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Autore: Thatswhatiam98    11/04/2012    2 recensioni
Come sopravvivere dopo che la propria migliore amica ti ha abbandonato e ti senti in colpa per la sua morte? Sembrerebbe una delle solite fan fiction, ma non è così, perché qui aggiungiamo una bambina sempre triste, una famiglia poco normale, una chitarra ed una scuola stravagante ... Sempre troppo scontato? Staremo a vedere ...
Questa è la mia prima fan fiction qui, quindi spero siate buoni e scriviate qualcosina-ina-ina, non chiedo molto, solo un piccolo commentino ... ** Arigatou! :D Spero vi piaccia!!
P.S.: La canzone che accompagna la fan fiction è Say You Like Me degli We The Kings **
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Can You Save My Smile?

 

She's The Girl That No One Ever Knows

 
DRIIIN!!!
«E con questo, la lezione è finita, ci vediamo domani.»
Così il professor Molinari concluse la lezione, sistemando i fogli sparsi per la cattedra pieni di appunti. Prese la sua cartella marrone ed il suo cappotto blu notte e si accodò alla massa informe di ragazzi che uscivano correndo verso le loro case o verso un bar per mangiare qualcosa.
Come al solito, essendo Maggio, il cielo di un azzurro splendente si estendeva su tutta la città ricoprendo Roma con tutti i suoi monumenti antichi ma ancora stupendi. Il caldo, oramai insopportabile, rendeva il Liceo Scientifico un vero inferno per gli alunni, già stressati dallo studio e dall'imminente arrivo degli esami per i ragazzi frequentanti il quinto anno.
Questo non era il caso di Nick Broken, un semplice ragazzo frequentante il terzo anno, ed il suo gruppo di amici. Capelli marroncini di certo non invidiati per la compostezza, occhi del medesimo colore risplendevano di un verde mischiato alla terra alla luce del sole ed un sorriso ampio riempiva quel piccolo viso che sembrava perfetto per un pupazzo da abbracciare; le spalle, forse un pò sproporzionate, si dividevano su un petto abbastanza muscoloso, anche se il ragazzo non aveva mai fatto palestra in vita sua; alto poco più dei suoi coetanei diciassettenni, adorava scompigliare i capelli dei ragazzi più bassi di lui.
Zaino in spalla e sorriso stampato sul volto, Nick uscì dalla classe sbottonandosi un altro bottone della camicia, rigorosamente bianca, che indossava oggi: un istinto omicida verso la madre e le camicie gli attraversò la mente per un secondo, per poi trasformarsi in gioia quando vide che anche David Rap ne aveva una identica e soffriva al suo stesso modo.
«Ehi, piccoletto!» disse ridendo Nick verso il ragazzo più basso nei dintorni, poggiandogli una mano troppo grande sulla testa troppo piccola.
«Nick!» protestò David, anche se era impossibile negare che i suoi occhi si erano illuminati appena avevano visto il ragazzo con la sacca blu.
«Hai messo dei brillantini negli occhi? O sei contento di vedermi??» chiese il ragazzo della sacca con lo scopo imporporire le gote già abbastanza scarlatte del piccolo; tentativo che andò a segno rendendolo dello stesso colore di un pomodoro maturo.
«E dai!!» disse David, pestando un piede all'altro che, di risposta si abbassò e lo baciò sulla fronte, con grande stupore 
del primo. «Smettila!!» disse dopo essersi scostato più rosso di prima in volto.
«No no,» disse Nick,« sei così carino quando arrossisci!»
"Pervertito ..." pensò David.
Sospirò: tutti i giorni la stessa storia da quando si erano messi insieme, sempre la stessa imbarazzantissima ma dolcissima storia. Da quant'è che stavano insieme? Sicuramente più di 6, ne era sicuro. Si erano messi insieme un giorno alle medie, scoprendo di essere gay. Lui era sempre il piccolino della classe, ma si faceva rispettare indossando sempre felpe colorate e cuffie da Dj, appiccicandosi addosso, appunto, il soprannome di "DJ"; Nick ,invece, era, come sempre, il bonaccione alto della classe che adorava fare amicizia e parlare con la gente. Che ci facevano insieme, vi chiederete. Beh, sarà perché gli opposti si attraggono, ma i due si amavano e questo sembrava la base di tutto.
«Che facciamo oggi?» chiese David dopo che i due ebbero comprato un panino salame, mortadella e mozzarella per ciascuno e avessero lottato per chi dovesse rubarne un pezzo all'altro.
«Mmmh ... Non saprei ... Giochiamo a carte?» chiese Nick masticando il suo panino.
«Naa, sa di vecchio, ed in più è una bella giornata: sfruttiamola e facciamo un giro» disse David buttando la carta del suo panino ormai ultimato, vittima della razzia di Nick dopo aver perso nel litigio.
«Ma dove andiamo allora?» domandò Nick osservando un bambino che urlava nel passeggino di una signora poco distante.
«Al Colosseo?» propose con fare scherzoso David, osservando il cielo.
«E poi le carte sarebbero vecchie ...» disse Nick sorridendo con fare idiota.
«Allora che si fa?» ri-domandò David.
«Boh! Sediamoci al parco e aspettiamo che un'idea trovi le nostre testoline e ci indichi una via» propose Nick, indicando un piccolo parco coperto soprattutto da alberi, rendendo il posto decisamente fresco, perfetto per un caldo come quello.
«Approvo!» concluse David dirigendosi verso una panchina libera ricoperta di graffiti neri e rossi.
Anche Nick si incamminò, ma si voltò un secondo perché sentì qualcuno toccargli la gamba. Guardò in basso a destra e vide una bambina poco più grande di 6 anni, seduta a terra con una manina sulla testa, come se avesse sbattuto, e l'altra poggiata a terra; i capelli, trattenuti da un frontino rosso molto grande lasciando solo qualche piccolo ciuffo, erano corvini, corti fino alle spalle e lisci quasi come spaghetti; indossava un vestito smanicato e lungo fino alle ginocchia nero, una camicia bianca con le maniche a sbuffo da sotto ed una cintura rossa che ben s'intonava con il frontino; le scarpe erano nere e rosse ed erano delle piccole ballerine coprenti dei bianchi calzini pieni di pizzo.
«Ahia!» disse la bambina strofinandosi la fronte.
«Ah! Scusa piccola» disse Nick sollevandola da terra con una mano. «Mi dispiace, non ti avevo vista ...»
Sul volto della bambina si dipinse un'espressione di terrore.
«Marta!!! Marta!!! I GIGANTI ESISTONO!!!!» e detto questo, scoppiò a piangere ed a urlare così tanto da far smettere il bambino nella carrozzina.
«Eh? EH?! Ma no, no! Sono solo alto, non sono un gigante!» disse Nick cercando di farla calmare.
«Che succede?» Una donna arrivò correndo, seguita da almeno 7 o 8 bambini. «Kiiro! Kiiro, che succede??»
«GIGANTEEEEE!!!!» disse Kiiro, ovvero la bambina, indicando Nick e infilandogli un dito nell'occhio.
«Ahi!» urlò Nick e avanzò verso Marta per restituirle Kiiro.
«Scusi! Mi scusi veramente! Kiiro è un pò maldestra ...» disse la donna dalla maglia arancione prendendo la bambina tra le braccia.
«L'ho notato ... Comunque, non importa, non importa, è solo una bambina dopotutto!» disse Nick osservandola negli occhi. Quegli occhi rossi ... gli ricordavano qualcuno, ma chi?
«Grazie per averla ritrovata e ancora scusa!!» disse Marta. «Saluta e dì grazie Kiiro.»
«... Grazie gigante!» disse la bambina abbassandosi la pelle sotto l'occhio sinistro e rivolgendo una linguaccia a Nick.
«Kiiro!» la rimproverò Marta. «Oh, mi dispiace, alle volte è veramente testarda e maleducata ...»
«Non si preoccupi. Salve!» disse Nick salutando e dirigendosi verso il "DJ".
«Che voleva quella donna?» chiese David che, di nascosto, aveva preso il panino di Nick e ora se lo mangiava tranquillamente.
«Oh, credo sia la badante di un asilo o di un orfanotrofio ... Voleva la bambina e ... Aspetta, quello è il mio panino!!!» rispose Nick prendendo il panino e cominciando ad inseguire David.
Chissà chi era quella bambina si chiese Nick più e più volte, ma chissà ...
 
 
Bene, questo è il primo capitolo^^ Spero vi sia piaciuto e chi ha letto fin qui, anche se non è comunque molto, spero si sia divertito. :D Il primo è abbastanza corto perché l'ho scritto in fretta e furia, ma spero vi piaccia comunque^^ **
Douka, commentate e criticate anche** Arigatou :D
   
 
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