11/04/2012
1 recensioni1. The medal is stopping and insecurities are emerging
Era un estivo pomeriggio uggioso e le gocce di pioggia erano pronte a carezzare il suolo da un momento all’altro, Ciel le stava attendendo mentre sorseggiava un tè preparatogli dal suo perfetto maggiordomo, Sebastian. Lanciò uno sguardo alle scartoffie poggiate sulla scrivania. “Non ho voglia adesso, ci penserò più tardi…”, dopodiché di rilassò sull’imponente poltrona rosso porpora incrociando le braccia dietro la testa. I suoi occhi blu cobalto guardarono la porta della stanza con l’assurda speranza che qualcuno entrasse e infrangesse in mille pezzi quel silenzio che lo avvolgeva.
“Su Soma…” ma il fastidiosissimo principe non arrivò, così scosse il capo “Davvero sono arrivato a volere la compagnia di quel seccante ragazzino? Devo essere proprio disperato…”, sempre con maggiore insistenza, successivamente si passò una mano sul volto per cancellare quell’inquietudine e chiuse gli occhi. “ Potrei riaprire questi occhi se volessi, ma sarebbe difficile accettare ciò che vedrebbero. Un tempo ricordo che riuscivano a vedere i colori…invece ora cammino in bilico su una medaglia che rotea, appena essa si fermerà io cadrò e verrò inghiottito dal nero completamente, unico colore che tinge le pagine della mia vita e non vedrò più nulla…l’ultima volta che ho guardato il cielo con i miei occhi era blu…c’erano una miriade di sfumature e mi aprivano una strada…per la pace? Per l’inferno? Non lo so più…forse sto vaneggiando…la solitudine mi sta lentamente schiacciando e mi ucciderà prima di Sebastian…” Ciel fece un mezzo sorrisomalinconico “…vorrei che loro fossero qui…basterebbe una carezza o un sorriso…quei dolci occhi e i capelli del colore del grano…vorrei poter ancora dormire con te nel giorno del mio compleanno...” sospirò “…vorrei piangere con la certezza che delle braccia forti e grandi mi abbraccino…” Ciel sospirò, poiché quell’ultimo pensiero lo ferì profondamente, allora aprì gli occhi e si concentrò sulle lettere; improvvisamente qualcuno bussò alla porta, così Ciel sollevò lo sguardo dai fogli in attesa che il maggiordomo scortasse qualcuno nella stanza o che arrivasse con qualcosa o con qualche notizia, ma niente, ancor più silenzio di prima. Il ragazzo volse lo sguardo verso la finestra, ma non vide nessuno “Non è possibile che se ne sia già andato…”, dopodiché decise di uscire a controllare.
Raggiunse il portone principale a grandi passi, ma la casa era completamente deserta, anche Sebastian era sparito “Ma cosa..?”; Ciel avanzò verso la cucina.
«Sebas…» prima che potesse terminare vide attraverso la fessura della porta un lungo abito rosso e nero, sul quale ondeggiavano lunghi capelli bianchi con dei riflessi argentei, che sembravano una distesa innevata, di cui due ciocche erano raccolte da entrambi i lati della testa con nastrini rossi e una delle due era completamente nera.
«Sebastian in compagnia di una ragazza…? » sussurrò Ciel, “Ma chi diamine è?” pensò mentre attendeva che lei si voltasse per vederle il viso e tentare di riconoscerla.