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Autore: Meme06    11/04/2012    4 recensioni
Questo racconto è un po' particolare. L'ho messo tra le favole perché non ha nessuna attinenza con la realtà e perché i fatti si svolgono in modo così semplice che non poteva che essere una favola ^ ^ Parla di un ragazzo alla quale è morta la madre e che parte per vedere il suo corpo, perché per desiderio di suo padre non è stato seppellito come tutti gli altri...
Spero di avervi incuriosito ^ ^ Fatemi sapere la vostra opinione, accetto anche critiche.
Genere: Avventura, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero piccolo quando successe. Avrò avuto all'in circa otto anni. Fino a quel giorno era andato tutto bene. Io amavo mia madre e per quanto mi ricordi anche lei mi voleva bene.

Ancora ricordo la data. Fu il sedici agosto… l'anno? Ormai non m'importa più. Quello che conta è quel quel lunedì mia madre morì. Come?

Nessuno vuole dirmelo.

Quello che importa davvero però.. quello che m'importa davvero… non è il come, il perché… se ci rifletto non m'importa neanche il quando. L'unica cosa che in questo momento è al primo posto nella mia mente è ciò che accadde dopo.

Avrei preferito un funerale a questo.

Avrei preferito cremare il suo dolce corpo a questo.

Avrei preferito vederla fare a pezzi a quello che le accadde.

Mio padre non si era arreso all'evidenza di vederla morta. Lui la 'rivoleva'.

"Una bara è un insulto a tua madre!" mi aveva gridato quando gli avevo chiesto il motivo di tutto ciò.

Lo sapevo. Lei aveva paura del buio. Era l'unica paura che non era mai riuscita a togliersi. Le era successo qualcosa da piccola, non me lo aveva mai raccontato per non spaventarmi. Ma tutt'ora lo rimpiango. Avrei voluto saperlo. Per provarlo anch'io. Per poter affrontare quella cosa e far vedere a mia madre che io l'avevo sconfitta per lei.

Allora avevo pensato ad una bara di cristallo. Come nei cartoni animati della Disney. Il suo viso non sarebbe andato sprecato, la sua bellezza l'avrebbe vista tutto il mondo. E ne ero sicuro, anche le nuvole si sarebbero fatte da parte per far vedere al sole la bellezza luminosa, estirpata da uno dei suoi raggi caduto sulla terra.

Mio padre non era stato affatto d'accordo. E in poco tempo io mi ero ritrovato a Boston, scaricato ai miei zii perché lui non ne voleva più sapere di me.

"Hai gli occhi di tua madre" mi aveva detto. Le sue ultime parole quel giorno, forse le più belle che mi disse.

Ma tutto ciò ora non conta. Me ne sono andato. Ho ringraziato i miei zii per avermi tenuto fino adesso. Da quella volta, per quindici anni, mi hanno tenuto con loro. E ora mi hanno visto andare via. Uno zaino di pelle sulle spalle, un giubbetto in mano in caso facesse freddo. Ma ne dubito, visto che siamo in agosto. Il sedici per la precisione. Dopo tutti quegli anni ho capito. Lei non merita questo.

Come avevo già detto mio padre non aveva mai accettato la cosa. Aveva preso il corpo e l'aveva congelato.

Poi portato via con se.

Lontano da tutti.

Lontano da me.

Non mi stava bene e ancora adesso non mi sta bene. Per questo ora sono qui, per questo me ne sono andato da casa dei miei zii.

Io la voglio vedere.

Rivoglio il suo corpo.

Le voglio dare la degna sepoltura che per quindici anni non ha potuto mai ricevere. Per colpa sua, ma anche mia. Dovevo venire prima.

Ti prego perdonami…

Dovevo arrivare in tempo per prenderti e portarti via. Dovevo giungere a te da bambino. In qualche modo ti avrei tirata fuori da lì. In qualche modo ti avrei 'aiutata'.

In un qualche modo… io… mi volto. Improvvisamente non ho il coraggio di andare avanti. Eppure sono così vicino a te. L'indirizzo l'ho avuto da mio zio. Lui si teneva sempre in contatto con mio padre - così mi ha detto - perché quell'uomo voleva sapere di me.

Non ci credo. Non ci ho mai creduto. Perché mi ha privato di te.

La casa è ormai prossima. Non ho idea di che cosa faccia adesso. Non ho idea di come sia diventato. Se sia in gran forma, oppure un morto che cammina. L'unica cosa che m'interessa è che non cerchi di ostacolarmi. Perché non è più come quindici anni fa. Ora non fallirò come prima.

Ti prego perdonami…

Non appena mi accorgo che la porta è socchiusa un grido di gioia mi attraversa le membra. Trovo strana una simile distrazione da parte di mio padre. Fa nulla, non è importante. Entro. Tutto in quel posto esprime malinconia e nostalgia. Un uomo che vive nel passato. Tra vecchie foto e giornali accartocciati. Che dorme accanto al corpo congelato della moglie. Senza capire che lì dentro non c'è più anima. Senza capire quale atrocità ha commesso.

Ti prego perdonami…

Anche io dovrei capire. A modo mio lo capisco. Ma il corpo è comunque una parte molto importante e visto che la tua anima non la posso avere, mi accontento della parte terrena che resta di te. Della scia concreta che ci hai lasciato come regalo d'addio. Quel giorno non doveva andare così… ma chi sono io per dirlo? Non posso basarmi su una semplice frase come questa. Posso solo apprendere il suo significato e piangere.

Ti prego perdonami…

Mi avvicino alla stanza. C'è un'unica porta chiusa. Non può essere che lì. Apro la porta. Il freddo mi giunge alle ossa. Ma non importa. Resisterò per te. Perché te l'ho promesso. Questa volta non fallirò. Te l'ho promesso. Ci riuscirò.

Intravedo la sagoma dentro in cubo di ghiaccio in fondo alla stanza. Ti vedo. Dopo tutto questo tempo vederti mi scalda. Ma solo l'animo diventa caldo. Più vado avanti, più avverto il freddo, più il mio corpo inizia a congelarsi.

Non riesco più a muovere le gambe. Striscio. Arrivo a te. A testa china e solo dopo aver preso un respiro profondo, ho il coraggio di alzare il capo e guardarti. Non sei cambiata affatto. Sei proprio come quando mi hai lasciato. Passo una mano sul cubo di ghiaccio. Vorrei accarezzarti. Ma ho perso la sensibilità delle dita. Vorrei piangere. Ma le lacrime si ghiacciano sulle mie guance pallide.

Non riesco più a muovermi. Che delusione che sono. Neanche quest'ultima promessa sono riuscito a portare a termine. E dire che ero partito così convinto. Che sciocco.

Ti prego... perdonami…

  
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