Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: _Arthur_    11/04/2012    3 recensioni
“amico mio, non voglio più essere triste!”
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno
 
- Buongiorno! –
Ho una cara amica
- Buongiorno! –
Si chiama Gioia.
Quando eravamo piccoli tutti la prendevano in giro, perché era una bambina triste.
- Buongiorno! –
Pensate… una bambina triste che si chiama Gioia!
- Buongiorno! –
Un giorno la mia amica Gioia venne da me e mi disse:
“amico mio, non voglio più essere triste!”
Io avevo solo dieci anni! Cosa ne sapevo della felicità? le risposi:
“beh, allora sorridi e non smettere mai!”
…e così fece
- Buongiorno! –
Da quel giorno sorride ovunque
- Buongiorno! –
A scuola
- Buongiorno! –
In casa
- Buongiorno! –
Al parco, per strada, al supermercato… ovunque.
- Buongiorno! -
Allora i bambini la prendevano in giro perché sorrideva sempre: “gli si è incriccata la bocca!”
E giù a ridere.
Tempo dopo Gioia venne da me, allora aveva dodici anni, sempre sorridendo
“Sai” mi disse” non mi basta più sorridere: voglio essere più felice!!”
il giorno dopo la vedevo ballare per strada, durante una passeggiata.
Erano quei balli strani, uno di quelli che ti viene subito da dire “ma che cosa fa questa?”
Glielo chiesi
“Sono felice, non ti sembra?”e ricominciava a ballare.
Ad un certo punto inciampò in un sasso, cadde faccia a terra… ma anziché mettersi a piangere scoppiò a ridere
“ahahah che buffo! Un sasso in mezzo alla strada!” prese il sasso e lo gettò lontano.
ricominciò a ballare.
Pensate allora cosa fecero gli altri ragazzi!! Giù a prendere in giro continuamente!
“ma quella è matta! È una pazza scatenata!”
e forse un po’ lo pensavo anche io.
Passò ancora del tempo. Tutti i giorni uscivamo a fare una passeggiata, io e Gioia, e lei ogni tanto, così dal nulla, cominciava a saltellare, a ballare come se il quel folle gesto ci fosse tutta la sua esistenza
al che io dicevo sempre “Gioia, ma cosa fai?”
“è una bellissima giornata, amico mio, sono felice!”
Un giorno i ragazzini, avevamo allora quattordici anni, presero Gioia e le fecero male… senza motivo, solo perché stava saltellando. Ma Gioia non era triste per quel folle gesto; pianse dal dolore, è vero, ma quando si asciugò le lacrime disse: “è un peccato che loro siano così tristi!” e ricominciò a saltellare, forse un po’ zoppicante.
Alcuni pomeriggi dopo, durante una delle nostre passeggiate, mi confidò:
“amico mio, tutto questo ancora non mi basta!”
“Ma come, non sei felice, ora?”
“Si, sono felicissima; ogni giorno di più!”
“Ma allora qual è il problema?”
“Amico mio, voglio che lo sia anche tu!”
Ma come potevo essere felice io? Io che andavo male a scuola, io che ero costretto a sopportare il divorzio dei miei genitori, io che non avevo molti amici…
“Voglio che anche tu sia felice, amico mio! E come te quei ragazzi che mi hanno fatto del male, quella signora con il cane, quel bambino che gioca a pallone, tutta la città! Tutti meritano la mia felicità, amico mio!”
“Tu vuoi troppo, Gioia”
“e voi non volete essere felici!”
- Buongiorno –
Ecco il suo modo per trasmettere felicità: un sorrisone ed un
- Buongiorno, signora!
- Buongiorno, signore!
- Buongiorno, piccolino!
- Buongiorno, amico!
- Buongiorno!
Tutti, dal primo all’ultimo, la credevano un po’ pazza, me compreso. Nessuno aveva mai salutato per strada! Il problema è che il giorno non diventa davvero buono se una ragazzina ti dice, incontrandoti:
- Buongiorno! –
I soliti ragazzetti, e allora avevamo quindici anni, avevano rinunciato a farla cambiare; si limitavano solo a guardarla e a criticarla
“ma guardate la pazza, guardate come va in giro… povera scema”
- BUONGIORNO!
- Cosa me ne frega del tuo buongiorno?
- è lo stesso, il punto non è se ti interessa o meno, io te lo auguro lo stesso! Buongiorno! –
Te lo auguro lo stesso.
Dopo aver sentito questo dialogo le chiesi:
“ma chi te lo fa fare di combattere con della gente così?”
“oh, ma loro non sono il problema!”
“come no?”
“ No!! Loro sono tristi, scontenti della loro vita, ma almeno se ne rendono conto! Per questo sono così brutti”
Non mi ero mai accorto di quanto il suo sorriso rendesse bello il suo volto, di quanto la luce nei suoi occhi fosse potente;
“Il vero problema” continuò a dirmi “sono tutti quelli che non se ne rendono conto!! Anche tu!! Bada bene, vi stanno rubando la gioia! talmente tanto che a stento la riconoscete o, incontrandola, le date il nome di follia!”
 
Non capivo nulla, allora.
Un giorno Gioia stava male, non poteva uscire con me; era, però una giornata talmente bella che volli andare a fare una passeggiata da solo.
A metà strada mi accorsi che il sole brillava un po’ di meno…
“forse un poco di foschia” pensai
 Un pallone mi rotolò vicino e con esso arrivò correndo un bambinetto, un ragazzino che vedevamo sempre durante le passeggiate. Raccolsi il pallone per darglielo, quando…
- Buongiorno! -
Era una scena talmente bella che mi venne spontaneo dire
- Buongiorno, piccolino! –
Ma lui era già corso via
Cominciai a camminare, fino a quando incrociai una vecchietta che camminava lentamente
- Buongiorno, signora!
ancora mi era venuto spontaneo salutarla!
Lei mi sorrise… forse le mancava qualche dente, ma, credetemi, era il secondo sorriso più bello che avessi mai visto!
- ora lo è davvero, grazie giovanotto!
Questa risposta mi spiazzò: davvero era bastato un buongiorno per ottenere un sorriso così bello, per ricevere così belle parole?
Continuai a camminare
Il sole aveva riacquistato tutta la sua luce
- Buongiorno, signore!
- Buongiorno bambina!
- buongiorno!
- BUONGIORNO!!
Non mi interessavano le occhiatacce, non mi importava di sembrare stupido se spiccavo un salto di gioia. ero FELICE
tutto per uno stupido buongiorno!!
“cosa mi interessano” pensavo “tutti i miei problemi, quando ci sono persone che non riescono a godersi questa giornata? Loro stanno molto peggio di me!”
Ad un tratto avevo capito cosa spingeva Gioia ed essere gioia: non ne potevo fare a meno!
Tornando a casa mia mamma fece:
“oi! Com’è tutta questa felicità? “
Sorrisi e l’abbracciai
- Buongiorno, mamma!

- E il segreto, lo hai capito? – mi chiese Gioia
- io… credo di si! –
- spiegamelo, dai! –
- Noi siamo quello che facciamo, no? Beh, per essere gioia dobbiamo fare gioia! Per essere felici dobbiamo portare felicità! –
- ah davvero? –
- ma come, non è per questo che hai iniziato?
Gioia sorrise
- oh no… non ci avevo mai pensato, in effetti! –
- e allora perché lo fai? –
- una risata è sempre meglio di una lacrima, no? –
Scoppiammo a ridere

alla fine di questa storia qualcuno potrà pensare: “bene, il mondo ha due idioti in più che salutano mentre passano per strada”
Beh… un idiota che saluta è molto più forte di un “sano” che non lo fa,
un idiota che dice Buongiorno, prima o poi farà dire buongiorno anche agli altri.
un idiota che è felice non verrà mai ingannato dei tristi, dalla tristezza. Potrai cercare di fregarlo, un idiota felice, ma alla fine vincerà sempre lui!

Due anni dopo gli idioti erano quelli che non dicevano Buongiorno, camminando per la nostra città.
Da una bambina triste è sbocciata un’intera città con il sorriso sulle labbra

tutto grazie ad uno stupido e insignificante
- Buongiorno - 

_Arthur _

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: _Arthur_