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Autore: Alekiamo    11/04/2012    0 recensioni
{per la piccola Mikucchan}
"Gli ho detto di andarsene. Ripetuto fino allo sfinimento. E lui è rimasto lì. Arrabbiato con me a morte,ma sempre lì.
“Io bambino?! IO? Sei tu l’infantile che non ha avuto il coraggio di dirmi le cose,non io! Che ha preso le decisioni da solo! Non io..” Gesticola velocemente,le belle mani affusolate che a volte scompaiono dalla mia vista per la foga che ci mette nel parlare ed esprimere i concetti. Le vedo tremare od è una mia impressione? O sono io che tremo? Non ho la forza di separarmi da lui. Ma la mia decisione l’ho presa tempo fa. Sbagliata,vero,ma sempre l’ho presa."
Jjong e Key. Insomma,eccoli di fronte a qualcosa che potrà cambiare per sempre il loro rapporto. Una decisione sbagliata da parte di8 uno dei due. Ma sui propri passi si può sempre tornare indietro. Giusto? O non è così?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Apro l’armadio e guardo con occhi critico le felpe lì allignate in modo perfetto,senza nemmeno una piegatura. Ne prendo due o tre,giusto perché il tempo mi avevano detto faceva spesso scherzi e la misi nella valigia,cercando di non rovinare tutto il buon lavoro del mio compagno.
Sospiro. Un anno fuori. Un anno lontano da lui. Un anno separati,per davvero. Un anno senza che le nostre mani si possano sfiorare,o che le nostre labbra baciare,od i nostri corpi amare. Un anno di vuoto. Il primo ostacolo nella nostra lunga relazione.
Avevo accettato quella proposta,non so manco io perché,forse era davvero un trampolino di lancio per il definitivo avvio della mia carriera. Od il capolinea. Se avessi fallito,beh,addio a tutto. Non mi sarebbe rimasto nulla. Forse,nemmeno lui.
“Mh,quella felpa è mia,sai?” Sorrido lievemente,continuando indisturbato a riordinare la valigia. Ecco,forse quello va troppo in là,quell’altro qui..No,però così non si chiude..
Ho capito perché mia madre si stressa sempre quando prepara le valigie per una lunga trasferta. E’ difficile mettere tutto in ordine in modo tale che si possa chiudere.
Che poi,forse quello posso anche non port-..
“Ehi,mi hai capito? Mi servirà.” senza che possa finire i miei pensieri,nel mio campo visivo entra una mano che brutalmente strappa la felpa dal suo posto –la mia valigia- e la rimette nell’armadio. Scuoto la testa e mi impongo di calmare. Se mi faccio prendere dalla rabbia ci sarà un’altra discussione e non voglio. Non sopporterei di partire sapendo che non posso abbracciarlo mentre mi tiene il muso,o baciare quelle sue belle labbra carnose per farlo sorridere. Sarebbe un peso troppo grande per me,oltre al fatto che non sopporto quando litighiamo.
“Key,quanto pensi di fare ancora l’arrabbiato con me? O di non parlarmi,o di tenermi il broncio?” chiedo,la voce calma e pacata come preludio della tempesta. Non mi risponde. Fa’ sempre così. Da quando gli ho detto che avrai passato un anno lontano,prima mi stuzzica a litigare e poi rimane in silenzio. Di solito finiamo per discutere,insultarci,lui me ne rinfaccia di tutti i tipi. Ma questa volta non ne ho voglia. Questo sarà l’ultimo giorno qui,con lui,con il suo respiro tra i capelli,con le sue braccia intorno al mio corpo,con le sue labbra sulle mie. E non voglio macchiarlo in nessun modo.
“Smettila di comportarti da bambino.” mi limito a soffiare,riprendendo dalla sua posizione un’altra felpa –sempre una sua,sì,voglio sentire il suo profumo anche da lontano- e rimetterla nella mia valigia bella grande.
Troppo tardi mi accorgo di avergli sganciato un’altra bomba per cui litigare,vorrei tagliarmi la lingua,ma non posso,non è ancora tempo.
Si girà,gli occhi neri che brillano di malinconia,tristezza,rabbia e..amore. Riesco a vederlo,sotto gli strati di disperazione che lo nascondono alla vista di tutti. So che c’è. Altrimenti non se la sarebbe presa tanto e mi avrebbe lasciato,come tanti prima di lui hanno fatto per altri motivi. Stupidi,lo ammetto,in confronto a questo.
Non gli ho manco parlato della proposta di lavoro all’esterno,manco gli ho detto nulla,non l’ho consultato su quella che sarebbe potuta essere la NOSTRA vita assieme. Ho fatto tutto da solo,convinto che sarebbe stata la scelta migliore per entrambi. Io con il mio lavoro,lui finalmente con una persona davvero matura al suo fianco,non come me.
Gli ho detto di andarsene. Ripetuto fino allo sfinimento. E lui è rimasto lì. Arrabbiato con me a morte,ma sempre lì.
“Io bambino?! IO? Sei tu l’infantile che non ha avuto il coraggio di dirmi le cose,non io! Che ha preso le decisioni da solo! Non io..” Gesticola velocemente,le belle mani affusolate che a volte scompaiono dalla mia vista per la foga che ci mette nel parlare ed esprimere i concetti. Le vedo tremare od è una mia impressione? O sono io che tremo? Non ho la forza di separarmi da lui. Ma la mia decisione l’ho presa tempo fa. Sbagliata,vero,ma sempre l’ho presa.
Chino il capo,i capelli neri e folti che per un momento mi oscurano la vista. Forse è meglio così,non vedrà gli occhi lucidi. Non voglio cedere ora. Non ora. Lui si rifarà la sua vita. Ci sono persone migliori di me là fuori. Tante che poteva scegliere. Ed ancora non ho capito perché si ostina a stare qui con un bambino come  me. Ho sempre pensato di non essere all’altezza di lui,sempre uno scalino più in basso. Sempre paura che qualcuno me lo portasse via.
“La decisione l’ho presa,Key. Ora tu puoi avere la tua vita con qualcuno migliore di me. Com’è giusto che si- “ La mano che ho allungato ad accarezzare il suo volto viene brutalmente respinta con un ceffone. Non fatico a credere che tra poco la sua mano potrebbe andare ad impattare con la guancia,in uno schiaffo. Quello che mi merito,in fondo.
Sono un idiota,un emerito imbecille.
“SEI ANCORA FISSATO CON QUESTA STORIA? SMETTILA DI PENSARCI! NON RIMARREI QUI  SE NON TI AMASSI,NON CREDI? Sei un idiota. Ed ora ci sarà un intero oceano a dividerci.” mormora,prima di lasciar ricadere le braccia lungo i fianchi con un singhiozzo. Piange tanto,è così piccolo ed indifeso,e l’ultima cosa che voglio è vedere ancora le lacrime solcare il suo bel viso. Non potrei sopportarlo.
Allungo una mano,gli sfioro appena la mascella così fortemente delineata. E’ un momento a cui lui si lascia trasportare,ma poi volta il viso,scappando dalla mia presa. Rimetto la mano a posto e lo guardo,la nuvoletta di fiato che si condensa un poco davanti ai miei occhi. Non riesco a parlare,il magone è troppo. Per la mia stupidità,per la mia scemenza rischio di perderlo. E non so nemmeno cosa dire. Cerco,scavo a fondo nella mia mente,ma so che nessuno frase fatta può aiutarmi.
Ed allora dico la prima cosa che mi viene in mente,quella che mi sgorga dal cuore,la cosa che racchiude tutto ciò che penso,penserò ed ho mai pensato.
“Ti amo.”
Mi guarda un attimo,un momento,veloce,prima di abbassare lo sguardo,le spalle che si abbassano ed alzano velocemente. Sta piangendo. Sento i suoi sussurri ma non riesco a mettere a posto le parole.
“Sarà…troppa…la distanza..” comprendo,d’un botto. Ha paura. La stessa paura che mi attanaglia,lo stesso terrore mio. Che la distanza ci separi,ci divida,come una grande mano fredda che va a farci da muro. E così sarà.
Mi accorgo di essere stato un cretino,di essere stato troppo preso dalle mie paure per riuscire ad aprire gli occhi e guardare tutto ciò che mi circonda. Ci amiamo così tanto,ma io sono stato stupido. Stupido da morire. Vorrei tornare indietro,prendermi a schiaffi e rifiutare tutto. Ma non posso. Ora non posso più.
Lo abbraccio di slancio,lo faccio cozzare contro il mio petto e gli bacio la fronte,le guance,il naso,tutto il suo viso.
Sono uno stupido. Ed ora lo so. Ora lo so che non ci sarà più nulla a dividerci. So che sopporteremo tutto,perché così dovrà essere. So che ce la faremo. Ora ne sono misuro,perché ne abbiamo passate tante,tanti momenti,e non ci può separare nulla.
Saremo solo io e lui. E la mia decisione sbagliata.
“La distanza non è importante. Non mi importa di quanto ci separerà,saranno centimetri,metri o kilometri. Non m’importa se ci sarà un oceano,un lago od una pozzanghera a dividerci. Non m’importa di nulla. Se sarà notte o ci sarà il sole. Non m’importa. Perché nonostante questo,nonostante tutto,sarò vicino a te. Sarò vicino a te quando vorrai,quando starai male, a tutte le ore. Starò vicino a te se starai bene,quando gioirai o piangerai. Starò vicino fin quando tu desidererai,e forse anche dopo. Perché ti amo,sei la mia vita e lo sarai sempre. Sei così importante,e manco lo sai. Sei tutto ciò che ho,e non ti voglio perdere.” concludo,stringendolo ancora a me. Artiglia le sue mani alla mia maglia,sento le sue unghie incidermi la pelle perfino da sopra il tessuto. Il suo piccolo –piccolo?- corpo è scosso dai singhiozzi. Sta male,come ci sto io. Non la smetto di insultarmi nella mia testa,un fiume in pieno senza argini.
Stupido,stupido,stupido.
Allontano tutti da me. Dovrò cambiare,altrimenti sarà solo peggio per me e quelli che mi circondano.
Alza il viso,poggiando dolcemente la fronte sul mio collo ed intrecciando una mano con la mia sul mio petto. Strofino la guancia tra i suoi capelli,con gli occhi lucidi. La distanza,la distanza. La distanza non è mai stato un problema,per chi si vuole davvero bene. Non è mai stato un problema se si sa come comunicare. Sarà difficile,certo. Non potremo toccarci,non potremo abbracciarci. Non potremo sfiorarci,ne guardarci negli occhi. Non potrò sentire il suo respiro sulla pelle,o sentire la sua pelle sotto le mie dita. Ed ho paura. Paura da morire. La distanza può essere così difficile da superare,ma devo essere forte. Per lui,per me e per noi. Non posso cadere ora,non posso cedere ora. Perché devo essere forte.
Lo stacco un po’ dal mio corpo,in modo tale da alzargli il viso e guardarlo negli occhi,quegli occhi che mi hanno sempre emozionato. Quelli che mi nascondono sempre un mucchio di emozioni,anche se io le comprendo tutte le volte. A fatica,mentre lui me le nasconde,od almeno cerca di farlo. Ma perde sempre.
Gli tiro una ciocca dietro l’orecchio,accarezzandogli lascivo la fronte. “Andrà tutto bene,te lo prometto. Lo giuro.”
Mi guarda. Lo so che sa che non ci credo manco io. Ma lo giuro,niente si spezzerà tra noi. Lo giuro su di me e sul mio amore.
 
 
 
 
 
“Ma non dovevi partire oggi?”
“Non ce l’ho fatta. Sei tu più importante di me,del mio lavoro,della mia stupidità. Sei tu più importante di tutto. All’aria tutto. Superi tutto tu. Ti amo.”
“Anche io,da morire.”

 
 
 
 
 
 
 
·{Gnè,buon compleanno mia piccola donna che sta crescendo. Niente,non potevo farti qualcosa di materiale,allora ho pensato di scrivere qualcosa per te. Non è un granchè,ed una JongKye ewwwwe,je sais,ma ho cercato di mettere tutto quello che pensavo sulla lontananza,sul mio affetto per te e le mie pippe mentali (?) LOL. Niente,è dedicata a te. Spero ti piaccia.  Comunque sei mia,inutile che fai o dici ewe Lo sei fine alla morte,sei sempre mia moglie,in fondo uwu Ti amo tanto,piccina mia. ~ }
 
 
 
 
*My space*
 
Va bene. Eccomi qui,dopo esatti 7 mesi ed un giorno. Boh,non pubblico da tempo. Mi sono completamente bloccata. Ma per il compleanno di una mia piccola amica ho voluto provare a riscrivere. Gnè,non so come sia venuta. Non ne ho idea. Amo la JongKey –e chi non lo farebbe?- e beh,sono pronta a tutto (?). Sono cresciuta,nel corso di questi mesi in fatto di scrittura,ma ancora non mi convinco. Neh,sono nelle vostre mani,come sempre.
I love you,all.
Alessia. <3
  
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