Lo so, faccio schifo a trovare i titoli ç_ç
Ehm, buongiorno a tutti! Questa flash è liberamente ispirata al celebre quadro "Il bacio" di Hayez. Spero che vi piaccia, è la prima volta che scrivo qualcosa di questo genere ^^' Recensioni, consigli, critiche, suggerimenti mi rendono immensamente felice, lasciate un commentino se vi va :D
Buona lettura, SeaLight.
Disclaimer: ovviamente il quadro non mi appartiene xD
 

Il bacio.

- Aspetta!
La ragazza correva a perdifiato, i capelli bagnati incollati al volto, incurante della pioggia che imperversava ormai da giorni, sollevando con le mani l’ampio abito azzurro come il cielo. Calciò lontano le scarpe col tacco, che finirono abbandonate in una pozzanghera, e continuò a correre a piedi nudi, rabbrividendo per il freddo.
Lui la sentì. Si bloccò e si voltò piano, e tutto parve scomparire ai suoi occhi quando la vide; una giovane, sola, che correva in mezzo a centinaia di giovani uomini che marciavano verso il loro destino, un lungo treno nero che li avrebbe portati dritti verso l’inferno.
Lei gli si fermò davanti. Nelle loro menti scorrevano libere e incontrollate le immagini del loro primo incontro, degli sguardi timidi e desiderosi di incontrare quello dell’altro, delle guance infiammate ad ogni minimo tocco, degli appuntamenti segreti, dei baci nascosti, delle fughe dai genitori, degli incontri nel loro angolo in riva al torrente, degli sberleffi dei fratellini di lui, dell’invidia delle sorelle di lei, delle occhiatacce delle vecchiette fuori dalla chiesa. I loro sogni speranzosi, la fiducia nel futuro si erano brutalmente infranti contro la nera locomotiva che sbuffava, dissolvendosi nell’aria come fumo.
Le lacrime scesero dal volto di lei, confondendosi con la pioggia, ma lui le vide. Si avvicinò esitante e le accarezzò dolcemente una guancia, asciugandole le lacrime una ad una, lacrime piene di parole non dette, di domande non pronunciate perché il dolore della risposta sarebbe stato troppo grande da sopportare.
- Tornerò. Te lo prometto - ma in realtà nemmeno lui ne era convinto, e lo sapevano entrambi. Quell’inutile guerra aveva già privato troppe famiglie dei loro cari, ma continuava a richiedere nuove vittime, come un mostro insaziabile.
Non c’era più nulla da dire, ormai, non potevano fare nulla per cambiare la loro sorte. L’unica cosa che erano in grado di fare era ribellarsi, portare l’amore in mezzo a quel covo d’odio.
E così fecero. Le prese il mento fra le mani, e le posò un lieve bacio sulle labbra. Lei gli gettò le braccia al collo, ancorandosi ad esso come se da ciò dipendesse la sua stessa vita, e probabilmente era così. Il largo mantello rosso di lui avvolgeva i due innamorati, separandoli dal mondo esterno, indifferente e invaso dalla sofferenza.
Non si separarono fin quando il treno non fischiò rumorosamente, richiamandoli alla dura realtà con la stessa violenza con cui un boscaiolo abbatte un albero. Si divisero, riluttanti, e lui riprese il suo cammino, mescolandosi alle altre centinaia di cappelli piumati che marciavano insieme verso la morte. La ragazza rimase lì, immobile, dove lui l’aveva lasciata, posando una mano sul cuore, che, ne era certa, le era stato appena strappato dal petto e l’avrebbe seguito dovunque lui fosse andato.