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Autore: Emily Kingston    11/04/2012    5 recensioni
Hermione sente tre aromi nell'Amortentia al sesto anno, tre aromi che non sono affatto casuali...
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« È Amortentia! »
Il sorriso del docente di Pozioni si ampliò e l’uomo guardò Hermione con gli occhi luminosi di soddisfazione.
« Lo è. Sembra quasi sciocco chiederlo » riprese l’insegnante, « ma immagino che tu sappia che effetti ha…»
Hermione arrossì leggermente. « È il filtro d’amore più potente del mondo »
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Amortentia

 
Hermione avanzò di qualche passo, osservando il calderone scuro dal quale fuoriusciva una sottile striscia di fumo in tante piccole spirali.
Lumacorno sorrise, guardando con soddisfazione quella ragazza dai capelli crespi che per la terza volta aveva fatto schizzare la mano in aria.
« È Amortentia! »
Il sorriso del docente di Pozioni si ampliò e l’uomo guardò Hermione con gli occhi luminosi di soddisfazione.
« Lo è. Sembra quasi sciocco chiederlo » riprese l’insegnante, « ma immagino che tu sappia che effetti ha…»
Hermione arrossì leggermente. « È il filtro d’amore più potente del mondo »
Sentì alcuni risolini provenire dalle sue spalle, mentre alcune delle ragazze, che avevano parlottato tra loro fino a quel momento, si facevano improvvisamente attente.
« Esatto! » esclamò Lumacorno, elettrizzato. « L’avrai riconosciuta, immagino, dalla sua tipica luminosità madreperlacea…»
« E dal vapore che sale in caratteristiche spirali » continuò Hermione, « e dovrebbe avere un odore diverso per ciascuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae »
Le ragazze alle sue spalle si sporsero in avanti, cercando di arrivare abbastanza vicino per poter annusare l’aroma della pozione.
« Per esempio io sento » Hermione arrossì, avvertendo un fresco aroma di erba appena tagliata pizzicarle le narici.
Quando scorse Harry che la guardava con un mezzo sorriso arrossì ancora di più, ricordando un episodio che portava lo stesso odore dell’Amortentia.
 
La Tana era ancora silenziosa, anche se ormai anche i più pigri dovevano essere stati buttati giù dal letto a suon di rimproveri dalla signora Weasley.
Hermione sorrise, stringendo contro il petto il grande libro che si era portata dietro, immaginando un Ron ancora profondamente addormentato che veniva svegliato di soprassalto dalle urla della madre che inveiva contro la sua pigrizia.
Ancora ridacchiando tra sé, sorpassò una siepe, ritrovandosi sul retro della casa.
Un fresco aroma di erba appena tagliata le pizzicò il naso ed Hermione, attirata dall’odore, alzò gli occhi.
Nello spiazzo di prato dietro all’orto, con le spalle nude e madide di sudore voltate verso di lei, Ron stava tosando il prato.
La ragazza arrossì di botto, rendendosi conto di aver posato troppo a lungo gli occhi sulla schiena pallida del ragazzo.
Facendo in modo che i capelli le coprissero il viso, si affrettò ad attraversare il giardino e a sparire dentro alla casa, non senza concedersi un’ultima fugace occhiata alla schiena di Ron.
 
« Aroma di erba tagliata » balbettò, sentendo qualche risatina femminile provenire dalle sue spalle. Tempo qualche secondo e all’aroma dell’erba appena tagliata si sostituì l’inconfondibile odore delle pergamene appena comprate.
 
Ron sbuffò, affondando la testa tra le braccia.
Il tavolo della biblioteca in cui il ragazzo stava lavorando era pieno zeppo di pergamene srotolate.
« Non riuscirò mai a finire il tema per la McGranitt in tempo » gemette, spingendo la testa ancora più giù tra le proprie braccia.
Hermione sorrise, arrotolando tutte le pergamene con un colpo di bacchetta. Poi prese un libro dalla propria cartella e lo appoggiò sul tavolo.
« Per questa volta, ma che sia chiaro che è l’ultima, potrei aiutarti a scrivere l’introduzione »
Ron alzò il volto, guardando Hermione con gli occhi illuminati di riconoscenza.
« Davvero potresti? »
Hermione abbozzò un sorriso, aprendo il libro che aveva sistemato sul tavolo.
 
« E pergamena nuova e…» quando il familiare odore dei capelli di Ron sostituì quello della pergamena, Hermione arrossì e fece un passo indietro, zittendosi.
Lanciò una fugace occhiata al suo amico dai capelli rossi, mentre Lumacorno si complimentava con lei, elogiandola davanti a tutta la classe.
Dopo aver ottenuto venti punti per Grifondoro, Hermione tornò in mezzo agli altri studenti, cercando di ignorare le occhiate ammiccanti di Harry e gli sguardi sognanti che Lavanda Brown lanciava a Ron dal proprio angolino.
Qualche minuto dopo erano tutti impegnati nel preparare, come richiesto dal professore, un distillato della Morte Vivente che meritasse come premio una fiala di Felix Felicis.
L’unico che però sembrava sapere cosa stava facendo era Harry che, usando il vecchio libro di Pozioni Avanzate che aveva trovato nell’armadio delle scorte, si muoveva con sicurezza tra gli ingredienti.
Hermione sbuffò, guardando la sua pozione, che avrebbe dovuto essere nero pece, diventare grigio perla. Dopo aver lanciato un’occhiata un po’ irritata verso il calderone di Harry, spostò lo sguardo su Ron che sembrava non curarsi affatto del fatto che la sua pozione fosse di un chiaro giallo sbiadito.
A Hermione venne quasi da sorridere e, all’improvviso, l’ultimo aroma che aveva sentito annusando l’Amortentia arrivò di nuovo alle sue narici, facendola arrossire.
Sbirciò i lucenti capelli rossi del ragazzo, ed il loro odore la trascinò in un giorno di pioggia di due estati prima, quando a Grimmauld Place c’erano solo loro due, i Weasley ed un nido di Doxy in salotto che nessuno aveva il coraggio di togliere di mezzo…
 
Hermione sospirò, sedendosi sul divano polveroso del salotto di Grimmauld Place numero dodici.
« Credi davvero che dovremmo tenere Harry all’oscuro di tutto? » domandò Ron, sedendosi al fianco della ragazza.
« Silente è stato chiaro, ha detto che non deve in alcun modo venire a conoscenza dell’Ordine e di questo posto finché non sarà il momento »
« Lo so, però…»
Hermione si girò verso di lui, rammaricata. « Anche io vorrei dirglielo »
« Silente sa quello che fa, no? »
La ragazza annuì. « Be’, immagino proprio di sì »
I due rimasero in silenzio per un po’, ad osservare quella vecchia casa polverosa che puzzava di chiuso, così sinistra e triste.
« Credi davvero che ci sarà una guerra, Hermione? »
La ragazza, colta alla sprovvista dalla domanda, si girò verso Ron, guardandolo in silenzio per un po’ prima di rispondere.
« I-Io…io non lo so…»
« Ma non hai nemmeno un po’ paura? » in quel momento, con i grandi occhi blu puntati su di lei ed i capelli scompigliati che gli incorniciavano il viso, Ron sembrava proprio un bambino piccolo che pone una domanda difficile ad un adulto.
« Sì, un po’ paura ce l’ho »
Passarono alcuni minuti silenziosi, in cui l’unico rumore era quello dei Doxy che svolazzavano dietro ai mobili del salotto. Poi Hermione sentì le dita di Ron sfiorare le sue in un gesto casuale e, abbassando lo sguardo, notò che la mano del ragazzo era strisciata vicino alla sua, appoggiata sulla porzione di divano che li divideva.
Hermione rialzò lo sguardo su di lui che abbozzò un sorriso
Arrossendo sugli zigomi, la ragazza fece strisciare la sua mano più vicino a quella di Ron, finché le sue dita non s’intrecciarono a quelle del ragazzo che la guardò con stupore.
Ancora maggiore fu lo stordimento di Ron quando Hermione scivolò verso di lui, appoggiando la testa sulla sua spalla, affondando il naso nel suo collo.
Nessuno dei due disse nulla, entrambi troppo imbarazzati. Hermione aveva quasi paura che il battito martellante del suo cuore rimbombasse nella stanza e giungesse alle orecchie di Ron chiaro quanto alle sue.
Ben presto il profumo dei capelli di Ron le pizzicò le narici, facendole arricciare il naso. Era un piacevole aroma di pulito con un delicato retrogusto di menta piperita.
 
Hermione si riscosse, riprendendo a mescolare il suo distillato di Morte Vivente, anche se ormai era certa del suo pessimo risultato.
« E il tempo è…scaduto! » annunciò Lumacorno, iniziando a girare tra i tavoli per guardare il lavoro il ogni studente.
Storse più volte il naso finché, dopo aver rivolto occhiate distratte ai calderoni di Ron ed Ernie MacMillan, i suoi occhi s’illuminarono di fronte alla pozione di Harry.
« Ma come hai fatto? » sussurrò Hermione all’orecchio del ragazzo, dopo che Lumacorno ebbe elogiato le sue brillanti capacità in Pozioni, probabilmente ereditate da sua madre Lily. Harry però non le rispose, richiamato dal professore alla cattedra per ritirare la sua fiala di fortuna liquida.
La ragazza allora si sporse verso Ron, indispettita. « Ma come ha fatto? »
Quando Ron si voltò verso di lei, il familiare aroma dei suoi capelli raggiunse di nuovo le narici di Hermione che arrossì.
Il ragazzo le sorrise.
« Fortuna, immagino »

 


Ecco il frutto del mio ultimo momento di noia: una creaturina piccina picciò, libera interpretazione del perché Hermione sente proprio quei tre aromi nell'Amortentia. 
Mentre il primo ed il terzo aroma sono legati ad un momento particolare, il secondo, secondo me, è dovuto al fatto che Hermione aiuta spesso Ron a studiare, perciò ho semplicemente parlato di un pomeriggio di studio qualunque. 
Per quel che riguarda il terzo aroma, che nel film è la pasta dentifricia alla menta - probabilmente perché in una delle scene precedenti, quando Harry arriva alla Tana, Ron sta per togliere del dentifricio dal viso di Hermione quando tutti si girano a guardarli - la Rowling ci ha rivelato che il terzo odre omesso nel libro è quello dei capelli di Ron :3
Bene, dett questo, auguro buona serata a tutti. 
A presto, 
Emily. 

 
   
 
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