazza!” urlò Draco in mezzo al cortile.
Luna guardò Rolf interrogativa.
In tutta risposta, Rolf abbassò lo sguardo.
Draco si avvicinò a Luna e trascinò a sé. “Lei è mia.” esclamò.
Solo allora Rolf alzò lo sguardo.
“Lei non è tua!” ribatté semplicemente fissando Malfoy negli occhi.
Luna spostava lo sguardo da uno all' altro visibilmente in confusione.
Draco scoppiò a ridere.
“Allora giochiamocela in un duello.” Rolf lo guardò inorridito.
“Luna non è un oggetto! Luna è Luna e basta.”
Rolf si avvicinò alla ragazza e la guardò negli occhi.
“Mi chiamo Rolf Scamandro. E ho preso il posto di Draco per tanti anni. Guardami negli occhi e ascolta il tuo cuore: solo tu puoi sapere chi è la persona che ti ha baciato al lago.”
Luna scosse la testa. “Non posso. Siete identici.”
Rolf le prese una mano tra le proprie. “Luna, tu sei l' unica che può. Già una volta hai colto la differenza tra di noi.”
Draco assisteva alla scena con un sorriso beffardo sul volto: sembrava quasi non esserne partecipe.
Luna sospirò: le lacrime agli occhi per lo sforzo a cui la stavano sottoponendo.
“Ma perché? Perché questa rivalità per me? Io.. Io non ho nulla di speciale.”
Rolf sorrise.
“Hai ragione: tu non hai nulla di speciale perché sei speciale in ogni tuo aspetto.”
Luna sorrise e si allontanò da Draco avvicinandosi a lui.
“Sei tu. La persona gentile che ha scritto il libro e ha riconosciuto la nereide sei tu.”
Draco la guardò: “Come fai a saperlo? Solo perché credi che sia stato lui a riconoscere un esserino quando invece ero io?”
Luna scosse la testa: ora sorrideva.
“Rolf è il Draco che ho incontrato sulla sponda del lago perché mi guarda sempre negli occhi, tu non lo fai mai. Era lui perché sa come si chiama quello che tu chiami esserino. Ed è speciale perché non mi ha mai trattata come un oggetto, nemmeno quando vestiva i tuoi panni. Ed è per questo che, nonostante gli ostacoli e le difficoltà, io ho scelto e scelgo lui”
Draco si allontanò sbuffando: non aveva altro da aggiungere.
Ma avrebbe avuto quella ragazza, questa era una promessa.
Era diventata una sfida, e lui non era abituato a perdere.

Rolf

“Parlami di te, Rolf.”
Rolf sorrise e le raccontò tutta la propria storia, soffermandosi sulle proprie passioni e sul proprio padre.
Almeno a lei doveva delle spiegazione.
Luna sorrise, ascoltando tutto con attenzione: non l' avrebbe giudicato, questo lo sapeva anche lui.
Voleva saperlo per conoscerlo, per capire chi era davvero la persona di cui si era innamorata.
E via via che Rolf parlava, Luna sentiva di aver fatto la scelta giusta. E sentiva di amarlo sempre di più.
Era un amore bello, intenso. Un amore che bruciava e che non si sarebbe mai lasciato fermare da niente.

Sul banco di prova

Rolf e Luna vennero convocati dai Malfoy: dovevano chiarire la situazione.
Ma non diedero loro il tempo di parlare.
“Luna, devi sposare Draco. Altrimenti noi non forniremo più a Rolf i soldi necessari affinché possa pagare le cure per il proprio padre.”
Luna scosse la testa. “Non voglio.”
Rolf le strinse la mano.
Luna alzò lo sguardo fiera verso i Malfoy: “Pagheremo io e mio padre le medicine per suo padre.”
Lucius scoppiò in una fragorosa risata.
“E come credi di fare?”
“Non lo so. Ma per le persone che si ama un modo si trova sempre. E noi non saremo così meschini da non aiutare qualcuno.”
Lucius rise ancora più forte.
“Il cavillo sta andando in rovina, mia cara. Quindi ti conviene accettare le nostre richieste.”
In tutta risposta, Luna strinse ancora più forte la mano di Rolf e si allontanò.
“Lovegood, domani vogliamo la tua risposta.”

Rolf e Luna

“Ti amo Rolf, non posso permettere ai Malfoy di separarci.”
Rolf sospirò, incapace di dire altro. Luna lo prese per mano intrecciando le proprie dita con le sue.
“Non importa quanti ostacoli dovremo affrontare, gli affronteremo insieme.”
Rolf sospirò ancora.
“Fuggiamo insieme, Rolf. Fuggiamo dove non potranno mai trovarci. E dove potremo essere felici.”
Una lacrima rigò il volto di Rolf.
“Ti amo, Luna. Sai che ti amo. Ma questo non è abbastanza.”
Luna lo guardò interrogativa: non riusciva a capire.
“Davvero vorresti vivere così un amore come il nostro? Davvero vorresti vivere un amore a nasconderti dal mondo? La fuga non è una soluzione, Luna. E io... - Rolf sospirò – non posso lasciare mio padre. Per quanto io possa amarti mi dispiace, la famiglia viene prima. E mio padre è tutto ciò che ho.”
Senza dare il tempo a Luna di rispondere, Rolf si alzò e si allontanò.
“Ti amo Luna, ti amerò per sempre. Ma tu devi sposare Draco.”
Luna abbassò lo sguardo: le lacrime le rigavano il volto.
Come può un amore così bello essere proibito? Luna non riusciva a capirlo.
Ma avrebbe fatto ciò che Rolf le chiedeva, l' avrebbe fatto per lui.
Avrebbe rinunciato alla propria felicità per rendere felice lui.
E sarebbe diventata forte di quel dolore. Sarebbe diventata forte per riuscire a sostenere anche lui. Infondo erano in due ad avere il cuore spezzato.

Il Matrimonio

Luna aveva accettato, e non poteva tirarsi indietro.
L' aveva fatto per Rolf.
Ed era a lui che pensava mentre percorreva la navata della chiesa raggiungendo Malfoy.
Fissava il pavimento, incapace di alzare lo sguardo e incrociare quello freddo e privo di vita di Malfoy.
“Vuoi tu, Luna Lovegood, prendere come tuo legittimo sposo, Draco Malfoy?”
“Sì.”
Il sì di Luna uscì dalle sue labbra come un rantolo di dolore: si sposava, sì. Ma si sposava con qualcuno che non avrebbe mai amato.
E sarebbe stata costretta a fissare il volto che amava sapendo che non era l' amato.
Avrebbe dovuto vederlo ogni istante per il resto dei suoi giorni senza poterlo amare, senza che le fosse lecito anche solo sfiorarlo.
Avrebbe dovuto vederlo mentre amava un' altra.
E questo era peggio della morte.



Grammatica e sintassi: 9,5/10 punti
Stile: 9,9/10 punti
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 10/10 punti
Credibilità del pairing: 4/5 punti
Originalità: 10/10 punti
Sviluppo della trama: 7/10 punti
Gradimento personale: 4/5 punti
Totale: 54,4/62 punti

Maybe our love will catch like fire è una storia generalmente ben scritta e senz’altro originale, che tuttavia presenta lacune piuttosto corpose per quanto riguarda lo sviluppo e la solidità dell’intreccio – il quale, francamente, mi ha lasciato qualche perplessità. 
Di certo l’idea di base – Rolf che è un sosia di Draco e si sostituisce a lui – è molto interessante e indubbiamente particolare, ma sarebbe stato opportuno poggiarla su basi più solide. Mi spiego: molte informazioni sono buttate lì senza un appiglio al quale reggersi. Come mai Rolf e Draco sono assolutamente identici, al punto che solo Luna riesce a distinguerli? In che modo la famiglia di Draco ha scoperto che Rolf è il sosia di Draco? Come hanno saputo della malattia del padre di Rolf?
Sono tutti interrogativi che il lettore si pone e ai quali si aspetta di ottenere una risposta. 
Ho trovato piacevole il modo in cui l’intreccio emerge un passo alla volta, tuttavia sarebbe stato meglio curare un po’ di più questo fattore. Poiché il punto di forza di questa storia è l’originalità della trama, proprio questo fattore meritava qualche attenzione in più. 
La conclusione mi è parsa un po’ affrettata e conclusa, anche campata in aria per certi versi. Mi spiego: come mai i Malfoy vogliono costringere Luna a sposare Draco? Questo non è chiaro. E come mai Draco irrompe all’improvviso gridando che Luna è la sua ragazza? Non mi sembra tanto innamorato di lei, e allora perché si comporta in questo modo?
E quando Draco torna a Hogwarts, come fanno lui e Rolf a non far scoprire a nessuno il loro essere così identici? E come mai non lo sapeva nessuno? Rolf non ha mai frequentato Hogwarts prima? Ma quanti anni ha Rolf?
Un’altra delle mie perplessità riguarda l’incipit del tuo racconto.
Come fa un libro scritto da Draco Malfoy (okay, Rolf)  ad essere l’ultimo ricordo della mamma di Luna? La moglie di Xenophilius è morta quando la figlia era ancora piccola, e poiché Draco-Rolf ha solo un anno più di lei devi comprendere quanto sia piuttosto improbabile che la signora Lovegood possedesse un libro pubblicato a nome di un bambino. E se Rolf l’ha scritto anni addietro, come mai solo adesso è pubblicato? Rolf ha la stessa età di Draco oppure è più grande? E soprattutto, se pubblicato da poco come può essere appartenuto alla mamma di Luna?
Queste – chiamiamole così – “lacune nella trama” sono un vero peccato, a parer mio, perché la tua idea è davvero particolare... motivata a dovere avrebbe potuto portare a un ottimo risultato.
Per quanto riguarda lo stile, nulla da dire, se non quel decimo di punto che ho sottratto a causa di alcuni passi che hai reso troppo espliciti. Sulla grammatica, ho qualche appunto piccolo piccolo da farti – li trovi sotto.
Un brivido le percosse la schiena non appena i suoi piedi scalzi toccarono il pavimento in marmo bianco.
Suppongo si tratti di un errore di battitura. Nel caso non fosse così, l’utilizzo di tale voce verbale in questo caso è scorretto, poiché un brivido percorre la schiena o al massimo la attraversa, non la percuote di certo!
Tra poco sarebbe dovuta tornare a scuola e tutto sarebbe finito.
Sarebbero iniziati i corsi e lei non avrebbe più avuto tempo.
Questo passo non mi è chiarissimo. Lei non avrebbe più avuto tempo per fare cosa di preciso?
“Ehi Lovegood.”
Fra Ehi e Lovegood ci andava la virgola.

 


 

 

Allora rispondo alle critiche poichè mi sento in dovere di dare spiegazioni.

Non c'è un perchè Luna li riconosca, succede e bbasta. Hai mai conosciuto dei gemelli omozigoti? A me è capitato frequentemente di confonderli dato che queste due ragazze erano identiche, inoltre scambiandosi essi di freguente nessuno a modo di vederli insieme se non la famiglia quindi nessuno si pone il problema. Il problema del come lo hanno scoperto sinceramente non me lo nemmeno posto anche perchè non credo sia quello il nodo centrale, dato che la storia è strutturata in medias res. Proprio per questo anche i genitori di  Draco sono a conoscenza della situazione familiare del giovane quindi non credo ci siano spiegazioni da dare al riguardo. I personaggi hanno una relazione puramente professionale quindi è logico che certi particolari, lavorando insieme da anni, siano ben noti ai personaggi.

Per quanto riguarda la costrizione di Luna, questo è dovuto al carattere di Draco: Draco prova una sorta di gelosia, non tanto perchè innamorato di Luna, quanto perchè secondo la propria visione Luna si è innamorata di Rolf credendolo lui. Draco si sente quasi costretto a vivere sotto l' ombra di Rolf quando in realtà è il contrario. Draco si trova a questo punto a voler distruggere la vita di colui che prende il suo posto quasi per avere una sorta di rivincita. Sotto questo punto di vista possiamo paragonare Draco a un bambino capriccioso. E crede che Luna gli sia dovuta, quasi come  una proprietà. Draco non prova alcun sentimento particolare per la ragazza se non un semplice desiderio di possesso.
Per quanto riguarda il problema scolastico, Rolf doveva stare vicino al proprio padre, come poteva andare a scuola? Ovviamente Rolf ha la stessa età di Draco, altrimenti le differenze sarebbero decisamente chiare, anche da un punto di vista di crescita fisica.
La madre di Luna è morta che Luna aveva 9 anni, non era poi tanto piccola. Dalla storia si presume che l' abbia regalato all' ultimo compleanno poichè la stessa Luna dichiara che esso sia l' ultimo ricordo della madre. Rolf deve dunque averlo pubblicato ad un' età di 9-10 anni. E ovviamente, dato che comunque è stato regalato a una bambina non può certamente trattarsi di un libro complicato, no? è un libretto con delle immagini, una specie di erbario con anche immagini di animali e piccole didascalie. E questo è chiaro dato che c'è il termine sfogliare e non leggere.

Passiamo alla grammatica.

Sul primo punto hai ragione, è stato un errore di battitura.
Per il secondo invece è una così detta "frase in sospeso". Ti è mai capitato di dire "non ho mai abbastanza tempo"? Spesso è una frase che usiamo, ma non c'è una spiegazione per cui sentiamo di non aver tempo. E' una frase lasciata in sospeso. Lei sente di non aver tempo, quasi non aver tempo per vivere, ma non riesce nemmeno lei stessa ad identificarlo. E' collegato alla frase precedente: "tutto sarebbe finito". Finiscono le vacanze, finisce un po' anche lei. Non so se sono riuscita a spiegarlo bene. Sono delle speci di figure retoriche.

Per il resto credo di aver detto tutto.

  
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