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Autore: _Atlas    11/04/2012    3 recensioni
L’Arcangelo lanciò uno sguardo schifato alla stanza e notò che la stessa carta da parati, evidentemente disgustata dai muri, si era accartocciata su se stessa, mentre la moquette tentava la fuga attraverso le infiltrazioni nel pavimento. [...]
“Ma che quadretto allegro!” Esclamò Gabriel, avvicinandosi.
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Dean se ne stava disteso in modo relativamente comodo sul cofano appena tiepido dell’Impala, ammirando un meraviglioso ed emozionante cielo nero coperto di nuvole.
“Almeno non fa freddo.” Si disse, socchiudendo gli occhi scuri.

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Ringrazio tantissimo Aniel_ per la bellissima idea, che spero di aver elaborato decentemente ^^
[accenni Destiel + questa ff dovrebbe far ridere X3]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Wings, Brothers... and Tears'
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Feelings


Gabriel sobbalzò e percepì immediatamente che qualcosa non andava; sentiva una strana sensazione tra lo stomaco e il basso ventre, come una pesante morsa, ed in più gli formicolavano le piume.
Doveva essere successo qualcosa.
Senza quasi accorgersene spiegò le sue grandi ali bianche dalle remiganti dorate e si ritrovò in un batter d’occhio nell’ennesima e squallida camera di un motel casuale, situato lungo l’ennesima e sperduta strada di una smarrita regione di dubbia esistenza.
L’Arcangelo lanciò uno sguardo schifato alla stanza e notò che la stessa carta da parati, evidentemente disgustata dai muri, si era accartocciata su se stessa, mentre la moquette tentava la fuga attraverso le infiltrazioni nel pavimento.
A coronare quella scena di devastazione stava, proprio nel centro, l’Angelo più sfigato di tutto il Paradiso, con lo sguardo basso, uno sgualcito trench beige che gli cadeva malamente sulle spalle magre e, dulcis in fundo, le piume azzurrine delle ali tutte arruffate.
“Ma che quadretto allegro!” Esclamò Gabriel, avvicinandosi a Castiel con le mani infilate nelle tasche dei jeans scuri.
Quello che ricevette in risposta fu uno sguardo talmente affranto e costernato che gli strappò il cuore dal petto e poi, dopo averlo scaraventato a terra a dissanguare, gli sparò più volte addosso con una doppietta calibro 28; ma di quelle con i proiettili a rosone, che dopo essere stati esplosi si aprono a raggera e ti spappolano la carne anche se sei a venti metri di distanza dal punto d’impatto.
“Diamine, Cas! Cos’è successo?” Fece l’Arcangelo, mortificato, posando una mano sulla spalla del fratello.
Lo percepì terribilmente fragile, e giurò solennemente che avrebbe spaccato la faccia a chiunque l’avesse potuto ridurre in quello stato pietoso.
“Lui non... non voleva, non... non voleva essere salvato, Gabriel... io...” Balbettò il minore, probabilmente trattenendo le lacrime, ma mantenendo pur sempre un certo contegno.
Il più grande sbattè le palpebre, una volta... due... e afferrò il concetto.
“... Io giuro solennemente che spaccherò la faccia a quel fottuto cazzone, fratellino, fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia.”
Difatti il contatto tra la sua mano e la spalla dell’Angelo gli aveva scaricato addosso una tale randellata di negatività e dolore che Gabriel stentava a credere fosse tutto provocato da un insignificante esserino di nome Dean Winchester.
“Non lo puoi trovare in nessuno caso.” Lo smontò subito Castiel. “Devo forse ricordarti dei simboli Enochiani che ha stampati sulle costole?”
L’Arcangelo gli fece l’occhiolino.
“Fidati: lo troverò.”
E, prima che l’Angelo potesse fermarlo, scomparve.
 
Dean se ne stava disteso in modo relativamente comodo sul cofano appena tiepido dell’Impala, ammirando un meraviglioso ed emozionante cielo nero coperto di nuvole.
“Almeno non fa freddo.” Si disse, socchiudendo gli occhi scuri.
Aveva parcheggiato giusto appena fuori dalla strada, in una di quelle rientranze sterrate che dovrebbero servire ai poveri guidatori con guasti alla vettura, e dove invece i camionisti scaricavano la loro spazzatura, ripulita poi da qualche buona anima.
“Come assicurarsi l’accesso al paradiso!” Canticchiò allegro il cacciatore.
Media lontananza dalla strada, praterie tutt’attorno, qualche gruppetto d’alberi assortiti nei dintorni, calma piatta... un buon posto dove fermarsi a non-pensare, dopotutto.
Scontatissimo, ma buono.
Dannazione, doveva piantarla. Ormai stava diventando prevedibile anche a se stesso, e non era una cosa buona. Proprio per nulla.
 “Se il mio fratellino ti ha disgraziatamente estratto dall’Inferno, ricordati che io ti ci posso sempre rispedire... e a calci in culo, anche!” Esclamò una voce forte e a dir poco incazzata giusto accanto a lui.
Dean cacciò un urlo e, cercando di balzare in piedi, rotolò giù dal cofano troppo liscio -pensò- della macchina, ritrovandosi a terra.
Si rialzò immediatamente con un mezzo infarto... e volle schiaffeggiarsi per poi uccidersi: aveva appena fatto la figura del deficiente proprio di fronte alla più spocchiosa e tracotante entità dell’intero Paradiso.
Gabriel gli lanciò uno sguardo provocatorio.
“Certe volte mi domando proprio come tu abbia fatto a sopravvivere per tutto questo tempo.”
Dean ridacchiò, mentre in realtà avrebbe voluto ardentemente strappare quel sorrisetto insopportabile dalla faccia di quello stronzo alato.
“E certe volte io mi domando dove tu vada a trovarti i vestiti. Da dove l’hai pescata quella ridicola camicia rossa, eh?”
No, sul momento non aveva trovato di meglio da dire.
“Parlò Just Cavalli!” Gli fece eco l’Arcangelo, avvicinandosi e appoggiando il fianco alla macchina.
“Allora? Che vuoi, biblico idiota?” Domandò sgarbatamente il cacciatore, stiracchiandosi infastidito.
L’ultima cosa che voleva era essere gentile con Gabriel, perciò più ostentava la sua innata dote di sfacciataggine meglio era; gli piaceva sentirsi a posto con la coscienza.
L’Arcangelo lo osservò con i furbi occhi nocciola e gli sorrise, avvicinandoglisi. Questa volta, però, non era in modo provocatorio, ma... mesto, quasi.
“Questo è per Castiel...” Disse Gabriel, e gli sferrò un pugno deciso in faccia.
Dean si portò una mano alla parte lesa, osservandolo con gli occhi spalancati; di certo quell’azione era l’ultima cosa che si aspettava, perciò l’aveva colto totalmente impreparato.
Solitamente, da come il cacciatore in primis aveva avuto modo di sperimentare, l’Arcangelo preferiva infierire verbalmente.
 “... e questo è da parte mia!” Dichiarò ancora Gabriel e, caricando tutto il suo risentimento e tutte le sensazioni spiacevoli che Dean aveva provocato al suo fratellino nel suo braccio, lo colpì in pieno volto, spaccandogli il labbro inferiore.
Immediatamente un fiotto di sangue scuro fuoriuscì pulsando dalla ferita aperta, colandogli sul mento.
“Brutto figlio di...” Esclamò il cacciatore, sfiorandosi la bocca.
Si trattenne a stento dal balzare addosso a quella sottospecie di essere di fronte a lui, ben conscio del fatto che sarebbe stato bloccato, perciò si limitò a fare un passo indietro.
Aveva appena potuto constatare che i sui riflessi, quella sera, facevano davvero schifo.
“No, no, no, Dean! Queste brutte cose al fratellino di Gabriel non si fanno, dovresti saperlo!” Fece l’Arcangelo, muovendo l’indice a destra e a sinistra davanti agli occhi del cacciatore.
Quest’ultimo provò l’irresistibile istinto di staccarglielo a morsi, quel dito.
“Per tua informazione, sapientino, io non ho fatto proprio nulla di male!” Esclamò Dean, ringhioso.
Gabriel arricciò le labbra in un sorriso che gli era fin troppo familiare e, dopo aver sollevato gli occhi al cielo, disse tranquillo: “No, certo, non hai fatto nulla di male... dopotutto hai solo distrutto l’anima sensibile di Castiel, dichiarando di preferire di essere lasciato all’Inferno!”
Il cacciatore gli lanciò un’occhiata eloquentemente vuota, come se avesse appena detto una banalità.
Gabriel lo compatì; ironicamente, ovvio. Quell’esserino odioso non si meritava proprio nulla.
“Indirettamente hai affermato di odiare il mio dolce ed ingenuo fratellino.” Rispose, appoggiando nuovamente la schiena alla carrozzeria dell’Impala.
Dean inclinò un sopracciglio, confuso.
“Ma... ma io non ho detto di odiarlo...” Fece, gesticolando per sdrammatizzare.
L’Arcangelo incrociò le braccia al petto e prese a fissarlo.
“Ti farò degli esempi, così che il tuo cervellino ritardato possa finalmente comprendere.”
Allo sbuffare infastidito del cacciatore, proseguì.
“Immagina che un figlio dica alla madre che avrebbe preferito non nascere, o che qualcuno ti dica che il mondo sarebbe migliore se tu non facessi il tuo lavoro... è come dire ad una persona di essere inutile, non lo credi forse anche tu, nonostante il tuo marcato ritardo mentale?”
Nonostante il crescente fastidio, il cacciatore provò a ragionare sulle parole di Gabriel, e ne dedusse in fretta che era stato un idiota a comportarsi così con Castiel.
Per lui l’Angelo c’era sempre, indipendentemente da cosa avesse o non avesse fatto all’Inferno... o in tutta la vita. Non aveva il diritto di trattarlo male.
Dean aprì la bocca più volte nel tentativo di dire qualcosa, ma era più forte di lui; dire qualcosa di gentile all’Arcangelo non gli riusciva proprio. Le parole gli si bloccavano in gola.
“Sta tranquillo, non ti soffocare! Lo so che non riesci a comunicare con me in modo civile, perciò prenderò i tuoi insulti come complimenti e le caramelle che hai in macchina -perché so che ne hai- come indennizzo. Ora vai a scusarti con Castiel. Lo troverai in quel bugigattolo che la gente si ostina a chiamare motel. E, se anche non lo troverai lì, ti sarà sufficiente chiamarlo; è talmente buono che ti segue ovunque.”
E detto questo, dopo aver dato uno scappellotto al cacciatore, sparì di nuovo.
Dopo un attimo di confusione Dean montò in macchina ed accese il motore, dirigendosi al motel.
Ancora non capiva come Gabriel fosse riuscito a trovarlo, nonostante i simboli Enochiani...
In ogni caso, però, tutti i dolci che c’erano nell’Impala erano scomparsi.
 
Quando il cacciatore spalancò la porta della camera del motel vi trovò Castiel esattamente come lo aveva lasciato: immobile, con lo sguardo alla finestra.
L’Angelo, sentendo la porta aprirsi, aveva voltato leggermente la testa, anche se Dean era più che sicuro che l’avesse percepito da molto prima.
Mentre veniva sfiorato da quello sguardo abbattuto, comunque, si sentì un emerito idiota.
“Via il dente, via il dolore...” Si disse il cacciatore, anche se li odiava, i dentisti; una razza di sadici bastardi.
“Castiel... mi dispiace, e tanto. Sono stato un idiota. Scusami...” Fece subito, tutto d’un fiato.
L’Angelo lo osservò per degli istanti che gli parvero ore, sbattendo le palpebre, probabilmente confuso.
Non si sarebbe mai abituato a quei repentini cambi d’umore...
Alla fine, Castiel non disse nulla; si limitò ad annuire impercettibilmente per poi avvicinarsi al cacciatore e sollevare due dita verso la ferita sulle sue labbra.
A quel punto Dean si ritrasse, come scottato, e allo sguardo smarrito dell’altro rispose:
“No, non me lo merito... Lascia stare.”
L’Angelo riabbassò il braccio e riprese a fissarlo.
“Spero che Gabriel non ti abbia fatto troppo male.”
Il cacciatore fece una risata sguaiata, e poi abbassò repentinamente gli occhi. “... Si, abbastanza...”
Castiel non riuscì a trattenere un sorrisetto.
“Ti prego di scusarlo. Certe volte non riesce a trattenere la sua irruenza...”
Dean scosse leggermente la testa ed incrociò le braccia al petto.
“Credimi Cas, mi costa ammetterlo, ma... mi ha aperto gli occhi.”
 
L’Arcangelo, invisibile nell’angolo della stanza sorrise compiaciuto e, gustandosi un buon lecca-lecca, spalancò le ali e tornò al Paradiso; il suo lavoro lì era finito e poteva dirsi soddisfatto.
E poi... mica era un guardone, no?
 
 
 
 
 
 
L’Angolo di Zazzy
 
*Indica Aniel_* Colpa sua! *scappa*
Herr... ok, mi prendo le mie responsabilità: dopo tutto sono stata io a rovinare la sua bella idea...
Grazie caVa *abbraccia*
Non so voi cosa ne pensate, però il Gatto Nero qui presente si è divertito un mondo a scrivere questo delirio :3
Come al solito l’ho iniziato ieri notte e finito adesso ^^
Pensate che in alcuni punti dovrebbe far ridere... o__O
E ora devo dirlo: Zazzy... EPIC FAIL!! XD
Comunque sia...
Ah, già!
Check my gallery on DeaviantART! °-^ Search “Zazzy-e” and enjoy my pseudo-artworks! :D
And have a look to my other story, “Remember the Past” ;)
Bien, see ya!
 
Bacioni <3 Zazzy
 
PS: LunaStortaBlack…. GRAZIE!! :D <3 *huuugs*
 
 
 

   
 
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