Forza
Perché adesso? Cosa hai visto nella fine?
Forza. No. Resisti. No.
Un matrimonio di sangue nel più profondo di una tragedia.
Forza. No. Resisti. No.
Occhi che colano azzurro sporcato e finalmente spezzato nel
pianto più giusto.
Forza. No. Resisti. No.
Cerchi che chiudono angeli, diavoli, poetesse e ragazzini
che tentano di essere uomini.
Forza. No. Resisti. No.
Perché si abbandonano alla propria sorte al culmine della
nuova vita?
Forza. No. Resisti. No.
Uniti nel torpore più doloroso. Quello che non colpisce il
fisico. Lo sente la carne.
Forza. No. Resisti. No.
Fine pulita, imprevista, all’apice delle speranze. Cercaci
ancora, ti prego.
Forza. No. Resisti. No.
Ragazzini, siate uomini mentre i diavoli scivolano verso una
caduta ancor più illuminante. Sollevateli nella vostra tenerezza e distruggete
ogni peso. Che non portino neppure un sacchetto di tela vuoto. Neppure lo zaino
ogni mattina.
Forza. No. Resisti. No.
Angeli e poetesse, sorreggete i ragazzini e fate loro notare
quanto la loro barba stia assumendo le caratteristiche di quella virile di un
uomo che raggiunge la vetta. E non si vuole fermare.
Forza. No. Resisti. No.
Ragazzini, bruciate i gomitoli, rinnegate i fiore dei vostri
anni, che già s’apprestava a sfiorire, lasciando solo un dolcissimo profumo.
L’odore vostro nuovo sarà quello di vita e di un cuore duro e argenteo. Tenero
come il burro. Come carne.
Forza. No. Resisti. No.
Ragazzini, camminate per ore su un greto, gettate sassi nel
fiume. Contate i rimbalzi. Se sono dispari. Gettatevi in acqua. Bagnatevi fino
alle rotule, sentitele tremare sotto il peso del corpo che sprofondo in
territori sconosciuti. nun crh mequsqe. Adesso
sarebbe meglio che vi ubriacaste. Un’ultima serata di giovinezza.
Forza. No. Resisti. No.
Continuate a sperare, angeli e poetesse. Non dubitate delle
fragili ossa degli amanti. Dal sangue traiamo il nostro futuro. Non
ubriacatevi. Portatemi a casa, quando avrò finito. Scusate.
Forza. No. Resisti. No.
“Questa è la fredda estate dei morti” disse il poeta. Cavi e
vuoti i terreni sui quali muoveva. Pieni d’acqua, falde incolmabili i suoli nei
pressi dei fiumi. Lancia, lancia le pietre ragazzino. Mostra ancora per oggi la
tua età. Non tornerà.
Forza. No. Resisti. No.
Diavoletto. Stringiti. Chiudi gli occhi e affonda anche tu,
anche tu con me. Sicuro che quando il fondo sarà vicino saremo di nuovo alla
luce. La tua belle è dorata dal sole. Le lacrime scoloriscono. Tra un mese
voglio vederti bianco. Arriverà l’estate, e tu potrai scurirti di nuovo. Ma piangi
ora. Fallo ora per non arrivare al nulla in inverno.
Forza. No. Resisti. No.
Diavoletto, voglio starti dietro. Se vuoi puoi passarmi metà
delle tue lacrime. Le posso versare io per te. Non c’è problema, lo sai.
Forza. No. Resisti. No.
Te ne rendi già conto? Il cielo ieri s’era aperto, e
presagivo le disgrazie. Adesso vola lontano. Ma tornerà a vederci, perché mai
disprezzò la tua strana felicità. E tu mai odiasti la sua strana ostinazione.
Forza. No. Resisti. Sì.
Un ragazzino che porta fuori strada un angelo ed una
poetessa. Sperando che possa continuare tutta la vita a farlo. Sperando anche
d’esser portato lui stesso fuori strada, un giorno. Augurandosi che non sia per
causa di lacrime.
Forza-no-resisti-no.
Ce la facciamo, ancora sì, ancora possiamo. È in nostro
potere. Tra noi non sgorga sangue. Solo un rosso rivolo. Che però è un filo di
lana. Viene da un gomitolo? Ci porta lontani, insieme.
Forza. No. Resisti. No.
Non s’addice a chi scrive, di piangere sull’opera mentre la
crea. Dimentica chi dice di non piangere. Scegli i volti che ti vedranno deciso
e quelli che accoglieranno la tua più totale disperazione. Vincerai.
Forza. No. Resisti. No.
Stendi tutte le lacrime che vuoi. Sulla carta o sul mio
petto. Bagnami coi tuoi occhi. Le lacrime li puliscono. Non che avessero
bisogno di vedere meglio, però.
Forza. No. Resisti. No.
Ridi. Ma fallo di gusto. Ridi solo quando ti sembra d’esser
sgombro da questo chiodo in gola. Mai deglutire. Sempre inghiottire. Ingoiare.
Incassare. E imparerai a non accusare i colpi, a sopportare il gusto più amaro.
Imparerò anch’io, con te.
Forza. Probabilmente sì. Resisti. Adesso mi chiedi troppo.
Troppo, ancora troppo eh? A questo punto, bagnami. Se vuoi,
se ci sei. Se mi senti. Distruggi questo muro con il tuo urlo. Mi sto
comportando bene?
Forza. Sì. Resisti. Spero.
Assurdi i casi che ci accompagnano. Ma non accoglieremo
l’ultimo come una maledizione. Sarà il peso che forgerà i nostri muscoli, che
li scolpirà di sole e d’acciaio. Il sorriso non svanirà neppure in estate. Non
il nostro, diavoletto, non il nostro.
Forza. Sì. Resisti. Sì.
Noi stiamo bene. Stremati nella più terrificante delle
fatiche. Non sei solo nel sopportarla. Siamo qui, ma siamo in due. L’infinito
diviso due. Mezzo infinto a testa. Secondo me ce la facciamo.
Forza. Sì! Resisti! Sì!
Prova. Prova. Si sente. Non cercare di desiderare la mia
presenza subito. Sono sempre in fondo al burrone. Cadi pure quando vuoi. Ti
prendo.
Forza. Sì. Resisti. Sì.
Guarda il cielo stamattina. Oltre al tuo cuore ha rubato
anche le nuvole. Ti mostra il suo cuore. Terso e limpido, come un cielo
primaverile che anela all’estate. Butta via tutto quello che vuoi, compresa la
tua pelle. Getta a mare un po’ di lacrime.
Insieme, forza e resistiamo. Quando sarà finita guarderemo
di nuovo felici questa cielo, e lo ringrazieremo di tutto quello che sembra
dirci.
Per ora, bagnami.
Insieme.
Forza.
Sì.
Resisti.
Sempre.